Manzoni

Alessandro Manzoni nacque il 7 marzo 1785 a Milano da Giulia Beccaria, figlia del famoso illuminista Cesare Beccaria, e Pietro Manzoni. Passò i primi anni dei suoi studi in collegio, del quale Manzoni ebbe brutti ricordi. La discendenza da Beccaria e l’ambiente milanese posero sicuramente delle basi per il pensiero dello scrittore, che recepì molti elementi della cultura illuminista, elaborandoli poi secondo la sua originale visione del mondo. Nel 1805 si trasferì a Parigi, dove si creò un forte legame tra Manzoni e sua madre. Nel 1808 sposò Enrichetta Blondel, che ebbe un ruolo importante nella conversione di Manzoni al cattolicesimo. Quando lo scrittore si convertì, si distaccò definitivamente dalla poesia neoclassica ed abbracciò gli ideali del romanticismo. Nel 1819 frequentò uno storico francese, J. Thierry, da cui trasse l’idea dell’esigenza di una storiografia che, nella sua indagine, fosse attenta alle masse e non solo ai governi o ai regnanti. Dal 1820 Manzoni cominciò a scrivere la prima versione dei Promessi Sposi, che venne pubblicata in una prima edizione del 1821-1823. Gli anni seguenti videro lo scrittore impegnato in una profonda riflessione sulla lingua italiana, argomento con cui espresse il suo impegno nel processo risorgimentale. La questione della lingua, infatti, diventò, secondo lui, un tassello fondamentale per la costruzione dell’identità dell’Italia unita. Per questo motivo, decise di scrivere il suo romanzo in fiorentino. Nel 1827 Manzoni pubblicò un’altra versione dei Promessi Sposi completamente rivisitata, ma la versione del romanzo che conosciamo noi oggi venne pubblicata solo nel 1840. Nel 1861 venne eletto senatore a vita del nuovo Regno d’Italia e morì nel 1873 a Milano. I Promessi Sposi sono l’opera più importante scritta da Manzoni. Egli scrisse questo romanzo perché era contro l’occupazione austriaca in Italia e, non potendo scrivere una storia che ne parlasse esplicitamente perché sarebbe stato arrestato, scrisse dell’occupazione spagnola in Italia durante il 600, in modo tale che solo gli italiani potessero capire che Manzoni si riferiva in realtà all’occupazione austriaca. Il romanzo è suddiviso in 38 capitoli, in cui si narra l’amore contrastato tra due giovani, Renzo e Lucia, che vivono in un piccolo paese del Ducato di Milano. I due subiscono i soprusi di un nobile del luogo, Don Rodrigo, il quale si è invaghito di Lucia e fa di tutto per impedire il matrimonio. Dopo numerose traversie, i protagonisti potranno finalmente sposarsi. Il romanzo offre un quadro molto preciso della tragica realtà storica del XVII secolo in Lombardia, dominata da prepotenze e soprusi, giustificati e legalizzati anche dal malgoverno spagnolo, e resi più pesanti dalle carestie, dalla guerra e dalla pestilenza. All’interno del romanzo trovano posto due tra i temi più rappresentativi non soltanto del Romanticismo, ma anche dell’intera opera di Manzoni:

la Storia, che rappresenta uno degli elementi essenziali della narrazione, perché è uno dei cardini della religiosità dello scrittore. Infatti, nella concezione cristiana di Manzoni, la storia è frutto della volontà di Dio, della provvidenza che governa gli eventi umani con un fine benefico che però non sempre l’uomo riesce a comprendere;

la Religione, tema strettamente connesso al primo. I protagonisti del romanzo sono, ciascuno a suo modo, profondamente religiosi e la loro religiosità è un sentimento intenso, che determina le loro scelte di vita e le azioni del romanzo.

Eleonora Somigli e Alice Pizzuti