Salite in Giro e Tour

Questa pagina è on line dalle ore 17:00 di domenica 10 dicembre 2023  e comprende l'intero studio.

I percorsi 2024 del Giro d’Italia e del Tour de France: analisi delle montagne e dei tracciati – Partendo dall’ “indice Cerisola” (su ciascuna salita) calcoliamo il “voto Cerisola” (su tutte le ascese del percorso) e la “probabilità Cerisola” (quante chance di vittoria finale ha uno scalatore?)  ©

 

  Formule, elaborazioni, tabelle e testo (del 2023 sul 2024) di Matteo e Luca Cerisola, con richiami a formule, elaborazioni, tabelle e testi già pubblicati tra il 2006 e il 2023 da Marco, Matteo, Anna e Luca Cerisola. Sono coperti dal diritto d'autore: si vedano le condizioni nella Home page.

 

Queste periodiche considerazioni desiderano essere un annuale tentativo di risposta ai quesiti:

- i tracciati 2024 delle due maggiori corse a tappe sono stuzzicanti per gli scalatori?

- agli scalatori consigliamo di partecipare al Giro oppure al Tour?

- i percorsi delle edizioni passate erano più allettanti per gli amanti delle salite?

Come facciamo dal 2014, abbiamo esaminato anche l’incidenza penalizzante delle tappe a cronometro e delle frazioni con lunghi tratti dissestati (lastricati con pavé o sterrati). 

Il nostro modesto contributo è uno studio matematico, che speriamo sia comprensibile anche a chi non ama i numeri e le equazioni (basta limitarsi a leggere il testo, saltando le formule).

Marco, essendo da luglio 2016 Presidente del Consiglio del IX Municipio di Roma e poi dal 2021 Consigliere rieletto nella stessa Istituzione, aveva rinunciato a questo studio annuale dei tracciati e delle salite. Così se ne è occupato Matteo, coadiuvato da Luca, da Anna e dalle indicazioni di Marco. Grazie di cuore ai figli Matteo, Luca e Anna che continuano l'opera del babbo.

Sommario:

Come primo passo analizziamo dunque la durezza di ogni ascesa (pendenza media e massima, clivometria del tratto più ostico, dislivello, caratteristiche del fondo stradale) presente sul percorso delle tappe disegnate dagli organizzatori, basandoci sulla nostra conoscenza diretta, sul superlativo lavoro editoriale della Ediciclo, sull’imponente banca dati di http://www.salite.ch e sui due siti ufficiali degli organizzatori delle due più importanti corse a tappe, presentate ufficialmente martedì 17 ottobre (il Giro) e mercoledì 25 ottobre 2023 (il Tour): 

https://www.giroditalia.it/il-percorso/                 

https://www.letour.fr/en/stage-1     


Abbiamo consultato anche il sito https://www.gardaoutdoor.blog/tour-de-france/tour-de-france-2024/tour-de-france-2024-il-percorso/#:~:text=1%20tappa%3A%20Firenze%20Rimini,7%20GPM anche se contiene un errore nella loro analisi della 21^ tappa.

Per esprimere con un valore numerico riassuntivo e preciso la difficoltà di ogni colle, l’algoritmo più idoneo è – a nostro giudizio – l’ “indice C.e.r.i.s.o.l.a.” © (cliccare sul link per vederne principi, caratteristiche e modalità di calcolo).

Poi verifichiamo quanto le salite siano distanti dai traguardi di ogni giornata: più sono lontane, più è probabile che uno scalatore in fuga venga ripreso e quindi non tragga alcun giovamento, ai fini della classifica, dalla montagna sulla quale è scattato. 

Infatti in pianura l'ostacolo maggiore all'avanzamento nello spazio di un ciclista è la resistenza dell'aria (cliccare sul link, per saperne di più) che è un freno minore per chi pedala in scia dentro al gruppo, come capita al plotone che insegue i fuggitivi, facendo meno fatica di loro.

Con i dati dettagliati di ogni salita elaboriamo l’“indice Cerisola”, ponderandolo con la distanza di ogni valico dal traguardo. Sommando ogni indice ponderato, otteniamo i “voti” di ciascuna tappa. Dalla somma di questi ultimi ricaviamo il nostro “VotoCerisola sul complesso delle salite della corsa a tappe, in base alle aspettative dei salitomani.

La formula che usiamo, modificata rispetto a quella usata negli anni passati, è quindi la seguente (formula 1):

dove:

Dato che non avrebbe senso dividere un numero per zero, per evitare che ciò possa accadere nel caso di un arrivo in salita (in cui quindi k = 0) il valore di k è sempre posto almeno pari a 10 km.

Nell’equazione, la sommatoria indicizzata a s elabora il “voto di ciascuna tappa”, tenuto conto delle s salite e giudicando la selettività di ogni salita tramite l’ “indice Cerisola”.

Se poi moltiplicassimo il voto di ciascuna tappa per 0,9 si otterrebbe il n° di stelline che segnalano l’interesse di quella frazione. In fondo alla pagina sono riportate le tappe aventi almeno una stellina e di cui consigliamo la visione.

Invece la sommatoria indicizzata a t fornisce il “voto totale delle salite della corsa a tappe”, ossia il “Voto Cerisola”.

Mettendo da parte le formule per un momento, vediamo come possono essere classificate le salite per ognuna delle corse a tappe che si sono svolte in questi anni. 

Tabella A - DIFFICOLTÀ DELLE ASCESE E QUANTE POTREBBERO RISULTARE DECISIVE:


Come leggere la tabella?

- La tabella va letta per colonna, tenendo presente la distinzione tra Giro (righe in verde) e Tour. 

- La colonna "ascese terribili3" è un sottoinsieme della colonna "ascese dure2", la quale è compresa (è un “di cui”) nel conteggio della colonna delle ascese “vere”1

- I valori in grassetto indicano i 2 numeri maggiori per colonna, così da risaltare il valore maggiore in corrispondenza rispettivamente del Giro e del Tour

- La colonna riportante le ascese decisive (sottoinsieme di quelle "vere") si ritiene di particolare importanza, come vedremo tra poco.

Di seguito una descrizione delle singole colonne:

1 Salite con “indice Cerisola” < 6,7 (cioè, in estrema sintesi, dislivello > 300 m, pendenza media > 5% e p. max > 9%).

2 Ascese con “indice Cerisola” < 5,0 (ossia dislivello > 500 m, pend. media > 7% e p. max > 12%).

3 Colli con “indice Cerisola” < 2,2 (che presentano lunghi tratti oggettivamente terribili).

4 Asperità decisive: tanto più una salita è posizionata vicino all’arrivo tanto più sarà considerata decisiva. Per essere classificata come tale una salita deve soddisfare la seguente equazione (formula 2): 

ove I si ricorda essere l'indice Cerisola. Questo indice di incidenza della salita sulla tappa può essere inteso come un'approssimazione di quanto contenuto nelle parentesi quadre della formula del "Voto Cerisola" in riferimento alle varie salite.

L'attendibilità di questo indicatore è confermata dall'esito delle tappe: dal 2004, in solo una tappa risultò decisiva una salita che non era stata da noi considerata tale. Accadde nel 2018, quando Froome attaccò da solo sul Colle delle Finestre, a oltre 70km dall'arrivo; secondo alcuni Froome nemmeno avrebbe dovuto partecipare alla competizione per un sospetto caso di doping.

Alcuni esempi di asperità decisive:

- il Valico della Somma (PG, TR) o il Col de Puymorens [“indice Cerisola” > 7]  solo se collocati a meno di 6 km dal traguardo (in pratica, l’arrivo dovrà essere in vetta);

- il passo Sella (TN, BZ) o il Col de Telegraph [“indice Cerisola” > 5] se posti a meno di 19 km;

- il Terminillo (RI) o l’Izoard [“indice Cerisola” > 3] se superati a meno di 31 km;

- il Mortirolo (SO) [“indice Cerisola” = 1,407] non dovrebbe essere allontanato dall’arrivo per più di 41 km.

5 Tappe aventi almeno una stellina (n° di stelline = voto di ciascuna tappa * 0,9).

Dalla tabella appena illustrata si evincono già alcune indicazioni. La differenza più netta tra le due celebri manifestazioni ciclistiche di solito è il numero di salite acerrime da “domare”: mentre nella nostra penisola ve ne sono diverse e vengono spesso sapientemente poste nei finali di tappa, la maglia gialla per decenni non ne ha trovato nessuna sotto le sue ruote.

Una l’affrontò nel 2012 (il Col du Granier, da Chapareillan – Isère, nella 12^ tappa) ma a 141 km dal traguardo!

Invece nel 2017 ne vedemmo ben 2 nel finale della 9^ tappa francese.

Un'altra marcata caratteristica della corsa italiana è sempre stata la frequente presenza di molte impennate nelle tappe "secondarie", che - se ben posizionate - lasciano il segno nella gara e contribuiscono ad alzare il "punteggio" nell'analisi che verrà illustrata tra poco; solo nel 2017 la situazione fu rovesciata.

Dal 2010 in poi, le salite del Tour sono diventate via via più appetibili per gli scalatori, soprattutto perché posizionate meglio. I percorsi francesi 2014 e 2016 sono stati i MIGLIORI degli ultimi 25 anni [vedi la Tabella A e le nostre analisi dei precedenti tracciati] e per la 1a volta la corsa transalpina nel 2014 è stata più congeniale per i montanari rispetto al Giro! Quelle edizioni hanno presentato un buon numero di ascese dure e avevano inserito asperità “chiave” negli ultimi km di parecchie frazioni. 

Ciò sorprende positivamente, in quanto, per decenni, l'abitudine del Tour era, purtroppo, di collocare male i colli (fu emblematico lo spreco transalpino nel 2012: il Grand Cucheron addirittura a 186 km dall’arrivo nella 12^ tappa, la Madeleine a 100 km nell’11^, il Menté a 114 km nella 17^, l’Aubisque a ben 140 km e il Tourmalet a 76 km nella 16^. Nel 2015 furono diverse le montagne ininfluenti per la classifica. Nel 2016 venne sprecato solo il Tourmalet, posizionato a 97 km dal traguardo dell’8^ tappa. Nel 2017 fu un peccato vedere Biche e Grand Colombiere a 113 km e a 89 km nella 9^ frazione, nonché la Croix de Fer a 105 km nella 17^).

Nel 2018 sono state sprecate la Montée du plateau des Glières a 91 km nella 10^ tappa, la Madeleine a 122 km nella 12^, Aspin e Tourmalet a 122 km e a 92 km nella 19^. Nel 2019 sono risultate inutili il Grand Ballon a 117 km dal termine della 6^ tappa, il Vars a 125 km dal traguardo della 18^ e il Roselend a 94 km dall’arrivo nella 20^. Nel 2020 sono state vanificati il Cormet de Roselend a 121,5 km dal termine della 18^ tappa, il Turini a 89 km dalla conclusione nella 2^, l’Hourcère a 85 km dal traguardo della 9^, il Menté a 81 km dall’arrivo nella 8^ e la Madeleine a 61 km nella 17^. Invece il molto impegnativo Fromentel, pur collocato a ben 64 km dalla fine della 15^ tappa, ha “pesato” sulla classifica finale del Tour perché seguito dalla Biche – decisamente dura – e infine dalla Colombiere.

La competizione transalpina nel 2020 è stata la più ricca di montagne della storia avendo messo sul piatto numerose belle scalate, spesso ben posizionate. Per il tracciato 2021 gli organizzatori del Tour sono tornati ad allontanare eccessivamente dai traguardi di tappa diverse montagne serie: il Saxonnex nell’8^ frazione, Dormancy, Saises, Pré e Cormet de Roselend nella 9^, Liguière nella 11^, Montségur nella 14^ e Peyresourde nella 17^ tappa.

Nel tracciato del Tour 2022 sono state troppo lontane dai traguardi di tappa solo l’Aspin nella 17^ frazione (era a meno 64 km) e l’Aubisque nella 18^ (si trovava a 67 km dallo striscione di giornata); mentre le altre 12 salite dure furono decisive e ben 6 di esse furono sede di tappa!


Nel percorso del Tour 2023 sono state troppo lontane dai traguardi di tappa il Cou e il Feu nella 14^ frazione (a meno 117 km e a meno 99 km) e il Forclaz de Montmin nella 15^ (si trovava a 98 km dallo striscione di giornata); mentre le altre 13 salite dure furono decisive e 4 di esse sono state sede di tappa.  Invece nel percorso francese 2024 le montagne sprecate saranno il Barbotto a 69 km dalla conclusione della 1^ tappa, il Tourmalet a 62 km dalla fine della 14^, il Vars a 102 km dallo striscione della 19^ e soprattutto nella 15^ frazione il Peyresourde a 191 km dal traguardo, il Mentè a 148, il Portet d’Aspet a 133 km. 

Il percorso 2016 della “corsa rosa” non è stato male, però peccato per il Giau a 41 km dal termine della 14^ tappa (comunque ugualmente assai impegnativa) e soprattutto per l’Agnello a 55 km dallo striscione della deludente 19^ frazione. Nel Giro 2017 purtroppo il Blockhouse venne scalato solo in parte (infatti Tom Dumoulin limitò i danni), inoltre furono vanificati il Mortirolo (a 138 km nella 16^ frazione) e il Grappa (a 67 km nella 20^). Nell’edizione 2017 italiana c’erano poche salite dure e più km a cronometro da noi che in Francia! Nel 2018 sono risultati troppo lontani dal traguardo il duro passo del Termine (posto a 118 km dall’arrivo nell’11^ tappa), il Ragogna e l’Avaglio (a 138 km e a 76 km dalla conclusione della 14^ tappa) e il Tre Croci (a 65 km nella 15^). Nel 2019 sono stati sprecati il Gavia (situato a 95 km dal traguardo nella 16^ tappa), il duro Cima Campo (posto a 109 km dall’arrivo nella 20^ frazione), le ascese ai castelli romani (Rocca Priora a 131 km e Rocca di Papa a 114 km dalla conclusione della 5^ tappa), nonché il Pian del lupo (a 62 km nella 13^). Nel 2020 sono risultati inutili il passo Lanciano (collocato a 108 km dall'arrivo dela 9^ frazione), lo Spig e l’Aperta (situati rispettivamente a 150 km e a 104 km dal traguardo nella 16^ tappa), il Barbotto (posto a 115 km dall’arrivo nella 12^ frazione), il Valbona e il Bondone (rispettivamente a 141 km e a 86 km dalla conclusione della 17^ tappa), nonché il Castrin (a 143 km nella 18^) e soprattutto l’Agnello (a 92 km dalla fine della 20^ tappa).   Il tracciato 2021 nello “stivale” ha affrontato meno salite rispetto al recente passato, però collocandole decisamente meglio perché posizionate vicino alla conclusione della tappa. Quindi quasi la metà di esse risultarono decisive, offrendo agli scalatori ben 5 frazioni ghiotte per mettere una seria ipoteca sulla vittoria finale. Furono sprecati solamente il monte Morello, il Fedaia e il Mottarone (situati rispettivamente a 127 km dall’arrivo della 12^ tappa, a 84 km dal traguardo della 16^ frazione e a 93 km dallo striscione della 19^).  Il percorso 2022 nello “stivale” totalizzò vari record: solo nel 2020 ci furono più montagne “vere”, però con 21 ascese davvero dure – di cui 11 sicuramente decisive – il “Voto Cerisola” alle salite (si veda l’equazione 1) raggiunse il valore più alto della storia, offrendo agli scalatori ben 8 frazioni ghiotte per mettere una seria ipoteca sulla vittoria finale. Però furono sprecati il monte Scuro (posto a 60 km dall’arrivo nella 7^ tappa), il muro di Guardiagrele (situato a 93 km dal traguardo nella 9^ frazione), Pila-Les fleurs (-72 km nella 15^), Croce Domini e Mortirolo (rispettivamente a 142 km e a 72 km dall’arrivo della 16^ tappa) e il San Pellegrino (-85 km nella 20^).

Mai il percorso italiano ha avuto così tante ascese dure come nel 2023: ben 22, di cui 12 furono decisive. Soprattutto grazie a questo, il “Voto Cerisola” alle salite 2023 (si veda l’equazione 1) ha superato il valore record del 2022 (il quale fu più alto del picco storico toccato nel 2021) e furono quindi 8 le tappe “super” per gli scalatori. Ma furono sprecati il durissimo Valcava (posto addirittura a 144 km dall’arrivo nella 15^ tappa), il S. Barbara, il Bordala e l’Albaredo (situati a 122 km, 116 km e 73 km dal traguardo nella 16^ frazione), nonché il Valparola (-72 km nella 19^). Il tracciato del Giro 2024 avrà meno salite rispetto alle edizioni recenti, ma saranno pur sempre ben collocate, perché verranno sprecati solo il Bracco (a 114 km dall’arrivo della 5^ tappa), il Capistrello (a 115 km dalla conclusione dell’8^), il San Zeno (a meno 157 km nella 15^) e lo Stelvio (a -149 nella 16^). 


Dopo questa digressione, riprendiamo la formula scritta prima della tabella A. Prima di assegnare i "voti Cerisola", notiamo che nel 2024 (come accadde nel 2021) le Regioni in cui non transita il Giro sono ben 6. Invece nel 2023 iniziare il percorso dall’Abruzzo consentì di transitare in 17 Regioni (escludendo purtroppo Calabria, Sicilia e Sardegna), mentre il tracciato 2022 saltò 5 Regioni su 20. 

Il nostro “voto”, quasi sempre favorevole al Giro, premiò invece il tracciato del Tour nel 2014, nel 2016 e nel 2017. Nel 2017 avvenne più per demerito del Giro che non per meriti del Tour.     

Il massimo "voto Cerisola" è teoricamente 10, perciò 6 è la sufficienza risicata: voti più bassi indicano che - a nostro modesto parere - l'insieme delle salite inserite in quel percorso NON soddisfa gli scalatori.

Tali voti complessivi finali delle salite sono, secondo noi:

Tabella B

In grassetto sono stati enfatizzati i valori più alti sia per il Giro che per il Tour.

Perciò, con riferimento agli ultimi 18 anni, il Tour 2023 e il Giro 2023 hanno avuto l’offerta di salite più interessante in assoluto per i grimpeur, grazie alle salite inserite nei finali di tappa. Comunque niente male l’altimetria 2024 per entrambe le corse a tappe più importanti del calendario ciclistico professionistico.

Come simpatica “prova del 9”, verifichiamo quante ascese inserite nel percorso sono state in passato scalate anche da uno degli autori di questo studio (Marco): essendo stato un salitomane collezionista di asperità acerrime, se un colle non l’ha scalato sarà forse perché probabilmente non è abbastanza tosto? :)

Tabella C - N° salite delle quali abbiamo conoscenza diretta:

In grassetto sono stati enfatizzati i valori maggiori di ogni colonna.

Questa tabella (C) solitamente ci porta a ribadire le nostre conclusioni, anche se essa non tiene conto della distanza dei valichi dai traguardi parziali. Come si nota, spesso c’è una correlazione ex post tra le salite affrontate da Marco, quelle inserite nei tracciati e il “voto complessivo finale” scaturito dalle formule. Talvolta non è stato così: pazienza!

Per informazione, segnaliamo le TAPPE del Giro e del Tour che – negli anni recenti – hanno meritato il nostro voto migliore:

15^ del Giro 2007, con S.Pellegrino, Giau, Tre Croci e Tre Cime di Lavaredo = voto 2,195;

15^ del Tour 2023, con ben 7 colli, Fleuries, Forclaz de Montmin, Marais, Croix Fry, Aravis, Amerands, St Gervais Mont Blanc   = voto 2,136.

La 20^ tappa del “Giro” 2012 è emblematica: a molti pareva (a prima vista) una frazione per grimpeur, mentre noi la giudicammo meno tosta della 17^ e soprattutto della 19^ frazione. Infatti la massacrante tappa del giorno prima e il durissimo Mortirolo – appena scalato ma lontano ben 57 km dal traguardo – spaccarono le gambe ai camosci (ciclisti forti in salita) che giunsero con poche energie sullo Stelvio: i tempi di scalata dei professionisti furono addirittura più lenti di quelli abitualmente realizzati dai migliori “amatori” nelle competizioni denominate “Re Stelvio” (vedi sotto la Tabella D).

Per la cronaca (per utile raffronto), nella 14^ tappa del Giro 1999, sulla Fauniera la velocità ascensionale media (VAM) di Pantani fu 1735 metri/ora; vam 1699 per Gotti (che vinse quel Giro), 1673 per Jalabert (maglia rosa alla partenza), 1662 per Savoldelli (che vinse quella tappa con una discesa da brivido verso Demonte: in essa impiegò 2’45” meno di Pantani e 2’51” meno di Camenzind), 1623 per Camenzind (che nel 1998 vinse Mondiale e Lombardia).

Tabella D

Tempi dei PROFESSIONISTI nel 2012

1.07'15" per Rodriguez = vam 1374 (maglia rosa alla partenza della tappa), 1.07'26" per Scarponi (che vinse il Giro nel 2011), 1.07'28" per Hesjedal (che vincerà poi il Giro), 1.07'51" per De Gendt (vincitore in vetta), 1.08'47" per Cunego = vam 1343 (2° al traguardo di quella frazione), 1.09'32" per Pozzovivo (dominatore della Punta Veleno 2012), 1.10'41" per Nieve = vam 1307 (spagnolo, 3° all'arrivo, che ha trionfato in arrampicate alla Vuelta 2010 e al Giro 2011).

Tempi degli “AMATORI” nelle “Re Stelvio”

1.02'25"60 per Alessandro Magli = vam 1480, quasi 40enne nel 2007, 1.03'52"05 per Andrea Aquistapace, 22enne nel 2009, 1.03'59" per Attilio Romani, senior (33-39 anni) nel 2003, 1.05'12" per Nicola Golinelli senior nel 2011, 1.05'46" per Wolfang Niederegger senior nel 2008, 1.08'11" per Oswald Weisenhorn, 40enne (o più) nel 2012, 1.16'31" per Marina Ilmer = vam 1208, nel 2010, miglior tempo femminile di sempre, … 1.36’25” per Marco nel 2007 = vam 958.

Agli appassionati delle montagne consigliamo le seguenti FRAZIONI e annotiamo accanto il nostro “voto di tappa” e le stelline.

Si ricorda che, come scritto precedentemente, il n° di stelline che segnalano l’interesse di una frazione è ottenuto moltiplicando per 0,9 il voto di ciascuna tappa (ossia quanto contenuto nelle parentesi quadre della prima formula di questa pagina).


9 tappe per il Giro:  


1^ tappa  -  sabato 4.5   (Berzano, Superga, Maddalena TO)      0,695

2^ tappa - domen. 5.5    (Oasi Zegna, Nelva, Santuario Oropa)    0,885

8^ t.  -  sab. 11.5 (F.Cerro, Capistrello, Montereale, Cr.Abbio, Prati Tivo)   0,905

10^ t.  mart. 14.5 (Camposauro, Cusano Mutri - Bocca della Selva)  0,766

15^ t.  domen. 19.5 (Lodrino, S.Zeno, Aprica, Forc.Livigno, Liv. Eira Mottol.)  1,508

16^ t. mart. 21 (Eira, Foscagno, Stelvio, Pinei, S.Cristina Valg. M.Pana) 1,770 **

17^ merc. 22.5 (Sella, Rolle, Gobbera, Brocon da nord, Brocon da sud) 1,391

19^ tappa  -  venerdì 24.5.2023 (Duron, Valcalda, Sappada)  1,124

20^ tappa - sabato 25.5  (muro Ca' del Poggio, 2 volte il M.Grappa)   0,514.

 

9 tappe per il Tour:


1^ t. -  sab 29.6 (Tre Faggi, Spinello, Barbotto, S.Leo, Montemaggio, S.Marino)     0,622

2^ t. - dom. 30.6 (Monticino, Galisterna, Bottegh.Zocca, Montecalvo, 2 v. il S.Luca) 0,967

4^ tappa  -  martedì 2.7      (Sestriere, Montgenèvre, Lautaret, Galibier)       0,514

11^ tappa - mercol. 10.7 (Neronne, Puy Mary Pas Peyrol, Pertus, Font de Cère)   0,829

14^ t. sab.13.7 (Tourmalet, Hourquette d’Ancizan, Saint-Lary-Soulan - Pla d’Adet) 1,142

15^ t. - dom.14.7 (Peyresourde, Menté, Portet d'Aspet, Agnes, Plateau de Beille) 1,308 

17^ tappa  -  mercoledì 17.7.2024    (Bayard, Noyer, Superdévoluy)    0,950

19^ tappa  -  venerdì 19.7           (Vars, Bonette, Isola 2000)           1,021

20^ tappa  -  sabato 20.7    (Braus, Turini, Colmiane, Couillole)     0,997.

N.B.: il “voto complessivo” tiene conto dei voti di TUTTE le frazioni, anche di quelle meno selettive e quindi non elencate sopra.

 

Sino all’autunno 2013 la nostra analisi si fermava qui. Ma da ottobre 2014 proviamo a studiare quanto i grimpeur siano danneggiati dalle TAPPE A CRONOMETRO e dalle frazioni con lunghi tratti dissestati (lastricati con pavé o sterrati). 

Queste tappe incidono meno nella 3^ settimana (l'ultima di entrambe le manifestazioni), quando contano maggiormente la resistenza e le energie residue ossia quando “pesano” meno le attitudini specialistiche. Se in tali frazioni si deve affrontare un certo dislivello, gli scalatori risulteranno meno sfavoriti. Supponiamo che al crescere della distanza aumenti in modo proporzionale il distacco accusato dagli scalatori nei confronti dei passisti.

Quando le cronometro sono a squadre, i “camosci” sono handicappati ancor di più perché solitamente dispongono di squadre meno forti rispetto ai passisti e anche i loro compagni di team devono spingere al massimo (invece nelle crono individuali i “gregari” si risparmiano per conservare le energie da spendere durante le tappe montuose nell’aiuto al capitano). Però per esse non vale il ragionamento svolto sopra relativo alla 3^ settimana, in quanto diversi corridori si sono già ritirati e questo penalizza le squadre meno forti.

Ovviamente qualora uno scalatore militi in una formazione molto robusta e gli venga consentito di “curare la classifica generale”, allora la cronosquadre per lui sarebbe un vantaggio anziché una penalizzazione.

[Aggiungiamo un giudizio “politico” che esula dall’analisi matematica: da quanto appena esposto scaturisce la nostra contrarietà verso le crono a squadre che, favorendo i team aventi sponsor più potenti e un budget più elevato – cioè disponendo di un maggior numero di campioni – secondo noi risultano particolarmente inique.]

L'equazione ulteriore che abbiamo introdotto dall’autunno 2014 è la seguente (formula 3):

dove:

La sommatoria relativa alla parentesi quadra elabora la “penalizzazione” per i "camosci" derivante da quelle tappe.

Invece la divisione per 10 della differenza tra il “voto Cerisola” e la penalizzazione totale fornisce la “probabilità Cerisola” che – secondo il nostro modesto studio – hanno gli scalatori di vincere quella corsa a tappe in quell’anno con tale tracciato.

Tale formula può essere dunque usata per fare un pronostico sul possibile vincitore del Giro d'Italia e del Tour de France.

Si ricorda che la probabilità di un evento aleatorio è un numero compreso tra 0 (evento impossibile) e 1 (evento certo). Perciò 0,5 costituisce una probabilità del 50%.

Queste probabilità sono quelle indicate nella tabella seguente (Tabella E) nella quale si confrontano i pronostici (derivanti dall'analisi sul "voto Cerisola" e "probabilità Cerisola" svolta ex ante) con quanto si è verificato nella realtà.

Mettendo a confronto analisi teorica e realtà empirica, gli “albi d’oro” sembrano confermare ex post questa analisi. Nel complesso l'errore del nostro parametro è limitato (4 casi su 30, ossia un livello di attendibilità pari quasi al 90%). Nelle edizioni 2008, 2010 e 2021 il risultato effettivo (le caratteristiche di ciascun vincitore finale) è stato in linea con il valore elaborato come "voto Cerisola" (sul complesso delle salite), però ha smentito la stima della "probabilità Cerisola".

Ovviamente ciò è dipeso dal famoso adagio: “le corse le fanno i corridori e non i percorsi” :)  

Come detto sopra (poco prima dell'equazione della "probabilità Cerisola"), va notato che Bernal, vincitore del Tour 2019, correva per la squadra più forte, quindi è normale che non abbia subìto la fortissima penalizzazione – ai danni degli scalatori ingaggiati da team meno blasonati – prevista nella nostra formula di calcolo della “probabilità Cerisola” a causa della cronosquadre quasi piatta di 27 km.

Tabella E

Legenda:

- I valori in grassetto indicano i 2 numeri maggiori per colonna, così da risaltare il valore maggiore in corrispondenza rispettivamente del Giro e del Tour;

- In rosso sono stati scritti i soli 4 casi in cui la "probabilità Cerisola" non ha rispecchiato il risultato effettivo, espresso in termini di caratteristiche del vincitore finale.


Quindi, in conclusione, se uno "scalatore" fosse indeciso a quale corsa a tappe partecipare, guardando questo studio potrebbe ipotizzare teoricamente di avere – ceteris paribus e rispetto a un generico "passista" – l’86% di probabilità di vincere il Giro 2024 e l’81% di probabilità di imporsi al Tour 2024.

Perché nella nostra Penisola nel 2024 ci saranno un po’ meno salite rispetto alla competizione transalpina, però saranno più dure e meglio piazzate all’interno delle tappe. L’effetto delle montagne italiane – favorevole agli scalatori – sarà tale da compensare ampiamente le due cronometro e i tratti di sterrato.

Il percorso del Tour 2024 sarà simile a quello del Giro, ma – avendo ascese un po’ meno difficili e cronometro più corte nonché meno “da specialisti” – sarà meno selettivo sia per i grimpeur sia per i passisti; quindi consiglieremmo a un velocista e a un "cacciatore di tappe" di partecipare alla corsa “gialla” 2024, che si preannuncia meno faticosa per chi trascurerà la classifica generale per puntare invece ai successi parziali.

Pertanto, anche nel 2024 – come spesso accade e come abbiamo dimostrato matematicamente per gli ultimi 18 anni – gli scalatori troveranno nella nostra penisola un percorso ideale.



APPENDICE: cliccare su questo link per leggere alcune riflessioni in materia di salute e di sicurezza dei ciclisti.  


Analisi del Tour e del Giro brevettate il 09.12.2023 e pubblicate, on line qui, il 10.12.2023 alle ore 17:00. 

Matteo Cerisola, Luca Cerisola, Anna Cerisola e Marco Cerisola


P.S.: questa pagina web è gentilmente citata e linkata dal 20 maggio 2015 da Joost Overhoff nella pagina olandese del sito http://www.cacciucco.nl/teksten/blog_files/5f9b7954580e0d8419075a7d54550234-83.html. Onoratissimi, ne ringraziamo l'Autore.