Il 2 Maggio 2018 è stata proposta nella Camera dei Deputati, una nuova legge. Si tratta del DDL Zan, ormai da tempo sulla bocca di moltissime persone, soprattutto dopo la sua bocciatura. Ma perché il DDL Zan è così dibattuto, e in cosa consiste? Questo è l’argomento che verrà trattato in questo articolo.

Innanzitutto con DDL si intende “Disegno di legge” ovvero il progetto di un decreto, che viene proposto nella camera dei deputati. In questo caso, la legge prende il nome da Alessandro Zan, conosciuto per essere un attivista, contro le discriminazioni verso le persone omosessuali. Il DDL Zan si basa su un decreto già esistente, ovvero la legge Mancino (approvata nel 1993). Questa consiste nell’aggravare la pena da scontare, alle persone che compiono discriminazioni, o violenze, sugli altri cittadini, solamente a causa della loro etnia o religione. Zan vorrebbe espandere questo articolo, inasprendo la condanna anche per chi discrimina basandosi sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, e sulle disabilità. Infatti, si può definire il DDL Zan come “una legge che combatte contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo”. A differenza della legge Mancini, però, la legge Zan non condanna la propaganda (ovvero un’azione commessa per influenzare a proprio favore l'opinione pubblica), ma solo le violenze e le discriminazioni: quindi, a meno che non usata a scopo derogatorio, qualsiasi opinione può essere espressa pubblicamente. In più, il DDL Zan vorrebbe istituire una giornata nazionale, contro questo genere di discriminazioni, in modo da poter sensibilizzare il maggior numero di persone, riguardo la tematica. Il giorno deciso, il 17 Maggio, è stato scelto per commemorare, quando nella stessa data del 1990 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), rimosse ufficialmente, l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Il DDL Zan ha fatto nascere molte polemiche, e con 131 voti in favore ad esso e 154 voti contrari, è stato bocciato il 27 Ottobre di quest’anno.

Attualmente quindi, non esiste una legge che tuteli i diritti della comunità LGBTQIA+ contro le discriminazioni.

Lady Gaga, una delle più grandi artiste e icone del mondo della musica e dello spettacolo, è stata ospite in esclusiva della trasmissione televisiva “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio domenica 14 Novembre su Rai3.

"Buonasera Fabio” le prime parole che ha rivolto al presentatore prima di commentare lo stop al DDL Zan con un discorso: «Vorrei dire una cosa alla comunità LGBTQ+ italiana: siete davvero coraggiosi, siete i più gentili, siete un'ispirazione. Dovete essere protetti a tutti i costi come tutti gli esseri umani che vivono sul pianeta. Continuerò a scrivere canzoni per voi e continuerò a lottare per voi», le sue emozionanti parole guardando sullo schermo i video e le foto della comunità LGBTQ+, mentre intonavano le note del suo famoso pezzo di successo “Born This Way” davanti al senato italiano.

«Non mi sono mai sentita bella, ma l'arte e la fantasia mi fanno sentire bella, perché mi permettono di diventare ciò che voglio. Quest'anno ho passato tanto tempo in Italia, ed è stato il momento in cui mi sono sentita più bella in assoluto nella mia vita», racconta Gaga facendo commuovere tutta l’Italia.

L’artista afferma che quando stava girando il suo nuovo film, "House of Gucci”, in Italia la primavera scorsa, ha pensato spesso a suo Nonno Giuseppe che per lei è stato un’ispirazione.

Poi ringrazia tutte le persone che lavorano nell’ambito sanitario, che l'hanno aiutata e sostenuta durante il periodo di zona rossa in cui era sul set.

Fazio poco dopo accenna a 2 canzoni di Pavarotti che Gaga ha cantato in “House of Gucci”, e le dedica questa citazione del grande tenore italiano: «Il talento da solo non serve a niente se non c'è lavoro».

Nell’atteso film diretto da Ridley Scott, al cinema dal 16 dicembre, la pluripremiata artista italo-americana, vincitrice di un Premio Oscar, di 12 Grammy e 2 Golden Globe, veste i panni di Patrizia Reggiani, nella traumatica e vera storia dell’italiana famiglia di alta moda.

La conversazione con Fazio finisce così come è iniziata: in italiano. «Ti amo», l'ultima parola che rivolge ai suoi spettatori, omaggiata con un bouquet di fiori.

Vorrei dire che è stata per tutti, ma soprattutto per noi italiani, una grande ispirazione sia nell’ambito artistico che personale. Per concludere infatti vorrei dedicarvi questa frase presa dal suo libro “Channel kindness. Storie di gentilezza e comunità”: “Anche il più piccolo gesto di gentilezza può cambiare il mondo”.

Credo che conosciate tutti il tanto nominato Green Pass, detto anche Certificato Verde; è il sistema che indica, se il possessore ha completato tutte le dosi del vaccino contro il virus Covid-19, che da quasi due anni sta proliferando in tutto il mondo; oppure se ha fatto un tampone entro 72 ore risultando negativo.

Da circa due settimane sono apparsi i primi certificati falsi in vendita sul web e su Telegram. Quest’ultimi stanno riscuotendo un grande successo tra i No-Vax (persone che non possono e/o non vogliono vaccinarsi).

Questo perché, stando alle restrizioni odierne (impossibilità di lavorare, impossibilità di andare in locali chiusi, ecc.) dettate dal Governo, senza Green Pass non è possibile fare quasi niente e pur di tornare a compiere queste attività i No-Vax sono disposti a pagare i suddetti venditori.

È stato possibile creare questi falsi, tramite delle chiavi digitali, rubate ai Governi Francesi, Tedeschi e della Polonia; i quali hanno misure di sicurezza minori rispetto ai sistemi Italiani.

Queste chiavi sono poi state pubblicate su alcuni siti ad accesso pubblico, con tanto di annesse istruzioni, su come usarle, dando a chiunque la possibilità di creare Infiniti certificati.

Circa una settimana fa, dopo ripetute segnalazioni, un sito dei tanti presi in causa, ha finalmente eliminato il post di quell’utente, e il suo account. Purtroppo però molto probabilmente su altri siti le chiavi rimarranno pubbliche e in chiaro.

L’Italia si sta già movimentando per contrastare questo fenomeno, cambiando le chiavi e aggiornando le app di verifica. I Paesi da cui sono partite queste informazioni, invece, sono ancora oggi ignari dell’enorme problema causato.

Le autorità governative sono seriamente preoccupate per la diffusione del Covid-19 a causa di questo giro di contraffazione sviluppatissimo.