Introduzione

L’aula scolastica come palestra di democrazia per la città del futuro


Come promuovere il lavoro su base cooperativa in classe? Come esercitare la capacità di ascolto e la capacità di comprendere il punto di vista dell’altro? Come sensibilizzare gli studenti a divenire attori e costruttori della città del futuro?

Queste e altre questioni si presentano come fondanti per qualsiasi discorso sull’Educazione civica in lingua straniera, nel contesto dello spirito democratico espresso dagli articoli 1, 2 e 3 della Costituzione, a cui è possibile dare attuazione non solo diventando consapevoli di cosa significhi “una repubblica democratica”, ma anche se si pongono in atto comportamenti e si assumono atteggiamenti che rendono possibile una comunità in cui si riconosce il valore principe del vivere comune. Per prepararsi al vivere democratico nella società, la consapevolezza deve diventare un “vissuto” che si speriementa prima di tutto a casa e a scuola.

Aver introdotto l’Educazione Civica come materia autonoma e contemporaneamente trasversale a tutte le discipline, risponde a questa necessità ed è pertanto responsabilità di tutti. Lo specifico, tuttavia, dell’insegnamento dell’Educazione Civica in lingua straniera, riguarda i valori legati ad un utilizzo “democratico” del linguaggio, che contribuisca a creare un clima di ascolto e di cooperazione.

Sulla base del documento “The Reference Framework of Competences for Democratic Culture”, pubblicato dal Consiglio d’Europa, si vogliono mostrare alcune possibili attività svolte in LS in modalità CLIL, che sviluppano le competenze per sostenere una cultura democratica, sul piano di una pratica virtuosa: impostando un’interazione positiva tra i membri della classe, si pongono le basi per una sensibilità aperta e flessibile e la capacità di assumersi la responsabilità di scelte che contribuiscano al bene comune.

La classe diventa in questo modo una palestra di democrazia in cui sperimentare l’incontro con l’altro e alimentare il dibattito sui grandi temi della cultura odierna, nel rispetto di tutti i componenti della classe.


ELENA NUVOLONI

CLIL …in azione


Nel lavoro presentato mi propongo di esplicitare le tecniche e le attività ideate per realizzare un dialogo tra:



A mio avviso, il CLIL realizzato da un docente di lingua straniera dovrebbe tendere a  far percepire (finalmente!) la lingua straniera appresa come “lente di ingrandimento” per meglio accedere a contenuti di storia, di attualità, di educazione civica, di letteratura, di arte o di scienze e così via. Associando la lingua straniera a contenuti disciplinari, il CLIL va nell’ottica più generale del bi/plurilinguismo e della esperienzialità dell’apprendimento della lingua straniera,  dove essa diventa il mezzo per esprimere un pensiero più ricco di sfumature: Begriff, Wort, per usare il corrispondente termine filosofico tedesco! 


ANTONIA SALA

E. Nuvoloni - AITL ERASMUS+ Liceo Falcone 27.04.2023
SALA A_presentazione

Presentazione dell'esperienza:

I documenti e i materiali sono visibili tramite link, ma anche alla pagina E.C. TEDESCO



Esperienza di Job-shadowing 1- 7 ottobre 2022

 Lycée Général et Technologique

Victor Hugo, Poitiers (France)

 


Tra le 20 competenze del "Quadro di Riferimento delle Competenze per una Cultura della Democrazia" (2018) elaborato dal Consiglio d’Europa e suddivise in valori, atteggiamenti, abilità, conoscenze e comprensione, vi sono anche gli aspetti importanti seguenti:


Queste competenze, esercitate in ambito scolastico, sono fondamentali e imprescindibili per agire da cittadini competenti dal punto di vista democratico e interculturale. L’insegnamento delle lingue si associa allo sviluppo di una cultura composita, ricca, volta ad una cittadinanza aperta sul mondo.

 Inoltre, affrontare una disciplina non linguistica in lingua straniera permette di vivere l’apprendimento della lingua non in modo a sé stante, astratto, ma ben contestualizzato, privilegiandone gli aspetti interdisciplinari e favorendo così l’apprendimento in modo più naturale ed efficace.

La lezione proposta agli studenti non può più essere frontale, tradizionale, ma partecipata, con una collaborazione attiva tra docenti, possibilmente in compresenza, e studenti, al fine di una co-costruzione delle conoscenze.


Quali ricadute nelle mie classi?


Ho potenziato le ore di Educazione Civica in tutte le mie classi, dalla 1^ alla 5^, lavorando dove possibile in modo pluridisciplinare (ad esempio con Diritto, Storia, Italiano).

Ho sperimentato concretamente alcune peculiarità del metodo francese:

Ø  lezione prevalentemente interattiva e partecipata;

Ø  presentazione degli argomenti in forma di problematica;

Ø  costruzione di una lezione su “un corpus” di documenti (alcuni di questi utilizzati in Francia).

In particolare lavorare su un “corpus” di documenti mette gli studenti “in azione”, esso rappresenta allo stesso tempo un punto di partenza e di arrivo perché permette da un lato, l’uso e lo sviluppo di competenze e di capacità, dall’altro, la costruzione e l’accesso alle conoscenze in modo personale, che vengono poi approfondite e completate dal docente.


Conclusioni


Le attività a cui ho partecipato sono state di grande qualità. Ho trovato utile e molto interessante l’esperienza di vivere la scuola da un’altra prospettiva e cioè all’interno delle aule, seduta nei banchi tra gli studenti francesi, sforzandomi di coglierne ogni sfumatura, di capire le reazioni e gli effetti delle proposte didattiche su di loro.



WANDA MARIA BOVA

BOVA presentazione per disseminazione.pdf

Presentazione dell'esperienza:


I documenti e i materiali sono visibili tramite link, ma anche alla pagina E.C. FRANCESE