ATTUALITÀ 

NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE! 

a cura di Daniel (1B)

Negli ultimi giorni si è sentito di nuovo parlare di femminicidio, cioè di una donna uccisa da chi doveva invece difenderla. Nei primi cinque mesi del 2023 sono avvenuti in Italia 129 omicidi, 6 in più dello scorso anno. 

Io mi chiedo come può un uomo riuscire a fare del male a una donna. La violenza sulle donne nasce dalla troppa gelosia di un uomo che pensa che la donna che sta con lui non è una persona, ma un oggetto di sua proprietà. Queste violenze per fortuna non portano sempre alla morte, ma le donne che le subiscono restano sotto shock per tutta la vita, perché si sentono in colpa per quello che hanno vissuto. 

La violenza, infatti, non è solo il dolore fisico, ma  anche psicologico, perché l'uomo fa credere che la donna non vale niente, che sbaglia tutto quello che fa, che deve solo obbedire a lui: lui decide come si deve vestire, chi deve incontrare. E tante volte riescono ad allontanare la famiglia e gli amici, così la donna resta sola e non può chiedere aiuto. La cosa più brutta è che queste donne non capiscono subito di essere in pericolo e continuano a frequentare questa persona anche se soffrono tanto, perché lui le convince che è questo il vero amore. 

Quando la donna riesce poi a capire che tutto questo è sbagliato è già troppo tardi e l'uomo, quando viene lasciato, reagisce in maniera aggressiva. Spesso la perseguita, la minaccia, arrivando fin troppe volte a farle davvero male o a ucciderla.

La società deve aiutare queste donne, facendo capire che devono subito denunciare chi fa loro del male, ma tante volte non succede perché la legge non le tutela abbastanza. 

Secondo me servirebbero delle pene più dure per i colpevoli e, non appena una donna denuncia qualcuno, va aiutata subito e l’uomo dovrebbe andare subito in carcere.

Voi cosa pensate?

MAFIA, IL FUTURO DI COSA NOSTRA 

DOPO L'ARRESTO DI MATTEO MESSINA DENARO

a cura di Leonardo (3C)

Qualche mese fa abbiamo appreso la notizia dell’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro, capo indiscusso di Cosa Nostra, arrestato dopo 30 anni di latitanza. 

Il boss di Castelvetrano è stato arrestato il 16 gennaio alla clinica “La Maddalena” di Palermo. Lì seguiva delle cure per il suo tumore sotto il nome di Andrea Bonafede. Ma andiamo brevemente a vedere il “curriculum” di Matteo Messina Denaro.

Nato a Castelvetrano nel 1962, iniziò a delinquere fin da giovanissimo e la prima denuncia risale al 1989 per associazione mafiosa. La latitanza iniziò nell’estate del 1993, quando su di lui venne emesso un mandato di cattura per quadruplice omicidio. Partecipò anche al sequestro e all’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo. 

Secondo le dichiarazioni del pentito Giovanni Brusca, Denaro è stato anche il mandante delle bombe di Roma, Firenze e Milano. Messina Denaro, essendo uno stretto collaboratore di Totò Riina, è indubbiamente coinvolto nelle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Nel 1998 è diventato capo mandamento di Castelvetrano e rappresentante della provincia di Trapani per Cosa Nostra. 

“Con le persone che ho ammazzato io, potrei fare un cimitero”, così disse il superboss durante una confessione ad un amico e , grazie a tutti questi omicidi, Messina Denaro ha collezionato la bellezza di venti ergastoli. Per chi non lo sapesse, un ergastolo corrisponde alla reclusione a vita ma, in caso di buona condotta, si può essere liberi dopo 26 anni. Messina Denaro dovrebbe scontare 520 anni, come minimo (nel caso di una buona condotta). 


Come abbiamo già detto, il superlatitante è stato arrestato il 16 gennaio a Palermo. Un arresto che ha suscitato un grande entusiasmo da parte del governo e delle forze dell’ordine. L’operazione è stata eseguita dal R.O.S. dei Carabinieri, un gruppo di forze speciali. Ovviamente, al momento del suo arresto Messina Denaro era il capo assoluto di Cosa Nostra, e adesso tutti si chiedono chi sarà il suo successore. 


Ci sono già alcune ipotesi a riguardo. Giovanni Motisi è il primo nome, emerso poche ore dopo l’arresto. Il 64enne palermitano è considerato uno dei latitanti siciliani più pericolosi al mondo. E’ latitante dal 1998 e si presume fosse uno dei killer più fidati di Totò Riina e che fosse al servizio di Cosa Nostra sin dal tempo dell’omicidio del generale Dalla Chiesa. 


Altri nomi da tenere in conto sono quelli di Sandro Capizzi, Giuseppe Auteri e Stefano Fidanzati. Dei tre, Fidanzati ha il profilo più interessante, appartiene a una delle famiglie più attive nel narcotraffico in Sicilia. Il suo “impero” va dalla Sicilia a tutta la penisola. Possiede una rete di contatti molto interessante per una mafia che cerca di radicarsi sempre di più nel territorio.

 

E voi, cosa pensate che succederà alla mafia dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro?

ULTIME DALL'UCRAINA 

a cura di Mario (1B)

A più di un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, tra i recenti fatti è stata posta particolare attenzione all’attacco alla diga di Kakhovka, che russi e ucraini per mesi si sono accusati di voler abbattere. I soldati russi avrebbero attaccato la diga di Kakhovka per rallentare l’avanzamento dei soldati ucraini, rischiando una grave crisi umanitaria e la siccità in Crimea. 


Zelensky ha scritto su Twitter: ”Sono stati i terroristi russi a distruggere la diga”. La distruzione della diga ha provocato anche uno tsunami che ha allagato 24 villaggi. Oltre a questo evento, i russi sono stati accusati pure di bombardare i luoghi dove si stanno facendo evacuare i cittadini. La diga (con più precisione) è stata distrutta con una brigata di fucilieri motorizzati. 

Intanto, nelle ultime settimane, l'artista crimeano Bogdan Ziza è stato condannato a 15 anni di reclusione dal tribunale russo di Rostov sul Don con l'accusa di "terrorismo". Ziza era stato arrestato nel maggio del 2022 dopo aver versato della vernice gialla e blu, i colori della bandiera ucraina, sulla porta del municipio di Yevpatoria, nella Crimea annessa da Mosca nel 2014. Ziza avrebbe anche cercato, senza riuscirci, di incendiare l'ingresso dell'edificio con una molotov. Poi avrebbe girato un video nel quale condannava la guerra in Ucraina e invitava la gente a protestare. Poche ore dopo l'arresto, il 19 maggio del 2022, l'artista compariva in un video nel quale si scusava, ma in seguito lui stesso ha detto di essere stato costretto con la forza a rilasciare quelle dichiarazioni.  


"Il mio atto è stato un grido del cuore e della coscienza rivolto a coloro che, proprio come me, avevano paura ma non volevano e non vogliono questa guerra",  ha detto Ziza in tribunale. 


L'artista ha anche annunciato uno sciopero della fame, chiedendo che gli sia revocata la cittadinanza russa e che siano liberati i prigionieri politici ucraini in Russia.