Coral blanching

Le barriere coralline si trovano tendenzialmente in zone costiere a clima tropicale e, nonostante costituiscano solo l’1% della superficie marina, vi troviamo un’altissima concentrazione di specie diverse, insomma di biodiversità.

In questi ultimi anni, però, ne stiamo perdendo la maggior parte a causa dello sbiancamento.

Il fenomeno rende completamente bianche intere aree dei reef e, se a prima vista può sembrare uno spettacolo affascinante, nasconde un lato più tetro. Allo sbiancamento, infatti , segue la morte e la decomposizione dei coralli.

Per capire il motivo di questo fenomeno è necessario spiegare la loro biologia.

Come funzionano i coralli?

I coralli sono il risultato di una simbiosi perfetta e frutto di milioni di anni di evoluzione. Sono l’unione di una parte animale ed una vegetale.

La prima è formata da tanti minuscoli polipi (appartenenti alla stessa famiglia delle meduse) ed è la parte che forma la struttura vera e propria.

Ogni polipo, grande solo qualche millimetro, è un organismo autonomo ma si ritrova quasi sempre raggruppato in colonie, formate da tanti polipi geneticamente uguali (immagine4). L’intera colonia costituisce il corallo.

Ciascun polipo ha una bocca e dei piccoli tentacoli con cui individua e immobilizza il nutrimento, principalmente fitoplancton.

Le acque tropicali sono, però, povere di microrganismi ed un corallo non riuscirebbe a sopravvivere senza la simbiosi.

All’interno dello scheletro, inglobati nei tessuti, ci sono organismi vegetali unicellulari, i symbiodinium. Attraverso la fotosintesi producono nutrimento da cui il corallo trae maggior sostentamento. A loro volta i symbiodinium trovano riparo nello scheletro e utilizzano i prodotti di scarto come “carburante” per la fotosintesi.

Sono proprio i symbiodinium che rendono colorati i coralli, regalandoci gli spettacolari colori della barriera.

Lo sbiancamento è il fenomeno per cui la colonia espelle questa parte vegetale, perdendo la pigmentazione tipica e rimanendo bianco. A questo punto il corallo non è ancora morto ma, se le temperature rimangono alte a lungo, lo sarà a breve.

La colonia inizia prima a ricoprirsi di alghe e poi, in mancanza di nutrimento, inizia a decomporsi.


A cosa è dovuto lo sbiancamento?

La causa di questo fenomeno è l’innalzamento, per tempi troppo lunghi, della temperatura delle acque marine. Se le temperature superano quelle standard (bastano pochi gradi), il corallo inizia ad espellere i suoi simbionti, firmando così la sua "condanna”. Non si è ancora arrivati ad una teoria certa che spieghi questo comportamento; potrebbe essere il tentativo di “curarsi” espellendo organismi estranei e potenzialmente dannosi.



Nel 2016, uno dei fenomeni di sbiancamento di massa più distruttivi, ha portato alla distruzione del 30 % della superficie della Grande Barriera Corallina australiana. Dal 2016 ad oggi, le condizioni sono ulteriormente peggiorate e, ad oggi, stimiamo la perdita di più della metà della Grande Barriera.

La causa principale di tale fenomeno è l'innalzamento della temperatura delle acque, una diretta conseguenza del riscaldamento globale.

Se il fenomeno non dovesse arrestarsi, assisteremo, con grande probabilità, alla quasi totale scomparsa di coralli dai nostri mari.








I coralli sono la struttura primaria di tutta la barriera (forniscono cibo, riparo e partecipano alla purificazione dell'acqua).

Come possiamo vedere in questo video, una barriera senza coralli è una barriera quasi priva di vita e biodiversità.



Oltre ad essere un’enorme perdita di biodiversità, i reef in queste condizioni sono un problema anche per l’uomo. Si prevedono grandi danni all'economia mondiale, per la perdita di turismo e di materia prima (forniscono cibo e lavoro a circa 500 milioni di persone nelle zone tropicali).

Creano, inoltre, dei frangi di acque naturali che proteggono la costa da cicloni e alluvioni e non necessitano di manutenzione perché si rigenerano autonomamente.



Non perdiamo le speranze

Per fortuna sono moltissimi gli esperti che si stanno adoperando in questo ambito, con l’intento di ripristinare parti di barriere o, almeno, cercare di non farle sparire completamente. Ad oggi gli interventi prevedono l'utilizzo di teli per diminuire l'irraggiamento solare e vere e proprie nursery, con lo scopo di curare e poi “piantare” i coralli in barriere morte, tentando un ripopolamento.

Questi interventi sono molto importanti ma non saranno sufficienti se la temperatura delle acqua continuerà ad aumentare così drasticamente.