Attualità

Sergio Mattarella rieletto
Presidente della Repubblica

Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica, sette anni dopo la sua prima nomina.

Lunedì 24 gennaio 2022 sono iniziate le votazioni dei membri del Parlamento italiano, 629 deputati, a causa della morte di Vincenzo Fasano del Partito di Forza Italia, 321 senatori, ottenuti dalla somma dei 315 senatori, più 6 senatori a vita ex presidente Giorgio Napolitano, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Lilliana Segre, Carlo Rubbia e Mario Monti, 58 elettori regionali, nominati da ogni Consiglio regionale (3 delegati per Regione, ma la Valle d’Aosta ne elegge 1).

Durante la fase di votazione, si sono osservate norme sanitarie anti-Covid-19, che hanno permesso a tutti i grandi elettori, compresi i positivi al virus, di votare. Tuttavia le tradizionali impalcature con le tendine in feltro, i cosiddetti catafalchi, sono state sostituite da quattro cabine elettorali. Come vuole però la tradizione, la preferenza di ogni elettore è stata depositata nell’insalatiera, più comunemente chiamata urna.

Si sono svolte più votazioni, poiché gli elettori non sono riusciti a trovare subito un’intesa per preferire in maggioranza un candidato e, alla fine, nonostante avesse chiarito di non volersi ricandidare, Mattarella ha accettato di essere votato come presidente.

All’ottava votazione, sabato 29 gennaio, i voti validi sono stati 983: 90 per Nordio, 37 per Di Matteo, 9 per Berlusconi, 6 per Belloni, 5 per Draghi, 5 per Casini, 4 per Casellati, 30 voti dispersi, 25 schede bianche, 13 schede nulle e per Sergio Mattarella 759 voti.

Il tredicesimo Presidente è stato applaudito per 4 minuti al termine dello scrutinio.


Il Parlamento si è riunito in seduta comune giovedì 3 febbraio per assistere al discorso del Capo dello Stato, interrotto dagli applausi ben 55 volte, e al giuramento del rispetto della Costituzione. Egli ha dichiarato: È per me una nuova chiamata - inattesa - alla responsabilità; alla quale non posso e non ho inteso sottrarmi. Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica”.


Seguire le elezioni permette di sentirsi pienamente cittadini italiani, arricchendo di partecipazione attiva, collettiva e condivisa, sensibilizzando al rispetto della Costituzione. L’imparzialità politica del Presidente garantisce al Paese il rispetto delle regole e l’armonia delle relazioni politiche ed istituzionali e ciò ci renderà fieri di essere italiani.

E noi giovani lo siamo!

Alessia La Paglia

Russia e Ucraina: il conflitto spiegato a modo nostro

La crisi tra Russia e Ucraina, che tiene banco in questi giorni sulle pagine dei giornali, non è scoppiata così all’improvviso, ma è un conflitto che si aprì 8 anni fa, nel 2014, quando la Russia invase la Crimea e iniziò a sostenere i movimenti separatisti. Non solo: dopo lo scioglimento dell’Unione sovietica, che raggruppava diversi Paesi dell’Est Europa, i rapporti tra i due Stati sono stati sempre altalenanti. La posizione geografica dell’Ucraina è un po’ “scomoda”, perché confina sia con l’Europa e molti Paesi che fanno parte della NATO (Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, cioè un’alleanza politico militare tra 30 Paesi), sia con la Russia, che non vede di buon occhio il sostegno politico e militare della Nato stessa al suo ex stato satellite.

Centrale è poi anche la questione economica. L’Ucraina è un tassello molto delicato per l’Europa, in quanto produce il gas metano, indispensabile per molti Paesi che non hanno riserve. Da Kiev passa infatti oltre il 37% del gas naturale diretto dalla Russia verso Occidente (dati del 2021): una percentuale che negli ultimi anni si è ridotta, di pari passo con la realizzazione di nuovi gasdotti che hanno permesso l’apertura di rotte alternative, ma che ad oggi non consente ai Paesi europei di prescindere dalle forniture in arrivo dall’Ucraina (fonte Ispi). Tanto meno all’Italia, che dipende da Mosca per il 40% delle proprie importazioni di gas naturale.

Nelle ultime settimane la vicenda ha subito una rapida evoluzione: la Russia ha schierato circa 100.000 truppe sul confine con l'Ucraina. Sono partite le trattative diplomatiche per evitare un conflitto, con minacce chiare da parte di Stati Uniti ed Europa nei confronti del Paese guidato da Vladimir Putin, che, nei giorni scorsi ha detto di aver smobilitato, in parte, le truppe. Usa, Ucraina ed Europa non credono a questa versione ed è in corso uno scambio continuo di accuse. L’invito a Putin è di disinnescare il conflitto militare. La Russia, proprio in queste ore, ha ordinato però un'operazione militare nelle due repubbliche autoproclamate del Donbass, quelle di Donetsk e Luhansk, che sulla carta fanno parte dell’Ucraina ma dal 2014 sono occupate da separatisti filorussi appoggiati dalla Russia. È stato uno sviluppo piuttosto inatteso, nonostante sia arrivato appunto dopo settimane di tensioni fra Russia e Occidente. Seguiamo con apprensione gli sviluppi della vicenda, consapevoli che quello che succederà da qui in avanti dipenderà moltissimo dalle mosse della Russia, sempre più disposta ad alzare la posta e a esercitare pressione sull'Occidente pur di far accogliere sue storiche richieste, come la non accettazione dell'ingresso dell'Ucraina nella NATO.

Daniele Gambaro

(Articolo scritto prima dell'attacco avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 febbraio)