Interior design
docente: Massimo Barbierato
collaboratrice: Valentina Carli
2100
Come sarà Venezia nel 2100?
Sarà un futuro utopico o distopico? Da chi dipenderà?
Quale sarà il ruolo del progetto rispetto alle problematiche dell'ecosistema e dell'ambiente?
Riusciremo a leggere le nostre azioni progettuali assieme alle loro conseguenze?
L’etica diventerà processo e invisibile dogma estetico?
Agli studenti è stato richiesto di progettare in una Venezia futura al fine di delineare nuovi orizzonti di senso rispetto all'azione dell’uomo e imparare a osservare con occhi diversi ciò che accade nel quotidiano d’oggi.
Gallery dei progetti
Spazi di interconnessione
Un sistema di arredo urbano che mira a risolvere problematiche legate alla vivibilità degli spazi di aggregazione sociale a Venezia con l’obiettivo di offrire sedute quando non vi è l’alta marea e piattaforme/passerelle quando questa è presente. Così le persone potranno incontrarsi e vivere la città in modo inclusivo.
Lo spazio del mercato
In uno spazio ancora universitario sorge un mercato che parla con la città e i suoi abitanti, che comunica dati riguardanti lo stato di salute delle produzioni alimentari veneziane e offre uno spazio fruibile a tutti. Il mercato dei Magazzini vuole recuperare una dimensione antica e tradizionale, in un contesto di profondi cambiamenti, nei quali consapevolezza alimentare e ambientale diventano protagoniste.
Lo spazio religioso
In un futuro prossimo saranno auspicabili dialogo e confronto tra religioni diverse? Nuovi arredi, possibili conformazioni, tendaggi più o meno filtranti, determinano differenti configurazioni dello spazio sacro, nelle quali potranno identificarsi credenti a diverse fedi religiose – Cristianesimo, Ebraismo, Islam, Induismo, Buddhismo, Sikhismo.
Spazi per la natura
Un insieme di elementi che nascono come punto di appoggio per i pennuti che sorvoleranno il cielo della laguna veneziana nel 2100, contrastandone estinzione e migrazione. Piattaforme galleggianti inserite in acqua, ancorate ai gruppi di briccole e collocate nell’ambiente urbano, che assumono configurazioni diverse per adattarsi agli angoli e alle pareti degli edifici in mattoni. Attraverso lo studio e l'analisi dei fotopiani del passato si è tentato di definire una nuova palette colori.
La scuola del futuro
Venezia si trasformerà in aula a cielo aperto, laboratorio dove approfondire, conoscere e vivere. Le istituzioni universitarie della città si uniranno in un unico grande polo che permetterà di formare classi e corsi multidisciplinari, accomunati dall'esigenza di amalgamare conoscenze e stimolare curiosità nuove, in una logica sostenibile contributiva. Spazi interni diventeranno esterni, arbitrariamente scelti, liberamente gestiti, fluidi e malleabili.
Spazi modulari
Un sistema di sedute come punto di ritrovo, di pausa o di gioco, libero e aperto a più modi di utilizzo, anche in base al luogo in cui sono posizionate. Le semplici forme non indirizzano verso un fine specifico, ma cercano di invitare il passante o il cittadino all’incontro con gli altri. Nonostante la percezione dei vuoti, dei pieni e delle inclinazioni delle medesime strutture sia pensato in base a determinati criteri, la loro combinazione può sconvolgere la loro funzione e creare nuovi significati.
Spazi materici
Un sistema di arredo urbano che prevede di estrarre i masegni veneziani per ridare spazio alla natura, generando nuovi luoghi di incontro. La materia estratta viene riutilizzata come materiale e genera elementi che si muovono liberamente nello spazio, seguendo la logica dei terrazzi alla veneziana. Da una parte la natura si riprende ciò che un tempo era suo, dall’altra emerge un nuovo modo di vivere la città tramite luoghi d’incontro, scambio e contemplazione, di un terreno che era qualcosa, ma che è diventato qualcos’altro.