In Italia si riesce a riciclare più del 72% di imballaggi di alluminio. È prima in Europa insieme alla Germania e terza al mondo dopo gli USA ed il Giappone.
Riciclando alluminio si ottiene alluminio secondario che è praticamente identico a quello ricavato dalla bauxite. Quello secondario mantiene, infatti, le proprietà tipiche dell’alluminio come l’impermeabilità, la lucentezza e la conduttività. Utilizzando alluminio secondario si risparmia circa il 95% dell’energia che si spenderebbe utilizzando quello ottenuto dalle materie prime.
Inoltre l’alluminio può essere riciclato infinite volte come il vetro.
Ti interessa il riciclo del vetro? Guarda questo video.
La European Alluminium stima che entro il 2050 la domanda di alluminio aumenterà del 40%.
Si trova in:
· Lattine
· Tappi di bottiglia
· Biciclette
· Automobili
· Aerei
· Treni
· Porte
· Finestre
· Orologi
· Oggetti di design
· Carta stagnola da cucina
· Coperchi dello yogurt
· Blister dei medicinali
· Pentole
· Posate
· Caffettiere
· …. E si potrebbe continuare…
Lo si trova anche nei dispositivi elettronici, ma questi sono molto più complessi perché contengono diverse parti e quindi richiedono un altro tipo di riciclo. Guarda questo video se vuoi approfondire
Per la sua leggerezza: cerchioni delle auto, carrozzerie, trasmissioni, batterie.
Per la sua resistenza ai batteri, alla luce ed all’aria: finestre, infissi, porte ed imballaggi di bevande e cibi.
Per fare un cerchione di un’auto servono 600/700 lattine.
Per fare una bicicletta ne servono 800.
Per ottenere un monopattino ne servono 130.
Con solo 3 lattine si può fare una montatura per gli occhiali.
È il terzo elemento più importante della crosta terrestre (8%) dopo ossigeno e silicio.
In natura, come la maggior parte dei metalli, non lo troviamo da solo, ma sotto forma di idrossidi di alluminio all’interno della bauxite che è una roccia sedimentaria (il suo nome deriva da Les Baux, che è il luogo nel sud della Francia dove è stata scoperta) dal colore rossastro che contiene ossido di alluminio e acqua. Il maggior produttore a livello mondiale è la Cina seguita da India e Russia.
Avviene in modi diversi
In alcuni posti insieme al vetro, in altri insieme alla plastica ed, in altri ancora, da solo.
Il rifiuto, dopo la raccolta, viene portato in un impianto dove si separano le diverse frazioni (alluminio e vetro, alluminio e plastica) tramite degli elettromagneti. La frazione di alluminio viene poi tritata con lame in acciaio rinforzato fino ad ottenere dei granuli che, attraverso dei nastri trasportatori, vengono trasportati all’interno di macchine a raggi X che permettono di identificare residui di altri metalli (zinco, rame) e di separarli dall’ alluminio.
I rifiuti di alluminio vengono a questo punto pressati e trasformati in paccotti di circa 4kg pronti per essere inviati alla fonderia.
Prima di essere fuso viene mandato ad una temperatura di 500 gradi per togliere eventuali residui ( es. vernice). La fusione avviene nel forno rotativo, dove viene inserito tramite un braccio meccanico, a circa 700 gradi.
Sull’alluminio fuso galleggia uno strato di cloruro di sodio che, evitando il contatto con l’aria (altrimenti si ossiderebbe), raccoglie le impurità rimaste.
A questo punto l’alluminio fuso viene colato ed, attraverso un canale, arriva alle lingottiere. Qui, passando attraverso una reticella, viene distribuito all’interno della lingottiera e, dopo essersi raffreddato, si formano dei lingotti.
Si trasforma il lingotto in un nastro che viene arrotolato fino a formare un grande cilindro.
I cilindri di alluminio vengono portati alle industrie metallurgiche dove verranno utilizzati per creare prodotti finiti.