È davvero molto complicato rispondere a questa domanda in modo netto.
Nella storia, effettivamente, abbiamo avuto molti esempi di grandi uomini che hanno partecipato attivamente per la libertà e in George Orwell ne possiamo trovare un esempio lampante.
L'autore, partito inizialmente come reporter, presto prese parte attivamente al conflitto unendosi alle Brigate Internazionali e combattendo quindi al fianco degli oppositori politici del bando nazionalista.
Durante questo periodo Orwell ci ha fornito una descrizione dettagliata all’interno del suo libro: Omaggio alla Catalogna, dove descrive la personale esperienza di soldato volontario e come ha vissuto il conflitto, narrando le differenze ideologico/politiche ed la crudeltà che ha visto in prima persona.
In classe, dopo aver visionato il film Terra e libertà di Ken Loach e avendo studiato il contesto storico culturale dell’epoca, possiamo dire di avere un quadro abbastanza completo di come fosse la guerra tra questi due fronti.
Il film, infatti, fa riflettere sulle tematiche sia dell'atrocità della guerra ma anche di come persone di differenti nazionalità abbiano preso parte volontariamente ad una guerra non loro, bensì per amore della libertà e per il pensiero comune del ripudio verso l'oppressione.
Tuttavia sarebbe bene, invero, riflettere anche su un altro aspetto della resistenza: non tutti coloro che hanno fatto la differenza hanno necessariamente preso in mano un fucile.
Ne è un esempio il rettore di Padova, Concetto Marchesi, che, durante la seconda Guerra Mondiale, ha portato avanti una sua resistenza passiva fingendo di aderire al partito fascista ma segretamente appoggiando la lotta partigiana fornendo loro informazioni utili.
In conclusione sarebbe da ritenere che il concetto principale espresso dalla domanda del titolo non sia tanto legato ad una resistenza passiva o attiva ma bensì ad un'altra prospettiva: il prendere posizione davanti alle ingiustizie e non restare in balia di scelte altrui, scelta -quest'ultima- più semplice invece che più giusta.
"Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede"
Antonio Gramsci, dal libro "Odio gli indifferenti"
Di Alfonso Tommaso e Borsattti Edoardo