Muoiono i regimi,
ma i teoremi di Euclide
conservano eterna giovinezza.
Vito Volterra
Foto del matrimonio tra Vito Volterra e Virginia Almagià
https://www.museoebraicobo.it/eventi/primo-piano/vito-volterra-il-coraggio-della-scienza
Nato ad Ancona, allora parte dello Stato Pontificio, Volterra cresce in una famiglia ebrea molto povera (suo padre muore nel 1862, quando Vito aveva appena due anni).
Trascorre i suoi primi anni a Torino, poi a Firenze, dove studia presso la Scuola tecnica Dante Alighieri e successivamente presso l'Istituto tecnico Galileo Galilei.
Fin da giovane dimostra una straordinaria propensione per gli studi matematici, soprattutto nel campo della fisica matematica (ad 11 anni comincia a studiare Legendre e a 13, dopo aver letto Dalla Terra alla Luna di Jules Verne, calcola la traiettoria di un proiettile sotto gli effetti del campo gravitazionale della Terra e della Luna). Viene aiutato economicamente del suo professore di fisica, Antonio Roiti, e da uno zio, l'ingegnere Edoardo Almagià.
Si iscrive all'Università di Pisa nel 1878 e l'anno successivo viene ammesso alla Scuola Normale Superiore, dove conosce Enrico Betti che sarà il suo mentore. Nel 1882 ottiene la laurea in fisica con una tesi di idrodinamica, anticipando alcuni risultati (scoperti successivamente ma indipendentemente) di Stokes.
Nel 1883, a soli 23 anni, diventa professore di meccanica razionale all'Università di Pisa. Qui inizia subito il suo programma di sviluppo della teoria dei funzionali che lo conduce ad occuparsi fattivamente delle equazioni integrali e delle equazioni integro-differenziali.
Il suo lavoro viene riassunto nel suo libro Teoria delle equazioni funzionali e delle equazioni Integrali e Integro-differenziali (1930). Nel 1892, dopo la morte di Betti, diventa professore di meccanica alla Università di Torino. Dal 1892 al 1894 si dedica alle equazioni alle derivate parziali e particolarmente alle equazioni delle onde cilindriche. Nel 1900 diventa professore di fisica matematica all'Università di Roma.
Volterra cresce nell'ultimo periodo del Risorgimento quando lo Stato Pontificio viene progressivamente annesso al Regno d'Italia. Il contesto storico e l'influenza esercitata su di lui da Enrico Betti, sviluppano in Volterra un patriottismo entusiasta. Nel 1905 viene nominato senatore del Regno. In quello stesso anno comincia a sviluppare la teoria delle dislocazioni nei cristalli che successivamente diventerà cruciale per la comprensione del comportamento dei materiali duttili.
Alla entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale il cinquantacinquenne Volterra entra nel Corpo Militare degli Ingegneri del Regio Esercito Italiano dove si occupa di problemi di calcolo del tiro di cannoni montati su dirigibili e dello sviluppo di dirigibili e palloni aerostatici agli ordini di Giulio Douhet. A lui si deve l'idea di usare per questi aeromobili l'elio inerte invece dell'idrogeno che è un materiale facilmente infiammabile; inoltre, avvalendosi delle sue capacità di leader, si dedica ad organizzare la sua produzione. Egli compie anche vari viaggi in Francia e in Inghilterra per promuovere collaborazioni scientifiche.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, Volterra rivolge la sua attenzione alle applicazioni delle sue idee matematiche alla biologia, principalmente riprendendo e sviluppando il lavoro di Pierre François Verhulst e ispirandosi anche alle ricerche sperimentali dello zoologo Umberto D'Ancona, suo genero. Il suo risultato più famoso di questo periodo riguarda le equazioni riguardanti il problema preda-predatore, cioè quelle che ora sono note come equazioni di Volterra-Lotka.
Fin dall'immediato dopoguerra si attivò per la costituzione di un organismo italiano collegato al Consiglio Internazionale delle Ricerche, di cui era vice-presidente. Questi sforzi si concretarono nel 1923 con la costituzione, come ente morale, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di cui assume la presidenza.
Dal 1919 al 1920 fu presidente dell'Accademia Nazionale delle Scienze (detta dei XL).
Dal 1921 fu presidente del Bureau International des Poids et Mesures, di cui fece edificare la sede a Sevres.
Dal 1923 al 1926 fu presidente dell'Accademia dei Lincei.
Nel 1922 prende avvio il regime fascista di Benito Mussolini ed in Parlamento Volterra si schiera contro di esso. Nel 1930 il Parlamento viene abolito e nel 1931 è uno dei dodici professori universitari italiani a rifiutarsi di prestare il Giuramento di fedeltà al Fascismo. Viene quindi costretto a lasciare l'università e le sue molte cariche nelle accademie scientifiche italiane.
Nel 1936, su iniziativa di padre Agostino Gemelli, fu nominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze, l'unica, che ne terrà una commemorazione funebre ufficiale, alla quale potè partecipare la famiglia dello scienziato.
Negli anni successivi vive prevalentemente all'estero, in particolare a Parigi e in Spagna. Nel 1938 l'Università di St. Andrew gli offre un titolo onorifico, ma per ragioni di salute non può andare a riceverlo. Ritorna a Roma solo poco prima di morire.
https://www.dima.unige.it/~denegri/PLS2/PENSIERO_SCIENTIFICO%20DEF/PREDAZIONE/Pages/Volterra.htm
Incarichi
Assistente di Meccanica razionale all'Università di Pisa (11 dicembre 1882),
Professore straordinario di Meccanica razionale all'Università di Pisa (23 ottobre 1883)
Professore ordinario di Meccanica razionale all'Università di Pisa (28 aprile 1887)
Professore ordinario di Meccanica razionale all'Università di Torino (7 novembre 1893)
Professore ordinario di Fisica matematica all'Università di Roma (15 novembre 1900-1931. Rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al regime fascista)
Preside della Facoltà di scienze alla Università di Roma (1907-1919)
Regio Commissario del Politecnico di Torino (nel 1906)
Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (1923-1927)
Presidente del Comitato internazionale di pesi e misure (Parigi) (1921)
Socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei (14 luglio 1888)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei (9 agosto 1899-28 gennaio 1935)
Vicepresidente dell'Accademia dei Lincei (14 agosto 1920-24 giugno 1923)
Presidente dell'Accademia dei Lincei (24 giugno 1923-9 luglio 1926)
Socio effettivo dell'Accademia delle scienze di Torino (3 febbraio 1895-1935)
Socio della Società italiana delle scienze, detta dei XL (1896)
Presidente della Società italiana delle scienze, detta dei XL (1919-1920)
Socio dell'Accademia nazionale di scienze, lettere ed arti di Modena (1899)
Fondatore (1897) e presidente della Società italiana di fisica (1906-1908)
Socio della Società geografica italiana (1903)
Presidente della Società italiana per il progresso delle scienze (23-28 settembre 1907-1909)
Socio corrispondente della Società reale di Napoli (25 giugno 1921-16 ottobre 1938)
Socio corrispondente dell'Accademia pontaniana di Napoli (3 dicembre 1922)
Socio dell'Accademia pontificia (28 ottobre 1926)
Disegni ispirati a Vito Volterra:
Larisa Florentina Tilici 5G a.s. 2023-2024