Abstract Italiani

Abbandonare l’Impero terreno di di Sun Myung Moon

Tommaso Santoro

Nella mia infanzia, come italiano cattolico, credevo in Dio e nella Bibbia. Nella mia adolescenza ho cercato fermamente la verità e un significato spirituale, da dare alla mia vita, che fosse legato alla volontà di Dio. Nel 1978 andai a trovare dei parenti a Londra prima di cominciare a frequentare l’università. Alcune settimane dopo il mio arrivo, era il mese di gennaio 1979 e avevo 19 anni, incontrai un membro della Chiesa dell’Unificazione per la prima volta e fui invitato a partecipare a un workshop che si sarebbe tenuto nel weekend. I membri della Chiesa dell’Unificazione si potevano facilmente distinguere dagli ospiti che erano stati invitati, come nel mio caso. Loro sembravano tutti così felici, sorridenti e con i volti luminosi. Solo alcune settimane più tardi mi convinsi veramente che l’insegnamento della Chiesa dell’Unificazione, il Principio Divino, era una nuova e meravigliosa espressione della verità rivelata da Dio al coreano Sun Myung Moon e decisi di dedicare la mia vita alla provvidenza di Dio e mi affiliai alla CU. In seguito, nel 1998, dopo aver dedicato la mia vita per 19 anni a questa fede, Nansook Hong, la moglie del figlio più vecchio di Moon, Hyo Jin, improvvisamente pubblicò un libro sulle sue numerose esperienze traumatiche vissute all’interno della famiglia Moon. La sua convincente testimonianza ha scosso dalle fondamenta la mia profonda fede a mi ha spinto a dubitare sulla sincerità di Moon per la prima volta. In seguito alle esperienze e alle conoscenze che successivamente portarono alla mia disillusione, tre anni dopo, lasciai la Chiesa dell’Unificazione. Io sono grato e orgoglioso di essere riuscito, alla fine, a lasciarmi dietro l’impero terreno di Sun Myung Moon sebbene sia stato molto difficile distaccarmi dai numerosi fratelli e sorelle con i quali avevo lavorato e vissuto per così tanti anni. Sun Myung Moon non è più il mio Messia e io non chiamerò mai più lui e sua moglie “ Veri Genitori”.

Aspetti giuridici e criminogeni nei culti distruttivi in Italia

Francesco Tomasi

In Italia la libertà di religione è costituzionalmente sancita. La libertà di religione è definita da Francesco Ruffini, come la «facoltà spettante all’individuo di credere quello che più gli piace, o di non credere, se più gli piace, a nulla». Questa definizione ha una lettura sia filosofica che giuridica. Ed è dell'aspetto giuridico, nel contesto dell'ordinamento dello Stato Italiano, che ci occuperemo. Lo Stato Italiano, tramite il Ministero degli Interni, ove è inserita la “Direzione Centrale degli Affari dei Culti”, provvede a vigilare proprio sul rispetto nelle norme costituzionali e su quelle che regolano i rapporti Stato-Confessioni religiose, al fine di rendere effettivo il diritto alla libertà religiosa.

Si vedrà anche che dopo l'abolizione del art. 603 del Codice Penale a seguito della sentenza di incostituzionalità emessa nel 1981, un dibattito, in relazione ai culti distruttivi o abusanti, si è aperto in Italia, per l'introduzione nel Codice Penale di un articolo che preveda la punizione della cosiddetta “manipolazione mentale” ovvero del “condizionamento mentale” operato in alcuni movimenti mediante tecniche di brainwashing. Lo studio criminogeno dei culti distruttivi è complesso e coinvolge diverse discipline: teologia, antropologia, sociologia, psicologia, farmacologia, etc. perché il modus operandi e lo stesso profilo del reo è articolato ed in molti casi può essere legato ad interessi economici, politici e legali. In questo campo è importante che l'investigatore sappia leggere fin dal primo intervento la scena del crimine sapendo cogliere quegli elementi identificativi di un ambito settario specifico, senza porre in secondo piano le vittime, le quali devono essere ascoltate pazientemente per capire l'evolversi del fenomeno che le ha coinvolte e che è in continuo mutamento.

Come il mobbing cambia la vita

Fernando Cecchini

Questo studio si riferisce alla situazione del mobbing in Italia e come conseguenza dell'impegno di INAS-CISL a sostegno dei lavoratori. INAS-CISL è una istituzione sociale presente in molti Paesi per assistere, in forma completamente gratuita, i lavoratori e le loro famiglie in materia di sicurezza sociale. Quale patronato INAS si occupa della tutela dei lavoratori vittime di atteggiamenti persecutori essendo questi causa di patologie. L'attuale situazione economica, la crescente perdita di posti di lavoro sta, come logica conseguenza, influenzando la serenità e la salute dei lavoratori e delle loro famiglie [1,2]. Ad oggi migliaia di lavoratori hanno contattato il punto di ascolto INAS per un aiuto, gli operatori hanno intervistato molti di loro ed hanno deciso di approfondire l'analisi del problema per dimostrare la natura non transitoria del mobbing, ma la sua capacità nel causare cambiamenti radicali nella vita dei lavoratori; evidenziando le conseguenze irreversibili e spesso drammatiche.

Differenti questionari sono stati utilizzati per soggetti al lavoro o inattivi argomentando su: i rapporti sociali, il tipo di molestie subite, i rapporti familiari, le difficoltà economiche, le condizioni psicofisiche ed un commento libero del lavoratore sulla sua esperienza. Informazioni semi-quantitative sono state raccolte ed analizzate da un team di psicologi, sociologi e sindacalisti. I dati più significativi hanno mostrato che: il 39% ha cambiato tipo di lavoro, il 28% è separato / divorziato, il 54% si è isolato dagli amici, il 33% ha forti problemi economici, il 49% soffre di patologie psico-fisiche, il 75% ha un regressione professionale, il 40% ha smesso di lavorare, il 53% si è rivolto al tribunale ed un intervistato si è suicidato.

Dinamiche abusanti e Disturbo Ossessivo-Compulsivo(DOC)

Giampaolo La Malfa, Arnaldo Stefàno, Claudia Spolverini

Il rapporto tra “sette religiose” o “nuovi movimenti religiosi” (NMR) e Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è ben documentato nella letteratura internazionale. Mancano invece dati di letteratura sul rapporto tra dinamiche abusanti e soggetto in questo contesto. Il DOC nel DSM-IV-TR è caratterizzato da pensieri, impulsi o immagini ricorrenti persistenti ed intrusive, e compulsioni (comportamenti ripetitivi, ritualistici) che interferiscono con il comportamento della persona, ma non possono essere evitate dallo stesso. Nelle dinamiche abusanti tipiche di molte NMR viene leso il diritto della persona mediante tecniche ingannevoli di controllo mentale e fisico, che comportano un grave stress per la persona abusata. La presente relazione riguarda l’insorgenza di un disturbo DOC in soggetti che avevano fatto parte di NMR.Vengono proposti due quadri clinici di persone fuoriuscite da NMR, che hanno sviluppato un DOC, patologia assente precedentemente. Vengono discusse le implicazioni eziopatogenetiche e terapeutiche.

Dinamiche interelazionali tra leader e adepti in gruppi disfunzionali

Elisa Mattiussi

Come mai individui che sono chiaramente paranoici possono trasformarsi in trascinatori di folle o di ampi gruppi, e soprattutto: se il pensiero di un paranoico viene accettato e condiviso da un gruppo più o meno ampio, ciò significa che tale pensiero, in quanto condiviso, non è più paranoico? Inoltre: in cosa si diversifica questo paranoico – magari carismatico, ma pur sempre paranoico – da quello che invece vive isolatamente la sua onnipotenza e il suo senso di persecuzione ed è etichettato come malato mentale? E quali sono le dinamiche agite dal paranoico trascinatore, per riuscire in questo intento?Per cercare di dare una possibile, iniziale risposta, è necessario soffermarsi brevemente su due tematiche, cioè la differenza tra credenza, fede e paranoia e quali sono le dinamiche fondamentali dei gruppi disfunzionali, cioè le sette. Ma perché le sette hanno tanto successo? Perché rispondono, anche se impropriamente, ad alcuni bisogni fondamentali dell’uomo che, se diventano molto intensi, sono fonte di una intensa angoscia. Sotto il profilo giuridico si possono distinguere due tipi di reati: quelli commessi ai danni degli adepti e quelli commessi dagli adepti ai danni di altri adepti o di soggetti esterni alla setta, sotto il condizionamento agito dal gruppo di appartenenza. Tuttavia, nell'ambito di un'analisi della dinamica interelazionale tra adepti e leader, una menzione particolare merita l'esercizio abusivo della professione medica e della psicoterapia. Indicativo è il caso del Dott. Verdiglione e del “Movimento Freudiano Internazionale”. L'utilizzo di tecniche di condizionamento mentale in un setting settario crea un rapporto non dissimile da quello psicoterapeuta-paziente, soprattutto in soggetti con psicopatie larvate o misconosciute. Varie psicosette sfruttano la copertura religiosa solo per una maggiore tutela legale e fiscale, vendendo i loro servizi a prezzi molto elevati e presentandosi all’esterno come società in grado di curare malattie psichiatriche.

Essere Innocenti. La vera storia di tre sorelle e della loro Infanzia rubata

Juliana Buhring

Il devastante resoconto fatto in prima persona sulla coraggiosa lotta di tre sorelle per fuggire da una comunità perversa che le ha derubate dell'infanzia. Kristina, Celeste e Juliana nacquero nel culto de “I bambini di Dio”. Ma le loro esperienze erano un mondo lontano dalla concezione cristiana dell’amore e del perdono. Era loro negato l’accesso all'istruzione formale, forzate a vagare per le strade mendicando denaro, ed erano picchiate spietatamente per “crimini” imprevedibili come leggere un’enciclopedia. Ecco, tutte e tre le sorelle, che soffrirono le peggiori forme di abuso e furono strappate l’una all'altra, si sono finalmente riunite. In “Essere innocenti”, rivivono le loro esperienze di come siano sopravvissute – e quindi fuggite –ad un culto che ha preteso le vite e l’innocenza di migliaia dei suoi membri. La loro è una storia terrificante di perversione e perdita ma, in definitiva, è un racconto su un immenso amore ed incommensurabile coraggio.

Gli effetti dei Legionari di Cristo su membri ed ex membri

John Paul Lennon

I Legionari di Cristo sono una congregazione religiosa maschile pienamente approvata dalla Chiesa Cattolica Romana. Tuttavia essa è stata circondata, fin dalla sua nascita nel 1941, da controversie generate dalla vita disordinata del fondatore e dal suo stile di direzione manipolativo. Ex membri lamentavano abusi sessuali e varie forme di controllo mentale, violazione di elementari diritti umani e danni alla loro coscienza, alla loro spiritualità e al loro benessere mentale ed emotivo. Membri di sesso femminile del movimento laico dei Legionari, Regnum Christi, recentemente hanno riferito abusi simili. Molti membri della gerarchia e cattolici autorevoli, insieme con le vittime, giornalisti e organizzazioni che monitorano le sette, hanno informato di questa situazione la gerarchia cattolica e finalmente il Vaticano ha agito. Il relatore spiega la sua preoccupazione che membri attuali stiano ancora soffrendo gli effetti negativi del sistema formativo dei Legionari.

I Maya e la mistificazione delle Americhe

Miguel Martinez

In questa relazione, Miguel Martinez analizza il ruolo che le culture e le popolazioni autoctone delle Americhe hanno svolto nello sviluppo dello spiritualismo occidentale, e degli effetti che lo spiritualismo occidentale ha avuto sulle stesse popolazioni. Dalle fantasie tardo-rinascimentali sulle origini delle popolazioni delle Americhe alle capanne sudatorie per imprenditori milanesi, dalla costruzione della "profezia Hopi" a quella della "profezia Maya", alla ricostruzione dell'immaginario religioso degli stessi nativi americani in funzione della clientela "bianca".

I Punti di Ascolto Antimobbing della Provincia di Udine e della CISL-Provincia di Pordenone nei primi cinque anni di attività

Cristina Caparesi

Questa relazione vuole sintetizzare i frutti di un progetto che si è sviluppato in forma continuativa per cinque anni nella Provincia di Udine, e cioè il servizio Antimobbing della Provincia di Udine e quello della CISL-Provincia di Pordenone, partito con due progetti differenziati e poi riunitosi nel 2010 in un’unica progettualità: il Punto di Ascolto Antimobbing CISL-Provincia di Pordenone. I due servizi si sono in breve tempo distinti per divenire luogo preferenziale per coloro che subiscono abusi e soffrono disagi nel contesto lavorativo, radicandosi sui territori tramite una fitta rete di relazioni e contatti. Nel 2010 si è aggiunto anche l’Info-point di Tolmezzo che ha fornito una risposta all’esigenza di attivare il servizio anche nelle zone più periferiche della Provincia e come opportunità per i lavoratori residenti in montagna. La professionalità del gruppo di lavoro e la modalità di gestione dei casi si è perfezionata negli anni raggiungendo una propria specificità che ha permesso di intervenire con successo in moltissimi casi raccogliendo il parere favorevole degli utenti, con oltre 1000 lavoratori ascoltati e più di 1500 colloqui svolti nel quinquennio 2007-2011. Un accenno sarà offerto all’ampliamento del servizio per cercare di sostenere i lavoratori in questi difficili momenti di crisi.

I testimoni di Geova violano i diritti umani?

Roberto di Stefano

I Testimoni di Geova hanno spesso generato una considerevole controversia in molti paesi. Certe loro pratiche (come l’ostracismo, il rifiuto alle trasfusioni di sangue, ecc.) hanno causato problemi a membri ed ex membri. L’autore di questa relazione discuterà la sua esperienza nei Testimoni di Geova alla luce delle nozioni di senso comune sui principi basilari dei diritti umani. L’intento di questa presentazione è di fornire al pubblico delle informazioni che li aiuterà a comprendere meglio come i diritti umani di membri ed ex-membri dei Testimoni di Geova possono essere a volte influenzati negativamente nella partecipazione a questa organizzazione.

Il caso Arkeon nel contesto delle nuove spiritualità

Alessandro Del Debbio

La formazione di gruppi è un processo fisiologico nel comportamento dell’uomo, che tende ad aggregarsi con i suoi simili in base ad interessi, obiettivi o principi morali in comune. Nella società attuale, sempre più caratterizzata dallo smembramento e dall’individualizzazione, è estremamente frequente assistere alla formazione di gruppi ispirati a principi di tipo filosofico; questi gruppi si configurano come un rifugio, offrono il sentimento di appartenere a una comunità, compensano l’isolamento sociale, danno un’identità agli individui e rispondono, in generale, a un bisogno di sicurezza.

L’aggregazione in gruppi non è patologico né negativo, anche qualora i gruppi abbiano una matrice di tipo religioso; il Consiglio d'Europa, nel 1992, ha approvato una Raccomandazione su Sette e Nuovi Movimenti Religiosi (n. 1178), ove si precisava che una legislazione specifica in proposito è indesiderabile, poiché potrebbe interferire negativamente con l’articolo 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Successivamente il Consiglio d'Europa, nel 1999, ha stilato un nuovo rapporto, approvato all'unanimità, in cui ribadiva i contenuti della sua Raccomandazione su Sette e Nuovi Movimenti Religiosi (n. 1178) del 1992.

Date queste premesse si discute circa il caso di Arkeon che è stato proposto come un “modello per un percorso di crescita personale, che si identifica con un sistema di valori di matrice cristiana e si basa sull’importanza della comunicazione e della condivisione fra i membri del gruppo”.

Il documento dei vescovi dell'Emilia-Romagna: Religiosità alternativa, sette, spiritualismo. Sfida culturale, educativa, religiosa

Luigi Negri

Il documento dei Vescovi della Regione Emilia Romagna parte da considerazioni generali sulla diffusione di uno spiritualismo che trae origine dalla buona domanda sul senso della vita per rispondervi in modo sbagliato. Accenna inoltre al ruolo che la globalizzazione e la glocalizzazione hanno sulla diffusione di queste risposte inaccettabili, che vengono analizzate per mostrare come non siano compatibili con la fede cristiana e l’autentica interpretazione del messaggio evangelico. Si parla pertanto di concezioni e credenze quali: esoterismo, gnosticismo, millenarismo, panteismo, reincarnazione, relativismo, sincretismo; di fenomeni quali: divinazione, magia occultismo, spiritismo, guaritori, santoni, veggenti, halloween, new age, salutismo, satanismo e luciferismo, ufologismo, wicca; di conseguenze come: confusione antropologica, confusione tra psichico e spirituale, pregiudizio individualistico. Vengono poi descritti i motivi e le modalità di diffusione dei diversi gruppi e movimenti religiosi alternativi con le problematiche giuridiche, politiche e sociali che la loro diffusione comporta. Inoltre si esaminano gli atteggiamenti ecclesiali e pastorali da tenere, seguiti da una attenta valutazione antropologica e teologica. Il tutto si conclude con proposte concrete per le comunità ecclesiali e con una ricca bibliografia di documenti dell’episcopato cattolico.

Il plagio e le sette : aspetti giuridici nell’ordinamento italiano e sammarinese

Katya Sciarrino

In Italia il Plagio era sancito dall’art. 603 del codice penale, norma che è stata dichiarata costituzionalmente illegittima nella sua totalità dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 96 del 1981, in quanto dall’imprecisione della fattispecie scaturiva l’impossibilità di attribuire ad essa un contenuto oggettivo e l’assoluta arbitrarietà della sua concreta applicazione, in contrasto con il principio di tassatività contenuto nella riserva assoluta di legge in materia penale, consacrato nell'art. 25 della Costituzione. Tuttavia, la dichiarazione di incostituzionalità dell’art. 603 c.p. ha creato la convinzione che il plagio non esiste più, e pertanto ha favorito i manipolatori della mente umana, convinti di non correre alcun rischio legale. Al contrario, purtroppo il plagio è quanto mai attuale e resta una realtà nell’ambito dei rapporti interpersonali. Con l’abrogazione dell’art. 603 si è realizzato così un vuoto di tutela della personalità nei riguardi delle dinamiche plagiarie, con concreti rischi nei confronti della libertà individuale e in particolare della salvaguardia dell’identità personale. Con questa iniziativa di approfondimento sul plagio e sulle Sette il nostro obiettivo è di contribuire maggiormente alla diffusione della conoscenza di queste realtà, fornendo gli elementi utili per comprenderne le cause e le dinamiche e per considerare l’utilizzo di opportuni dispositivi di protezione di coloro che cadono vittime del plagio e dell’azione dei leader carismatici nei gruppi settari. È evidente, per altro, che necessita una idonea ed approfondita conoscenza delle problematiche esaminate al fine di valutare l’uso di determinati mezzi di condizionamento, idonei a far perdere all’individuo la propria autonomia del volere. Vi è, a tal proposito, l’esigenza di creare ulteriori norme che possano efficacemente contrastare le nuove tecniche manipolative della personalità. Nell’ordinamento della Repubblica di San Marino non è contemplato il reato di plagio. Vi è in essere uno studio per una proposta di iniziativa legislativa popolare al fine di introdurre il reato di plagio nel piccolo stato del Titano.

Il Punto di Ascolto Antimobbing: Strumenti psicologici per la valutazione del fenomeno

Tiziano Agostini

Il mobbing è un fenomeno conosciuto da tempo negli ambienti di lavoro ed ha trovato la più sistematica definizione nel 1990 ad opera di Heinz Leymann che lo definisce «...una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo che, a causa del mobbing, è spinto in una posizione in cui è privo di appoggio e di difesa per mezzo di continue attività mobbizzanti. Queste azioni si verificano con una frequenza piuttosto alta (almeno una volta alla settimana) e su un lungo periodo di tempo (per una durata di almeno sei mesi)». Il presente intervento ha lo scopo di prendere in esame alcuni strumenti psicologici usati nei punti di ascolto antimobbing per la valutazione del fenomeno.

Il ruolo della Guardia di Finanza nel contrasto alle psico-sette e tassazione dei proventi illeciti

Salvatore Salvo

La Guardia di Finanza, come Forza di Polizia a competenza generale su tutta la materia economica e finanziaria, ha, tra l’altro, lo scopo di vigilare sulla corretta applicazione delle norme che disciplinano le entrate tributarie. Di contro, la funzione di polizia giudiziaria svolta dalla Guardia di Finanza riguarda, in particolar modo, tutte le fattispecie criminose che hanno una prevalente componente finanziaria e/o economica. Infatti, grazie alla sua particolare qualificazione professionale e alle specifiche competenze, il Corpo è il principale referente dell'Autorità Giudiziaria in grado di approfondire le complesse problematiche di diritto societario, tributario e finanziario normalmente connesse a tali reati. In relazione al contrasto alle attività poste in essere dalle psico-sette, ci si è trovati, in pregresse esperienze operative, innanzi a reati di natura sessuale, fiscale e di abuso della professione medica. Il legislatore, con la Legge nr. 537 del 1993 ha disciplinato l’imponibilità, ai fini delle imposte dirette, dei redditi derivanti da fatti, atti che costituiscono illeciti penali, da determinarsi secondo le regole del testo unico delle imposte sui redditi.

Il satanismo in Lombardia. Le Bestie di Satana, a case-study

Rocco Ferace; Ambra Ramona-Ferretti; Matteo Rossi; Marco Sotterra

La "BBC", il più grande e autorevole editore radiotelevisivo del Regno Unito, ha definito gli avvenimenti legati alla setta satanica le "Bestie di Satana" come una delle pagine più scioccanti della storia d'Italia del secondo dopoguerra. La vicenda giudiziaria, legata a questo gruppo criminale, ha assunto una rilevanza mondiale per i seguenti motivi: il numero di omicidi attribuiti all’organizzazione, il numero delle persone coinvolte e il fatto che si tratti di uno dei pochissimi casi in cui sia stata condannata una setta satanica al completo.

In questa sede, al fine di analizzare nello specifico questo fenomeno settario criminale, saranno descritti:

- l'organizzazione della setta;

- gli omicidi e il suicidio indotto commessi;

- la scoperta della setta da parte delle Forze dell'Ordine;

- le indagini svolte;

- le reazioni dei media;

- le condanne.

Inoltre, grazie all'aiuto ricevuto dal Dott. Tiziano Masini, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Varese, verranno evidenziate le caratteristiche peculiari di questa setta rispetto ad altri gruppi settari criminali.

Il vissuto di una ex-focolarina che ne ricorda molti altri

Renata Patti

“A mio avviso, mentre le congregazioni e gli ordini religiosi si sono lasciati correggere dalla Chiesa, nei secoli passati e, da ultimo, dal Vaticano II, i nuovi Movimenti restano convinti che, sia nelle loro spiritualità che nelle loro strutture, discendono direttamente “da Dio”. Per quanto riguarda il Movimento dei Focolari penso che il periodo di illuminazioni mistiche, che Chiara Lubich ha chiamato “Paradiso 1949”, secondo la mia opinione, potrebbe essere la causa di vari problemi. La Chiesa ha approvato gli Statuti generali del Movimento senza poter studiare in modo critico tutti i testi integrali del “Paradiso”, né letterine e meditazioni che C. Lubich scriveva in quel periodo, formazione-base dei focolarini “forgiati nel crogiolo dell’unità”. Questi scritti costituiscono il comune denominatore degli Statuti generali e dei regolamenti delle 22 branche, magnificamente redatti dalla Fondatrice, ma che, nell’attuazione quotidiana, ritengo personalmente che non aiuterebbero lo sviluppo della persona né umanamente, né spiritualmente.

Nel 1950 autorità ecclesiastiche avevano detto a Chiara di bruciare quegli scritti perchè, se fossero stati trovati, la sua Opera non sarebbe mai stata approvata. Qualcuno non l’ha fatto. Da giovanette, leggendoli, dicevamo incantate: “meno male che non hanno obbedito !!!”. Con grande speranza C. Lubich pronunciò una profezia: “...un giorno la Chiesa si sveglierà focolarina”. Ella ce lo ricordó quando Giovanni Paolo II promulgò la “Novo millennio ineunte”. Chiara disse a tutti i membri del Movimento che il Papa avrebbe trasmesso la sua spiritualità, quella dell’unità, chiamandola “di comunione” all’intera Chiesa. Il Card. C. M. Martini (Gallarate, 7/01 e 11/03/2012) mi ha chiarito molte cose in proposito. Grazie a ciò, ora io vorrei evidenziare quanto ho osservato in 40 anni di appartenenza al Movimento, di cui 31 come Focolarina interna. Per ragioni di scelta personale ho lasciato il Focolare il 13/04/2008: come aderire a ciò che non ritenevo più nemmeno cristiano?”

L’abuso senza tracce

Aymeria Suarez-Pazos

Quando un giovane entra a far parte di un gruppo o di un movimento religioso riconosciuto, impegnandosi per la vita, e si trova costretto a rinunciare, per il vantaggio della dinamica del gruppo, a qualsiasi aspirazione personale o segreta, la sua vita può risultarne gravemente violata. La struttura diventa l'unico punto di riferimento, per ogni dimensione del suo essere e per il dono di sé che egli ha formulato, offrendo risposta ad ogni interrogativo. Se riesce a venirne fuori, si rende facilmente conto che la struttura resta sempre uguale a se stessa, riconosciuta, pulita, mentre egli non è più che un rinnegato, un errore: che gli abusi che vorrebbe denunciare non esistono. Gli abusi lui li ha accettati e adesso, definendoli tali, si accorge che non ve n'è traccia, che l'istituzione li nega. E quale traccia può fornirne lui, se non esistono documenti scritti e se tutto ciò' che è accaduto rientra, secondo quanto gli é stato detto, nelle più antiche e approvate tradizioni? Il furto dei suoi anni, della sua coscienza, della sua fede nella vita, il deserto interiore, la solitudine, il silenzio che rimane, la rottura con il mondo esterno sono soltanto fatti soggettivi, non hanno altra causa che non sia in lui, altra ragione se non il suo tradimento. A partire dal caso emblematico dell'Opus Dei, di cui ho potuto a lungo sperimentare e poi studiarne i meccanismi, analizzerò per tali gruppi le strategie di abuso senza tracce; nella coscienza stessa della persona e nei riguardi del mondo esterno.

L’educazione come contrasto ai radicalismi

Gianfranco De Lorenzo

L'educazione alla coesione sociale diviene, nella società attuale, un obiettivo associato e complementare dell'autonomia e dell'emancipazione, "correggendo" sia l'individualismo, sia i particolarismi. La cittadinanza, che chiede un lavoro dinamico di memoria e di integrazione in una storia, comporta un progetto di inclusione e fonda il riconoscimento degli altri in una interdipendenza reciproca. L'obiettivo di inclusione riguarda, quindi, il rafforzamento del legame sociale a livello dell'uguaglianza dei cittadini ed alla richiesta di una maggiore attenzione per gli interessi di uguaglianza e giustizia, che sembra una strada ancora difficile da perseguire, si può suggerire la possibilità di coniugare, nella cittadinanza, libertà positive e negative, mobilità individuale e responsabilità sociale. Una condizione necessaria è però la rinuncia alle ideologie, accettando di praticare strade diverse da quelle della radicalizzazione. L'educazione può quindi agire in tal senso, verso il potenziamento della società civile e di tutte le forme di associazione e di solidarietà, favorendo l'impegno civico, soprattutto se libero e volontario. Può altresì contribuire a ridurre il peso della dimensione economica conducendo a leggere il legame sociale fuori dalle leggi del mercato, facendo emergere il cittadino dietro il consumatore.

L’esperienza sul fenomeno settario nel programma RAN DERAD della Commissione Europea

Caparesi Cristina

Nel 2011 la Commissione Europea ha istituito il Radicalisation Awareness Network (RAN) una rete per la prevenzione della diffusione della violenza e degli estremismi in Europa che raccoglie operatori, esperti, lavoratori sociali, insegnanti, associazioni, società civile, vittime del terrorismo, autorità locali, forze dell’ordine, accademici. Il gruppo DERAD comprende gli operatori impegnati in prima linea nella deradicalizzazione e desensibilizzazione della violenza. Il gruppo di lavoro si occupa di tutte le forme di estremismo, inclusi gli estremismi religiosi e le gang. Solitamente questi operatori hanno maggiore successo rispetto agli operatori governativi perché, condividendo uno stesso background culturale, riescono a costruire rapporti di fiducia, rispetto e confidenza con i propri clienti. Questo contributo cercherà di mettere in risalto i concetti comuni, ad esempio influenza indebita, reclutamento ed altri, ed evidenziare come le lezioni imparate nell’esperienza settaria possano essere rilevanti per il raggiungimento degli obiettivi del gruppo del Radicalisation Awareness Network (RAN).

L’esperienza della consulente legale nei Punti di Ascolto Antimobbing

Teresa Dennetta

In questa relazione sarà illustrato lo svolgimento dell’attività del consulente legale nei Punti di Ascolto antimobbing accreditati dalla Regione FVG. Si partirà dalla conoscenza della persona, per poi passare all’individuazione dei fatti seguiti dai suggerimenti tecnici utili per il caso specifico. L’obiettivo è quello di consentire all’utente di affrontare il momento critico ed essere preparato alla gestione del conflitto fino a giungere alla risoluzione non contenziosa.

L’ospite inatteso: storie di veggenti

Silvana Radoani

Vite sconvolte dall’improvvisa irruzione del soprannaturale nel proprio vissuto quotidiano. Veggenti, stigmatizzati, prescelti, profeti: un insieme di persone che si dice in contatto diretto con l’aldilà e che attira migliaia di persone nel mondo ma soprattutto in Italia. Analizzeremo brevemente quella che perlopiù assume connotati di religiosità alternativa alla Chiesa alla quale fa riferimento e che spesso ha dato origine ad abusi verso le persone più deboli e vistosi travisamenti della dottrina cattolica. A titolo esemplificativo vedremo uno dei casi più noti in Italia: fra Elia degli Apostoli di Dio.

La consulenza legale nei Centri di sostegno contro gli abusi dei gruppi coercitivi e la tutela della vittima prevista dal diritto italiano

Teresa Dennetta

La relazione si articolerà in due parti. Nella prima parte verrà spiegata l’attività del consulente legale nei Centri di sostegno contro gli abusi dei gruppi coercitivi. La professionalità dell’avvocato è impiegata per l’ascolto delle richieste di aiuto provenienti da famigliari ed ex-membri di tali gruppi ai quali viene fornito il sostegno utile a fronteggiare la situazione di disagio individuando strategie e tecniche di difesa. La seconda parte sarà un’applicazione pratica delle opportunità offerte dal diritto italiano per la tutela della vittima e della sua famiglia.

La legge regionale del FVG 11/2012 ed il suo iter nel parlamento regionale

Roberto Asquini

Il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia ha fatto un buon lavoro in materia di tutela delle persone vittime di abusi psicologici. La proposta di legge che avevo presentato nell’estate del 2010 (firmata anche da alcuni colleghi di centro destra) è stata esaminata dalla commissione competente e ha raccolto anche il consenso del centro sinistra. Nella scorsa estate è diventata la legge 11 del 2012, e ora è definitivamente attuata. La legge è stata scritta ascoltando molti pareri di soggetti esperti del settore, e in particolare dalla dottoressa Cristina Caparesi ci sono state importanti indicazioni. La legge ha tre linee di intervento:

  • Il sostegno a eventi informativi, per far conoscere i termini del problema e permettere ai cittadini di capire un loro eventuale coinvolgimento e attivarsi in termini preventivi per sé e per i propri cari;
  • L’organizzazione di help desk perché gli interessati o persone a loro vicine possano trovare il necessario supporto;
  • L’erogazione di benefici economici diretti a chi ha bisogno di ulteriore assistenza psicologica o tutela legale per liberarsi da condizioni di abuso psicologico o economico.

Per l’attuazione della legge la Regione ha messo a disposizione sufficienti risorse economiche e può intervenire anche in modo coordinato con i sistemi pubblici di assistenza. Fondamentale sarà il ruolo di associazioni senza fini di lucro per l’organizzazione sia degli eventi informativi sia degli help desk.

La nozione di setta: quali implicazioni giuridiche?

Maria Zanconi

Una giustizia autoreferenziale risulta già di per sé un paradosso se poi non possiede un’adeguata consapevolezza metacognitiva corre il rischio di essere più vulnerabile in caso di errore. E’ naturale che il diritto penale debba rispondere alle esigenze sociali, tuttavia in non rare occasioni il rischio è che finisca spesso di perdere il fine della tutela, che gli è proprio, per diventare un mezzo di controllo del comportamento sociale. Tuttavia, se da un lato il compito difensivo del diritto penale presuppone naturalmente un ordinamento giuridico da difendere, dall’altro in questa funzione di salvaguardia deve trovare il proprio limite, diversamente si produrrebbe una distorsione funzionale che finirebbe per inficiare il valore stesso dello strumento che ogni cittadino ha a disposizione.

In criminologia si dice che chi vuole modificare la società partendo dalla giustizia penale si comporta come chi in campo pedagogico vuole creare un programma educativo basandosi sul castigo (L. Ferrajoli, Diritto e Ragione. Teoria del garantismo penale, Laterza), nello stesso modo se si utilizza la denuncia e il processo penale per affermare principi culturali anche se rispettabili, o creare falsati presupposti normativi significa snaturare la pena dalle funzione che le sono proprie. In particolare, di fronte a certi argomenti, non ultimo quello dell’aderenza a gruppi - anche religiosi - affidarsi troppo o addirittura esclusivamente alle spinte sociali o al fervore culturale che un certo fenomeno suscita in un preciso momento storico, comporta il rischio della creazione di una giustizia etica che abbia il solo compito di educare, finendo per perdersi in più o meno note distorsioni finalistiche che non appartengono e non dovrebbero appartenere all’idea di giustizia propria di una società civile.

Processi penali spesso alterati dal fervore emotivo e cognitivo degli operatori che vogliono a tutti i costi “giudizializzare” certi fenomeni che faticano ad essere intrappolati in rigide dinamiche nomologiche rischiano di creare una giustizia eccessiva che non raramente diventa ingiustizia.

La soddisfazione dell'utente nel Punto di Ascolto mobbing della C.C.d.L. UIL di Trieste: un'analisi di followup

Giulia Balestra

La suddetta analisi di follow up è nata al fine di ottenere un’analisi conoscitiva riguardante il fenomeno del mobbing e fornire una panoramica relativa al tipo di utenza che si è recato presso il Punto di Ascolto della CCdL UIL di Trieste dal 2009 al 2011. Nella prima parte dell’intervento verrà descritta la composizione generale di tale utenza, il livello di soddisfazione relativo al servizio di accoglienza e la soddisfazione dei partecipanti ai Gruppi di Auto Mutuo Aiuto. Il focus della relazione riguarderà il valore del lavoro svolto con le persone attraverso l’attività dei Gruppi di Auto Mutuo Aiuto, i quali sono stati proposti a tutti coloro che vivono una situazione di disagio lavorativo. Il Gruppo A.M.A svolge la funzione di un contenitore in cui il disagio, vissuto e sofferto in solitudine dai lavoratori vittime di vessazioni in azienda, può trovare uno spazio in cui essere esplicitato, condiviso ed affrontato con l’aiuto degli altri partecipanti. Il Gruppo, inoltre, permette di scoprire le proprie risorse interne, da utilizzare sia per se stessi che a favore degli altri partecipanti. Ogni partecipante svolge contemporaneamente il ruolo di erogatore e ricevitore di aiuto e sostegno. Il Gruppo, inoltre, sviluppa meccanismi di auto aiuto anche al di fuori degli spazi dedicati agli incontri; le persone, infatti, imparano a confrontarsi e gradualmente diventano essi stessi punti di riferimento per gli altri, ma soprattutto soggetti completamente autonomi. Sulla base di queste premesse, l’intervento sarà orientato ad evidenziare il livello di soddisfazione degli utenti che hanno partecipato all’indagine in un’ottica volta al miglioramento del servizio offerto dal Punto di Ascolto della CCdL UIL.

La solitudine e il disorientamento di un ex-testimone di Geova

Franco Flocco

In questo intervento descrivo le difficoltà, i problemi e le sofferenze che ho dovuto affrontare dopo la mia fuoriuscita dai Testimoni di Geova. Si tratta di difficoltà soprattutto emotivo-affettive legate all’isolamento in cui vivevo quando ero Testimone di Geova, e alla conseguente difficoltà di ricostruirmi una relazione con persone al di fuori della Congregazione che non frequentavo da anni, dalle quali sono stato anche deriso per il fatto di essere stato un seguace. L’aspetto più doloroso è il tentativo di recuperare i rapporti con i familiari e l’impossibilità di comunicare con i miei genitori che sono ancora Testimoni di Geova attivi. Dopo la mia fuoriuscita ho rischiato di cadere in una profonda depressione dalla quale sto cercando pian piano di uscire.

La testimonianza delle vittime del terrorismo nella prevenzione della radicalizzazione: progetti ed ipotesi di lavoro

Luca Guglielminetti

Viene sempre più riconosciuto che la società civile e le vittime del terrorismo possono avere un ruolo attivo e positivo nella prevenzione della radicalizzazione che porta al terrorismo. Qual è il loro ruolo? Noi sappiamo che il terrorismo trova il suo fondamento nei diversi esempi di radicalizzazione in vari campi (politici, religiosi etnici, sociali…) che vengono investiti dalla loro propaganda la quale, attraverso i nuovi media come internet, arriva ai giovani con i propri messaggi di odio, violenza, intolleranza e disperazione. Così, il primo ruolo della vittima, è quello di contrastare la narrativa estremista e fondamentalista con le proprie voci e storie. Le storie delle vittime, i sopravvissuti, i membri della sua famiglia, usando lo stesso mezzo pervasivo, la rete, possono costruire una “contro-informazione” con valori alternativi: dialogo, pace e non violenza.

Le implicazioni psico-sociali nella nozione di setta

Raffaella Di Marzio

Questo contributo tratterà la controversa nozione di “setta” attribuita a gruppi religioso/spirituali di varia origine che si configurano come realtà minoritarie caratterizzate da credenze e prassi “diverse” rispetto a un determinato contesto sociale. La diversità di queste associazioni favorisce l’etichettamento e la creazione di “devianze multiple” percepite come “pericolose” dal contesto sociale in cui nascono e operano. L’etichettamento di gruppi innocui come “sette”, può generare, nei membri di queste organizzazioni, vittime di una “devianza” creata ad hoc, una serie di problemi di varia gravità ed entità. Lo stato di sofferenza dei singoli si ripercuote sulle famiglie e il contesto sociale più generale, e ha una importante ricaduta anche nell’ambito delle attività professionali. Le ripercussioni negative sui minori o i giovanissimi sono ovviamente altrettanto significative.

Le radici nascoste di Medjugorje

Marco Corvaglia

A 32 anni dal suo inizio, il fenomeno di Medjugorje costituisce, per molti fedeli cattolici, una credenza rassicurante: i mass media offrono al pubblico ciò che esso desidera, vale a dire un’esaltazione acritica, e le autorità vaticane, pur senza fornire la propria approvazione, hanno, almeno fino ad ora, lasciato che i pellegrinaggi e la devozione (talvolta esasperata nelle forme) nei confronti di questa apparizione mariana erzegovinese crescessero. In realtà, uno studio critico e documentato dei fatti rivela che i presunti veggenti di Medjugorje hanno dimostrato, particolarmente nei primi anni, di essere espressione di in un ambiente impregnato di millenarismo e di New Age. E’ interessante sottolineare che, con il passare del tempo, essi hanno cominciato ad esprimersi in una maniera nuova, rendendo indubbiamente meno evidente la matrice originaria del fenomeno e facilitando l’ottenimento di più larghi consensi nel mondo cattolico. Le radici deviate di Medjugorje sono però incancellabili e, per quanto occultate, tendono a riaffiorare in diversi modi, come l’articolo si propone di evidenziare.

Le religioni istituzionali di fronte al fenomeno settario: criteri di ecclesialità secondo la Chiesa cattolica

Alessandro Pennesi

Nel corso degli ultimi trenta anni, c'è stato un rapido aumento ed una crescita di movimenti ecclesiali all'interno della Chiesa. Ogni movimento persegue il suo scopo con il suo carisma e il suo approccio distintivo, spesso con notevole vitalità. L'originalità di questi nuovi movimenti, o "nuove comunità", come vengono talora chiamati, consiste spesso nel fatto che essi sono composti da gruppi misti di uomini e donne, di chierici e laici, da coppie sposate e celibi, i quali tutti perseguono un particolare stile di vita. Molti movimenti ecclesiali sono veramente costruttivi a livello universale a livello diocesano e parrocchiale, alcuni, rimanendo ai margini della vita parrocchiale e diocesana non contribuiscono alla crescita della Chiesa locale, altri, invece, a motivo di certe pretese, rischiano di minare la comunione di tutta la Chiesa particolare. Di qui la necessità di valutare l'ecclesialità di questi numerosi movimenti e comunità tenendo conto di un certo numero di criteri chiari e ben definiti, quali: la responsabilità, il radicamento ecclesiale, l‘autentica dottrina, la complementarità, il coinvolgimento sociale, la santità. Verranno prese in esame alcune esperienze controverse che sono state oggetto di intervento da parte dell`Autorita` Ecclesiastica: La Comunita` delle Beatitudini, la Koinonia Giovanni Battista, I Ricostruttori nella Preghiera.

Le sostanze psicoattive nei culti distruttivi

Matteo Marti

Le sostanze psicoattive sono state utilizzate per secoli all’interno delle religioni tradizionali (sciamanesimo americano, amazzonico e nord-asiatico) ed al giorno d’oggi si ritrovano nei rituali di iniziazione di culti sincretici (Santo Daime, Umbandaime, Rastafariani) e/o di magia perpetrati da culti distruttivi (psicosette e satanismo). Si tratta di sostanze naturali (cannabis, ayahuaska, peyote, funghi psilocibinici, salvia divinorum) o di sintesi (LSD, Ketamina, PCP, BZP, GHB) che hanno una diretta influenza sul sistema nervoso modificandone gli stati percettivi (allucinazioni), cognitivi (alterazioni della memoria ed amnesia) dell’umore (ansia, panico, paura, euforia) e del comportamento (aumento dell’aggressività e della libido sessuale). Queste loro proprietà sono utilizzate sia per raggiungere stati di trance o di ‘illuminazione’ per incontrare il mondo spirituale che, nei culti distruttivi, per indebolire la mente dell’adepto così da renderlo maggiormente docile e servile (“drug submission”), per arrivare ad uno stato di totale incapacità fisica e mentale, perdita di ogni riferimento culturale, morale ed affettivo e di assoluta dipendenza fisica e/o psicologica dal gruppo o dal leader del culto (abusi sessuali ed abusi rituali).

L'impatto della leadership carismatica sul movimento Hare Krishna

Mauro Bombieri

In questo intervento saranno evidenziate le diverse influenze che la leadership carismatica ha avuto sul movimento Hare Krishna e sarà messa in luce anche la volontà, spesso inconscia, di alcuni soggetti che, aderendo a un gruppo religioso, cercano anche qualcuno cui delegare le decisioni da prendere e la gestione della loro vita.

Mobbing e psicopatologia

Andrea Di Fiorino

Il mobbing è una forma di molestia o violenza psicologica esercitata quasi sempre con intenzionalità lesiva, ripetuta in modo iterativo, con modalità polimorfe; le azioni persecutorie, pur dovendo soddisfare specifici criteri temporali, comprendono un ampio numero di agiti, con ampia variabilità in dipendenza della tipologia del contesto ambientale, della posizione del lavoratore coinvolto, dei suoi tratti personologici, finendo per identificare una soglia individuale di resistenza. La scoperta relativamente recente di tale fenomeno, la mancata uniformità di vedute per quello che riguarda l’inquadramento clinico, una sempre maggiore esigenza di chiarezza rappresentano un importante stimolo a considerazioni diagnostiche che implicano ripercussioni di interesse medico-legale. L’analisi di un soggetto vittimizzato sul luogo di lavoro dovrà forzatamente partire dal valutare la presenza di quadri psichici reattivi a fattori stressanti. Il DSM-IV (1994) identifica alcuni disturbi che, per definizione, insorgono dopo l’esposizione ad eventi gravi, con significato di minaccia, emotivamente stressanti al punto da compromettere il funzionamento sociale, lavorativo, relazionale ed addirittura personologico del soggetto stesso; tra questi elenca il Disturbo Post -Traumatico da Stress, il Disturbo dell’Adattamento ed il Disturbo Acuto da Stress. E’ presente pertanto in primo luogo la necessità di trovare un nesso tra gli eventi e la patologia e, in secondo luogo, di valutare il livello di sofferenza del soggetto, la componente depressiva, ansiosa e traumatica, il grado di funzionamento globale e gli aspetti personologici preesistenti, valutazioni che impongono allo specialista l’utilizzo di una serie strumenti mirati. La valutazione di pertinenza medico-legale dovrà considerare alcuni strumenti fondamentali per la definizione dei disturbi psichici, validati a livello internazionale, che permettano di quantificare il grado di sofferenza: le maggiori difficoltà sino ad ora incontrate da chi deve analizzare un soggetto presumibilmente vittima di soprusi in ambito lavorativo consistono nell’individuare strumenti omogenei, comuni e riconosciuti da tutti gli specialisti. La mancanza di adeguati ed uniformi criteri diagnostici può esser causa di errori che hanno gravi ripercussioni: chi è sottoposto a violenze morali dovrà essere valutato nella sua modalità di elaborare i fatti, nel suo attribuirgli significato, nel coinvolgimento di tutte le sfere di funzionamento.

Movimenti cattolici di frangia in Italia: principali caratteristiche e diffusione del fenomeno

Raffaella Di Marzio

Questa relazione si propone di illustrare le principali caratteristiche dei movimenti cattolici di frangia in Italia. Si tratta di gruppi che nascono spesso nell’ambito della religiosità popolare e presentano talora caratteristiche settarie. La posizione di questi gruppi si situa su un continuum che va dalla sostanziale fedeltà alla dottrina cattolica e al magistero allo scisma e all'aperta apostasia. Tuttavia, una peculiarità del fenomeno è che, anche quando le aggregazioni sono apertamente in contrasto con la dottrina e la prassi della Chiesa cattolica, continuano a dichiararsi “autenticamente cattoliche” rivendicando la propria cattolicità e una speciale missione elitaria di cui si sentono investiti, finalizzata a trasformare la Chiesa cattolica. I dati sul fenomeno sono tratti dall'opera Enciclopedia delle religioni in Italia a cura del CESNUR, appena pubblicata.

Poster: Amuleti e magia curativa

Silvana Radoani

Fra gli oggetti che i maghi ci presentano vi sono gli amuleti: sono costruiti per le diverse fasi della vita e per ogni esigenza. Spesso la richiesta del cliente del mago attiene alla sfera della salute o del salutismo: ecco allora che sono centinaia i preparati miracolosi-magici per salvaguardare da qualsiasi problema fisico, dal lavaggio extraecologico senza detersivi alla cura del cancro o dell'AIDS.

Poster: Fatture Magiche

Silvana Radoani

Le fatture magiche sono tra gli oggetti più affascinanti e paurosi che il mago ha a disposizione per impressionare il cliente e per porsi come unico grande conoscitore di tecniche segretissime e pericolosissime di controllo sulla realtà circostante. Scopriremo come sono fatte le fatture e su quali criteri fanno leva quando "funzionano"

Poster: Superstizione e divinazione in Italia

Silvana Radoani

Tanti sono gli oggetti o le azioni ai quali noi attribuiamo particolari significati di protezione nei nostri confronti o di portatori di sventura: questa è una piccola rassegna degli stessi, che ci porta ad esplorare i significati veri e profondi della superstizione o della richiesta di comprendere il futuro.

Preclusione della violenza simbolica necessaria alla trasmissione del sapere nei dispositivi settari: una spiegazione simbolicamente violenta dell’impossibilità di indottrinare

Arthur Mary

La situazione pedagogica, nella quale un insegnante trasmette un sapere a un allievo, è una situazione che merita di essere messa in relazione al fenomeno delle sette. In effetti, quest’ultime mettono in opera un dispositivo che regola e struttura il modo di rapportarsi al sapere e sistematizza, quindi, una forma di potere (si vedano i lavori di Foucault e di Giorgio Agamben). In realtà, in ogni situazione pedagogica (settaria o no, più o meno ideologizzata, violenta o no), ciò che viene insegnato prima di tutto consiste nel far accettare all’allievo la sua ignoranza, tratto che lo distingue dall’insegnante (Rancière, 1987). Questa prima lezione non è pronunciata, ma è implicita e tacitamente ripetuta ogni volta che l’insegnante dimostra con una tranquillità evidente il suo sapere. Tale “violenza simbolica” (Zizek, 2007) è probabilmente necessaria ed è strutturante di un certo modo di sistematizzare la localizzazione e circolazione del sapere.

L’insegnamento settario sembra liberarsi di tale necessità strutturale proponendo a ogni persona di diventare enunciatore del suo proprio sapere (alla luce del concetto freudolacaniano di preclusione-Verwerfung). In questo senso, il settarismo contemporaneo convive bene con un tratto culturale proprio alle società dette “postmoderne”: l’autodidattica, l’autorealizzazione del self made man. Probabilmente, si tratta non solo di una finzione sociale, ma di un cambiamento profondamente culturale.

La nostra presentazione dettaglierà in un primo momento le ragioni logiche all’origine della situazione pedagogica (cioè, per insegnare a qualcuno bisogna assicurarsi dell’ignoranza di quest’ultimo, anzi alimentarla), a tal punto che Freud affermava l’impossibilità dell’insegnamento. La seconda parte della nostra ricerca si interesserà di alcuni dispositivi pedagogici settari al fine di capire se esiste un carattere settario nello statuto del sapere, per spiegarne in seguito la specificità. Una riflessione conclusiva descriverà i dispositivi di aiuto alle vittime, elucidando il tipo di sapere che vi è in gioco.

Quello che diventa la sua “propria” medicina

Sasha Samuels

Nella cultura dei Nativi Americani si ritiene che le difficoltà alle quali si sopravvive in questa vita, se trasmutate correttamente, diventino "medicina", o forza di quella persona. Voglio condividere la mia esperienza di recupero, avvenuta con successo, per dimostrare che la guarigione completa non è solo possibile, ma che si può anche rifiorire dopo l'esperienza all’interno di un culto. Sono stata un membro di un gruppo psicologicamente abusante per oltre 18 anni e ne sono uscita nove anni fa. Attualmente sono libera dal gruppo e dalla sua influenza, ma la mia situazione è unica poiché il leader del gruppo è un membro della mia famiglia. Una psicologa, con dieci anni di esperienza nel recupero degli ex-membri, ha dichiarato che il mio familiare è stato il leader della setta più pericolosa di cui aveva sentito parlare, a causa del fatto che ogni aspetto della vita era stato intaccato. Parte del programma di recupero ha riguardato l'identificazione delle predisposizioni familiari all’adesione ai culti. Questa scoperta mi ha permesso un totale recupero.

Avendo vissuto in Italia, prima di entrare in questo gruppo abusante, una parte fondamentale della mia guarigione è dipesa dal fatto che sono tornata in Italia e, quindi, alla mia identità pre-cultista. Ho ottenuto la totale guarigione in una casa canonica-chiesa abbandonata nella campagna toscana, che ho preso in affitto per cinque anni, e dove mi recavo molto spesso. Le condizioni primitive della casa, la sua posizione nella natura, il mio parlare e pensare in una lingua non usata nel gruppo (abbandonando quella del culto), e molti altri aspetti particolari della mia esperienza hanno notevolmente accelerato la mia guarigione. Non vedo l'ora di condividere queste scoperte con voi in modo da progredire nella mia guarigione e rifiorire in modo effettivo.

Relazione settaria, pseudoidentità e falso sè

Miguel Perlado

A partire dalla sua esperienza clinica, l’autore propone una riflessione clinica sulla psicoterapia con gli ex membri di gruppi che sviluppano dinamiche settarie e/o di culti abusanti, secondo una prospettiva psicoanalitica. Con entrambi si lavora per un intervento che facilita l’uscita, però è di particolare importanza una corretta diagnosi differenziale. L'autore concentra la sua esposizione sulla delimitazione clinica tra falso self (Winnicott, 1965) nella pseudoidentità descritta come risultato di indottrinamento settario (West, 1993), così come in incroci che in generale potrebbero presentarsi tra questo tipo di disturbo in relazione alla militanza settaria.

Satanismo: quando le paure diventano pietre

Silvana Radoani

Il fenomeno del satanismo cambia continuamente, come tutte le ideologie e le pratiche esistenti. Quello che invece non cambia affatto è l’approccio a questa ideologia da parte dei cosiddetti esperti di culti e soprattutto da parte della criminologia. Le notizie si rincorrono e vengono presentate sempre uguali e mai verificate: questo diventa fonte di allarmi ingiustificati che conducono inevitabilmente a false e tendenziose accuse verso persone accusate di abusi e reati satanici, mentre la presenza o meno di reali gruppi satanici non viene affatto studiata e acclarata. In questo caso le paure diventano pietre: pietre che non si ha interesse di spostare dalla loro sede, ma che a volte vengono usate per lapidare chiunque abbia un’ideologia esoterica o metta in atto cultualità a noi poco note. Proprio Trieste è stata capitale del fenomeno negli anni ’80-’90 del secolo scorso: vogliamo partire da qui per un excursus odierno sul fenomeno italiano, tralasciando le “voci”, i “si dice”, le paure inconsce, per dare spazio a una ricerca etno-antropologica seria e attuale sulla quale discutere ma dalla quale partire.

Sette religiose: il ruolo dei media nel problema sociale

Camillo Maffia

La parola "setta" è divenuta, nel linguaggio comune, un termine dispregiativo con cui indicare un culto. Benché oggi il diritto di professare liberamente la propria fede sia un diritto riconosciuto, in Italia e in Europa, dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti dell'uomo, e nonostante il Consiglio d'Europa abbia apertamente sconsigliato di utilizzare il termine "sette" proprio in quanto dispregiativo e dunque discriminatorio nei confronti dei movimenti religiosi, nel nostro paese e in altri Stati membri esistono vari movimenti anti-sette. Anche quando gli imputati sono risultati estranei da accuse riconducibili all’attività di setta, hanno subito violente campagne mediatiche, carcerazione preventiva e danni psicologici, economici e sociali. Fortunatamente, non è stato scoperto in Italia nessun caso di formazione religiosa in cui i comportamenti della leadership o dei singoli fossero tali da poter estendere all'intero movimento accuse criminali. L’esistenza di una criminalità strettamente connessa all’ambito religioso e psicologico è stata trasportata in modo fuorviante sulle testate generaliste. La divisione tra movimenti religiosi settari e movimenti che non lo sono, indipendentemente dall’effettiva incidenza criminale di tali fenomeni, dà allo spettatore la rassicurante certezza di uno stigma dottrinale che separa i culti “buoni”, definiti mediaticamente “religioni”, da quelli cattivi, indicati come “sette”, creando in lui l’errata convinzione di potersi difendere da azioni delinquenziali che invece, in base alle sentenze passate in giudicato, sono nella quasi totalità dei casi imputabili al singolo individuo, indipendentemente dalla confessione che pratica o che rappresenta.

Tecniche di persuasione e condizionamento mentale nei culti abusanti

Patrizia Santovecchi

Spunto che ha sempre alimentato ampie discussioni, è il discrimine fra il lecito e l’illecito che caratterizza simili strutture. Dove finisce il gruppo e dove inizia la setta? Dove finisce la comunità e inizia la coercizione mentale, il condizionamento e l’abuso? Un segnale chiarificatore si può trovare nel continuo aumento di posizioni critiche, di racconti di esperienze vissute all’interno di determinati culti e nelle difficoltà degli aderenti a lasciare il gruppo senza subire danni alla propria dignità o essere oggetto di atteggiamenti persecutori al limite della legalità. Inoltre, cresce il numero delle famiglie disgregate perché uno dei congiunti è diventato un adepto. La distruttività, dei culti abusanti, è attestata dei drammi vissuti e raccontati da ex adepti e familiari: punta emergente di un popolo sotterraneo, smarrito, incredulo e impotente, che vorrebbe capire e sapere contrastare la progressiva perdita della propria persona cara. Fondamentale, quindi, è prevenire la caduta, poiché a caduta avvenuta è quanto mai arduo, e sovente impossibile, ritrovare la lucidità e la forza per fuoriuscirne. Interessanti sono i motivi intellettuali e affettivi che spesso sottendono all’adesione. Il culto abusante si presenta come risposta al bisogno di sicurezza dell’individuo, utilizza il suo codice di linguaggio i suoi simboli interpretativi per stimolare e orientare e gratificare il suo apprendimento intellettuale. La fiducia per la soluzione offerta e la serie di relazioni umane che si creano con gli altri membri, dispongono la persona ad accogliere l’ideologia del gruppo. Attratti inizialmente dalla nuova proposta, gli aderenti ricevono in un secondo tempo un forte impianto di “nuovi valori”, in un sistema apparentemente coerente di idee. La netta percezione, indotta, di essere parte integrante di un gruppo, di avere tutti i medesimi sentimenti e le medesime aspirazioni, favorisce un rapido sviluppo del senso di appartenenza e di comunità.