Belgio

Viaggio vacanza in bicicletta con i figli sulle piste ciclabili in Belgio,

dalla Vallonia alle Fiandre, lungo i fiumi Mosa, Schelda e i tanti canali

2015

Foto, disegni, elaborazioni e testo di Marco Cerisola, Daniela Zappa, Anna e Luca Cerisola 2015
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Dopo aver pedalato – negli anni scorsi – per settimane lungo i fiumi Danubio (2008), Drava (2010), Po (2012), Brenta e Adige (2013), avendo talvolta l’opportunità di scegliere tra due tracciati (sulla riva sinistra o su quella destra, seguendo il corso d’acqua o allontanandosi da esso per una piacevole deviazione turistica), nel 2015 abbiamo assaporato l’ebbrezza di scegliere liberamente tra migliaia di piste ciclabili che si intersecano continuamente e consentono qualsiasi itinerario! L’Olanda e il Belgio – soprattutto alcune zone delle Fiandre – sono il paradiso delle due ruote a trazione umana: si veda l’incredibile rete ciclabile fiamminga in http://www.fietsnet.be (che consente di disegnare liberamente qualunque tragitto e di misurarne il chilometraggio). Però non sono male le “ravel” valloni: http://ravel.wallonie.be/opencms/opencms/fr/ (dove si trova anche una carta interattiva) e http://issuu.com/optnticbxl/docs/fr_10fietstochtendoorhetwoud?e=fullscreen

Le tappe del nostro viaggio:

Nella foto sopra: sulla meravigliosa ciclabile tra Mechelen e Leuven (Lovanio).

... in Belgio troviamo giochi per bambini, posteggi attrezzatissimi per bici - interrati o coperti che occupano molto meno spazio di quanto ne consumiamo in Italia per le nostre berline o coupé. Mentre l’Italia è strangolata dalla congestione viaria (con quasi un veicolo motorizzato per abitante) e crede di risolvere il problema tentando di fluidificare il traffico, invece in Belgio la mobilità è agevolata perché si agevolano le due ruote e viene rallentata apposta la velocità degli autoveicoli. Segnaliamo che posteggiando a pagamento l’autovettura nel parcheggio della stazione ferroviaria di Bruges si ricevono gratuitamente 4 biglietti dell’autobus.

Innumerevoli i ricordi fantastici di questa simpaticissima abbuffata di emozioni. Dolcissimi e frequenti gli incontri con leprotti, cavalli, caprioli, daini, mucche, falchi, fagiani, pavoni, gazze, germani, anatre, folaghe, oche, cigni, cicogne, aironi e altri splendidi animali. Citiamo anche il superlativo museo del Giro delle Fiandre e l’interessantissima visita guidata e gratuita nel museo di diamanti ad Anversa. Numerosi gli episodi spassosi. Davvero inusuale ammirare (a Grimminge) un monumento a un cavallo e poi 8 km dopo (a Galmaarden) imbattersi in un'altra statua a un altro equino. Diversi anche gli imprevisti: Luca ebbe la febbre nei primi giorni e Anna a fine vacanza. Poi ci è capitato anche: 1 multa, 1 copertone usurato, 1 foratura a una bici e 1 all’automobile, 1 piccolo incidente stradale, 1 storta, 1 puntura di vespa, un paio di lievi guasti meccanici risolti da noi, 22 cadute in bici e a piedi. Non è vero che in Belgio piove sempre! Ci sono state alcune precipitazioni a inizio e fine giornata, però noi – in 26 tappe ciclistiche – ci siamo bagnati solo una volta! Basta un impermeabile adatto, tanta attenzione e passa la paura: pedalare sotto la pioggia è pure divertente. Piccoli ciclisti crescono: indimenticabili le performance sui “muri” (Huy, Grammont - Kappelmuur, Koppenberg, Bosberg e altri) dei nostri giovani scalatori.


Nella foto: a sud est di Gent, sul famoso e insidioso pavé fiammingo.

Le tappe del nostro viaggio.

IL PROGRAMMA. I bambini, che ci avevano seguito nei carrellini in Austria, sono ormai diventati grandi e mulinano i pedali più velocemente di noi! Seguendo la scia dei nostri precedenti viaggi in sella, anche nel 2015 abbiamo prenotato con ampio anticipo i pernottamenti (scegliendo i più economici, che comunque forniscono ugualmente sistemazioni molto confortevoli) e pianificato ogni tappa nei minimi dettagli, per prevenire ogni rischio e per ridurre al massimo il budget di spesa. Infatti secondo noi “andare all’avventura” significa godersi la sorpresa dei luoghi e non equivale invece ad affrontare gli imprevisti con disinvoltura. Nell’organizzazione della vacanza sono stati preziosi l’immancabile guida edita da Ediciclo (*) e i siti degli enti del turismo, tra i quali www.turismofiandre.it e https://www.gitesdewallonie.be/idee-sejour/benvenuta-bicicletta?set_language=it Però, prima di consultarli, vi consigliamo vivamente di leggere quanto scritto in questa pagina nel nostro paragrafo “Da sapere” (nella colonna di destra) – nel quale indichiamo anche i due siti ufficiali.

Tre ricorrenze hanno reso particolare questa meta nell’anno in corso: il centenario dell’inizio della I guerra mondiale (1915), il bicentenario della storica sconfitta di Napoleone a Waterloo (1815) e il 70° compleanno del campione Eddy Merckx. L’anniversario della Grande guerra lo abbiamo ricordato a Ieper (Ypres) visitando i sanguinosi campi di battaglia, un museo, i cimiteri militari e partecipando alla commemorazione assieme a molte altre persone (alcune giunte dal Canada). Il bicentenario della vittoria del Duca di Wellington lo abbiamo vissuto nei luoghi del famoso scontro. Abbiamo reso omaggio al mito del ciclismo belga al museo di Oudenaarde.

A differenza del passato, quest’anno abbiamo preferito soggiornare qualche giorno in più in ogni posto, però riducendo il numero dei luoghi nei quali abbiamo dormito. Questo ci ha consentito di prenotare meno strutture e di assaporare meglio alcune città. Abbiamo usato l’automobile solo per spostarci con i bagagli da un pernottamento all’altro (scelto con cura e spesso lontano dai centri cittadini per spendere il meno possibile), in quanto abbiamo percorso le tappe ciclistiche andata e ritorno quando era possibile, oppure utilizzando l’efficiente trasporto gratuito (!) sulle chiatte per rientrare alla base. Come sempre abbiamo ridotto al massimo le valige, pur tenendo conto – nella scelta degli indumenti – della variabilità nelle temperature (di solito all’inizio e alla fine dell’estate si oscilla tra i 12° e i 30°).

Ecco il nostro programma giornaliero:

1^ tappa - Etalle - Saint Léger - Ethe - Etalle, di km 36 (visitiamo la foresta della Gaume e il sito archeologico di Mountauban).

2^ tappa - Esneux – Liegi a/r, di km 28,4 (visitiamo Liegi).

3^ tappa - Liegi – Herve a/r, di km 40 (visitiamo Liegi).

4^ tappa - Liegi - Maastricht (NL), di km 33 (visitiamo la valle della Mosa e Maastricht).

5^ tappa - lungo la Mosa e muro di Huy, di km 16,4 (visitiamo Huy e Louvain LN).

6^ tappa - Louvain La Neuve – Waterloo a/r, di km 42,9 (visitiamo Waterloo: "collina del leone", musei Napoleone e Wellington).

7^ tappa - Sint Truiden - Lovanio, di km 44,1 (visitiamo Sint Truiden e Leuven).

8^ tappa - Lovanio - Mechelen - Lovanio, di km 63 (visitiamo Mechelen).

9^ tappa - Mechelen - Anversa, di km 41,2 (visitiamo l'abbazia Hemiksem).

10^ tappa - Anversa - Moerzeke (Dendermonde), di km 57,9 (visitiamo Anversa).

11^ tappa - Gent – Dendermonde a/r, di km 57,1 (visitiamo le sponde del fiume Schelda).

12^ tappa - Gent - Aalter - Gent, di km 60,4 (visitiamo Gent).

13^ tappa - Bruges - Aalter - Bruges, di km 53,2 (ammiriamo Aalter e la statua dell'intagliatore di legno).

14^ tappa - Bruges - Torhout - Bruges, di km 60,6 (incantati da Bruges, la "Venezia del nord", dai mulini e dal castello Aertrijcke).

15^ tappa - Bruges - Sluis (NL) - Bruges, di km 60,3 (Olanda, mulini a vento, cicogne, traghetto a manovella, Bruges).

16^ tappa - Bruges - Ostenda - Bruges, di km 71 (ci godiamo la spiaggia, il mare del nord e i Polder).

17^ tappa - Roeselare - Torhout - Roeselare, di km 44,4 (visitiamo Roeselare e il castello di Wijnendale).

18^ tappa - Roeselare - Ieper, di km 38,4 (visitiamo i luoghi delle guerre mondiali).

19^ tappa - Kortrijk - Ingooigem - Kortrijk, di km 45,1 (visitiamo Kortrijk, i castelli Vichte e Rumbeke).

20^ tappa - Oudenaarde - Ingooigem - Oudenaarde, di km 40,6 (visitiamo Oudenaarde, i mulini, le campagne e la foresta).

21^ tappa - Oudenaarde - Brakel - Oudenaarde, di km 50,8 (assaporiamo Oudenaarde e il museo del Giro delle Fiandre).

22^ tappa - Geraardsbergen – Brakel – Ger. - Ninove – Ger., di km 65,8 (visitiamo Geraardsbergen e … la sua piscina!)

23^ tappa - Geraardsbergen - Beersel - Bruxelles – Ger., di km 92,6 (Muro di Grammont e lago di Geraardsbergen. Castello di Beersel).

24^ tappa - Bruxelles: promenade verte, di km 60 (visitiamo il castello Dilbeek e Bruxelles).

25^ tappa - ravel Namur e muro di Huy (di nuovo!), di km 20 (visitiamo Namur).

26^ tappa - Martelange - foresta - Hotte - Martelange, di km 32,2 (visitiamo le Ardenne e la foresta d'Anlier).

Il chilometraggio totale continua a crescere: quest’anno programmammo 1.255,4 km (ne percorremmo 333 nel 2008, 449 nel 2010, 767 nel 2012, 833 km nel 2013). Anche la lunghezza media delle tappe è aumentata negli anni con la crescita dei nostri fanciulli: fu 33,3 km nel 2008, 37,2 nel 2010, 42,6 nel 2012, 43,8 nel 2013, 48,3 nel 2015.

Comunque i km effettivi di Daniela, Anna, Luca e Marco sono stati inferiori (rispettivamente 405 km, 633, 801 e 1.070), avendo i primi tre optato talora per visite turistiche alternative alle pedalate o per sane giornate di svago sulla spiaggia del mare del nord, a un laghetto o in una piscina.

A sud di Liegi, su di una delle splendide “ravel” vallone.

NON È UN SOGNO! Utilizzare la bici per le visite turistiche significa godere ogni metro dello splendido territorio, scoprendo angoli e caratteristiche che sfuggono ai turisti motorizzati: chi usa l’automobile o l’aereo può contemplare tanti luoghi ma staccati gli uni dagli altri, mentre a piedi o a cavallo o in sella ogni località è armonicamente fusa alla successiva. Il turismo con i velocipedi non ha parentesi, attese o interruzioni, perché il viaggio stesso è vacanza e non trasferimento noioso. Il Belgio, come altre sagge mete, rende quasi sicura la mobilità dolce.

Di questa nazione meravigliosa ricorderemo sempre migliaia di emozioni, però la gioia più sublime ce l’ha donata la cordialità della sua popolazione: soprattutto la smisurata gentilezza e il grandissimo rispetto per l’utenza debole nella circolazione stradale. Infatti, ancor prima di chiedere informazioni a qualcuno, sono stati spesso i belgi a domandarci se avevamo bisogno di aiuto: indovinavano che cercavamo un indirizzo, o una sedia, o un cestino dei rifiuti e ci accompagnavano loro sulla strada giusta, o si offrivano di buttare loro una lattina al posto nostro! Da non credere che, vicino a Martelange, un boy scout sia accorso in bici (da un accampamento distante alcuni km) con una mappa al 50.000, su chiamata di un suo amico, per spiegarci la strada! Poco prima, non essendoci bar nelle vicinanze, siamo stati molto gentilmente accolti in una casa per consentirci di vedere in Tv la tappa del Tour de France che si concludeva proprio in vetta al muro di Huy, scalato da noi pochi giorni prima. Addirittura una signora a Rumbeke ci venne incontro per consigliarci, in fiammingo, di posteggiare poco più in là per parcheggiare all’ombra anziché sotto il sole rovente! Incredibile la cordiale ospitalità di un negozio di ottica a Moorselede e di un alimentari a Etikhove.

Riguardo alla priorità concessa a pedoni e ciclisti, basta avvicinarsi al bordo della strada per accorgersi che i veicoli si fermano e attendono il nostro transito. Le piste ciclabili, che a Roma sono continuamente bloccate da cartelli di stop in corrispondenza persino dei passi carrabili (“non soggetti a pubblico passaggio” secondo il codice stradale, quindi è assurdo che abbiano la precedenza!), in Belgio attraversano le strade avendo la precedenza su camion e autovetture. Ai semafori non sono i motori rombanti a imporre la loro supremazia, ma essi devono fermarsi indietro a una seconda linea e cedere la “pole position” alle due ruote che si dispongono in prima fila e possono partire con tranquillità per prime.

Il centro delle città non è terra di conquista per le “quattro ruote”: dove in Italia ci sarebbero enormi parcheggi per utilitarie o suv, ...

Sulla meravigliosa ciclabile tra Mechelen e Leuven (Lovanio).

DA SAPERE. A parte una comunità germanofona a sud-est, il Belgio è nettamente diviso in due regioni: a nord le Fiandre di lingua olandese e a sud la Vallonia francofona. Ed è talmente forte la separazione di queste due popolazione, che “all'incirca dal 1970 non esistono più partiti nazionali in Belgio, ma solo formazioni fiamminghe o valloni”. “Dopo le elezioni politiche del 2007 queste divisioni si sono ulteriormente accentuate” e “sono stati necessari 196 giorni per creare un governo.” Inoltre “dopo le elezioni del 2010 per 541 giorni il Belgio non ha avuto un governo.” (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Belgio). Il Belgio ha due uffici del turismo staccati l’uno dall’altro: www.fietsroute.org/ e www.belgique-tourisme.be/ Così uno dei primi dubbi che assale il visitatore è a chi debba rivolgersi per avere info sulla capitale! Essendo Bruxelles prevalentemente francofona, pur trovandosi nella parte settentrionale (il Brabante è incastonato nelle Fiandre) è competente il sito turistico vallone. Aggiungiamo che nel 1506 la capitale dei Paesi Bassi fu l’incantevole Mechelen, che si trova – guarda caso! – ampiamente in territorio belga (vedi foto A). Allora gli olandesi come possono vivere divisi in due stati (i fiamminghi in Belgio e gli altri nei Paesi Bassi)? E come fanno a stare insieme i belgi? Perché i belgi sono un popolo tranquillo e poi c’è una doppia ragione storica. 1) Nel 1830 scoppiò la rivoluzione e i fiamminghi, cattolici – sostenuti dalla Chiesa di Roma e aiutati dall’esercito francese, ottennero l’indipendenza contro gli olandesi – protestanti. 2) Le potenze europee temettero che il Belgio fosse annesso dalla Francia, così Leopoldo della Casa Sassonia-Coburgo ne divenne il re e l'indipendenza belga fu sancita nel 1839 (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_Belgio ).

A parte la curiosità storica, questa convivenza tra fiamminghi e valloni crea qualche seccatura a noi cicloturisti: è davvero arduo (noi abbiamo sprecato oltre due ore!) passare dall’eccellente rete ciclabile delle Fiandre alle limitrofe piste valloni! Alla periferia della capitale, i due itinerari sono vicinissimi però hanno caratteristiche assai diverse, sono privi di cartelli indicatori e soprattutto senza snodi di interscambio. La pista ciclabile intorno a Bruxelles, chiamata “Promenade verte”, è lunga circa 60 km, divisa in 7 sezioni e si dipana attraverso parchi urbani – spesso su sterrato – lungo marciapiedi e strade secondarie: http://geoportal.ibgebim.be/webmap/bruxelles_verts.phtml, http://www.environnement.brussels/uploadedfiles/Site/Particuliers/Th%C3%A8me_-_Espaces_verts,_faune_et_flore/Promenade_verte_FR.pdf?langtype=2060 A parte l’estrema difficoltà di trovarla, abbiamo apprezzato la “Promenade verte” sia come discreto tentativo di anello ciclabile attorno a una capitale sia per la presenza di fontanelle. Infatti l’erogazione stradale dell’acqua potabile, diffusa in molte zone d’Italia, è inesistente nel resto del Belgio quindi per bere bisogna rivolgersi ai bar o alle abitazioni. Meglio portarsi dietro un paio di borracce a testa.

A proposito di bere, la cosa più triste è la pessima abitudine di alcuni che gettano bottiglie e lattine vuote dal finestrino! Le autorità belghe sono corse ai ripari installando enormi cesti da basket ai lati delle strade, con cartelli che invitano almeno a fare canestro.

Premesso che, ovviamente, i pupi vanno catechizzati sui possibili PERICOLI sempre presenti anche nelle attività più semplici e nei luoghi più sicuri (però anche gli adulti non abbassino troppo l’attenzione), sono poche le avvertenze da segnalare:

· la maggior parte delle cadute avviene per distrazione;

· non abbiamo trovato schegge di vetri, ma si può forare per le spine vegetali o per gli scalini affrontati con vigore e senza alzarsi sulla sella; sono pochissime le buche stradali, però qualcuna si trova ed è meglio prestare sempre attenzione;

· in qualche tratto, le piste corrono di fianco a strade o a canali senza protezioni; non è raro che la pista sfoci in una via con traffico (sia pur scarso);

· le strade o gli attraversamenti richiedono massima attenzione; sulle piste vi sono talvolta improvvisi restringimenti o svolte cieche;

· le città belghe sono tutte ciclabili, specialmente Lovanio e Bruges (ad eccezione dell’incrocio segnalato male con la strada Leopold I Iaan, tra i punti 4 e 7 della ciclabile urbana), ma non è agevole pedalare nel centro di Anversa e in quello di Gent nonché a est di Oudenaarde (causa traffico, pavé, tratti sterrati e salite ripide);

· è pericoloso il breve tratto tra il Dender, fiume sinuoso, e l’abitato di Grimminge, punto 67;

· è ovviamente necessario allenarsi alla pedalata e alla posizione in sella, anche se mediamente non si è impegnati più di 3 ore al giorno;

· non è vero che il Belgio sia piatto, infatti la Vallonia è vallonata e sono ricche di strappi sia le Fiandre sia il Brabante; comunque con un po' di allenamento, con fiducia e pazienza si superano anche le salite e magari spaventerà meno l’idea di pedalare sui “sette colli” di Roma;

· il vento è insidioso, soprattutto vicino al mare (non solo frena l'avanzare della bici, ma è foriero anche di sbandamenti e cadute); in estate è meno sostenuto;

· l’orientamento sulle ciclabili fiamminghe si apprende con pazienza e un po’ di pratica: hanno numerato ciascun incrocio tra le piste, perciò l’itinerario da ricordare è una sequenza di numeri; occorre imparare a riconoscere i cartelli identificativi e all’inizio è dura perché i genitori giustamente hanno un occhio sui figli e l’altro sulla strada … mancandogli un terzo occhio per scorgere i knooppunten;

· purtroppo ogni tanto mancano le segnaletiche;

· resta un mistero il motivo per cui non ci sia un itinerario Fiets tra i knooppunten 27 e 65, ossia tra Beert e Halle (a pochi km da Bruxelles, verso sud ovest).

A sud est di Gent, sul famoso e insidioso pavé fiammingo.

TIRANDO LE SOMME. Siamo felicissimi di tutte le meraviglie contemplate quest’anno e nelle analoghe avventure delle estati passate. Siamo grati verso tutti coloro che ci hanno rifocillato e accolto per i riposi notturni; non ci siamo mai trovati male. Difficile (e forse ingiusto) fare delle classifiche. Però, un po’ per gioco, facendo un bilancio globale di tutte le nostre vacanze itineranti in sella, ecco ciò che abbiamo apprezzato di più e dove abbiamo speso meno:

Anche in Italia sarebbe possibile vivere / godere / assaporare un’indimenticabile avventura a tappe in bicicletta con i figli su di una pista ciclabile, come abbiamo sperimentato nel 2012 attraversando Torino o tra Lombardia ed Emilia Romagna e nel 2013 dal Veneto al Trentino Alto Adige. A consentire e agevolare il sano turismo dolce sono le decisioni oculate del governo centrale e degli amministratori locali: spetta a loro scegliere se incoraggiare il benessere (anche economico) di tutti e a lungo termine, oppure se favorire la speculazione di pochi con la distruzione del territorio. Sta a noi, “elettorato attivo”, selezionare politici onesti e competenti.

Marco Cerisola, Daniela Zappa, Anna e Luca Cerisola, 2015








A sud di Liegi, su di una delle splendide “ravel” vallone.

(*) Sono numerosi i libri editi da Ediciclo. Hanno una collana dedicata al cicloturismo per le famiglie ed è stato difficile scegliere tra i molti itinerari proposti dalle loro pregevoli guide. Desideriamo ringraziare la grande professionalità della gentilissima grafica Vanessa Collavino che, avendo ascoltato pazientemente le nostre esigenze, ci ha fornito consigli preziosi per la scelta della méta.

A Mechelen ci sono giochi per i bambini pure vicino ai monumenti.

Bruges, l’incantevole “Venezia del nord”.

L’affascinante castello di Wijnendale, del 1085.

Galmaarden: un’altra statua a un altro cavallo.

Quante volte, non trovando la strada, qualcuno ci ha accompagnato!

Si noti che questa signora di Moorslede ha il computerino sulla bici!

In Italia si vorrebbe fluidificare il traffico, invece in Belgio viene rallentata apposta la velocità dei veicoli motorizzati.

Nelle Fiandre hanno numerato gli incroci delle piste ciclabili: ad esempio questo è il “knooppunten” 54; per andare all’ 80 bisogna attraversare il ponte e proseguire dritti sull’altra sponda.

Luca riesce a scalare tutto l’acerrimo “Muro di Huy”.

Un light designer ha reso Gent ancor più suggestiva.

Verso Torhout, il castello di Aertrijcke.

La splendida Markt platz di Geraardsbergen.

A sud ovest di Bruxelles, il castello di Beersel.

Le stazioni ferroviarie non hanno bisogno di grandi posteggi, perché ciascuna bici occupa poco spazio.

A Roma le ciclabili si interrompono ad ogni “passo carrabile”, invece in Belgio sono le strade delle autovetture a cedere sempre la precedenza alle bici che non hanno quasi mai lo stop.

Purtroppo la “Promenade verte”, che gira attorno a Bruxelles, non si interseca con le ciclabili fiamminghe. Avendo anche cartelli insufficienti, è difficile trovarla.

Anna sulle ripide rampe del “Muro di Grammont” ("di Geraardsbergen").

Vicino a Bruges, l’unico giorno di pioggia di tutta la vacanza!

Canali tra i “polder”, la terra rubata al mare.

Grimminge: monumento a un cavallo.

A ovest di Bruxelles, il castello di Dilbeek.

Sotto al duomo di Gent c’è un posteggio solo per le bici che ha tutto ciò che serve ai ciclisti e alle famiglie.

Ai semafori la “pole position” è di diritto delle bici: le automobili devono fermarsi dietro alla seconda linea e aspettare che al verde partano prima i ciclisti.

Anna si arrampica sulle cotes della Vallonia.

Luca sta per conquistare il terribile “Kapelmuur” (altro appellativo per il“Muro di Grammontanche detto "di Geraardsbergen")).