Debuttata il 7 giugno dello scorso anno, è una storia che esplora le intolleranze e le violenze generate dalla diversità, che sia etnica, sessuale o di altro tipo. Tuttavia, è raccontata con un tono ironico, con l’intento di mostrare come la forza di volontà e l'amore possano abbattere le barriere e i pregiudizi. Il testo di Ciro Lenti viene riproposto in un nuovo adattamento teatrale, curato e diretto da Lindo Nudo, e magistralmente interpretato dagli attori Paolo Mauro e Marco Tiesi.
Siamo nel 1943, nel campo di concentramento di Ferramonti, nella nostra Calabria. Uccio, un giovane fabbro del posto, è stato ingiustamente rinchiuso nella baracca destinata agli omosessuali, essendo stato condannato per reati minori, come aver rubato delle offerte dalla chiesa. Questo errore lo preoccupa molto, temendo che nel suo paese possa diffondersi la voce della sua presunta omosessualità. Nel campo, Uccio incontra Mastrovaknic, un professore polacco che vive in Italia da tempo e che è stato imprigionato per la sua identità sessuale.
Inizialmente, Uccio è diffidente verso Mastrovaknic, pieno di pregiudizi, e i loro scambi sono spesso animati da discussioni accese. Tuttavia, con il tempo, i due cominciano a conoscersi e a rispettarsi, nonostante le loro differenze: Uccio è un uomo semplice e ignorante, mentre Mastrovaknic è un intellettuale colto, a volte anche un po’ snob. Uccio cerca in ogni modo di ottenere il trasferimento, ma senza successo. Quando Mastrovaknic gli propone una possibile via di fuga, Uccio rifiuta con decisione. Mastrovaknic suggerisce che Uccio si travesta da donna, in particolare da sorella sua, per poter uscire dal campo senza essere notato. Dopo un primo rifiuto, Uccio, esausto dalla situazione, accetta di tentare e inizia a provare a vestirsi da donna.
Nonostante i suoi sforzi, Mastrovaknic è molto critico nei confronti del travestimento di Uccio, ritenendo che non abbia nulla di femminile. Lo sprona a cercare la sua femminilità nascosta, il che provoca le sue resistenze. Con il tempo, però, i due iniziano a collaborare per perfezionare il piano, basandosi su una foto della sorella di Mastrovaknic, che il professore gli ha mostrato. Quando tutto sembra essere pronto, Mastrovaknic riceve un messaggio segreto: i tedeschi sono alla ricerca di lui, poiché hanno scoperto che un ebreo si trova nella baracca degli omosessuali e hanno identificato lui come il sospettato.
Mastrovaknic, ormai disperato, confessa a Uccio di essere ebreo, oltre che omosessuale, e di avere due motivi validi per essere ucciso dai nazisti. Racconta che si è fatto arrestare e portare a Ferramonti proprio perché considerato un campo "sicuro" per gli omosessuali, sperando che i tedeschi non lo trovassero. Con il piano ormai compromesso, Mastrovaknic si dispera anche per sua sorella, la cui fuga in America non potrà più realizzarsi. Ma è proprio Uccio, a questo punto, a ideare un nuovo piano per cercare di salvare Mastrovaknic, che ormai è diventato più che un compagno di prigionia: è un amico.
Inizialmente, l'amicizia tra i due è ostacolata dai pregiudizi, dalle diffidenze e dalla paura. Uccio, giovane fabbro ignorante e semplice, teme per la sua reputazione e per l'immagine che gli altri potrebbero avere di lui se si scoprisse l'errore che lo ha condotto nella baracca degli omosessuali. Mastrovaknic, intellettuale raffinato e snob, sembra essere l'antitesi del primo: un uomo che ha vissuto tra libri e idee, ma che ora è ridotto alla stessa condizione di prigioniero, vittima di un destino crudele che lo ha relegato a una baracca di emarginati. Il conflitto iniziale, segnato dal disprezzo e dalla diffidenza, sembra insormontabile. Ma è proprio in questo abisso di incomprensione che nasce la possibilità di un'amicizia che supera le barriere.
Ciò che rende l'amicizia tra i due così potente è la crescita reciproca che entrambi vivono. Non solo imparano a conoscersi, ma si confrontano con le proprie fragilità e con la paura che li attraversa: la stessa diversità che inizialmente li separa diventa, col tempo, un ponte che li unisce, poiché entrambi sono costretti a mettere da parte il proprio ego per lottare insieme per un obiettivo comune, ovvero il tortuoso percorso verso la libertà e la salvezza. Le differenze, che sembravano incolmabili, diventano il terreno fertile per una profonda connessione, fatta di rispetto e solidarietà.
Il momento in cui Uccio, inizialmente diffidente, accetta di seguire il piano di Mastrovaknic, travestendosi da donna per fuggire dal campo, rappresenta un punto di svolta nella loro amicizia. Il processo di trasformazione che egli vive – forzato a esplorare una parte di sé che non aveva mai considerato – diventa una metafora di come, a volte, la necessità di sopravvivere ci costringa a sfidare le nostre convinzioni più radicate. Mastrovaknic, da parte sua, non è solo un maestro che insegna al compagno come travestirsi, ma anche una guida che, in un contesto di brutalità, cerca di risvegliare la femminilità nascosta in lui, spingendolo a mettersi in discussione.
Tuttavia, questo legame non si limita a una semplice alleanza di sopravvivenza: esso è un incontro di anime che, nonostante le condizioni disumane del campo, trovano la forza di restare fedeli ai propri valori più profondi. Quando Mastrovaknic rivela a Uccio di essere ebreo, oltre che omosessuale, e racconta il suo piano originario di farsi arrestare a Ferramonti per sfuggire alla furia dei nazisti, l'amicizia diventa ancora più significativa. Uccio, pur nel suo dolore e nella sua confusione, non lo abbandona; al contrario, è lui a escogitare un piano per salvare l’amico che ormai ha imparato a considerare come una parte di sé.
La vera bellezza dell’affetto che nasce tra i due uomini risiede soprattutto nel loro impegno reciproco a dare valore all'umanità che rimane dentro di loro, anche nelle circostanze più disumane: essi ci insegnano che, anche nei momenti più bui, l'amore e la solidarietà possono sfidare la violenza e l'odio. Si tratta di un legame che va oltre la razza, la sessualità, le etichette imposte dalla società, dimostrando che la vera forza dell'umanità risiede nella sua capacità di vedere nell'altro un compagno di lotta e un amico, anche quando tutto sembra perduto.
In un campo di concentramento, dove la vita è sospesa tra la disperazione e la lotta per la sopravvivenza, l'amicizia assume una forma unica, forgiata nelle circostanze più estreme e impensabili. Il legame che si sviluppa tra Uccio e Mastrovaknic, due uomini provenienti da mondi completamente diversi, è una testimonianza di come l'umanità, pur nel suo stato di grande sofferenza, riesca a trovare uno spiraglio di luce in mezzo all'oscurità. In questo contesto, la vicinanza tra i due diventa simbolo della forza che può nascere dall'incontro tra diversità e della bellezza che emerge nel riconoscere nell'altro un riflesso della propria umanità, anche quando le vite sono ridotte a numeri ed etichette.
A cura di: Cristina Dodero 4H