Che cos’è il Jamboree?
Ecco questa è la domanda che molti si staranno facendo, il Jamboree è un campo scout mondiale che si svolge una volta ogni 4 anni, è un evento gigantesco che colpisce non solo il lato scoutistico di chi partecipa ma soprattutto quello umano. Nell’estate da poco passata, in Corea del Sud, si è svolta la venticinquesima
edizione del Jamboree tra l’1 ed il 12 di agosto. La Corea si è fatta trovare pronta sotto tutti i punti di vista, a partire dagli spazi, sicuramente non il massimo della comodità date le gigantesche distanze che separavano le diverse attività proposte o semplicemente i numerosissimi sotto campi dall’area ristoro, va però considerato che andavano ospitate più di 50.000 persone, dunque il campo ricopriva circa 9 km quadrati, una quantità di terreno non facile da bonificare e rendere completamente agibile. All’ ultimo Jamboree sono stati presenti ben 170 paesi, uno dei dati più alti di sempre, ed è stato pienamente centrato l’obbiettivo che il jamboree ebbe sin dall’inizio: la pace.
Com’è andato l’ultimo jamboree?
Il venticinquesimo Jamboree è stato uno dei più discussi di sempre, sono state mosse moltissime critiche per quanto riguarda la gestione degli spazi e le condizioni meteo avverse non del tutto considerate, ma tutto ciò che è stato detto non è completamente giusto. Sono stato personalmente lì ed è stata
indubbiamente un’esperienza fuori dal comune, un esperienza che mi ha dato molto dal punto di vista relazionale anche perché non appena incontravi qualcuno ti sembrava di conoscerlo da una vita, qualunque fosse la sua provenienza. Una delle sfide più ardue è stata quella del caldo, ma alla fine bastava mantenersi
idratati e non pensarci troppo. Tra le attività più belle a cui ho potuto partecipare senza dubbio spiccano i giochi acquatici, dove è facilissimo fare amicizia con persone provenienti da altri paesi, ed il tiro con l’arco dove invece gli altri paesi puoi batterli. Al centro del Jamboree ci sono gli scambi, che si manifestano in
tutte le forme, a partire da scambi culturali avvenuti ad esempio durante il “Cultural Day” giornata in cui ci siamo dedicati in una prima parte ad allestire uno stand dove illustravamo attività e piatti tipici della nostra terra e in una seconda parte dove siamo andati noi a visitare gli altri stand, andando poi a finire con scambi
di distintivi, magliette e qualsiasi cosa rappresenti il proprio paese, questa cosa viene presa molto sul serio dando vita a delle vere e proprie competizioni su chi fa più scambi. Purtroppo il caldo non è stato l’unico fattore ambientale ad aver influito in maniera negativa, dal momento che quando mancavano 5 giorni alla fine del Jamboree quando tutto il campo è stato evacuato a causa di un tifone in arrivo, siamo stati spostati immediatamente in città, io ed il mio reparto eravamo con il resto del contingente italiano ad Incheon, una città costruita di recente, circa 30 anni fa, vicino Seoul. Il jemboree è comunque andato avanti, ma non era la stessa cosa. Dunque dopo 5 giorni ad Incheon le attività del campo si sono concluse e con 19 ore di viaggio siamo tornati a casa.
Emanuele Rizzo 3I