Giorno 2

"La narrazione della memoria qui coincide prima di tutto con il Luogo."
"La memoria deve essere al servizio della consapevolezza e la consapevolezza deve essere costruita sulla memoria"
Piotr Cywiński, Non c'è una fine


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Sachsenhausen, campo di concentramento modello creato nel 1936, a circa 35 km da Berlino. Varcato il cancello ci siamo resi conto di quanto fosse grande e organizzato. 

E' ancora visibile l'interno di una baracca del campo con i letto originali in cui erano costretti a dormire più di 250 prigionieri. 

Il monumento, che sorge al centro del campo, è stato costruito negil anni '50. I triangoli rossi simboleggiano solo le vittime perseguitate per motivi politici, nemiche del regime nazista. In realtà in questo campo sono stati deportati anche ebrei, sinti e rom, omossessuali.
Per tutti coloro che sono stati rinchiusi qui dal regime nazista e che non sono più tornati, abbiamo lasciato un fiore.

Il Memoriale della Resistenza Tedesca (Gedenkstätte Deutscher Widerstand). E' uno dei luoghi di memoria della resistenza contro il Nazionalsocialismo. E' il luogo dove venne progettato uno dei tanti attentati a Hitler, per opera dell'ufficiale dell'esercito tedesco Claus Von Stauffenberg, il 20 luglio 1944. Nel cortile di questo palazzo proprio Von Stauffenberg insieme ad altri tre militari vennero giustiziati in seguito al fallimento della congiura.
La maggioranza dei tedeschi ha aderito al regimo, chi per paura, chi perchè ne condivideva le idee,  chi ancora per indifferenza. Sono stati pochi quelli che hanno avuto il coraggio di opporsi e tra questi si ricordano i ragazzi della Rosa Bianca (Weiẞe Rose), un gruppo di persone, tra cui un professore (Kurt Huber) e alcuni studenti dell'Università di Monaco (tra di essi i fratelli Hans e Sophie Scholl), che hanno cercato di muovere le coscienze dei propri concittadini, sulla tragedia della guerra e sui crimini dei nazisti. Scrissero e pubblicarono 6 volantini, ma vennero scoperti e i principali di loro condannati a morte nel febbraio del 1943. Oltre a loro si ricordano anche diversi esponenti della chiesa tedesca, sia luterani che cattolici come Rupert Mayer, prete gesuita che predicava contro il regime e che per questo venne deportato a Sachsenhausen. Ricordiamo anche Otto Weidt, Giusto tra le Nazioni, imprenditore di una fabbrica di spazzole a Berlino in Rosenthalerstrasse 38, da sempre contrario all'ideologia nazista, salvò alcune decine di ebrei facendoli lavorare nella sua fabbrica. Un'altra storia da ricordare tra quaste esperienze di resistenza è quella di Gerog Elser, un falegname che nel 1939 organizzò un attentato ad Hitler, nella birreria Bürgerbräukeller di Monaco, attentato a cui Hitler scampò per uno scarto di pochi minuti.
Non erano in molti a opporsi al regime nazista ma nonsotante tutto i loro nomi oggi vengono ricordati con onore.

Nella Rosenstrasse, vicino Alexanderplatz, tra febbraio e marzo 1943, ha avuto luogo una grande manifestazione di resistenza civile contro la deportazione. Al civico 2-4 della Rosenstrasse, nell'edificio sede dell'Ufficio di assistenza sociale per la comunità ebraica, erano stati rinchiusi circa 2000 uomini ebrei, sposati con donne non ebree. Temendo che i loro mariti sarebbero stati deportati, le donne organizzarono una protesta pacifica chiedendo la liberazione dei loro uomini. Nonostante la minaccia degli uomini della Gestapo di aprire il fuoco contro le donne, queste ultime non cedettero. I loro uomini vennero infine liberati, anche coloro che erroneamente vennero mandati ad Auschwitz, ritornarono a casa.
In ricordo di questo avvenimento, negli anni '80 venne eretto un monumento, Bolck der Frauen (Blocco delle donne), della scultrice tedesca Ingeborg Hunzinger.