"Il ruolo della donna nelle organizzazioni mafiose è stato per lungo tempo sottovalutato, o addirittura ignorato, nelle indagini e nella pubblicistica in materia di criminalità organizzata, nella giurisprudenza come nella letteratura."
Con questo estratto dal libro "Mafia Donna le vestali del sacro e dell'onore" si capisce come il ruolo della donna nelle organizzazioni mafiose sia stato sottovalutato e mutato nel tempo.
Le donne hanno da sempre avuto compiti che riguardavano il privato delle famiglie mafiose: dall'educazione dei figli e delle figlie, all'incitamento alla vendetta, alla garanzia della reputazione maschile e ai matrimoni combinati. Con il tempo, però, oltre a questi compiti tradizionali, le donne hanno iniziato a svolgere anche altri ruoli importanti nelle associazioni mafiose, come sostituirsi temporaneamente agli uomini.
Dunque le donne mafiose, in assenza del capofamiglia arrestato o ucciso, hanno iniziato a svolgere una funzione aggiuntiva e si sono ritrovate protagoniste in un mondo che prima le aveva escluse, senza avere però piena libertà d'azione e di pensiero, rimanendo degli strumenti utilizzati per necessità.
Il pensiero maschilista e patriarcale della società mafiosa non ha finora consentito un'emancipazione vera e propria e dunque è più appropriato parlare di una pseudo-emancipazione della donna nella mafia.
Il libro "Donne d'onore" di Ombretta Ingrascì spiega nel dettaglio, attraverso un continuo utilizzo di fonti e materiale processuale, come il ruolo della donna sia cambiato nel tempo.
Parte da un'analisi dello sviluppo della criminalità mafiosa fino ad arrivare all'analisi del ruolo della donna e dei suoi compiti.
Dal libro si evince come la scoperta che le donne svolgono delle funzioni attive nelle organizzazioni mafiose sia dovuta al fenomeno del pentitismo, in quanto grazie ad esso le persone hanno iniziato a parlare e a raccontare cose che prima erano segrete.
In conclusione, il libro racconta le storie di donne pentite, e più nello specifico, la vicenda di Rosa, che faceva parte di una cosca calabrese della 'ndrangheta.
La mamma di Rosa è stata uccisa dalla 'ndrangheta quando lei era una bambina. Quando la ragazza viene a conoscenza della verità, inizia a covare un sentimento di vendetta, decide di andare contro alla sua stessa famiglia e ha il coraggio di combattere un sistema caratterizzato da violenza e omertà.
Questa storia viene raccontata nel film "Una femmina, da sola contro la 'ndrangheta" di Francesco Costabile, uscito nel 2022 e presentato al Festival di Berlino 2022.