SMARGINANDO

CAMPEGGIO DI GEOGRAFIA - PRIMA EDIZIONE

"L'unico problema è sempre stata l'agitazione della testa. Non la posso fermare, devo sempre fare, rifare, coprire, scoprire, rinforzare e poi all'improvviso, disfare, spaccare" 

 Elena Ferrante

19-23 maggio 2022

Campeggio Nurapolis, località Is Arenas, Narbolia (OR)

da dove è nato

Smarginando. Campeggio di geografia è nato dalla necessità di giovani geografe e geografi di condividere, riflettere e confrontarsi su metodi, prassi e prospettive di ricerca in una modalità diversa da quella comunemente prevista in ambito prettamente accademico. L’idea alla base è stata di creare uno spazio diverso per ragionare su componenti della ricerca molto spesso considerate accessorie, irrilevanti, o superflue, cimentandoci nella sperimentazione di nuove forme micro-politiche di condivisione e apprendimento. Un modo per sapere che cosa fanno lə altrə attraverso un linguaggio condiviso fondamentale. Uno spazio di riflessione in cui sperimentare la produzione di un sapere ‘minore’, attraverso modalità relazionali al di fuori delle prassi consolidate, delle certezze, delle linee che sono state tracciate per noi dalle generazioni precedenti.

Smarginando è un luogo in cui poter giocare con i margini, capire come starci dentro, ma non del tutto, come uscirne, ma non del tutto.

uno spazio di confronto informale e autogestito

La prima edizione del campeggio si è svolta dal 19 al 23 Maggio in Sardegna, nel campeggio Nurapolis: uno spazio informale, libero, aperto, massimamente distante dal contesto di un’aula universitaria. Abbiamo identificato nella restituzione della ricerche e nell’organizzazione dei dibattiti due punti di cruciale importanza: ci sono state diverse modalità di presentazione del lavoro dellə partecipantə, accompagnate da momenti di confronto strutturati. 

Allo scopo di generare contesti in cui hanno priorità le relazioni e l’ ambiente collaborativo dentro e fuori l’accademia, la convivialità è stato un altro degli elementi fondanti di questa esperienza che ci ha legatə a prescindere dal motivo epistemologico del nostro incontro. 

Gli spazi e la cura

Tramite il campeggio abbiamo sperimentato modalità differenti dello stare assieme che hanno compreso anche la condivisione della quotidianità, a partire dall’occuparci noi stessǝ della gestione dei nostri spazi, dividendoci i compiti, scandendo le giornate tra i momenti di studio e quelli di cura e seguendo le nostre propensioni personali.

Abbiamo costruito uno spazio nostro e, curandolo, ce ne siamo appropriate per renderlo uno spazio in cui identificarci, che agevolasse le relazioni interpersonali, lo scambio e la collaborazione tra pari. Condividendo le operazioni di cura dello spazio è stato possibile aiutare le costruzione di una dimensione relazionale paritaria, rispettosa e senza gerarchie. Tuttǝ hanno partecipato a queste operazioni, in base a quello che ciascunǝ sa e ama fare, venendosi incontro quando è necessario e supportandosi a vicenda.

 

Le attività di gestione dello spazio hanno compreso:

§  la cucina dei pasti principali la preparazione dello spazio adibito ai pasti

§ la pulizia degli spazi comuni

§ la spesa ed eventuali commissioni

§ l’organizzazione di attività collaterali 

 

La gestione paritaria dell’organizzazione si è concretizzata, non senza possibili margini di miglioramento, anche nella divisione totalmente equa delle spese affrontate, in maniera tale da supportare chi deve affrontare spese più esose dellǝ altrǝ (trasporti più lunghi, assenza di rimborsi, ecc.).  Volevamo che  tuttə pagassero la stessa quota, cercando quindi di ripartire equamente tutte le spese e che chi non dispone di rimborsi potesse essere aiutatə da chi invece può contare su fondi di ricerca.

Inoltre, abbiamo cercato di conoscere al meglio delle possibilità date dai pochi giorni a disposizione il territorio che ci ha accoltə, facendo scelte consapevoli in primis sul cibo, procurato tutto tramite reti locali e anche tramite gite e passeggiate pomeridiane guidate dalla persone del luogo.

 


Le attività

Abbiamo strutturato le attività a seguito delle iscrizioni sulla base degli interessi di ricerca di ciascunə. Le giornata sono stata scandite da diversi tavoli dove ognunə ha presentato la propria ricerca aprendo poi un dibattito generale. Ci tenevamo a uscire dai tempi rapidi dell’accademia e per questo ogni tavolo è durato più ore permettendo a ciascunə di prendere il proprio spazio.

Tavolo 1 - Ecologie e risorse

modelli di sviluppo; crisi ecologiche; sostenibilità ambientale; flussi; more-than-human; antropocene e post-antropocene; estrattivismi; energia

 

Tavolo 4 - Infrastrutture materiali e sociali

movimenti sociali e attivismo; organizzazione e autorganizzazione; partecipazione e modelli di governance; infrastrutture digitali e piattaforme

 

Tavolo 2- Spazi urbani e città

mobilità; gentrification; turismi e heritage; suburbanità; marginalità e fragilità; forme di abitare; reti globali; commerci e consumo; paesaggi

 

Tavolo 5 - Corpi e conflitti

biopolitica; geografie femministe; geografie affettive; migrazioni; post- e decolonialità

Tavolo 3- Aree rurali e periferiche

agricolture; turismi e heritage; mobilità; disuguaglianze territoriali; marginalità; forme di abitare; processi di rigenerazione; reti globali; aree interne; paesaggi

 

Tavolo 6 - Strumenti, linguaggi e rappresentazioni

geografie visuali e filmiche; metodi non rappresentazionali; pratiche artistiche e performative; creative methodologies; cartografie; narrazioni

 

 Workshop

Abitare è corpo, spazio, comunità (a cura di Alice Salimbeni e Annalisa Spalazzi)

L’obiettivo della nostra attività è costruire un’occasione per riflettere sul rapporto fra le persone e lo spazio a partire dal rapporto più intimo fra l’interno e l’esterno di sé, per arrivare poi a comprendere come attraverso lo spazio i corpi entrano in relazione gli uni con gli altri per costruire comunità.

Assieme, ragioneremo sul senso dell’abitare attraversando varie dimensioni spaziali: abitare il corpo nello spazio, abitare lo spazio col corpo, costruire relazioni e abitare la comunità.

Per ciascuna di queste fasi, l* partecipanti saranno guidat* nella creazione di rappresentazioni materiali dell’abitare. In conclusione, osserveremo e rifletteremo sulle forme di abitare messe in atto.

Lo spazio che abbiamo scelto è la spiaggia: una lavagna naturale nella quale tracciare, solcare, costruire ed esplorare il passaggio dall'abitare introspettivo a quello comunitario.

 

Field Café (a cura di Cecilia Pasini, Gianpiero Petraroli, Giulia Oddi)

 

Con questa attività vogliamo invitare i partecipant* a riflettere sulle proprie esperienze di ricerca sul campo, raccontando aneddoti, criticità e dialogando insieme per trovare possibili soluzioni. Si intende richiamare sia esperienze pratiche sia questioni approfondite in letteratura.

L’attività prevede: una introduzione (presentazione del tema e divisione in gruppi), lavori in gruppi sul modello del world café e restituzione in plenaria. Ogni tavolo del world café affronterà una tra le seguenti questioni dell’approccio al campo (il numero dei tavoli verrà stabilito sulla base del numero dei/lle partecipanti):

 - posizionamento: distanza/vicinanza dall’oggetto di studi, sfera personale e biografica e campo; oggettività/soggettività della ricerca;

 - campo e relazioni: estrattivismo cognitivo, dinamiche di potere sul campo, etica e modalità di restituzione;

 - costruzioni dell’indagine di terreno: rapporto teoria-campo (induttivo-deduttivo/prioritario-secondario); la geografia si fa con i piedi?

Durante i gruppi di lavoro verrà costruita una mappa concettuale condivisa e una bibliografia condivisa sulla base dell’apporto di ciascun*.

 


 

Lə organizzatorə

Cinzia Atzeni, Annachiara Autiero, Michele Bandiera, Martina Loi, Roberta Mingo, Gabriella Palermo, Cecilia Pasini, Gianpiero Petraroli, Francesca Sabatini, Andrea Simone, Alice Salimbeni, Alberto Valz Gris.

LE FOTO E I VIDEO