Il problema da risolvere è evitare che le radici marciscano e dare alla pianta il massimo di ossigeno e azoto e altri nutrienti.

Il metodo Kratky, che fa parte del ramo dell'idroponica passiva, predica che, allo scendere del livello dell'acqua a causa dell'assorbimento della pianta, una parte delle radici si riconverta all'assorbimento aereo di ossigeno e idrogeno

Il metodo Kratky è sicuramente semplice: l'abbiamo adottato in una growbox: coibentata in polistirolo con i ragazzi e illuminata da due pannelli led a luce rosa, specifici per la crescita. L'insieme è gradevole, nel suo essere spartano.

Nella nostra growbox abbiamo messo a dimora su letto di lana di roccia del basilico , in un altro contenitore abbiamo ricavato due occhi per quattro piantine di pomodoro e nell'ultimo contenitore (per ora) abbiamo cercato di clonare del basilico genovese (clonato da qualche piantina bio acquistato al supermercato, con aggiunta di ormone radicante nella parte terminale del gambo)

Non avendo avuto l'autorizzazione all'utilizzo 24/24 della growbox con illuminazione forzata, ho scelto l'angolo più soleggiato e presidiato della scuola (Nazario, il collaboratore, è un ottimo e fidato alleato: sorveglia ma, soprattutto, dà sempre una mano, un consiglio, un'idea). I risultati del metodo Kratky sono sorprendentemente strabilianti...soprattutto se si pensa che sono ottenuti riciclando molti materiali e oggetti.

Trovate qualche considerazione sulla crescita qui, qui e qui. In generale tutto è sul mio blog didattico.

Una soluzione in economia