Intelligenza Vegetale

Stefano Mancuso

Gli accademici inizialmente erano molto ostili alla semplice nozione di apprendimento nelle piante. Secondo Mancuso, nel 2005, nel mondo accademico era ancora vietato parlare di "comportamento delle piante", ma le scoperte hanno dato luogo alla creazione di cattedre universitarie su questo argomento e numerosi articoli lo hanno sviluppato. Si parla persino di "robot plantoidi" che potrebbero, ad esempio, utilizzare un sistema robot leggero ispirato alle radici delle piante per ripristinare suoli o sottosuolo degradati o inquinati. Alcuni scienziati ancora rifiutano di parlare di "intelligenza delle piante". Se le piante percepiscono ferite o aggressioni e rispondono ad esse con vari processi, c'è qualcosa di paragonabile al dolore in loro, in un altro quadro di riferimento rispetto al nostro?


Siamo riusciti a comprendere solo pochi anni fa la grande intelligenza delle piante.

Lo sapevate che senza piante non si può vivere? Ebbene sì, se non ci fossero le foreste non esisterebbero piogge e senza di esse il clima non sarebbe favorevole alla vita sulla Terra. Le piante sono esseri viventi autotrofi, ovvero che riescono a prodursi cibo da sole. Le piante producono ossigeno di giorno, e respirano anidride carbonica, (che noi produciamo quando espiriamo) e di notte respirano ossigeno.

Gli studiosi hanno e stanno sperimentando proprio la loro percezione delle cose. Ad esempio si è scoperto che si spaventano se si produce un suono molto forte o se tocchi loro le foglie. Quindi si può capire che una delle doti dell’intelligenza delle piante sono le emozioni che provano, oltre a rendere possibile la vita sulla Terra.

Per quale ragione consideriamo "intelligente" solo ciò che ci somiglia? Per il solo fatto, ad esempio, di abitare la terra da molto tempo prima di noi e di avere una vita biologica assai più lunga di un qualsiasi essere umano, è un errore grossolano considerare le piante organismi di rango inferiore..

Alcune cellule vegetali presenti in particolare nelle punte delle radici, dicono i ricercatori, sono in grado di "comunicare" tra loro attraverso la trasmissione di segnali elettrici, costituendo un qualcosa di simile a un "cervello", capace di intercettare i segnali dall'ambiente e costruire strategie di adattamento. Il paragone con il più nobile organo umano non è solo figurativo: anche nelle piante è presente il glutammato, neurotrasmettitore che nel cervello trasporta l'informazione da un neurone all'altro, mentre nelle piante incide sulle di sviluppo delle radici.


Venere acchiappamosche

Il nome assai particolare indica una pianta di origine americana, da molto tempo coltivata, sia come pianta da appartamento, sia come pianta per particolari collezioni; si tratta di una pianta carnivora, che attrae in particolar modo gli appassionati di queste specie. Il nome Dionaea deriva da uno degli attributi di Afrodite, figlia di Dione; le fu attribuito da uno dei primi studiosi che si interessarono a questa piccola pianta, che la trovò tanto bella e graziosa da assimilarla alla dea dell'amore e della bellezza. Le dionee sono in effetti piante molto particolari, producono piccole rosette di foglie chiare, in genere basse sul terreno; assieme alle foglie si sviluppano lunghi steli, prostrati o eretti, che portano all'estremità delle particolari conformazioni circolari, divise nel centro da una depressione, con sottili filamenti sul margine esterno: si tratta di vere e proprie trappole, che, al minimo tocco, scattano, chiudendosi saldamente. In primavera dal centro della rosetta si erge un fusto cilindrico, che porta all'apice alcuni boccioli, che produrranno piccoli fiori bianchi a stella. La pianta ha origine da un corto rizoma, che produce un piccolo apparato radicale.

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