Analisi tematiche

8 Maggio: Covid-19 e sostenibilità. Due argomenti urgenti e fortemente interconnessi. Ne parlo insieme alle mie colleghe nella pubblicazione 'COVID-19 & SDGs: La pandemia impatta i target dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Una riflessione qualitativa', disponibile al seguente link.

28 Marzo: Per questa edizione di ‘Un grafico al giorno toglie in Covid di torno’ c'è un'ospite speciale: Federica (Marra).

Entrambe ci siamo laureate in sviluppo internazionale, e ci siamo chieste: perché è importante parlare anche di Covid in Africa?

La parte superiore dell’infografica rappresenta una coloratissima cartina geografica di Africa ed Europa. Grazie a un indice che purtroppo non abbiamo ideato noi, possiamo vedere quanto un paese è vulnerabile alle malattie infettive come il Covid. Senza troppi giri di parole, l’Europa è decisamente meglio equipaggiata dell’Africa a fare fronte all'epidemia.

Nella parte centrale dell’infografica voliamo in Africa e vediamo i casi di Covid registrati fino ad oggi. Sud Africa, Egitto, Algeria Marocco e Tunisia hanno praticamente il 70% dei casi di tutto il continente. Questi sono anche gli stati Africani meno vulnerabili a malattie infettive (vedi cartina sopra). Coincidenze? Io non credo! Ciò può significare che gli stati con sistemi sanitari e strutture adeguate riescono a fare ed analizzare tamponi, mentre altri non hanno nemmeno le possibilità di riconoscere i casi di Covid, figuriamoci curarlo!

Ultima parte dell’infografica: una regressione ci permette di mettere in relazione il numero dei casi di Covid, con il numero di interazioni commerciali con Cina ed Europa (controllando per la densità di popolazione dello stato). I paesi Africani con più casi di Covid sono anche quelli che hanno maggiori interazioni commerciali con la Cina e l’Europa!

Dunque, perché dovrebbe importarci di Covid in Africa?

Innanzitutto, durante le crisi, è essenziale salvaguardare i diritti di tutti, in particolare dei più vulnerabili. Limitare la diffusione del virus significa garantire che a tutti, ai più poveri in Italia e ai più poveri nel mondo, sia data la possibilità di fare il tampone, auto-isolarsi se necessario, e ricevere un trattamento.

E se volete un altro motivo per farlo, guardate la correlazione. Che sia forse a causa nostra che il coronavirus è stato introdotto nel continente Africano?

23 Marzo: Oggi si parla di Covid ed inquinamento, nello specifico di qualità dell'aria!

Vediamo per tre città molto inquinate e molto infettate (Bergamo, Brescia e Milano) il PM10, ovvero materiale particolato più piccolo di 10 micrometri, ed il PM2.5, materiale ancora più piccolo. Di base questi valori danno un'idea su quanto faccia schifo l'aria. Se superano il valore limite (riga rossa), significa che l'aria fa veramente schifo. Come potete vedere al nord respiriamo principalmente aria di m*.

Sono evidentissimi, a fine Febbraio, i cambi di trend per entrambi gli indicatori: è chiaro che le limitazioni imposte causa Covid hanno avuto un impatto positivo sulla qualità dell'aria.

NB Chiaramente l'azione umana (trasporti, riscaldamenti, industrie) non è l'unico fattore che influisce sulla qualità dell'aria. Sono importantissimi anche fattori meteorologici quali temperature, pressione, vento...

Spunto di riflessione: si stima che in Italia, ogni anno, avvengano circa 59500 morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico. Ad oggi, siamo a circa 6000 morti per Covid.

19 Marzo: oggi Caterina (Massazza) mi ha scritto proponendomi una collaborazione su evasione e generosità.

Si sta parlando parecchio di come gli Italiani si siano mobilitati con donazioni e raccolte fondi per aiutare diversi ospedali nel gestire l’emergenza sanitaria in corso. Abbiamo provato a capire e mettere in relazione queste figure con i fondi che invece non arrivano mai al SSN causa evasione fiscale: trovate i risultati in questo articolo!

È un’analisi semplice ma speriamo faccia riflettere su come il modo migliore per aiutare gli ospedali sia in realtà fare il proprio dovere da cittadino.

Come è ben risaputo la sanità italiana è pubblica, ovvero viene finanziata attraverso una parte delle tasse pagate dai cittadini (onesti). Come purtroppo è forse più risaputo, non proprio tutti pagano le tasse di dovere, e questo ovviamente riduce i fondi a disposizione del SSN (Sistema Sanitario Nazionale). In questi giorni in cui si parla tanto delle condizioni degli ospedali italiani nel fronteggiare la crisi del Covid-19, io e Ilenia abbiamo deciso di capire quanto è grande il buco nei finanziamenti sanitari causato dagli evasori fiscali e quanto grandi sono invece le donazioni raccolte. Domanda: evadiamo o doniamo di più?

In ordine: il finanziamento destinato alla sanità, il cosiddetto “fabbisogno sanitario nazionale”, è deciso in base alle “risorse che lo Stato è nelle condizioni di destinare al Servizio sanitario nazionale per l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza”. In parole povere, più contributi lo stato riscuote, più finanziamenti ci sono per l’SSN.

Ora, la maggioranza di questo fabbisogno sanitario nazionale è finanziata attraverso 4 componenti principali (primo blocco nell’infografica): entrate proprie del SSN (come ticket); il 19% dei contributi riscossi via l’IRPEF; tra il 30-40% dei contributi riscossi tramite l’IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive); il 38,5% dei contributi riscossi tramite l’IVA (imposta sul valore aggiunto). Ne segue che, effettivamente, le tasse finanziano la maggior parte del SSN.

Le tasse evase creano un buco nelle entrate statali, il cosiddetto “gap fiscale”, piuttosto ampio (secondo blocco nell’infografica, dati relativi al 2017). Abbiamo quindi calcolato, sulla base delle percentuali appena descritte e sull'ammontare evaso, quanti extra euro sarebbero andati al SSN. Il risultato: solo nel 2017, € 22 miliardi e 347 milioni non sono andati alla sanità, perché evasi.

Andiamo quindi a vedere come si pone questa cifra rispetto alle campagne di donazioni. Le 25 più importanti raccolte fondi (o donazioni individuali) lanciate nelle ultime settimane a favore degli ospedali italiani (incluse le campagne dei Ferragnez, i soldini di Silvio, ecc) non rappresentano nemmeno l’1% di quanto potrebbe essere dedicato alla sanità italiana, ogni anno, se tutti pagassero le tasse (terzo blocco nell’infografica).

Morale della favola: state a casa, lavatevi bene le mani e pagate le tasse.