Leggere è una delle attività più longeve della storia dell’essere umano. Le prime tavolette incise di nostra conoscenza, infatti, risalgono al terzo millennio a.C. e, da quel momento, la storia del libro si è evoluta passando attraverso papiri, manoscritti, libri stampati a caratteri mobili per poi diramarsi nelle varianti contemporanee come ebook e audiolibri.
Si dice che già nella biblioteca di Tebe un’iscrizione riportasse le parole: “Medicina per l’anima.”
I benefici della lettura sono molteplici: leggere può essere un divertimento, nel senso originale del termine, o può avere effetti terapeutici in quanto, immergendosi in un libro, si può divergere l’attenzione dai pensieri che preoccupano e che possono essere fonte di ansia, stress e profonda tristezza. ll Cesmer, a questo proposito, ha dimostrato come i lettori italiani siano mediamente più felici dei non lettori, più capaci di apprezzare il tempo libero e godere della vita.
Leggere è un’attività che riduce la tensione muscolare e rallenta il battito cardiaco ma, soprattutto, è un’attività che stimola la mente, tenendo il cervello attivo e migliorando la concentrazione. Oggi, infatti, è riconosciuto come le nuove tecnologie abbiano diminuito notevolmente la nostra soglia di attenzione, oltre che il tempo che riusciamo a dedicare a una sola attività senza sentire il bisogno di una distrazione. La lettura contrasta questo fenomeno permettendo di allenare la concentrazione stessa e risultare più produttivi anche in altre attività, come il lavoro o lo studio.
Leggere, inoltre, significa scoprire nuovi orizzonti culturali ed esplorare nuove realtà.
I libri, infatti, offrono un’alternativa per conoscere nuovi paesi e culture, sia attraverso i romanzi ambientati in luoghi ed epoche lontane, sia attraverso i saggi e i racconti documentaristici che li descrivono con ricchezza di particolari.
Ma i mondi che la lettura può portarci a conoscere non sono solo quelli lontani, materiali ed oggettivi, sono anche i mondi interiori dell’uomo, quelli immateriali e psicologici che aiutano a comprenderci e comprendere la vita..
Leggere, quindi, significa poter imparare dal passato in termini di storia, politica, di psicologia e sentimenti e imparare dagli altri, riconoscersi tutti appartenenti al genere umano con i limiti e le possibilità della nostra vita.
La lettura ha anche un altro potere: quello di sfidare le proprie certezze, sviluppando il pensiero critico e mettendo in discussione regole e comportamenti predefiniti.
Ecco perché Borges diceva che il libro è: “lo strumento più rivoluzionario che gli esseri umani abbiano inventato” e che: “la censura sia l'arma preferita di tutte le dittature.”
La distruzione, tramite il fuoco, di libri e altre opere scritte costituisce un atto dal valore rituale che molti regimi hanno attuato per minare l'opposizione culturale, religiosa e politica di quelle opere.
Nella storia ci sono stati molti momenti in cui sono stati bruciati i libri.
Libri di alchimia dell'enciclopedia di Alessandria furono bruciati nel 292 dall'imperatore Diocleziano; la famosa biblioteca di Baghdad, la Bayt al-Ḥikma, con un patrimonio librario di quasi mezzo milione di volumi venne saccheggiata e date alle fiamme dai mongoli nel 1258. E poi il " falò delle vanità" del 1497 a Firenze, operato dal frate Girolamo Savonarola, dove vennero bruciati oggetti considerati "peccaminosi": specchi, quadri, abiti e volumi "immorali". Anche nel ventesimo secolo si ebbero roghi devastanti: durante la prima guerra mondiale si verificò il cosiddetto "Stupro del Belgio" nella città di Lovanio in cui i tedeschi, oltre a saccheggiare la città e uccidere molti civili, diedero fuoco alla biblioteca dell'Università Cattolica che conteneva circa 300.000 libri e manoscritti medievali.
E poi ancora come non ricordare i roghi del regime nazista, gli emblematici Bücherverbrennungen, una campagna contro i libri "non tedeschi" e contro la cosiddetta "arte degenerata.”
Poi quello avvenuto nella Bebelplatz di Berlino il 10 maggio 1933, dove si diedero alle fiamme più di 25.000 libri scritti da ebrei: da autori come Karl Marx, Thomas Mann a Freud che dirà: "Come è avanzato il mondo: nel medioevo avrebbero bruciato me”.
Anche in Italia ci furono roghi di libri, addirittura dopo la caduta del regime fascista. Nel 1951,infatti, si bruciarono, nei cortili di parrocchie cattoliche ,libri di Gianni Rodari per motivi di contrapposizione ideologica; nel 1961 si consumò, a Varese, l'ultimo rogo di libri per disposizione legale: si trattava della condanna per oscenità dell'opera del marchese de Sade.
Non esistono, però, solo i roghi; ma esiste anche il controllo delle forme della comunicazione dell’editoria e della stampa, o forme più raffinate come la congiura del silenzio nei confronti di idee scomode e destabilizzanti atte a mettere in discussione l'ordine sociale e politico da parte di un'autorità. Ecco perché nacquero gli elenchi dei libri proibiti e in età più recente l’oscuramento editoriale.
Si iniziò nel 1558 con l'Inquisizione e l'Indice dei libri proibiti (in latino Index librorum prohibitorum), un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica e tenuto aggiornato fino al 1966.
Prima vittima famosa di questo indice fu il filosofo Giordano Bruno: a Roma, il 17 febbraio 1600 in piazza San Pietro, vennero bruciati tutti i suoi libri mentre lui stesso venne messo al rogo, a Campo dei Fiori, dove oggi esiste una sua statua. Finirono nell’indice dei libri le opere di Galileo, Copernico, Boccaccio, Dante con il suo De Monarchia, Machiavelli, tutti gli illuministi ma anche Leopardi con le Operette Morali.
Tra i libri censurati troviamo opere che oggi consideriamo veri e propri classici della letteratura, come “Madame Bovary” di Gustave Flaubert e anche “I fiori del male” di Charles Baudelaire dovette fare i conti con la censura, che lo costrinse a eliminare sei componimenti nella prima edizione del 1857, considerati oltraggiosi per la decenza pubblica in quanto si riferivano all’amore tra due donne. Si continua con “Frankenstein” di Mary Shelley, “Ulisse” di James Joyce, “Uomini e topi” di John Steinbeck e le opere di George Orwell.
Ma vorrei finire con il libro di Bradbury, Fahrenheit 451, la temperatura a cui brucia la carta, in cui si legge
“ Ecco … un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l’arma. Castriamo la mente dell’uomo.”
Affinché ciò non avvenga riappropriamoci del gusto della lettura.
-Alessandro Baffoni 2A Astrofisica