Oggi, al Liceo Scientifico G.B. Scorza si è tenuto il convegno intitolato “In viaggio dal centro della Galassia al Sistema Solare” del docente Francesco Valentini.
Al convegno, precedono delle precisazioni e auguri di buon anno, da parte della dirigente scolastica, Rosanna Rizzo, che introduce i ragazzi in un nuovo mondo, fatto di buchi neri e materia e plasma, tutti argomenti di cui tratterà nel dettaglio il professore.
A seguire, ha moderato Salvatore Giordano, ex studente del nostro Liceo e studente di Fisica all’Unical, che ha spinto tutti i ragazzi verso un percorso scientifico e ha incoraggiato gli studenti della 3A AStr, 4D e di tutte le quinte invitate a partecipare, a seguire percorsi che appassionano e che guidano verso la curiosità.
Sono state spese anche delle parole dalla professoressa Rosanna Volpe, ha dedicato un ringraziamento verso tutti i presenti e con lo scopo indicativo verso tutte le future carriere scientifiche.
Prende parola il docente universitario Francesco Valentini, professore di astrofisica all’Università della Calabria, che introduce in primis la storia dell’Universo, sin dal grande botto, il Big Bang, fino ad oggi.
Attualmente sappiamo che quel che rimane da quella grande esplosione, sono le cosiddette ceneri dell’Universo, da ben 14 miliardi di anni, la radiazione cosmica di fondo, per citarla, ma effettivamente cosa c’è stato prima?
Il professore risponde alla domanda, dicendo, che la nascita dello spaziotempo, della materia e dell’energia è avvenuta grazie al grande botto, quindi dovremmo porla in modo diverso.
Che cosa ha dato origine a tutto?
In principio troviamo un punto. Questo punto esplode in assenza di equilibrio e permette alla materia di espandersi.
Siamo gli unici ad abitare nell’Universo?
Questa è stata un’altra domanda molto ricorrente che ha portato a diverse risposte, tra le quali diverse teorie che si avvicinano alla statistica.
Secondo il professore, considerata la quantità di sistemi che presentano pianeti simili al nostro è altamente improbabile che noi siamo le uniche specie viventi.
“La scienza è una cosa che noi scopriamo, anche sbagliando.” Sono le parole del professore Valentini che introducono all’equazione di campo di Einstein del 1915, definita dal professore come l’equazione più complessa mai strutturata.
Karl Schwarzschild, guerriero della prima guerra mondiale, fu il primo a dare le prime soluzioni all’equazione del campo di Einstein, il quale riuscì a dedurre che lo spazio si dilata e che il tempo sull’orizzonte di un determinato oggetto rallenta fino a fermarsi, questa soluzione è anche detta come soluzione del buco nero stazionario di Schwarzschild. Definiamo così un buco nero una stella la quale velocità di fuga è maggiore rispetto a quella della luce, per tanto la luce entra nel disco di accrescimento e viene inghiottita.
Il professore Valentini, amante della fantascienza, porta nella sua presentazione delle correlazioni con delle teorie della fisica e dei film di fantascienza.
In primis parla del consulente scientifico, Kip Thorne, di Christopher Nolan, regista del film “Interstellar”, premio Nobel, oggi noto come uomo più colto sulla gravitazione.
Per di più giunge a documentare sulla gravitazione universale, oggetto di studio tutt'oggi.
Definisce che i raggi di luce si muovono in linea retta, sempre seguendo l’andamento dello spaziotempo, e che i buchi neri sono chiamati così perché non vi è possibile misurare la radiazione vicino all’orizzonte degli eventi, luogo in cui il tempo rallenta fino a fermarsi.
Per fare un breve esempio il professore ha posto due soggetti, il capitano di una navicella spaziale, rappresentato da se stesso e un altro, Salvatore Giordano, soggetto della seconda navicella. I due soggetti partono per un viaggio senza tempo verso un buco nero, il quale viaggio scandirà la differenza di tempo tra i due orologi che vengono sincronizzati in partenza che sono posseduti i due soggetti.
Se il capitano scegliesse di intraprendere un percorso per entrare nel buco nero, dal punto di vista di Salvatore, il tempo del professore sembrerebbe rallentare, mentre vicino all’orizzonte degli eventi, il professore sembra quasi fermo, quindi la luce emessa dal professore, è sempre più rossa a causa del redshift. Intanto dal punto di vista del professore, lui non percepisce alcun cambiamento nel tempo.
Di seguito il professore argomenta dei buchi neri, parlando di M87, ammasso della Vergine, la cui foto è una mappa dall’emissione del suo gas.
Da la definizione di plasma come mare di cariche positive e negative quando le temperature sono elevate. Infatti al suo interno gli atomi effettuano la ionizzazione, ovvero gli elettroni si staccano dai nuclei. Questa nozione serve a capire che il 99.9% della materia nel nostro Universo è plasma.
Questa volta il docente fa un collegamento fantascientifico con il film “Thor” uscito nel 2011, che tratta della teoria degli wormhole, un buco vivente che permette di aggiungere una terza dimensioni ai viaggi bidimensionali, ovvero il tempo. I wormhole sono dei tunnel che permettono di viaggiare anche avanti e indietro nel tempo. Quel che differenzia questa teoria, da quella dei buchi neri ad esempio, è che quest’ultima è stata dimostrata, la precedente no.
Un ulteriore collegamento è stato fatto al film “Viaggio nel futuro" del 1985 che parla di paradossi temporali.
Il primo a comprendere il vento solare fu Eugene Parker che osservò il gas sparato dalle stelle, tramite il moto di una cometa attorno al Sole.
Per ultimo, ma non per importanza, l’ultimo collegamento con la fantascienza fu con il film “The core” uscito nel 2003 in cui si verificano degli avvenimenti catastrofici, come la perdita dell'orientamento degli uccelli a causa dell'abbassamento del campo terrestre.
C’è una teoria che tratta del campo magnetico di Marte e che argomenta sulla corrente di pensiero che sostiene che Marte in principio abbia avuto un campo magnetico e dato che il campo magnetico non è infinito, deve essere presente una magnetosfera per formare il campo magnetico.
Per concludere il professore ha reso pubblici i progetti a cui ha aderito per poter condurre la sua carriera scientifica, mostrandoci che è consulente esperto dell'Esa, per i progetti Cosmic Vision 2015-2025 e Voyager 2050.
Il docente chiude la sua spiegazione con una frase molto significativa dell’astronauta Paolo Nespoli che disse ai bambini dell’asilo dell’Unical: “Chiudete gli occhi e immaginate tutte le cose impossibili, non quelle possibili, quelle impossibili e fate di tutto per realizzarle.”
Martina Cardamone 3A Astr