Sala I La natura denaturata


Il percorso espositivo inizia con il lavoro di Giacomo Gatto (I colori di una nuova normalità), uno dei lavori più consapevoli dal punto di vista tecnico e culturale.

Giacomo costruisce il suo lavoro sulla contrapposizione di fondo che connota questa esperienza: da un lato l'ambito della cosiddetta “normalità”, segnata dalla spontaneità dell'agire secondo il desiderio di ciascuno, dall'altro invece tutte le nuove regole che dobbiamo osservare, anche per senso civico, specie per coloro, come i giovani, che sembrerebbero i meno minacciati da questa patologia.

Egli traspone questo contrasto nella scelta del bianco/nero che è una pura astrazione. Con questa tecnica tutto sembra come nella realtà che viviamo ma invece si tratta di un mondo altro, che ha perduto il colore, ciò che ci accompagna e a cui siamo abituati, tanto da non accorgercene. Il bianco/nero dunque esprime concettualmente la dissonanza che stiamo vivendo, di noi che continuiamo a vedere nelle cose di sempre il colore che non c'è, la vita che non c'è più, che si è profondamente modificata. Dice, insomma, il profondo disagio e il disorientamento di una realtà prosciugata della sua linfa vitale. Il bianco/nero, scrive Giacomo con formula incisiva, rappresenta la denaturazione della natura.

Il lavoro di Giacomo, inoltre, è molto attento alle dinamiche dello sguardo perché non ci restano che gli sguardi, ultimo confine alla comunicazione e all'empatia.

La scelta di introdurre la mostra con il lavoro di Giacomo ha anche un altro significato. Il taglio del lavoro del fotografo è orientato alla documentazione. Il suo guardare indaga i vuoti corridoi, si sofferma sulle persone che hanno subito questa terribile esperienza; le racconta, le colloca nei loro spazi, segue la dinamica degli sguardi.

E' un classico reportage di taglio documentario; ma ciò che si aggiunge è anche la contemporanea insistenza di uso consapevole di quegli elementi estetici che ci provengono dalla secolare tradizione dell'arte

E questa convivenza felice, tra l'essere documento e insieme espressione, tra il mettere insieme i nudi fatti con le pressioni dello sguardo che provengono dalla storia, costituisce la forza e la capacità della comunicazione tramite la fotografia