docenti: Gabriele Toneguzzi (Exhibit design), Emanuela Bonini Lessing (Environmental graphic design)
collaboratori: Michael Carion, Marco Paolini (Exhibit design), Damiano Fraccaro (Environmental graphic design)
Domesticità e arte, due mondi molto diversi fra loro si riuniscono all’interno della Pinacoteca e Museo Civico di Volterra. Si viene a creare un contrasto che richiede un approccio comunicativo sottile e trasparente. Il museo viene concepito come una casa tramite le opere d’arte insieme a semplici oggetti d’arredamento come sedie, poltrone, tappeti e tavolini, il tutto accompagnato da una rivista. I visitatori vivranno un’ esperienza unica e indimenticabile incoraggiata da un rapporto profondo con le opere e l’ambiente circostante. Il contrasto tra domesticità e arte all’interno di un museo richiede un approccio comunicativo sottile e trasparente. Il museo viene concepito come una casa, creando un’atmosfera confortevole ed invitante per i visitatori. La scelta delle opere d’arte, la loro presentazione e comunicazione devono essere complementari all’ambiente domestico. Gli elementi scelti per comuncare tali sensazioni sono quindi il divano, il tappeto, la rivi- sta. Questo concetto crea un’esperienza unica e indimenticabile per i visitatori ed incoraggia il coinvolgimento con le opere d’arte ad un livello più profondo.
Al fine di riattivare la struttura ospitante, Palazzo Minucci-Solaini, il progetto ha tentato il più pos- sibile di orientarsi verso una nuova concezione di fare esperienza di un ambiente museale, nel rispetto comunque della storicità del luogo e di cosa anche quest’ultimo può offrire. Il progetto si pone quindi come obiettivo il superare quella distanza fruitore-opera, al fine di rendere lo spazio stesso meno austero e sterile. Tale pensiero è veicolato tramite il trat- tare lo spazio come un ambiente che esplora una nuova domesticità telematica, compresa di area cafè, che si espande nelle tre stanze sele- zionate (sala I, VIII e VII). Lo spazio si presenta dunque come un percorso fluido, occupato da sedie e poltrone non invadenti, ma che di nuovo veicolano tale interazione: il museo nella stanza e non la stanza contenente un museo. Le opere della collezione selezionate s’inseriscono nello spazio distaccate dai muri e posizionate come un tutt’uno all’interno del progetto.
L’intento del progetto è quello di rendere la pinacoteca di volterra un museo rimodernizzato, tramite un audace approccio creativo si è deciso di porsi in netto contrasto con le linee tradizionali dell’arte toscana al fine di permettere ai visitatori di vivere un’esperienza artistica unica e nuova. L’obiettivo è stato quello di rendere lo spazio un ambiente eterogeneo adatto a tutte le età progettando ambienti accattivanti ed interessanti per un pubblico che comprende dai grandi appassionati d’arte fino ai più piccoli. Fondamentale era dar vita ad un allestimento singolare ed inimitabile.
La predisposizione dell’allestimento scelto guida il visitatore attraverso le opere esposte, le quali si articolano in tre sale differenti, permettendogli una relazione intima e personale.Le opere scelte provengono dalla fine del ‘400, fino alla fine del ‘700, appartenenti da secoli alla città di Volterra. In particolare, esse sono conservate nel Palazzo Civico e nel Palazzo dei Priori. La selezione di opere della Pinacoteca di Volterra, nonché il Palazzo Minucci-Solaini, si distribuisce all’interno di tre sale al primo piano.
Il grado di legame che lo spettatore crea con le opere cresce al susseguirsi di ogni stanza.
Partendo dalla prima sala, la divisione dello spazio, ritmato dalle pale d’altare, obbliga il visitatore a muoversi tra di esse, potendone visionare sia il fonte sia il retro. Nella seconda stanza, invece, cambia il tipo di relazione tra le opere e l’uomo, in quanto, è quest’ultimo a dover muovere fisicamente i pannelli che sorreggono le opere, permettendogli una visione completa di queste. Nella terza ed ultima stanza, infine, il visitatore può fermarsi, riflettere e comunicare con le opere che lo circondano, paragonandosi con esse.
Il progetto è incentrato nel fornire alla Pinacoteca civica di Volterra una nuova immagine, che riesca a conciliare la lunga storia di tradizione che la connota dal 1905, con l’esigenza di un carattere più accattivante per poter attrarre un pubblico più ampio. La classica concezione di museo, come luogo della contemplazione dell’arte, viene quindi abbandonata in favore di una più coinvolgente, inclusiva e interattiva. La pinacoteca diventa così uno punto di incontro per i locali, ma anche un riferimento per tutti quei turisti che vogliono conoscere la cultura del territorio, dando vita a uno spazio di reciproca condivisione. Il visitatore viene posto al centro del processo progettuale, realizzando dei sistemi allestitivi che si modellino sulle possibili esigenze di ognuno, per poter creare un’ambiente onnicomprensivo e caratterizzato da una forte componente multimediale che permetta una diretta reciprocità tra persone e museo. Per quanto riguarda la parte comunicativa, la grafica semplice e la coerenza stilistica definiscono un aspetto visivo che comprende non solo le stanze scelte ma tutto il museo. L’omogeneità e la linearità sono due segni distintivi della comunicazione che la rendono comprensibile e funzionale a tutti oltre che molto efficace e diretta.
La nostra idea consiste nell’esasperare l’esposizione e riprendere il concetto di “scenografia” visibile negli interni Ottocenteschi italiani. Una “messa in mostra” interatti- va e che pone in relazione utente e opera d’arte, creando un dialogo continuo.
Non è più una semplice visita passiva al museo, ma un’esperienza che annulla il divario tra visitatore e opere esposte.
Il supporto espositivo deve adattarsi all’opera d’arte e non viceversa; da questo presupposto vogliamo ricreare ciò che le opere ci trasmettono: phatos, drammaticità. Da qui l’idea di creare 3 percorsi diversi in ogni stanza del museo che hanno l’obbiettivo comune di accogliere il visitatore, stupirlo e renderlo partecipe: la mostra diventa anche teatro.