La nostra scuola propone 2 corsi: il Wing Chun e la Scherma di bastone. Il programma del Wing Chun prevede una prima fase dove si studia una selezione di tecniche per la difesa personale a mani nude, che comprende difese da calci, pugni, prese, cadute e introduzione alla difesa al suolo. Una seconda fase di studio specifico dello stile Wing Chun, basato sulle 4 forme a mani nude e 2 con le armi specifiche. Infine una terza fase dove si mette tutto in pratica attraverso il combattimento libero.
Il programma della scherma di bastone prevede lo studio di 6 armi: bastone corto, bastone da passeggio, bastone lungo, coltello, doppio bastone e lancia. Il percorso è diviso in 3 fasi: nella prima si studiano le tecniche di ogni arma e la coordinazione con gli spostamenti del corpo, nella seconda si allenano le strategie, le distanze e il timing tipici delle differenti armi. Nella terza fase si affrontano i combattimenti, cercando di comprendere punti di forza e debolezze di ogni arma.
Wing Chun è l’abbreviazione di Wing Chun Kuen che significa “il metodo di allenamento a mani nude del sistema di arte marziale di Wing Chun”. Storicamente ha avuto origine nel Sud della Cina da una monaca (o monaco) Buddista chiamata/o Ng Mui intorno alla metà del 1600, tramandato alla allieva Yim Wing Chun e reso famoso verso la metà del 1900 dal Maestro Yip Man a Hong Kong e dal suo allievo e attore Bruce Lee. Il Wing Chun è un sistema di combattimento basato sull’efficienza, sviluppato per la sopravvivenza e la limitazione dei danni, perciò molta enfasi è posta sulla salvaguardia della salute in tutti i movimenti e le posizioni.
Caratteristici del sistema sono la contemporaneità dell’attacco e della difesa, l’uso di calci bassi e di un semplice ed evasivo uso degli spostamenti. I concetti chiave sono: sensibilità, riflessi da contatto e “prendere in prestito” l’energia dell’avversario. Wing Chun insegna agli studenti come usare il proprio corpo efficientemente per generare più potenza attraverso la coordinazione dei movimenti, il corretto uso della struttura del corpo, oltre al perfezionamento e l'integrazione delle abilità mentali e fisiche: velocità, potenza, coordinazione, rilassamento, concentrazione e percezione.
Il Wing Chun è uno stile di Kung Fu o Wu-Shu tradizionale. Consiste nello studio delle Forme, molto importanti e presenti in tutte le arti marziali asiatiche, cioè sequenze di movimenti codificati che spiegano i movimenti dello stile come fossero libri; la pratica delle tecniche da soli o in coppia; il combattimento libero, e il Chi-Sao l’esercizio tipico del Wing Chun dove si cerca di colpire e sbilanciare l’avversario mettendo in pratica tutti i principi e i concetti teorici dello stile.
forma
applicazione
chi-sao
combattimento
stretching
cross training
meditazione
armi
La prima forma insegna i movimenti principali delle braccia, la posizione della schiena e i concetti di base del Wing Chun in 3 parti, ognuna delle quali ha un proprio scopo e una propria attitudine. La prima parte insegna il concetto del Gong Lik e i principi del triangolo, della linea centrale e la ricerca di un atteggiamento mentale calmo e sereno con controllo della respirazione (Qi Gong).
La seconda parte insegna a usare la forza (Fa Jing) nel momento e nel modo giusto per ottenere la massima efficienza. La terza parte insegna la teoria dei cancelli, o zone da coprire, e il principio del gomito fisso (But Doan Jarn). L’ultima sezione introduce la tecnica di liberazione (Chaan) delle mani da una presa e la concatenazione dei pugni (Lin Wa Kuen) che si rifanno al concetto delle mani che si scambiano di posto (Woon Sao).
Nella Prima forma ci sono 8 sezioni. Essa sviluppa la corretta posizione delle mani e la postura completa del corpo, aumenta la consapevolezza, sviluppa la forza delle gambe, coltiva l’energia interna, insegna a gestire i momenti di stress. Per raggiungere tali obiettivi, occorre però essere completamente concentrati sulla forma e e i suoi movimenti, le posizioni e la sua energia. Questo è il concetto della “Piccola Idea”, che deve tenere fuori dalla mente tutti i problemi quotidiani della vita.
La seconda forma introduce la posizione ruotata (Hyun Ma), quella frontale (Jin Ma) e laterale (Juk Ma), alcune tecniche nuove di mano (Jip Sao, Quan Sao, Chao Kuen) e di gamba (Jic Tek, Tai Tek, Juk Tek), e dà spiegazioni sulle strategie della distanza, come colmare il vuoto tra noi e l’avversario cercando (Chum) il contatto (Kiu), come spostarci a seconda della posizione di uno o più avversari. A tal fine vengono presentati i passi avanti (Jin Bo), laterali (Juk Bo) e indietro (Hao Bo).
È divisa in 3 parti e 6 sezioni. Nella 1 parte, immaginiamo di avere un avversario che ci gira intorno, oppure vari avversari intorno a noi. Nella 2 parte noi ci spostiamo intorno all’avversario. Nella 3 parte ci spostiamo dritti verso l’avversario che ci viene incontro, strategia che include anche le tecniche dell’ultima sezione che insegna la posizione laterale, la guardia, la difesa e gli attacchi laterali.
Tutte le tecniche e gli spostamenti sono ripetuti 3 volte, poiché il 3 è un numero importante che porta fortuna nella cultura cinese.
Si dice che nella Chum Kiu si impara a muovere la struttura formata nella Siu Lim Tao, questo perché gli spostamenti non sono semplici passi, ma occorre imparare a muovere tutto il corpo, mantenendo la struttura della Yi Ji Kim Yeung Ma. Nel fare i passi, quindi, bisogna cercare di mantenere la testa sempre alla stessa altezza dal suolo, questo garantisce che la spinta nel muovere il corpo sia trasferita nella direzione e non verso l’alto o il basso, cosa che provocherebbe una perdita di energia.
La terza forma insegna a trasmettere e usare la forza nelle estremità del corpo. Introduce nuove tecniche di gomitate (Jarn), attacchi con le dita (Jee), attacchi ai punti vitali e un utilizzo diverso della schiena.
Biu Jee veicola la forza dal gomito alla punta delle dita, guida il praticante a recuperare la linea centrale in modo molto aggressivo (Jum Sao) e con contro-attacchi (Biu Jee, Jut Jeung).
È divisa in 2 parti. Nella prima vengono studiati movimenti complessi di torsione del busto per produrre energia con la spina dorsale. Nella seconda parte si insegnano tecniche per recuperare in caso di errore o di svantaggio (Gow Gup Sao – Mano/tecnica di emergenza). La forma si conclude con un movimento unico di piegamento della schiena (Sap Dai Seung) e il recupero della posizione eretta.
Biu Jee è divisa in 11 sezioni : le rotazioni del busto nelle prime 6 sezioni vanno praticate con enfasi, cercando di spingere l’articolazione della schiena fino al limite. La rotazione parte lenta e dolce, poi, nell’ultimo tratto, i pettorali e gli addominali si chiudono e la schiena si inarca strizzando i muscoli e creando così una specie di contrazione fulminea (Fa Jing). Le seguenti 4 sezioni pongono l’attenzione sulle mani e sul recupero della linea centrale in modo aggressivo. L’ultima sezione utilizza lo stesso concetto del recupero da una posizione molto scomoda.
Il manichino di legno è uno strumento di allenamento che sviluppa il posizionamento del corpo rispetto a: distanza, angolo e direzione; addestra la corretta struttura e i passi che servono per rispettare il principio di non usare forza contro forza; approfondisce l’applicazione dell’energia (Fa Jing) imparata nella Siu Lim Tao (prendi contatto con la mano e poi usa la forza del gomito); infine aiuta a aumentare la fluidità e la rapidità passando velocemente da un movimento all’altro mantenendo il contatto.
La forma è divisa in 8 sezioni che consistono in movimenti che usano le tecniche essenziali dei passi, dei calci e delle tecniche di mano viste nelle precedenti forme, combinandole insieme. Vengono inoltre presentate nuove tecniche come Meng Geng Sao o combinazioni come Po Pai Jeung, oppure Jum sao – Kao Sao. Sono incluse inoltre diverse nuove tecniche di calcio come il Chut Sun Gerk, Pak Gerk, Dai Tek, Soo Gerk.
Il bastone lungo insegnato nelle Giunche Rosse aveva sei punti (concetti) e mezzo, e per questo era chiamato “il bastone da sei punti e mezzo”. Seguendo la terminologia dello stile a mani nude, i punti si chiamano quindi Trafiggere, Disperdere, Ala, Controllare, Affondare, Avvolgere e Sbarrare possono e devono essere applicati sia in attacco che in difesa, a seconda delle circostanze.
Trattandosi di un’arma semplice, ci sono solo poche macrocategorie di movimenti. I movimenti di sbarramento spostano tutto il bastone in una direzione, solitamente verso l’alto o verso il basso e lateralmente. In quelli frustati, solo la punta del bastone si muove mentre l’altra estremità rimane relativamente ferma o si muove in direzione opposta.
Nel Wing Chun si studia l'utilizzo delle doppie spade che applicano gli stessi principi imparati nelle forme a mani nude, come Disperdere, Controllare, Ala, Proteggere, Sbarrare, Affondare e Trafiggere.
Nell'arma, la base della lama e il dorso non affilato sono utilizzati per bloccare e intercettare, mentre la parte finale della lama è utilizzata per tagliare, e la punta per trafiggere.
Sono utilizzate in coppia, dove una intercetta e difende gli attacchi delle armi avversarie mentre l'altra contrattacca in modo simultaneo, riprendendo la stessa identica strategia di attacco e difesa simultanei usati nel combattimento a mani nude.
Secondo la saggezza cinese, il benessere e la longevità hanno un’importanza primaria e per questo sono state sviluppate una serie di conoscenze ed esercizi paralleli alle tecniche marziali quali: tecniche di allungamento, tecniche di respirazione, tecniche di rilassamento e concentrazione, tecniche per irrobustire il corpo.
Il kung fu è una pratica che insegna e richiede disciplina, volontà, coraggio, perseveranza, senza queste qualità non è possibile fare progressi e raggiungere buoni livelli.
Attraverso lo studio e l’allenamento finalizzato al combattimento il praticante può apprendere a difendersi utilizzando vari metodi: colpire con mani, piedi, ginocchia, gomiti e altre parti del corpo; controllare l’avversario con prese, leve articolari, strette manovre dolorose; far cadere l’avversario con tecniche di lotta; utilizzare vari tipi di armi.
Fin dall’antichità il Kung fu è stato usato anche come intrattenimento sia attraverso gare e duelli, sia attraverso esibizioni di forma, con interesse per l’estetica a rendere sempre più aggraziati i movimenti.
La scoperta più sconvolgente che si fa nel proseguire la lunga strada del Kung Fu, è che l’arte marziale al suo livello più alto è un processo alchemico, un processo di trasformazione dell’individuo. Tutto nasce da una situazione di irrequietezza in cui la persona non si sente soddisfatta e comincia a cercare la felicità . Raggiungere la felicità è molto faticoso perché ci impone di cambiare le abitudini che avevamo in precedenza e questo ci mette di fronte alle nostre debolezze: invidia, gelosia, insofferenza, avidità, paura, rabbia, desiderio, per cui è molto facile smettere il cammino per migliorare proprio quando occorre rinunciare alle routines che ci servono per consolarci dalle frustrazioni quotidiane. La ricerca deve andare avanti perché la felicità non esiste, ma va costruita giorno per giorno con il fare, con l'azione e con scelte consapevoli. A questo punto non c'è più ricerca perché il cammino è diventato l'obiettivo: la ricerca della felicità è diventata la felicità stessa perché ogni giorno viene costruita.
Dopo aver imparato a usare il corpo in modo efficiente e aver imparato i movimenti che contraddistinguono lo stile, il Maestro insegna i principi che servono a guidare il praticante nella ricerca della comprensione dell’Arte: i movimenti, le tecniche, i passi, i principi, i concetti filosofici, sono tutti pezzi che vanno messi insieme per comprendere il puzzle generale. Da questo punto inizia una nuova sfida, un nuovo viaggio alla ricerca dell’Arte, o del modo di far funzionare l’Arte rispetto al proprio corpo e alla situazione attuale che cambia di volta in volta. Dato che il fine ultimo dell’Arte è quello di adattarsi a ogni avversità, il praticante è spinto a cercare da solo le soluzioni migliori, le risposte più adeguate alla situazione. È questo un momento molto importante nel cammino dell’Arte, poiché riguarda la realizzazione di se stessi, la capacità di comprendere il proprio modo di esprimersi di fronte a un “nemico”. La ricerca personale dell’Arte diventa il cammino verso la scoperta di se stessi di fronte ai problemi della Vita.