La discalculia evolutiva1 è un «disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale e che non hanno subito danni neurologici: essa può presentarsi associata a dislessia, ma è possibile che ne sia anche dissociata»2 .
La discalculia compromette quelle abilità aritmetiche che comportano l’automatizzazione delle procedure di base, come:
● il processamento numerico (= lettura e scrittura dei numeri, individuazione della grandezza dei numeri, conteggio seriale all’indietro)
● la memorizzazione dei “fatti aritmetici” (=tabelline, calcoli semplici e altri risultati cui accediamo direttamente, senza eseguire l’algoritmo di soluzione)
● la memorizzazione delle procedure per eseguire i calcoli (=ordine di svolgimento delle sotto operazioni, incolonnamento, prestiti, riporti)
La discalculia è un disturbo di apprendimento che si presenta, nella maggior parte dei casi, in compresenza con la dislessia; i casi di alunni discalculici e non dislessici sono limitatissimi (mentre non è vero il contrario).
Ogni alunno discalculico presenta caratteristiche proprie, sia per il grado di difficoltà incontrate, sia per le strategie compensative che ha iniziato a mettere in atto per far fronte al suo disturbo.
La discalculia, infatti, viene solitamente riconosciuta solo durante il secondo ciclo della scuola primaria (meno precocemente rispetto ad altri disturbi specifici); questo sia perché gli studi relativi alla discalculia, alle sue cause, alla sua identificazione non sono ancora così approfonditi come per altri disturbi di apprendimento, sia per le caratteristiche stesse degli apprendimenti matematici.
Infatti, se le abilità di base per la lettura e scrittura sono acquisite completamente entro il primo ciclo della scuola primaria (al termine del quale è possibile dunque individuare i disturbi specifici), l’acquisizione delle abilità di base matematiche non si esaurisce nel primo ciclo. Durante la frequenza del secondo ciclo gli alunni apprendono infatti nuovi algoritmi, come le moltiplicazioni a più cifre, le divisioni, le radici quadrate; i numeri utilizzati diventano di ordini di grandezze sempre maggiori, impegnando notevolmente le abilità di transcodifica. In questa fase emergono allora più chiaramente le difficoltà dell’alunno discalculico.
Identificare le difficoltà specifiche negli apprendimenti matematici, distinguendole da uno scarso profitto scolastico, risulta comunque ancora complesso, sia per la scarsità di strumenti diagnostici a disposizione, sia perché non tutti gli insegnanti propongono i diversi contenuti di apprendimento secondo i medesimi tempi. Prima di effettuare una diagnosi di discalculia, quindi, è necessario conoscere con precisione i contenuti di apprendimento proposti all’alunno nell’area matematica.
1 Esistono anche forme di discalculia dovute a lesioni nella parte posteriore dell’emisfero sinistro, che si possono verificare in seguito a traumi, in qualsiasi fase della vita. In questa scheda tratteremo della dislessia evolutiva, che si manifesta in alunni normodotati, che non hanno subito danni neurologici.
2 Definizione della neuropsicologa Temple (1922), condivisa dall’Associazione Italiana Dislessia.
Negli anni della scuola secondaria la riabilitazione del sistema numerico e di calcolo diventa ormai poco proficua (il lavoro di riabilitazione ha portato miglioramenti se è stato effettuato negli anni scolastici precedenti).
Compito degli insegnanti della scuola secondaria, dunque, è riconoscere e valorizzare le competenze espresse dall’alunno discalculico, utilizzando tali capacità, pur carenti, come base per affrontare i nuovi compiti di apprendimento: è fondamentale guidare l’alunno alla riflessione sull’uso efficace degli strumenti compensativi (non basta dare a disposizione la calcolatrice, ma è fondamentale insegnare ad utilizzarla, imparare strategie di controllo per individuare gli errori nell’uso dello strumento - es. la somma di due numeri non può essere minore dei due addendi) ed il potenziamento di strategie metacognitive che consentano di affrontare le difficoltà matematiche.