Io scelgo la pace

In questi giorni tristi, in cui - tutti - assistiamo in prima persona ad un contesto mondiale a cui mai avremmo pensato di partecipare, vogliamo dedicare una parte del sito di Educazione Civica della nostra scuola alla condivisione di materiali che possano aiutare tutti (docenti, ATA, allievi, genitori) a capire cosa sta succedendo nel Mondo, a riflettere insieme e a trovare il giusto modo per poter dire la nostra ed essere "cittadini del mondo" in maniera attiva e responsabile.

La commissione Educazione Civica
(1 marzo 2022)

Perché parlare di guerra ai bambini? Terza parte (di Rita Vittori) mercoledì 13 aprile 2022 da "Centro Studio Sereno Regis"


Terza parte

I vari educatori si trovano di fronte il “futuro” nella veste di figli/e o allievi: i loro volti sono gli uomini e le donne di domani, quelli che gestiranno le sorti del pianeta e dell’umanità. Non possiamo allora non ricordare che il “futuro” ha radici nell’“oggi”, che una società basata sulla pace va coltivata ogni giorno, anche quando apparentemente non esiste l’urgenza di una guerra alle nostre porte. Se vogliamo un futuro dove gli eventi bellici siano evitati perché solo portatori di morte e distruzione, occorre che il nostro lavoro di educatori per la pace sia SEMPRE presente nei nostri programmi e valori familiari. CONTINUA A LEGGERE


Prima e seconda parte

Leggi sei post sotto...



Fermare la cyberwar prima che sia troppo tardi (di Norberto Patrignani) martedì 5 aprile 2022 - da "Centro Studio Sereno Regis"


Purtroppo il 2022 è iniziato con un’altra guerra in cui vengono utilizzate anche sofisticate tecnologie digitali come gli attacchi informatici. La notte prima dell’invasione, il 24 febbraio, le infrastrutture informatiche ucraine del Ministero degli Interni erano già state attaccate. La sicurezza informatica è ormai indissolubilmente legata alla sicurezza militare in generale. Gli attachi alle infrastrutture informatiche (con virus, software malevolo o “malware”, etc.) provengono spesso dagli stati stessi facendo emergere domande inquietanti: un attacco informatico deve essere considerato un “atto di guerra”? A chi va attribuito? Quali sono le risposte e le difese possibili? In Ucraina homo sapiens ha... CONTINUA A LEGGERE

Il nazionalismo di ritorno è il paradossale risultato della "denazificazione" (di Giacomo Papi) 2 aprile 2022 - da "Il foglio"

Quello che lascerà questa guerra, almeno in termini simbolici, forse si può già cominciare a immaginare. Ogni conclusione diversa dall’annessione dell’Ucraina alla Russia – oltre che una sconfitta per gli aggressori e una vittoria per gli aggrediti – sarà letta come un’affermazione della potenza dell’occidente e come una prova del fatto che l’asse del mondo non si è ancora definitivamente spostato in Asia. L’eventuale sconfitta della Russia, però, comporterà un prezzo... CONTINUA A LEGGERE

Una guerra nata dalle troppe bugie (di Barbara Spinelli) 26 febbraio 2022 - "Il fatto quotidiano"


Paragonando l’invasione russa dell’Ucraina all’assalto dell’11 settembre a New York, Enrico Letta ha confermato ieri in Parlamento che le parole gridate con rabbia non denotano per forza giudizio equilibrato sulle motivazioni e la genealogia dei conflitti nel mondo.

Perfino l’11 settembre aveva una sua genealogia, sia pure confusa, ma lo stesso non si può certo dire dell’aggressione russa e dell’assedio di Kiev. Qui le motivazioni dell’aggressore, anche se smisurate, sono non solo ben ricostruibili ma da tempo potevano esser previste e anche sventate. CONTINUA A LEGGERE

Ucraina, etica della responsabilità e nonviolenza: ecco cosa fare di fronte alla crisi (di Pasquale Pugliese, filosofo del Movimento Nonviolento; Giorgio Beretta, analista della Rete Italiana Pace Disarmo) mercoledì 23 marzo 2022 da "Il fatto quotidiano"

Non mi considero un nonviolento militante, ma ho acquistato la certezza assoluta che o gli uomini riusciranno a risolvere i loro conflitti senza ricorrere alla violenza, in particolare a quella violenza collettiva e organizzata che è la guerra, o la violenza li cancellerà dalla faccia della terra. [Norberto Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace]

Nonostante le organizzazioni impegnate per la pace e il disarmo siano al lavoro 365 giorni all’anno con campagne informative e politiche, i “pacifisti” non sono mai stati chiamati tanto in causa nel dibattito pubblico come in questo momento. Ma quasi mai vengono invitati a presentare le loro posizioni: i diversi commentatori ne parlano facendo riferimento ad un’entità astratta, come una massa indistinta sventolante bandiere arcobaleno, della quale sanno poco o nulla per quanto riguarda i riferimenti culturali, le analisi, le ricerche, le azioni, le proposte. Chi vuol parlare di “pacifismo” dovrebbe almeno conoscere... CONTINUA A LEGGERE

Perchè parlare di guerra ai bambini? Prima e seconda parte (di Rita Vittori) martedì 8 e venerdì 18 marzo 2022 da "Centro Studio Sereno Regis"


Prima parte

Con l’intensificarsi delle ostilità in Ucraina, bambini/e sono esposti a notizie, immagini sulla guerra e naturalmente pongono delle domande: Che cosa è la guerra? Perché la fanno? Ma è vero che ci sono le bombe? Ma si muore? E così via… Perché parlare di guerra ai bambini?

Domande giuste, dirette, di fronte alle quali spesso ci troviamo in imbarazzo a trovare le parole giuste, se esistono. È normale questa titubanza, non è facile dare spiegazioni logiche a quello che si sa essere insensato e che suscita in noi paura, insicurezza se non angoscia.

Ma la nostra funzione è di vitale importanza.

L'adulto è mediatore della realtà, CONTINUA A LEGGERE.


Seconda parte

Nella prima parte abbiamo cercato di ragionare sul perché sia necessario continuare a parlare delle guerre con ragazzi/e e bambini/e…, ma adesso affrontiamo un altro aspetto: come parlarne allora?

Che bambini/e e ragazzi/e si pongano delle domande soprattutto ora che la guerra abita le nostre case con le immagini devastanti che ci giungono è naturale. Anche se piccoli e la guerra molto lontana dal loro piano cognitivo ed esperienziale, hanno bisogno di comprendere questa dolorosa realtà.

Molti sono gli articoli e i video postati in questo momento che cercano di dare consigli a genitori e insegnanti su come impostare una corretta informazione, ma soprattutto come accogliere le loro giuste paure, in cui si rispecchiano anche le nostre di adulti. CONTINUA A LEGGERE.

Come la Russia fa disinformazione sulla guerra - sabato 12 marzo 2022 da "ilpost.it"


Dall'inizio dell'invasione in Ucraina, i media controllati dal governo russo diffondono notizie false, mentre le fonti di informazione indipendenti sono costrette a chiudere.

È noto che negli ultimi anni la Russia abbia costruito una complessa e articolata macchina di propaganda: lo ha fatto tra le altre cose con organi di stampa controllati dal governo, con blog e pagine sui social network, e con finanziamenti ai partiti occidentali più estremisti e populisti. Tutto questo sforzo informativo è diventato ancora più evidente da quando la Russia ha invaso l’Ucraina e ha intensificato le attività per diffondere la propria versione della storia, attraverso notizie distorte quando non del tutto false. CONTINUA A LEGGERE

La guerra al tempo dei social, l'analista militare: "Così mascheriamo propaganda e fake news (di Marco di Liddo) venerdì 11 marzo 2022 da "LA STAMPA"


"Come nel 1991 la guerra in Kuwait e in Iraq furono le prime raccontate in diretta televisiva, quello di oggi in Ucraina è il primo conflitto interamente diffuso attraverso i canali social". L'analista Marco Di Liddo del Centro Studi Internazionali aiuta a fare chiarezza sullo tsunami di racconti, immagini e video che nelle ultime settimane si è riversato su tutte le piattaforme social. "I social sono un campo di battaglia. Modificare la posizione dell'opinione pubblica è fondamentale per vincere o perdere una guerra", spiega Di Liddo. Per valutare la reale veridicità dei contenuti in circolazione, l'analista spiega due delle metodologie più frequentemente utilizzate: la ricerca inversa di immagini via Google e la geolocalizzazione. Ma la propaganda di guerra si può nascondere anche dietro un semplice hashtag, come #grazieputin, circolato alcuni giorni dopo il conflitto. CONTINUA A LEGGERE (video di 3'49'')

Invasione Ucraina: video, foto, meme e il rischio desensibilizzazione (di Tiziana Metitieri) mercole9 marzo 2022 da "valigiablu.it" - 6 min lettura

Le avvertenze sull’attenzione da prestare prima di diffondere informazioni e opinioni sui social media non erano mancate fin dagli inizi dell’aggressione della Russia all’Ucraina ma, dopo essere state lette e propagate, sono state prevalentemente eluse e ne è risultato ancora una volta un enorme rumore di fondo di semplificazioni, nella migliore delle ipotesi, che conduce a una costruzione caotica della realtà e alla perpetuazione di pregiudizi negativi e di esclusione morale. CONTINUA LA LETTURA

Il virus della guerra - L'antidoto della memoria (di Marco Revelli) lunedì 7 marzo 2022 da "volerelaluna.it"

Il 24 febbraio, quando tutto è incominciato, per un gesto quasi automatico, mi sono trovato tra le mani Mai tardi, il diario di guerra di mio padre con le pagine tragiche della ritirata di Russia. Forse perché quella fuga a ritroso nel tempo, in un lontano orrore conservato nella memoria familiare mi aiutava a metabolizzare quest’altro orrore contemporaneo affidato al racconto pubblico. O, più probabilmente, perché quella rilettura mi aiutava a meglio capire la doppia angoscia che mi veniva dalla sovrapposizione di quelle due temporalità coesistenti nello stesso territorio. Giocava, in quel grumo emotivo, la coincidenza cronologica: il 24 febbraio (del 1943) è segnato nel diario come quello dell’arrivo nel villaggio di Verkievka, finalmente fuori dalla “sacca” chiusa dai russi sull’Armata italiana, quando il giovane tenente degli alpini diventato di colpo “vecchio” incominciò a raccogliere i brandelli della propria vita per rielaborare il suo pensiero sulla guerra, e non solo. Ma soprattutto mi colpiva la coincidenza geografica: tutte le fasi di quella guerra maledetta di allora si sono svolte, dall’inizio alla fine, esattamente nelle stesse terre di quest’altra, di oggi. CONTINUA A LEGGERE

Media a caccia di contenuti: lo sfruttamento di giornalisti e cittadini ucraini (di Raffaella Menichini) - 2 marzo 2022 da "valigiablu.it" - 4 min lettura

“Cari giornalisti. Non produrrò più contenuti gratis per voi. Ho del lavoro da fare. C’è una guerra nel mio paese. Scusate”.

Il tweet conciso di Nika Melkozerova, direttrice del sito The New Voice Ukraine, ha dato voce oggi alla frustrazione di molti giornalisti e citizen journalist che stanno lavorando sul campo (o lo hanno fatto in occasioni passate) e vedono i propri materiali utilizzati da grandi media, spesso senza credit e quasi sempre senza alcun riconoscimento economico. Se Melkozerova racconta poi nel suo account Twitter di volersi prendere una pausa per prendersi cura della sua famiglia e contribuire allo sforzo bellico del suo paese, il suo appello viene raccolto e amplificato da altri che si trovano nella sua stessa situazione. CONTINUA A LEGGERE

I social contro la propaganda. Ma è la scelta giusta? (di Matteo Flora) - 1 marzo 2022 da "formiche.net"

Se le grandi piattaforme prendono o meno posizione nel conflitto è (soprattutto) un problema della politica. Ma vogliamo davvero una rete frammentata, divisa per confini geopolitici? L’analisi di Matteo Flora, professore in Corporate Reputation & Business Storytelling, CyberSecurity e Data Driven Strategies

Ci voleva un conflitto, uno alle porte di casa nostra e che colpisce proprio quell’Europa che pensava che la pace fosse uno status quo non negoziabile, per muoversi con decisione contro la macchina della guerra mediatica, il fratellino povero e ben poco considerato del cosiddetto quinto dominio della conflittualità: quello cibernetico. CONTINUA A LEGGERE

Crisi Russia-Ucraina: come seguire le notizie in tempo reale in modo responsabile - 24 febbraio 2022 da "valigiablu.it" - 3 min lettura

Alcuni anni fa abbiamo realizzato una card su come seguire le Breaking News relative a eventi traumatici come gli attacchi terroristici. La riproponiamo aggiungendo una serie di consigli (da noi rieditati) pubblicati su Twitter da Kate Starbird, professoressa associata alla University of Washington e ricercatrice su disinformazione, crisi informatiche e propaganda. Su Twitter abbiamo creato una lista di testate e giornalisti da seguire che terremo costantemente aggiornata. CONTINUA A LEGGERE

Prof, oggi parliamo dell’Ucraina?

Il team WeSchool ha aperto una pagina interna alla piattaforma per approfondire le ragioni del conflitto, le prospettive per i rifugiati e le possibili conseguenze economiche.

La pagina si chiama “Prof, oggi parliamo dell’Ucraina?” e contiene link e approfondimenti frutto di una selezione di fonti verificate.

I contenuti (accessibili qui) sono fruibili da docenti e studenti previa registrazione alla piattaforma.

Presadiretta - Diamo voce alla pace - 28/02/2022 - St 2022 112 min

Una puntata speciale di PresaDiretta dedicata alla guerra in Ucraina, per provare a capire le ragioni di questa guerra e i nuovi equilibri tra le grandi potenze, il ruolo e il peso degli armamenti. Ma soprattutto per mettere al centro le ragioni della pace espresse nel mondo da milioni di persone e per tornare ad ascoltare la voce dei pacifisti. Putin ha detto che l'Ucraina non è uno stato sovrano, che è sempre appartenuta alla Russia, che l'essere entrata nell'orbita dell'Occidente è una minaccia, quindi ha scatenato un'invasione militare portando i carri armati fino a Kiev. Ma la guerra era l'unica opzione possibile? Intanto nel mondo il commercio delle armi non si è mai fermato e ci sono ancora 13mila testate nucleari in mano a troppi Paesi, non sempre affidabili. Una corsa agli armamenti insensata che porterà altre guerre.


https://www.raiplay.it/video/2022/02/Presa-diretta---Diamo-voce-alla-pace---Puntata-28022022-fe963061-30ed-4e3d-a39f-6e31dee6d835.html

Raccontare la tragedia. Con i bambini non dite mai: la guerra è come un litigio (di Daniele Novara) martedì 1 marzo 2022 da "AVVENIRE"


Le notizie che arrivano dalla Russia e dall’Ucraina ci stanno facendo ripiombare in uno stato d’ansia che speravamo potesse ormai essere in qualche modo archiviato dopo i due anni bui di pandemia. Si cominciava a rivedere la luce, invece l’invasione militare russa in Ucraina ci fa fare un balzo indietro. Se ne parla ovunque e la guerra ha spalancato le porte della vita anche di bambini e ragazzi. Come si può affrontare con loro questo tema?

La guerra è un fenomeno molto lontano sul piano cognitivo dal mondo dei bambini. Ci sono contenuti sostenibili su piano neurocognitivo e neuroemotivo, altri non sostenibili. Almeno fino a 7-8 anni è meglio proteggerli: a quell’età, i bambini non hanno il senso della distanza e non possono comprendere quanto i bombardamenti avvengano vicini o lontani da noi. Dai 9-10 anni si può iniziare a parlarne, CONTINUA A LEGGERE

(aggiornato al 14 aprile 2022)