Dopo la pandemia, l’evidenza della pervasività e dell’influenza della digitalizzazione sulle interazioni sociali e sulle attività quotidiane si è profilata sempre più chiara e ineludibile all’interno dell’attuale società.
Partendo da questa considerazione, appare essenziale chiedersi quali siano gli impatti più significativi sul piano socio-educativo, creando ponti di congiunzione con gli obiettivi di ricerca del progetto DataChildMap.
È in tale spazio di riflessività e collaborazione che si colloca la tesi magistrale della dott.ssa Alice Boscolo Bragadin, collaboratrice del progetto DataChildMap, che, con la supervisione della relatrice di tesi prof.ssa Raffaghelli, analizza la questione sopracitata all’interno del suo lavoro intitolato “La prima infanzia nell’era post-digitale: pratiche di documentazione e prospettive di sviluppo professionale tra gli educatori socio-pedagogici (EPI) e i servizi educativi”.
Focus fondamentale è dato soprattutto dall’impatto che il fenomeno della digitalizzazione può avere sulla crescita e lo sviluppo dei bambini: un nodo concettuale che fortemente richiama specifiche competenze, senso critico e responsabilità da parte delle figure educative.
Ecco le risposte della dott.ssa Alice Boscolo Bragadin alla nostra intervista!
Il fatto che venga analizzato l’utilizzo dei dispositivi digitali all’interno dei servizi per la prima infanzia. Gli studi rispetto all’utilizzo delle tecnologie, solitamente, sono considerati all’interno di contesti che riguardano l’adultità; infatti, risultano ancora esigui gli studi rispetto all’utilizzo delle tecnologie all’interno dei servizi per l’infanzia e alle modalità di formazione degli educatori. L’alfabetizzazione dei dati per gli operatori dei servizi educativi è di fondamentale importanza per sviluppare il pensiero critico e arricchire il sistema di competenze esperte all’interno del sistema ECEC (Early Childhood Education and Care).
Per tali motivazioni ritengo che l’indagine sia stata condotta su un tema aperto, che richiede maggiori e ulteriori approfondimenti; per questo lo studio risulta rilevante.
Sicuramente l’analisi delle interviste e la rispettiva elaborazione dei dati. È stata condotta un’attività di rilevazione delle pratiche di progettazione, documentazione e valutazione nei servizi per la prima infanzia attraverso la somministrazione di 15 interviste semistrutturate rivolte a educatori della prima infanzia con almeno un anno di esperienza lavorativa, appartenenti al territorio veneto e un caso del Friuli Venezia Giulia. Durante l’analisi sono emersi aspetti rilevanti rispetto alla difficoltà degli educatori nella trasposizione del materiale documentativo dal cartaceo al digitale, ed è stato difficile riassumere queste considerazioni all’interno dei grafici. Altra problematica riscontrata riguarda lo scarso materiale bibliografico in merito alla posizione dell’educatore rispetto ai dispositivi digitali nei servizi per la prima infanzia.
È possibile affermare che i servizi educativi stanno attraversando un periodo di transizione verso la digitalizzazione che non è ancora del tutto sostenuta da un’adeguata formazione professionale. Infatti, questa ricerca ha rivelato una necessità di un approccio sistemico alla competenza digitale aprendo nuove possibilità, ma anche evidenziando conseguenze rispetto alla professionalità degli educatori della prima infanzia. I programmi di sviluppo formativo dovrebbero offrire agli educatori la possibilità di esplorare il valore pedagogico degli strumenti, e al contempo valutare l’influenza che tali dispositivi possono avere sull’apprendimento dei bambini. Si costruirebbe così una comunità educativa all’avanguardia, orientata ad affrontare criticamente e responsabilmente il digitale, entro un dinamismo professionale volto all’apprendimento e al miglioramento continui.
Per leggere maggiori informazioni e approfondire la tematica, è possibile visionare l'abstract completo della tesi al seguente link:
https://thesis.unipd.it/handle/20.500.12608/54427?mode=simple
A cura di Romina Malghera e Maria Valentini