Le celebrazioni del 4 novembre 2024

La serata commemorativa alla Polisportiva di San Bartolomeo, 8 novembre 2024

L’8 novembre 2024 presso la Polisportiva di San Bartolomeo si è svolta una serata celebrativa in memoria del 4 novembre, giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.


ll momento è stato caratterizzato dalla presenza di Lorenzo Panizzolo che in questa occasione ha presentato il suo libro “Il destino di Felice”. Il romanzo è ambientato a Fagarè di San Biagio di Callalta durante la prima guerra mondiale e nel corso della serata sono stati letti degli stralci della storia raccontata nel libro. 


I momenti di lettura sono stati molto ricchi di senso di patria e dovere, tristezza e amarezza per tutto il dolore portato ai giovani ragazzi mandati in battaglia e alle famiglie dei poveri contadini che li aspettavano a casa e invece in pochi ne hanno visto tornare.


Le lettrici, che fanno parte del gruppo lettura “Voci di Carta” della biblioteca Comunale, si sono alternate nel racconto e hanno dato una interpretazione molto coinvolgente per l’ascolto dei numerosi presenti.


In occasione sono stati invitati anche i ragazzi della scuola secondaria Galileo Galilei, che hanno partecipato in modo attivo con acrostici, poesie e slogan riguardanti l’importanza della pace. Il contributo più rappresentativo è stata l’interpretazione in chiave moderna del Generale Diaz, intervistato come in un servizio giornalistico da parte dei ragazzi.


L’atmosfera è stata ulteriormente arricchita dalla presenza del Coro ANA “Fameja Alpina” che con i loro canti commemorativi hanno fatto emozionare tutti i partecipanti.


Una serata di ricordi, di nostalgia, di tristezza, ma anche di molta speranza.


 Articolo a cura di Melinda Zanella



La celebrazione al Molino Sega, 9 novembre 2024

Il 9 novembre2024 alcuni ragazzi del CCR si sono presentati alle 9.30 al Molino Sega, alla presenza delle autorità, per fare un piccolo discorso sull’inutilità della guerra. L'evento è iniziato con l’alza bandiera, l’onore ai caduti e la preghiera del caduto. A seguire, un breve intervento da parte del parroco che ha benedetto la corona di alloro, poi deposta davanti al monumento. 

Il primo discorso ad essere pronunciato è stato proprio quello del del Sindaco del CCR Mattia, che riportiamo integralmente:


“Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo.” Questo breve aforisma, scritto da George Santayana, scrittore, poeta, filosofo e saggista, vuole dare una lezione a tutte le generazioni future, proprio riferendosi al danno della guerra. Coloro che l'hanno combattuta pensavano di apportare cambiamenti positivi; se avessero vinto la guerra, pensavano di insegnare ai propri figli che un paese, grazie alla vittoria, si fortifica e aumenta la propria ricchezza. Ma non sapevano che la guerra era solo un mezzo di distruzione che non portava a niente. Il giorno in cui fu dichiarata la vittoria fu soltanto un giorno di perdita, perché alcuni soggetti cominciarono già a gettare le basi per il regime fascita, cominciando un’altra guerra e perdendo così altre vite. Non bisogna ricadere negli stessi sbagli, dimenticando che certi eventi ci fanno da lezione. E se supponiamo che al posto della guerra, Diaz e Krauß si fossero seduti uno davanti all’altro e avessero iniziato a parlare per trovare un accordo? Di certo si potevano evitare molti danni, come una miriade di perdite umane, moltissimo denaro sperperato, che poteva invece essere investito nell’agricoltura, in grandi cambiamenti politici, che avrebbero potuto anticipare l’unificazione dell’Europa evitando l’era del nazifascismo! Voglio concludere con la frase che ho citato all’inizio, chiedendo a tutti voi, che avete di certo maggiore esperienza di guerra, di raccontare ai ragazzi di oggi che “Coloro che non ricordano il passato, sono condannati a ripeterlo.”


Dopo sono intervenuti il Sindaco Cristiano Mosole e un'Onorevole. 

é stata un’esperienza molto educativa per noi giovani, perché abbiamo riflettuto sui ragazzi del 99, dei diciottenni mandati in guerra per combattere una battaglia che non ha portato insegnamenti a nessuno, tranne quello di non ripetere la guerra mai più. 


Articolo a cura di Mattia Sozza