In un numero monografico di rilevante interesse internazionale (autori con grande traiettoria di studio e ricerca nel tema, dalla Spagna, Sudamerica e Australia) è stato recentemente pubblicato un nostro articolo.
Il nostro lavoro è originale nel proporre l'analisi di una pratica educativa frequente ed attraversata (secondo i nostri studi) dalle piattaforme digitali, in particolare social media.
Abbiamo fatto una ricerca contestualizzata in Italia, e da un nostro recente scambio con l'Australia, potrebbero esserci delle differenze sostanziali nei modi e approcci all'uso di sistemi digitali nel sistema 0-6 tra le due realtà.
In particolare, il livello di digitalizzazione dei sistemi EPI (Educazione per la prima infanzia) nel contesto italiano è basato soprattutto nell'uso di social network (in particolare Instagram) e sistemi di messaggistica diretta (Whatsapp) con minore uso di piattaforme proprietarie (come ad esempio KinderTap o EasyNido)
L'uso di freemium (i modelli in cui l'accesso è gratuito ma si paga con "dati"), potrebbe sollevare molte problematiche inerenti alla privacy di bimbi e bimbe, in particolare se le BigTech decidono di monetizzare i dati (per esempio per la costruzione di sistemi IA). Si aprono moltissime domande, che gli educatori esperti e junior coinvolti in questo studio hanno posto in prima linea:
Quali strumenti vanno usati e quali evitati quando si documentano attività educative 0-6? Quali sono i rischi e vantaggi nel sostituire un pannello o una mostra per video o per un carrossello di immagini su Instagram?
Come condividere in modo diretto e veloce (deve essere tanto veloce?) l'attività quotidiana del nido con i genitori?
Come comportarsi in casi di sharenting?
La documentazione pedagogica in chiave digitale è un ambito insomma dove dobbiamo continuare a riflettere e collaborare tra territorio e università per trovare un modello italiano, situato e significativo per la qualità dei nostri sistemi educativi 0-6 nel loro viaggio di trasformazione digitale al quale tutta la nostra società è sottoposta in questi giorni.
A cura di Juliana Raffaghelli