Beni culturali

Immagine di: https://it.wikipedia.org/wiki/Bagnanti_ad_Asnières

Bagnanti ad Asnières

Una nostra interpretazione

Questo dipinto rappresenta un paesaggio; l’erba verde che si fonde perfettamente con l’azzurro scuro del fiume, davanti al quale sono seduti e sdraiati dei ragazzi, mentre dei bambini nuotano e fanno il bagno felicemente.

Nello sfondo vi sono due barche tra cui una con delle persone sopra; la vela bianca dona un senso di libertà ed illuminazione al dipinto, mentre la bandiera della Francia lascia intuire che siano francesi.

Le persone sulla barca sembrano ripartire a causa del movimento illustrato.

Attorno al prato e al fiume vi sono degli alberi mossi dal vento. Sul prato, al margine del fiume, c’è un ragazzo che i piedi che penzolano, lasciando immaginare che le punte dei suoi piedi tocchino l’acqua.

Ha appena finito di farsi il bagno; accanto a lui ci sono infatti i suoi vestiti: una camicia bianca e leggera, un pantalone nero, degli stivali neri di cuoio e un cappello che sembra essere di paglia, sul quale risiede un nastro rosso che si abbina perfettamente al suo intimo, altrettanto rosso.

Nonostante il rosso sia un colore acceso, il suo stato d’animo trasmette un senso di tristezza e fa capire che è pensieroso, a causa del lavoro. Sul prato, poco distante da lui, è sdraiato un uomo, col suo cagnolino dal pelo rossastro, che è suo padre, proprio la causa della sua tristezza, perché non approva la relazione del figlio con la ragazza di cui è innamorato, e non lo lascia andare a lavorare per avere un futuro con lei.

Il cane sembra essere un misto tra un barboncino e un bassotto: osserva il bambino che gioca gioiosamente nel fiume e che indossa un pantaloncino e un cappello rossi.

A.S.

La statua equestre di Marco Aurelio

Il 29 novembre 2023 l’istituto comprensivo Fabrizio de André ha partecipato ad una uscita didattica presso i Musei Capitolini a Roma.

Tra le tante opere che abbiamo visto quella che ci ha colpito di più è stata la statua equestre di Marco Aurelio. Di questa statua esistono due copie, una non è l’originale e si trova nella Piazza del Campidoglio di fronte ai Musei Capitolini, e l’altra è quella originale che si trova all’interno dei musei e che è stata costruita dai romani nel 161 d.C.

La statua è alta 4,24 metri e lunga 3,87 metri dalla coda al muso; è costruita in bronzo e rappresenta Marco Aurelio a cavallo. Come si può vedere l’imperatore romano ha un braccio alzato e si pensa che sia così per due motivi, o perché stava guidando i suoi soldati in guerra oppure stava consolando un prigioniero. Marco Aurelio è a capo scoperto, vestito solo con mantello e tunica. Ai piedi non porta le scarpe patriziali, ma sandali militari leggeri; sulla mano sinistra reggeva le redini e indossa l’anello del senatore. La scultura era originariamente dorata. L’autore è tuttora sconosciuto.

La tematica di quest’opera è quella del potere e della grandezza imperiale inoltre è simbolo di pace in quanto Aurelio non porta né l’armatura né ha delle armi; ciò può essere legato alla prosperità dell’Impero Romano.

La statua è stata eretta poco dopo la morte dell’imperatore e la sua collocazione iniziale per alcuni fu presso il Foro Romano per altri invece presso Piazza Colonna. Quest’opera è rappresentata sulla moneta italiana dell’euro da cinquanta centesimi, creata nel 2002.

M.P.  L.M.  A.E.

Giotto

Giotto fu un celebre pittore e architetto italiano, che rinnovò la pittura , fu innovativo nel condurre la sua bottega, e ispirò col suo lavoro la nascita dell'Umanesimo.

Giotto visse a Firenze tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento.

Le opere più importanti di questo importante artista sono: il Crocifisso di Santa Maria Novella a Firenze (1290-1295), il ciclo di affreschi raffiguranti le Storie di San Francesco nella Basilica di Assisi (1292-1296) e la Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1305). 

C.D.B.

La Lupa Capitolina

Mentre ci stavamo incamminando verso i Musei Capitolini abbiamo preso in considerazione i fori romani, dedicati alla vita predominante politica e religiosa.

Appena entrati al Museo, vi è un’area aperta, che possiamo chiamare “piazza” dove abbiamo osservato delle sculture raffiguranti parti di un corpo, di cui abbiamo fotografato il piede: si trattava di frammenti della statua colossale di Costantino!

La nascita dei Musei Capitolini viene fatta risalire al 1471, quando il papa Sisto IV donò al popolo romano un gruppo di statue bronzee di grande valore simbolico. Una di queste sculture è la Lupa Capitolina, una scultura famosissima diventata simbolo della città di Roma. La Lupa è legata alla leggenda di Romolo e Remo in cui si racconta che la vestale Rea Silvia   abbandonò i suoi 2 figli sul Tevere  e li trovò una lupa che li accudì come se fossero i suoi 2 cuccioli, una volta diventati grandi li lasciò andare, loro due erano 2 fratelli di nome Romolo e Remo. Un giorno Remo divenne invidioso di Remolo e quindi lo attaccò, però Remolo lo uccise e il monte dove stava fondando Roma  sarebbe stato solo suo.  

M.R.  S.C.  R.D.M.  

F.C.  C.S. 

Il Colosseo

Il Colosseo è un monumento di epoca romana costruito nell'80 d.C. e conosciuto anche come "Anfiteatro Flavio" dalla dinastia dei Flavi che lo fece costruire. La costruzione iniziò sotto Vespasiano e fu poi inaugurato da suo figlio Tito. Esso è realizzato in tufo e mattoni e l'esterno presenta tre piani di arcate sovrapposte , inquadrate da semicolonne con capitelli dorici, ionici e corinzi.

L' interno del Colosseo ospita l'arena (dove avvenivano i combattimenti) e la cavea, divisa in 5 ordini di gradinate. Quest'ultima poteva essere coperta da un velario per riparare gli spettatori dal sole e dalla pioggia ma anche per amplificare l' acustica.

Il Colosseo poteva accogliere più di 50.000 spettatori, i quali amavano assistere a spettacoli a "tinte forti" (spettacoli molto violenti) , come i combattimenti fra gladiatori o le lotte contro gli animali feroci. 

I Musei Capitolini: quando l'arte divenne di tutti

Quando abbiamo saputo che avremmo visitato il primo museo pubblico della storia, la nostra mente è volata ad ingressi gratuiti illimitati; ma quando poi abbiamo scoperto quale significato avesse quella definizione… beh: ci è sembrata davvero una storia da raccontare.

I Musei Capitolini sono la più importante struttura museale civica comunale di Roma. Fondati nel 1471 da Papa Sisto IV, che donò ai romani un gruppo di statue di bronzo prima custodite al Laterano, che sono il nucleo fondante della collezione museale, che si arricchì nel tempo di nuove opere d'arte aggiunte via via dai successivi pontefici, sia con raccolte archeologiche provenienti dai vari scavi, sia con collezioni appositamente acquistate, come la collezione Albani. È però nel 1734 sotto Papa Clemente XII, che inizia la loro vera storia… quando, finalmente aperti agli occhi di tutti, resero l’arte alla portata di ogni cittadino di essa innamorato, non più ostaggio di alcun proprietario: sono per questo considerati i primi musei pubblici al mondo. Altro che ingressi gratis!

Le loro meravigliose raccolte sono esposte in due edifici: il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo Nuovo, collegati da una galleria sotterranea che ospita la Galleria Lapidaria e conduce all'antico Tabularium.

Nel Palazzo Nuovo sono conservate le raccolte di sculture antiche già appartenute in passato a grandi casate nobiliari.

Il Palazzo dei Conservatori, decorato con affreschi che narrano le storie di Roma ed arricchito dalla presenza di antichi bronzi capitolini come La Lupa, ospita nell’aula vetrata al primo piano la Statua Equestre di Marco Aurelio, in bronzo, la cui copia spicca sulla piazza capitolina, e i grandiosi resti del Tempio di Giove Capitolino; al secondo piano la Pinacoteca Capitolina presenta opere di grande valore, come i quadri del Caravaggio, Il seppellimento di Santa Petronilla del Guercino e diversi dipinti di Guido Reni e Pietro da Cortona.

Non avendo avuto la possibilità di visitare la Pinacoteca, il nostro interesse si è soffermato su una scultura davvero impressionante per il suo realismo: Il Marsia Scorticato, su cui ci siamo documentati…

Si tratta di una copia di un originale ellenistico del III secolo a.C., che probabilmente doveva far parte di un gruppo scultoreo che comprendeva un uomo nell’atto di preparare gli strumenti per il suo scorticamento e il dio Apollo che stava a guardare. Nella scultura sono ancora oggi visibili frammenti del marmo pavonazzetto, con le sue sfumature violacee, con cui fu scolpita. Il volto sfigurato del sileno Marsia racconta in un ghigno di dolore e paura tutte le emozioni di un uomo dalla fine segnata. Il realismo è accentuato dalla tensione del corpo resa attraverso i particolari delle fasce muscolari.

Ma chi era Marsia, questa creatura che doveva essere scorticata viva?

Nella mitologia greca Marsia era un sileno, divinità minore dei boschi, che secondo la leggenda sfidò ad una gara musicale Apollo. Egli suonò il flauto in modo ammirevole; Apollo suonò invece la lira, uno strumento magico e divino, dimostrando così la sua superiorità.

Per la sua presunzione Marsia fu punito dal dio, appeso ad un albero e fatto scorticare.

Avvertimento sulla presunzione umana, la storia fu rappresentata nel corso dei secoli in diverse opere d’arte, come La punizione di Marsia di Tiziano, dipinto tra il 1570 e il 1576 e conservato presso il castello nel Museo Arcivescovile di Kroměříž, nella Repubblica Ceca.

M.G.  C.D.B.  Y.C.