Un DSA (=Disturbo Specifico di Apprendimento) è un disturbo cronico e persistente (oltre la 3a classe della scuola primaria, nonostante gli adeguati interventi didattici di supporto), che interessa in maniera selettiva le abilità strumentali di base (lettura, scrittura, grafia e calcolo), isolatamente o in combinazione fra di loro.
Si parla di DSA quando questo disturbo non è causato da deficit cognitivi (l’intelligenza è nella norma o a livelli superiori della norma), né da problemi ambientali o psicologici, né da deficit sensoriali (vista - udito) o neurologici.
I DSA vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo, o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all'età, all'istruzione e al livello di intelligenza ed interferiscono con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana.
I DSA interessano una percentuale variabile dal 3 al 10% della popolazione italiana.
L’eziologia (le cause) dei DSA non è del tutto nota, ma ricerche recenti fanno supporre che nella loro insorgenza giochino un ruolo fondamentale i fattori biologici; infatti si può notare una certa familiarità, un’insorgenza molto precoce e una persistenza marcata.
I disturbi di apprendimento principali sono:
DISTURBI DELLA LETTURA: nella forma di difficoltà di decodifica (dislessia)
DISTURBI DELLA SCRITTURA: nella forma di correttezza prassico-motoria, cioè nella esecuzione del tratto grafico (disgrafia); nella forma di correttezza ortografica (disortografia)
DISTURBI DELL’AREA MATEMATICA: nella forma che riguarda gli automatismi di calcolo (discalculia) o nella forma che riguarda abilità di risoluzione di problemi (difficoltà di problem-solving).
Tali disturbi specifici si possono presentare isolatamente o associati fra loro. Ogni soggetto con disturbo specifico di apprendimento presenta caratteristiche proprie, che richiedono una osservazione attenta ed un intervento riabilitativo e didattico individualizzato.
Uno dei punti cardinali per la prevenzione e il trattamento dei disturbi di apprendimento è costituito da una loro precoce individuazione, che consenta un approccio clinico, neuropsicologico e pedagogico-didattico specifico e graduato nei tempi e nelle modalità di acquisizione.
Quanto più la individuazione è precoce, tanto più è consistente la possibilità che non intervengano o non si fissino strategie o meccanismi compensatori errati ed inefficaci e risultino altresì limitati i danni secondari alla frustrazione derivante dall'insuccesso, quali il disadattamento o la demotivazione all'apprendimento.
I soggetti con disturbi di apprendimento spesso hanno bisogno di essere rassicurati perché tendono ad avere scarsa stima di se stessi e sfiducia nelle loro possibilità.
Gli interventi di rinforzo devono essere effettuati sin dalla scuola dell’infanzia (in modalità di gioco, che coinvolga tutti i bambini, così da supportare i più fragili e potenziare chi non ha difficoltà); dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado si attuano interventi mirati per le difficoltà del soggetto (percorsi di riabilitazione, compensazione e potenziamento); dalla scuola secondaria di secondo grado le difficoltà dell’alunno tendono a stabilizzarsi e le probabilità di miglioramento sono affidate all’attività “naturale” di studio più che ad esercizi specifici.
Per garantire la possibilità di successo formativo allo studente con DSA, è necessario adottare misure dispensative e compensative. L'utilizzo di tali strumenti in classe e a casa non elimina il disturbo, ma rende possibile l'apprendimento nonostante il disturbo.
Le misure compensative sono strategie o strumenti, informatici e non, che hanno lo scopo di compensare il disturbo supportando i ragazzi in quelli che sono i loro punti di debolezza dovuti ai DSA. Sono strumenti compensativi ad esempio il pc, la sintesi vocale, la calcolatrice, la tabella delle formule, la tavola pitagorica, l'utilizzo di mappe concettuali o mentali e cartine durante le interrogazioni, il dizionario digitale, una diversa presentazione delle modalità di verifica, ecc.
Sono invece misure dispensative: gli esercizi più corti, evitare la lettura a voce alta, ridurre i compiti a casa, evitare l'apprendimento mnemonico, ecc. La loro applicazione è prevista dalle note ministeriali in tema di DSA.
Gli ausili utilizzati a scuola e casa devono essere il più possibile adattati alle caratteristiche specifiche di ciascuno studente e sono formalizzati ogni anno nel PDP (Piano Didattico Personalizzato) che descrive le caratteristiche di apprendimento dello studente e le strategie che si intende sperimentare con lui per favorire il successo formativo; il documento è steso dallo studente, dalla famiglia e dal cdc, sulla base della certificazione presentata e delle caratteristiche di apprendimento dello studente.
Per l’alunno con DSA non è prevista l’assegnazione alla classe di un insegnante di sostegno, in quando il DSA NON è UNA DISABILITÀ, MA UNA DIVERSA MODALITÀ DI APPRENDIMENTO; ogni insegnante è chiamato a mettere in atto, nella didattica quotidiana, determinate strategie che facilitino e supportino ciascun alunno, anche con DSA.
Riferimenti legislativi: Legge 8 ottobre 2010, nº 170
Materiali a cura della prof. ssa Simona Zaninelli