Scienze

Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti è un’astronauta italiana e la prima donna italiana negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea. È nata a Milano nel 1977 e nel 1994 decise di approfondire il proprio percorso scolastico trasferendosi negli Stati Uniti d'America. La sua carriera di pilota dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli ha inizio nel 2001. Samantha con la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 del 2014-2015 ha conseguito il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo successivamente superato dalla collega Koch. Nel 2005 e 2006, si specializza negli Stati Uniti d'America con il programma Euro-NATO Joint Jet Pilot Training (ENJJPT) presso la Sheppard Air Force Base di Wichita Falls in Texas, dove diventa pilota di guerra e viene assegnata al 132º Gruppo Volo del 51º Stormo di Istrana in Italia. A maggio 2009 è selezionata come astronauta dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) come prima donna italiana e terza europea in assoluto, risultando tra i sei migliori di una selezione alla quale avevano preso parte 8500 tra uomini e donne. La prima missione cui Cristoforetti prende parte, della durata di circa 6-7 mesi, è la ISS Expedition 42/43, il 23 novembre 2014 Samantha e altri astronauti hanno raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale; si tratta della prima missione di una donna italiana nello spazio e del settimo astronauta italiano. Samantha Cristoforetti sarebbe stata la prima donna europea a ricoprire il ruolo di comandante della SSI, ma purtroppo i piani sono cambiati. L’invasione della Russia in Ucraina e le conseguenti sanzioni decise contro Mosca incidono anche sulla ricerca spaziale. L’astronauta Samantha Cristoforetti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale avrà un nuovo ruolo: non sarà più la comandante, ma avrà il ruolo di leader del Segmento Orbitale Americano, che comprende i moduli e i componenti americani, europei, giapponesi e canadesi della Stazione Spaziale.


LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE


Che cos'è?

La SSI è la cosa più grande che l’umanità abbia mai costruito nell’orbita terrestre, tanto da essere visibile a occhio nudo dal suolo.

Ma andiamo nello specifico: la SSI (Stazione Spaziale Internazionale), in orbita attorno alla Terra, a 390 km di quota, è un grande laboratorio per la ricerca scientifica: ha reso possibile lo svolgimento di esperimenti di lunga durata sugli effetti della quasi totale assenza di peso. L’equipaggio esegue degli esperimenti, ne avvia di nuovi e comunica i risultati al centro di controllo sulla Terra, dal quale partono istruzioni su come proseguire e approfondire le ricerche, in base agli esiti ottenuti.

La parte più consistente degli studi riguarda l’organismo umano e il suo adattamento all’assenza di peso: studiando le reazioni in un ambiente diverso dal nostro si possono scoprire inoltre molte cose sul corpo umano che possono essere utili anche per la nostra vita di tutti i giorni.

Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione di 15 Paesi.


Come prevenire le emergenze?

Per la sicurezza a bordo sono necessarie centinaia di ore di lavoro ogni settimana.

In caso di emergenza, gli astronauti che hanno fatto tante prove di tutti i tipi, sanno come riuscire a risolvere il problema.


Cosa succede al nostro corpo?

Nella quasi totale assenza di peso il nostro corpo si trova in difficoltà.

Restare a lungo in un ambiente dove si pesa pochissimo è pericoloso anche per l’apparato muscolare e per quello scheletrico.

Si stima che per ogni mese di permanenza sulla SSI un astronauta perda fino al 2 per cento della propria massa scheletrica. In pratica le ossa diventano meno dense perché devono sorreggere un peso inferiore.

È per questo motivo che sulla Stazione gli astronauti devono fare ginnastica ogni giorno per mantenere il tono muscolare e rinforzare le ossa.


Cosa si mangia?

I pasti sono simili a quelli che possiamo trovare sulla Terra. Ogni porzione è chiusa in un contenitore sigillato e può essere disidratata, precotta o congelata.

Se il cibo è disidratato, gli astronauti devono aggiungervi acqua calda prima di consumarlo.


Come funzione il bagno della SSI?

Per quanto riguarda l’urina, gli astronauti usano una specie di tubo che la aspira e la invia in una macchina che provvede a riciclarla in acqua potabile.

Per le feci, al centro del bagno della Stazione Spaziale Internazionale c’è un piccolo sedile che poggia su un contenitore grigio, all’imboccatura del contenitore è fissato un sacchetto usa e getta.

Mariapia Russo e Sofia di Giovanni 3B

UVETTA SALTERINA

UN ESPERIMENTO... FRIZZANTE!

Come riusciamo a capire se un alimento immerso in un fluido va a fondo o galleggia? A questa domanda ci risponde Archimede con il suo principio che dice che un corpo immerso in un fluido riceve da esso una spinta verso l’alto pari al peso del fluido spostato. Infatti se un corpo ha un peso specifico maggiore di quello del fluido in cui è immerso va a fondo mentre se il peso specifico è minore di quello del fluido in cui è immerso il corpo resta a galla. Oggi noi proveremo con un facile esperimento a far galleggiare dell’uvetta grazie a un liquido speciale! Andiamo insieme a leggere il materiale e il procedimento oppure guardate il video realizzato apposta per voi!

Occorrente:

2 recipienti in plastica

Un po’ di uvetta

Acqua di rubinetto

Acqua tonica

Procedimento

  1. Versare nel primo recipiente acqua di rubinetto. Successivamente inserire l’uvetta. Galleggia o va a fondo? AFFONDA. Significa che il suo peso specifico è maggiore di quello dell’acqua.

  2. Versare nel secondo recipiente dell’acqua tonica e inserire l’uvetta. Cosa succede? L’uvetta incastra nelle sue “rughe” le bolle di anidride carbonica dell’acqua tonica che la fanno arrivare fino in superficie. Dopodichè le bolle di anidride carbonica si liberano nell’aria e fanno tornare sott’acqua l’uvetta pronta per riempirsi di altre bolle.

Questo esperimento lo possiamo paragonare a una cosa che fa un animale acquatico ovvero il ragno palombaro. Questo ragno vive sott’acqua e per farlo ruba delle bolle di aria dall’atmosfera e se le incastra nel suo pelo rugoso per vivere. Può resistere fino a dieci ore, ma poi va a fare rifornimento. Al prossimo esperimento!

#loscienziatopazzo #uvettasalterina #Archimede

Massimo Sciamanna 3C