APPELLO al Sindaco ed al Consiglio Comunale di Padova

Affinché non venga approvata una Variante al Piano degli Interventi che consentirebbe l’urbanizzazione ed edificazione di

oltre 150.000 mq di terreni agricoli e risorse naturali a Granze di Camin

 

Padova, novembre 2023

 

Il progetto presentato dalla società Alí s.p.a. si propone non tanto di ampliare i propri magazzini localizzati in via Svezia a Granze di Camin, quanto piuttosto di realizzare un vero e proprio nuovo Polo logistico per la Grande Distribuzione Organizzata, che prevede la costruzione di un nuovo mega centro di magazzinaggio e smistamento merci automatizzato a servizio di un bacino d’utenza regionale ed interregionale.  Un polo logistico che richiede l’urbanizzazione e l’edificazione di un’area di oltre 150.000 mq. Un’area che vecchio e nuovo Piano degli Interventi prevedono invece venga mantenuta a destinazione agricola.

Un’area enorme, la cui estensione, per farcene un’idea, è quasi doppia rispetto a quella di Prato della Valle. Un’area di elevato valore naturalistico, che fa parte di uno dei fondamentali corridoi ecologici previsti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), prossima alle sponde dell’idrovia Padova-Mare e nella quale è presente una casa rurale di rilevante pregio architettonico e documentale, che il progetto della società Alí si propone di demolire.

La richiesta della società Alí, ove fosse accolta dal Consiglio Comunale, comportando un rilevante consumo di suolo, sarebbe dunque in evidente, radicale contrasto con le previsioni e le strategie del Piano degli Interventi approvato il 23 febbraio 2023 e con gli stessi “Indirizzi generali di governo 2022-2027” approvati dal Consiglio Comunale il 5 luglio 2022, che affermano la necessità di “… lavorare per il consumo di suolo zero, per il controllo della densificazione della città, per il recupero dei vuoti urbani delle aree degradate dismesse”. Va in particolare ricordato che il Piano degli Interventi classifica l’area come “Zona agricolo-paesaggistica E1”, ovvero come territorio in cui assumono rilevanza primaria “… la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e dell’ambiente e la promozione di un’agricoltura multifunzionale e generatrice di servizi ecosistemici”.

Non solo. Tra i fondamentali strumenti di pianificazione e programmazione dell’Amministrazione comunale vi è anche il “Piano del verde”, che ha conseguito importanti riconoscimenti a livello nazionale proprio in quanto dedica una particolare attenzione alle aree agricole periurbane caratterizzate da elevati valori agronomici e paesaggistici, Tra queste aree vi sono i 15 ettari interessati dalla Variante di piano richiesta dalla società Alí.

Nel Piano del Verde le aree che la società Alí vorrebbe cementificare fanno parte integrante di un ambito unitario, chiaramente perimetrato a sud est della zona industriale, che si prevede debba costituire elemento essenziale per l’attuazione del più generale progetto di “Parco agro-paesaggistico”, finalizzato - come indicato dallo stesso Consiglio Comunale con propria delibera del 30 novembre 2020 - al potenziamento dei servizi eco-sistemici, alla sicurezza idraulica, al benessere e alla salute degli abitanti, alla costruzione di un nuovo modello agro-alimentare di elevata qualità biologica, alla valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio, alla promozione del turismo culturale e naturalistico, alla formazione di nuove attrezzature e servizi ricettivi e didattici, alle attività sociali, sportive e del tempo libero, ad un’azione di contrasto e di adattamento ai cambiamenti climatici e alla ricolonizzazione naturalistica del territorio antropizzato.

Il Rapporto Ambientale presentato dalla società Alì a sostegno del proprio progetto fa acqua da tutte le parti, in quanto trascura del tutto gli effetti dalla prevista distruzione dei fondamentali servizi ecosistemici forniti dai terreni agricoli ed arriva persino ad affermare che le attrezzature previste nelle poche aree verdi preservate e qualche filare di alberi a mascheratura parziale dei fabbricati contribuiranno “a migliorare la salute e la qualità della vita degli abitanti”. Un Rapporto a tal punto inattendibile, che la stessa Giunta Comunale, dopo le proteste degli abitanti, ha ritenuto opportuno affidare ad altro professionista la stesura di un nuovo più documentato e credibile studio ambientale.

L’incarico affidato ha però un vizio di fondo in quanto suggerisce non tanto di valutare se l’opera in relazione all’impatto ambientale debba essere realizzata o meno, quanto piuttosto di proporre delle possibili “compensazioni ambientali”. Da quanto pubblicato recentemente dalla stampa locale dette “compensazioni” potrebbero consistere nella de-pavimentazione di aree impermeabilizzate e nella messa a dimora di nuove alberature in altri contesti urbani o nella “monetizzazione del danno”, ovvero nella richiesta di un contributo monetario per la realizzazione di altre opere di pubblica utilità.

La “monetizzazione del danno”, a fronte dei cambiamenti climatici in atto ed a fronte dei gravi rischi alla salute degli abitanti che saranno l’inevitabile conseguenza del prevedibile incremento dell’inquinamento urbano e dell’isola di calore generati dall’intervento e dal traffico indotto, non è assolutamente accettabile. Anche perché il valore intrinseco della natura e degli ecosistemi risulta del tutto incommensurabile con i criteri dell’economia neoclassica, che, banalizzando la complessità per poterne determinare il valore di scambio, tende a concepire la natura stessa unicamente come merce.

Per quanto poi concerne l’ipotesi di una compensazione effettuata utilizzando il principio del “consumo di suolo netto”, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)  nel “Libro bianco sulla gestione sostenibile del suolo”, dopo aver evidenziato come in un ettaro di suolo si possono trovare fino a 5.000 kg di organismi viventi facendo sì che «… sotto i nostri piedi sia concentrato il 25% della diversità biologica» e che quindi i suoli «…rappresentano il supporto e la sede di tutta l’attività biotica, compresa quella umana, presente negli ecosistemi terrestri», ricorda anche che la Commissione Europea ha chiarito nel 2016 come una compensazione per gli interventi che consumano suolo non può consistere semplicemente nel de-pavimentare aree attualmente asfaltate, in quanto «… l’azzeramento del “consumo di suolo netto”  significa evitare l’impermeabilizzazione di aree agricole e di aree aperte e, per la componente residua non evitabile, compensarla attraverso la rinaturalizzazione di un’area di estensione uguale o superiore, che possa essere in grado di tornare a fornire i servizi ecosistemici forniti dai suoli naturali» (European Commission, aprile 2016).

 

I sottoscritti

rivolgono dunque il presente appello al Sindaco ed al Consiglio Comunale affinché non venga autorizzato un intervento che distruggerebbe una superficie agricola e naturale pari a due volte il Prato della Valle favorendo gli interessi economici di pochi a scapito della collettività.

 

 

Primi firmatari:

Luca Mercalli Climatologo Presidente della Società Meteorologia Italiana

Chiara Mazzoleni Professore di Urbanistica IUAV

Paolo Pileri Professore Ordinario di Pianificazione e Progettazione Urbanistica Politecnico di Milano

Daria Quatrida Professore di Geografia Università di Padova

David Celetti Professore di Geografia Università di Padova

Francesco Ferrarese

Massimo Maffezzoni

Rosanna Bissacco

Raffaella Poli

Ornella Damolin

Fulvio Tasinato

Claudia Tornatore

Eva Luce Tasinato

Asia Colonna

Stefano Bencivenga

Anna Favaro

Auretta Pini

Cristina Baggio

 

Associazioni e Comitati

1.  Comitato Cittadini di Granze di Camin

2.  Circolo Wigwam® Il Presidio…sotto il portico…APS

3.      ADL COBAS

4.      Cooperativa Agricola El Tamiso

5.      Comitato Stanga

6.      ISDE medici per l'ambiente

7.      Prandina Parco della Città

8.      Azienda agricola Arakè

9.      Comitato Spontaneo Monteortone

10.  Comitato Palestro 30 e lode

11.  Fridays For Future

12.  Comitato Lasciateci Respirare Monselice

13.  Legambiente Sarmazza

14.  Legambiente Patriarcati

15.  Legambiente Padova

16.  Legambiente Medio Brenta

17.  Comitato civico Salboro Ferri Papadopoli

18.  Associazione Parco Agropaesaggistico Metropolitano Padova

19.  Comitato Zero PFAS PD

20.  Comitato Zona Verde Saonara

21.  Spazio Catai

22.  Potere al Popolo

23.  Partito della Rifondazione Comunista federazione di PD

24.  Cheariarespiriamo

25.  Verdi Europa PD

26.  Italia Nostra Sezione di PD

27.  Associazione Intercomunale Brenta Sicuro

28.  Urbanistica e Contesto

29.  Laboratorio Pontevigodarzare

30.  ISTITUTO NAZIONALE DI BIOARCHITETTURA

31.  ASSOCIAZIONE PER LA PACE – PADOVA

32.  GRUPPO DI ACQUISTO POPOLARE PADOVA E PROVINCIA  sportello sociale Padova

33.  Il Veneto che Vogliamo provincia di padova

34.  A.RI.A bassanese - Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale

35.  Centro Studi l'Uomo e l'Ambiente

36.  Comitato iris

37.  AR/CO Architettura Contemporanea

38.  Movimento 5 Stelle Maserà

39.  Gruppo Giardino Storico Padova

40.  Comitato vivere bene a San Bellino

41.  Centro Sociale Pedro

42.  Comitato no 4 Linea inceneritore di PD


https://www.change.org/p/stop-al-cemento-no-ampliamento-magazzino-ali-a-granze-di-camin