Conclusa da poche ore l’ispezione avvenuta nella Rsa ‘La Fontanella’ di Soleto, il più vasto focolaio di Covid-19 in Puglia, attuata dalla commissione individuata dal Ministero della Salute. Nella struttura sono stati accertati 88 casi positivi al tampone e 17 anziani deceduti. All’interno della stessa, però, sono ospitati ancora una ventina di anziani, tutti positivi. Gli operatori, hanno ribadito lo stato di precarietà in cui avrebbero trovato molti degli anziani una volta arrivati sul posto, inviati dall’Asl per tamponare l'emergenza creatasi dopo la messa in quarantena di tutto il personale della struttura privata. Attualmente la Procura di Lecce sta indagando per abbandono di incapace e diffusione colposa di epidemia. Nel registro degli indagati sono stati inseriti la direttrice Federica Cantore, il responsabile sanitario della struttura Catello Mangione, e l’amministratore delegato della stessa don Vittorio Matteo. “Era un lager”, racconta un operatore sanitario subentrato proprio in quelle ore. La stessa situazione sembra confermata anche nelle parole di un operatore del 118: “I pazienti erano buttati a terra nel water. Erano nudi, non mangiavano da quattro o cinque giorni”. Questa ministeriale è una inchiesta parallela a quella della magistratura, che si pone come obiettivo quello di verificare se siano state rispettate le indicazioni diffuse dal ministero e dall’Istituto superiore di sanità per la tutela degli anziani ospiti della Rsa. Da accertare anche quali cause abbiano prodotto i tanti contagi e i 17 decessi sino ad ora registrati tra gli ospiti della residenza assistenziale di Soleto. La procura dovrà chiarire anche se in questa fase di passaggio tra una direzione e l’altra gli anziani siano stati abbandonati a loro stessi e se all’interno della Rsa ci siano stati anche possibili scambi di pazienti con inevitabili informazioni sbagliate date ai parenti.