Il corpo vitreo
È una massa trasparente, semifluida, (per averne un'idea si pensi all'albume dell'uovo crudo) che occupa la maggior parte della cavità del bulbo oculare, compresa tra la superficie posteriore del cristallino e la retina. Ha la funzione di mezzo di rifrazione e la sua massa provvede alla conservazione dell'equilibrio della tensione oculare.
Rappresenta i 3/4 del peso dell'intero globo, cioè circa 4-5 gr, e ne costituisce i 2/3 del volume, cioè 4 ml.
Anteriormente presenta una depressione centrale, la fossetta patellare, che alloggia la parete posteriore del cristallino. È rivestito da una membrana, detta ialoide, divisa in ialoide anteriore e ialoide posteriore. Anatomicamente possiamo distinguere tre regioni vitreali:
- la base del vitreo che è una struttura tridimensionale che si trova posteriormente all'ora serrata (dove inizia la retina)
- all'interno in profondità verso il centro del corpo vitreo stesso per alcuni millimetri;
- una corteccia vitreale posteriore che riveste tutta la retina posteriormente all'ora serrata e una corteccia vitreale anteriore, anteriore all'ora serrata.
Da un punto di vista microscopico, il corpo vitreo appare costituito da una popolazione cellulare specifica, gli ialociti, confinati soprattutto nella porzione corticale (periferica) del gel, e da una matrice extracellulare, composta da fibre collagene e da acido ialuronico. L'acido ialuronico è un polisaccaride (uno zucchero) che nello spazio assume una disposizione sferica. È da considerarsi uno stabilizzatore del reticolo di filamenti di collagene.
Le fibre collagene sono formate da fibrille di piccolo calibro, lunghe, sottili, non ramificate, sospese in una rete costituita da catene di glicosamminoglicani (proteine legate a zuccheri): questa disposizione altamente ordinata consente da una parte di svolgere una funzione meccanica di sostegno e dall'altra permette la trasmissione della luce alla retina con una minima dispersione.
Il vitreo appare essere più denso di filamenti di collagene nella corteccia vitreale a livello della base del vitreo e dell'epitelio ciliare, seguita dalla corteccia vitrea le posteriore situata davanti alla retina e infine dalla corteccia vitrea le anteriore. Le variazioni di numero di fibre di collagene rende il vitreo più o meno denso. In particolare centralmente il vitreo è più fluido, mentre a livello della base del vitreo le fibre sono maggiormente attaccate alla retina formando una struttura tipo "velcro" (Daicker 1975).
La corteccia vitrea le posteriore è, invece, il centro metabolico del vitreo per la presenza di ialociti, che hanno la capacità di rigenerare e ripulire il vitreo.
Funzioni del corpo vitreo
Possono essere distinte in funzioni ottiche e meccaniche.
- Funzione ottica:
- a) La funzione primaria del vitreo è quella di consentire la trasmissione senza ostacoli della luce sino alla retina: questa proprietà è legata alla struttura del collagene vitrea le, da cui dipende la trasparenza.
- b) Una funzione secondaria sembrerebbe essere quella accomodativa (messa a fuoco per vicino). Durante l'accomodazione, in seguito alla curvatura del cristallino, il vitreo produrrebbe un gradiente pressorio tra il vitreo stesso, il cristallino e la parte anteriore dell'occhio, dando origine ad un diaframma cristallino-zonula maggiormente curvo.
- Funzione meccanica:
Il vitreo possiede proprietà viscoelastiche, in quanto è in grado di assorbire sollecitazioni meccaniche ad alta frequenza. Considerando la rapidità dei movimenti oculari ed i potenziali rischi a carico della retina e del cristallino, le proprietà viscoelastiche del vitreo sembrano ideali per la protezione di questi fragili tessuti.
Cambiamenti legati all'età
I cambiamenti del vitreo legati all'età sono principalmente due:
- la fluidificazione del gel vitreale
- il collasso del vitreo che si verifica in corso di distacco posteriore di vitreo.
Il vitreo tende a cambiare consistenza con l'età, e a diventare sempre più fluido perdendo le sue principali caratteristiche e funzioni. A seconda degli studi scientifici pubblicati, i cambiamenti possono iniziare tra i 20 e i 40 anni. In particolare si è visto che dei fenomeni di degenerazione vitreale compaiono nella popolazione tra:
- i 20 e i 40 anni con una percentuale del 5%
- i 41 e i 50 anni con una percentuale del 19%
- i 51 e i 60 anni con una percentuale del 63%
- oltre i 60 anni con una percentuale di oltre l'80%
Cosa sono le Miodesopsie
Le miodesopsie sono da considerarsi dei disturbi visivi caratterizzati dalla sensazione di oscuramento circoscritto del campo visivo, come se corpi puntiformi, cilindrici o di forma irregolare si interponessero tra l'occhio e l'oggetto guardato; sono dette anche, con termine non tecnico, mosche volanti.
Il paziente, infatti, riferisce di vedere oggetti di varia forma e tipo che fluttuano dentro l'occhio e che sfuggono quando cerca di fissarli. Possono presentarsi sotto forma di anello, di linee, di ragnatele, di punti o forme differenti. Il soggetto continua a vedere tutto ma con la sovrapposizione di ombre più o meno piccole in determinate aree. I corpi mobili risultano particolarmente evidenti quando la persona rivolge lo sguardo verso superfici chiare, luminose come le pareti bianche di una stanza o il cielo azzurro.
La densità delle ombre può variare rendendole più o meno visibili.
Questo fenomeno è dovuto al deterioramento del corpo vitreo che inizialmente è una sostanza gelatinosa e compatta, ma che con il tempo sia per cause naturali (età) o per altre cause (miopia, trauma, ... ) perde la sua integrità facendo intravvedere parte delle proteine che costituiscono il reticolo vitreale.
Pertanto le mosche volanti o i corpi mobili non sono altro che alcune proteine vitreali non più trasparenti ma visibili che fluttuano nel vitreo davanti alla retina.