Avvenire (dal 2013 - ad oggi)

10 Ottobre 2023 | Israele-Hamas. La lezione degli accordi di Oslo: per immaginare una via d’uscita | [...] il conflitto israelo-palestinese è l’esempio di come i contrasti violenti tendono a riproporsi e ad alimentarsi se gli accordi di pace non sono ben articolati e definiti in una prospettiva di lungo periodo[...] gli accordi di #Oslo mostrarono fin da subito i suoi limiti, tanto che già all’indomani della sottoscrizione, agli occhi degli analisti più attenti, appariva chiaro che sarebbe stato difficile raccogliere i frutti sperati.[...] | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/per-immaginare-una-via-duscita

18 Luglio 2023 | La crisi del grano sia lo spunto per stabilizzare i prezzi agricoli mondiale | [...] In un’economia di guerra , infatti, una delle politiche che nella storia ha trovato quasi sempre applicazione è quella dei controlli sui prezzi, misura a cui i governi spesso hanno fatto ricorso per contenere il disagio delle popolazioni. Una politica di questo tipo, peraltro, può risultare efficace non solo per contenere gli effetti degli shock in tempo di guerra ma anche per favorire la costruzione della pace e nel periodo post-bellico. [...] | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-crisi-del-grano-ucraino-sia-lo-spunto-per-stabilizzare-i-prezzi-agrico 

2 aprile 2023 | Il peso su debito e disuguaglianze. Durano i costi della guerra | [...] livelli elevati di debito hanno un impatto negativo sui tassi di crescita dell’economia. Questo è particolarmente vero quando i tassi di interesse sono elevati poiché i risparmiatori preferiscono rendimenti sicuri piuttosto che partecipare al capitale di rischio delle imprese. Proprio l’aumento del debito spiega perché i tassi di crescita registrati in Inghilterra durante la rivoluzione industriale fossero comunque molto bassi a causa della partecipazione britannica in numerose guerre | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/durano-i-costi-della-guerra |  

21 ottobre 2022 | I piani di Biden nell'Indo-pacifico cambiano i rapporti con Pechino | [...] Negli ultimi mesi, infatti, l’amministrazione Biden ha dato un segnale in questo senso lanciando l’Ipef (Indo-Pacific Economic Framework)[...] sembra che questa iniziativa vada a costituire uno strumento di allargamento e completamento del dialogo quadrilaterale di sicurezza formato da Stati Uniti, Giappone, India e Australia, il cosiddetto Quad. Il Quad, pur essendo ancora un’alleanza informale, è attualmente la più concreta risposta strategica alla crescita della Cina in ambito militare che non a caso ha cominciato fin da subito a preoccupare Pechino. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/i-piani-di-biden-nellindopacifico-cambiano-i-rapporti-con-pechino 

23 agosto 2022 | Uranio, le chiavi del mercato sempre più nelle mani di Putin | [...] Il ricorso al nucleare, indicato come la soluzione appropriata non solo per limitare la dipendenza dal gas ma anche per sostituire altre fonti fossili, significherebbe divenire più dipendenti dalla Russia di Putin e dai suoi attuali alleati e non viceversa. ......Per un Paese come l’Italia, già dipendente dal gas russo, approvare un programma nucleare significherebbe consegnarsi del tutto al Cremlino [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/uranio-le-chiavi-del-mercato-sempre-pi-nelle-mani-di-putin 

25 marzo 2022 | Ora nuove istituzioni globali e riacquisto di armamenti | [...] Oggi alla luce della guerra in Ucraina, torna in tutta la sua evidenza l’esigenza di una nuova Bretton Woods nel senso di un momento costitutivo dell’ordine globale. Un momento in cui si proceda all’elaborazione e alla formulazione delle regole per dare forma al mondo una volta che la guerra sarà finita. [...] una nuova architettura istituzionale globale non può che ripartire da un nuovo insieme di regole in materia di controllo degli armamenti.| https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ora-nuove-istituzioni-globali-e-riacquisto-di-armamenti-cos-si-pu-costruir 

8 Marzo 2022 | Se si vuole la pace, vanno strette le regole del commercio di armi [...] per quanto in questi giorni possa apparire inefficace se non addirittura impopolare, le democrazie occidentali devono farsi promotrici senza ambiguità di una nuova politica per la limitazione degli armamenti e da questa ripartire per instaurare nuovi meccanismi di mantenimento della sicurezza. [...] |  https://www.avvenire.it/opinioni/Pagine/se-si-vuole-la-pace-vanno-strette-le-regole-del-commercio-di-armi 

26 Febbraio 2022 | Il rischio delle sanzioni a Mosca è che paghi solo la popolazione [...] l’effetto delle sanzioni potrebbe essere quello di rafforzare il regime di Putin e non viceversa. Le misure che potrebbero risultare davvero efficaci sono quelle relative al congelamento di asset russi e in particolare dei patrimoni degli oligarchi [...] Nella storia recente può essere ricordato il precedente del regime di Slobodan Milosevic che cadde nel 2000 dopo che tra le sanzioni erano state inserite misure finanziarie e di congelamento di asset contro un numero ben identificato di individui legati al leader [...] | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-rischio-delle-sanzioni-a-mosca-che-paghi-solo-la-popolazione 

29 Dicembre 2021 | Le armi autonome e i dilemmi che pongono: come regolarle? E chi ne risponde? | [...] I cittadini di un paese democratico devono essere in grado di identificare e valutare i responsabili delle azioni del loro governo [...] Questo è decisamente più vero in una guerra. [...] Lo scenario da scongiurare in una società democratica è allora quello che vede la negazione della responsabilità rispetto alle azioni di robot militari autonomi. | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/armi-autonome-il-dilemma-chi-le-controlla-chi-le-regola-chi-ne-risponde 

18 Settembre 2021 | Perché legalizzare la cannabis non fermerebbe la criminalità | Che cosa dicono finora le ricerche sulla liberalizzazione delle droghe definite "leggere" | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/perch-legalizzare-la-cannabis-non-fermerebbe-la-criminalit 

12 Agosto 2021 | La Turchia avanza con i droni. Trattato sulle armi da rivedere | [...]Nessuno dubita che si sia entrati in una fase storica in cui le guerre sono e saranno sempre più combattute da droni e sempre meno da eserciti schierati su un campo di battaglia.[...] la diffusione dei droni condurrà a una maggiore stabilità o piuttosto al contrario a una maggiore instabilità? La seconda sembra purtroppo la risposta più plausibile. L’equazione secondo cui più armi conducano a più sicurezza si basa su un concetto abusato e malamente usato di deterrenza. [...] Affermare il contrario è estremamente pericoloso [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-turchia-avanza-con-i-droni-trattato-sulle-armi-da-rived 

25 marzo 2021 | La spesa europea per le armi è contro lo sviluppo sostenibile | [...] Ma in particolare questo impegno in ambito #militare è compatibile con un modello di sviluppo improntato alla sostenibilità? La risposta è 'no' per diverse ragioni. Il fine ultimo di un sistema economico infatti deve essere la costruzione della pace che – come la stessa storia dell’#UE dimostra – è l’asset più importante per garantire sviluppo e prosperità stabili nel tempo. Economia sostenibile ed economia della pace sono infatti sovrapponibili in molti punti e in alcuni casi indistinguibili [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-spesa-europea-per-le-armi-contro-lo-sviluppo-sostenibile 

2 Febbraio 2021 | Nel mondo dopo la pandemia possibili più conflitti e violenza | Gli effetti della crisi sanitaria uniti ai cambiamenti delle strutture economiche | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/nel-mondo-dopo-la-pandemia-possibili-pi-conflitti-e-violenza 

27 Ottobre 2020 | «Fratelli tutti», un piano d'azione per la pace | Il Papa indica nel rafforzamento delle istituzioni internazionali la via da seguire. No alla proliferazione degli armamenti, lotta diffusa alla fame e alle povertà | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/fratelli-tutti-necessario-un-piano-d-azione-per-la-pace 

14 Aprile 2020 | Dopo la pandemia si rischia una crisi degli assetti globali | La storia insegna che solo la collaborazione tra nazioni potrà scongiurare conflitti e tensioni | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/dopo-la-pandemia-si-rischia-una-crisi-degli-assetti-globali 

10 Marzo 2020 | L'emergenza del coronavirus per una nuova fiducia globale | Gli effetti sulle relazioni internazionali del Covid-19 La crisi sanitaria rischia di accelerare il processo di delegittimazione delle istituzioni mondiali. Ma per la pace serve la cooperazione | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/lemergenza-del-coronavirus-per-una-nuova-fiducia-globale 

30 Gennaio 2020 | Nelle tensioni tra Usa e Iran la pace passa dall’Europa | [...] La prossima Amministrazione americana, infatti, dovrà decidere se mantenere la linea dura scommettendo ancora sulla futura implosione del regime oppure impegnarsi in un’attenta opera di distensione, lasciando la porta aperta a eventuali tentativi di dialogo provenienti sia dal regime sia da esponenti della società civile [...]  https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/nelle-tensioni-tra-usa-e-iran-la-pace-passa-dalleuropa 

21 settembre 2019 | È in arrivo un «Tempest». Perché intesa anglo-italiana e non Ue? | [...] una politica di difesa comune reale non potrà attuarsi senza una vera e propria politica industriale in ambito militare coordinata tra i Paesi europei. Per questo motivo è giusto porsi più di un quesito in merito all’opportunità di aderire da parte italiana a un progetto industriale con un Paese che si trova in un processo, per quanto confuso, di uscita dall’Unione Europea. Bene avrebbe fatto probabilmente il Governo di Roma ad attendere gli esiti della Brexit soprattutto in un momento di controsvolta filo-Ue, dopo che la scelta europeista era stata messa in dubbio dal precedente governo. La decisione di aderire al progetto Tempest, purtroppo, sembra essere stato dettata più da esigenze di breve periodo di Leonardo e di altre imprese del settore aereo-spaziale che non da una visione più ampia in merito al posizionamento dell’Italia in ambito europeo e globale. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/arriva-un-tempest 

5 aprile 2019 | Autocrazie spezza-sviluppo, Turchia: conferma di una leziona attuale | [...] Il fallimento della Erdoganomics conferma ancora una volta una regola dimostratasi più volte vera nella storia, vale a dire che i sistemi politici autoritari, o che inclinano verso tale condizione, non favoriscono lo sviluppo economico. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/autocrazie-spezzasviluppo 

8 febbraio 2019 | Italia, Niger, democrazia e commercio armi. Il senso di un trattato e 2 brutte notizie | [...] Ci si ritrova, purtroppo, a confermare due brutte notizie di cui sovente si è scritto su queste pagine. In primo luogo, la qualità della nostra democrazia si sta deteriorando. Come sottolineato anche da altri osservatori in Italia e negli altri Paesi europei, infatti, la sistematica mancata applicazione della normativa nazionale e degli accordi internazionali di limitazione delle esportazioni di armamenti sta rafforzando un processo di negazione se non rimozione delle finalità di pace e diffusione della democrazia caratterizzanti le nostre istituzioni. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/itaila-niger-armi-il-senso-di-un-trattato-e-due-brutte-notizie 

22 maggio 2018 | Così la spesa in armi limita lo sviluppo e la democrazia | [...] È necessario, quindi, rivedere la natura di aziende orientate al profitto dei gruppi industriali militari ma anche creare un’agenzia indipendente europea per il controllo del commercio internazionale di armamenti che abbia i poteri adeguati per limitare le esportazioni in linea con i trattati internazionali ratificati dai parlamenti. Questo è tanto più urgente se consideriamo il processo di creazione di una Difesa comune appena iniziato con la Pesco e con l’istituzione del fondo europeo per la Difesa. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/perch-la-spesa-in-armamenti-limita-sviluppo-e-democrazia 

8 aprile 2018 | La strategia dei dazi di Trump ricetta vecchia e improduttiva | [...] Le decisioni della Casa Bianca concretano l’idea secondo cui la politica commerciale è componente integrante della politica estera e per questo esistono Paesi amici con cui stipulare accordi commerciali e Paesi rivali con i quali il commercio diventa un’arma per influenzare o indebolire l’avversario. Questa visione, però, è di una debolezza intrinseca poiché semplicistica. La globalizzazione economica, infatti, ha oramai trasformato il mondo in una rete di interconnessioni in cui la pervasività di flussi commerciali e investimenti a livello mondiale non consentono a nessuna nazione – neanche agli Stati Uniti – di influenzare in maniera decisiva i destini dell’economia mondiale.  Paradossalmente, quello che appare più preoccupante, infatti, è l’incapacità da parte dell’amministrazione americana di elaborare una moderna strategia rispetto alle problematiche esistenti a livello globale. La rivalità strategica con la Cina non è sicuramente da sottovalutare ma sicuramente non può essere affrontata come se fossimo alla fine del diciannovesimo secolo [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-strategia-dei-dazi-di-trump-ricetta-vecchia-e-improduttiva 

19 gennaio 2018 | Il Peso delle armi. Perchè lo stato non deve produrle | [...]È iniziata la campagna elettorale e i leader di partiti e movimenti hanno cominciato a esporre le proprie promesse su aspetti decisamente prevedibili. A mancare nella lista dei temi trattati, però, sono da sempre alcuni argomenti delicati come quelli inerenti alla produzione militare del nostro Paese. Un problema mai affrontato con compiutezza dai politici di qualsivoglia orientamento e formazione politica è, in particolare, quello dell’impegno pubblico nella produzione e nell’esportazione di armamenti. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-peso-delle-armi 

14 novembre 2017 | L’orizzonte sia comune. Eurodifesa, interessi nazionali, pace | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/eurodifesa-interessi-nazionali-pace 

16 marzo 2017 | Turchia. Le gambe molli dell'autocrate Erdogan | [...] La prova di retorica aggressiva e muscolare che Recep Tayyip Erdogan, presidente turco, sta offrendo in questi giorni rispetta un copione consueto dei regimi autoritari prossimi al tracollo. Nessun analista dispone della fatidica 'sfera di cristallo' per leggere il futuro, ma diversi indizi e qualche corposa prova indicano che la Turchia – come, prima o poi, tutte le società che svoltano in maniera chiara verso l’autoritarismo – ha intrapreso un percorso di declino economico che comincia a influenzare in maniera sostanziale le scelte di politica internazionale [....] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/le-gambe-molli-dellautocrate 

2 dicembre 2016 | Trump e Pechino: ragioni militari nella sfida dei dazi |  [...] Nella sfida economica tra le due superpotenze è in gioco il nuovo ordine mondiale. Ecco perché il presidente eletto promette barriere alle importazioni. E perché queste non aiuteranno gli americani [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/trumpcina-partita-militare-dietro-dazi-e-nazionalismo 

22 aprile 2016 | Così le guerre fanno crescere il consumo di droga | [...] Una delle grandi, ma purtroppo sottovalutate, conseguenze nell’operazione militare in Afghanistan da parte della comunità internazionale è stato il ritorno dell’eroina a buon mercato nelle nazioni occidentali e la comparsa in alcuni Paesi emergenti. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/cos-le-guerre-fanno-crescere-il-consumo-di-stupefacenti- 

26 marzo 2016 | Contro i jihadisti «mobili» integrazione di sicurezza 

| L’intero impianto istituzionale di sicurezza deve arricchirsi di una dimensione europea. Nel dibattito in corso bisogna avere il coraggio e la determinazione di recuperare uno spirito genuinamente europeo e sostituire quindi alla parola cooperazione le parole 'integrazione' e 'istituzione'. Il termine cooperazione indica infatti una serie di azioni operate da soggetti comunque diversi che si ritrovano in accordo nella realizzazione di un fine. Noi europei, invece, abbiamo la necessità di superare la fase della cooperazione e di lavorare per integrare i nostri apparati di sicurezza, istituendo o rafforzando agenzie europee antiterrorismo che affianchino quelle dei singoli Paesi membri. [...] | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/contro-i-jihadisti-mobili-integrazione-di-sicurezza- 

11 marzo 2016 | Il massacro di Aden e il mercato di armi nell'area. Vendere guerra è vendere stragi | [...] Nelle guerre chi lavora per la pace è più pericoloso dei nemici. Questo ha segnato il destino delle suore missionarie della Carità trucidate in Yemen. Le religiose, servendo i più poveri tra i poveri, operano in un territorio dilaniato da una guerra civile atroce e che è stata quasi totalmente dimenticata pur avendo finora causato diverse migliaia di vittime. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/vendere-guerra--vendere-stragi- 

24 febbraio 2016 | Medio oriente e Asia la nuova rotta delle armi | [...] L’analisi di questi dati si presta a diverse considerazioni e pone non poche preoccupazioni. In primo luogo, è necessario evidenziare una forte discontinuità a livello globale. Con la massiccia importazione di armamenti degli ultimi anni, l’Arabia Saudita si attesta stabilmente tra i primi cinque Paesi al mondo per spese militari. Questo dato conferma che non vi è più corrispondenza tra i membri del consiglio di sicurezza dell’Onu e i principali Paesi per spese militari. Questo rafforza un’idea che negli ultimi anni ha trovato un numero crescente di sostenitori, quella secondo cui la governance e gli spazi di cooperazione globali devono necessariamente trovare forme nuove rispetto alle istituzioni create alla fine della Seconda Guerra Mondiale. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/verso-medio-oriente-e-asia-la-nuova-rotta-delle-armi-  

15 dicembre 2015 | Il petrolio condiziona i piani militari russi, Le ricadute interne della strategia di Mosca. | [...] Il declino economico dietro l'interventismo di Putin in Siria | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-crollo-dei-prezzi-petroliferi-vanifica-i-piani-militari-russi- 

8 dicembre 2015 | Anche in Italia servono norme più severe . Armi: perché anche in Italia servono regole | [...] La strage in Oregon ha riacceso in America polemiche e discussioni in merito all’opportunità di limitare la diffusione delle armi da fuoco. In Italia, a dispetto di sbandierate preoccupazioni per la sicurezza, un qualsivoglia dibattito in merito è paradossalmente inesistente. Tra gli studiosi non vi è dubbio alcuno riguardo il costo sociale della disponibilità di armi da fuoco: in numerosi e autorevoli studi emerge chiara e incontestabile l’evidenza che a una loro maggiore diffusione è associata una maggiore intensità di omicidi, suicidi e di altre forme di crimine violento. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/armi-da-fuoco-le-regole-contro-il-rischio-far-west- 

24 novembre 2015 | La guerra dei droni: vittime, malattie, lobby, I rischi nell'evoluzione della tecnologia bellica. | [...] la rapida diffusione di tecnologia e competenze specializzate renderanno le imprese produttrici di diversi paesi sempre più competitive. I prezzi tenderanno a diminuire favorendo la diffusione di droni e robot. Questo potrebbe cambiare in maniera significativa la forma delle guerre in un futuro non remoto. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/vittime-civili-malattie-lobby-la-guerra-disumana-dei-droni- 

18 novembre 2015 | Il flusso delle armi da fermare subito | [...] È chiaro che una più severa regolamentazione del commercio di armi a livello globale è quindi il primo indispensabile passo per mitigare i conflitti in corso. Inoltre, i Paesi dell’Unione Europea che in queste ore cercano di coordinarsi su un’azione militare comune dovrebbero prima di tutto confrontarsi sul fatto che molte imprese produttrici di armi sono di proprietà pubblica. Nel momento in cui le nostre democrazie si sentono minacciate, è ora di abbandonare la via di questi affari insensati, disinvestendo dalle industrie militari per contribuire a disinnescare gli incentivi alle guerre in regioni a noi pericolosamente vicine [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/affari-insensati 

9 aprile 2015 | I prezzi del cibo in discesa aiuto ai poveri del mondo | [...] Sul piano della cooperazione internazionale, il primo e più rilevante ostacolo da superare è il tema delle distorsioni del mercato mondiale operate dei paesi sviluppati. Il mercato agricolo mondiale, infatti, è ancora eccessivamente distorto a causa degli ingenti sussidi agricoli dei paesi sviluppati. L’Unione Europea, in particolare, mantiene ancora in vita il sistema complesso della politica agricola comune che negli anni si è trasformato da quello che poteva essere un comprensibile meccanismo di sostegno all’agricoltura in uno sproporzionato vantaggio a favore delle imprese agricole europee nei mercati mondiali. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/i-prezzi-del-cibo-discesa 

8 gennaio 2015 | L'Europa con la guerra in casa | [...] Così cambia l’estremismo. Il peso di crisi e conflitti esterni. L’evoluzione competitiva della violenza è più probabile nelle società in cui la dinamica economica sta alimentando diseguaglianza e perdite di opportunità piuttosto che una prosperità diffusa. [...] https://www.avvenire.it/mondo/pagine/europa-con-la-guerra-in-casa 

23 agosto 2014 | L’allarme del Papa e una geografia delle interdipendenze. La globalizzazione «buona» che può fermare le guerre | [...] Papa Francesco ha evidenziato la gravità della situazione mondiale identificando l’esistenza di una «Terza guerra mondiale combattuta a pezzi» in virtù dei numerosi luoghi in cui vi sono crudeli conflitti e manifestazioni di violenza. [...]I diversi territori oggi interessati da questi conflitti, infatti, sono fuori dalle reti consolidate della globalizzazione. A dispetto dei termini in voga, l’integrazione dell’economia degli ultimi anni, infatti, non è stata realmente globale [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-globalizzazione-buona-caruso 

14 giugno 2014 | La Colombia assapora il gusto della pace | [...] Il confronto con i guerriglieri avviato dal presidente Santos ha portato benefici sociali ed economici. Lo sfidante Zuluaga promette il ritorno alla linea dura, ma il processo pacifico appare irreversibile. Domani le elezioni. [...] https://www.avvenire.it/mondo/pagine/dopo-60-anni-la-colombia-assapora-la-pace

14 maggio 2014 | L’«arma» delle sanzioni: mai senza effetti collaterali | [...] Esistono conseguenze che non dipendono direttamente dalla loro applicazione, quanto dal clima di aspettative negative che esse generano. Per mezzo degli embarghi, la comunità internazionale "segnala" agli imprenditori, internazionali ma anche interni, che le relazioni con la Russia non godono più di favore. Di conseguenza, la perdita di fiducia nei confronti del regime di Putin dovrebbe indurre una contrazione delle relazioni economiche con Mosca in maniera spontanea e non esclusivamente in virtù di specifiche misure restrittive. [...]  https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/arma-delle-sanzioni-mai-senza-effetti 

4 aprile 2014 | Spese armate, la leggenda del beneficio economico | https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/spese-armate-leggenda-beneficio-economico 

6 marzo 2014 | Quell’aggressività russa figlia della politica del riarmo |  [...] L’economia russa, infatti, (spesso analizzata con eccessiva faciloneria ed entusiasmo da molti osservatori) è, attualmente, una combinazione di eccessiva dipendenza da risorse naturali, bassa produttività nel settore manifatturiero, pochi investimenti privati e spese militari in crescita costante. Tale miscela è esplosiva poiché essa è foriera di declino economico nel medio periodo e – come è chiaro in questi giorni – volano per intraprese belliche. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/aggressivita-russa-figli-della-politica-del-riarmo 

4 dicembre 2013 | Le ricadute del trattato sugli armamenti. Il "business della pace" sfida l'esercito dei droni | Approvato dall’Assemblea Generale dell’Onu lo scorso aprile, il Trattato sancisce un principio fondamentale e "nuovo": quello per cui i beni pubblici globali, come il mantenimento della pace e la salvaguardia dei diritti umani sono da ritenersi superiori al principio della libertà degli scambi che informa la struttura della gran parte delle transazioni economiche globali. In breve, il tanto sbandierato motto it’s business stupid! non vale più quando ci troviamo di fronte a minacce della sicurezza globale e dei diritti umani elementari. Mentre si rafforza l’idea che anche strumenti di natura economica, e non solo soluzioni militari, siano funzionali al conseguimento della pace. Per usare un altro motto, viene rafforzata l’idea del si vis pacem para pacem. [...] https://www.avvenire.it/amp/opinioni/pagine/business-della-pace-sfida-esercito-droni-caruso 

25 gennaio 2013 | Anche gravi squilibri economici alla radice della crisi sahariana. La rischiosa inutilità delle guerre annunciate | [...] Gli eventi degli ultimi giorni hanno chiarito che una vasta area del Sahara, compresa tra Algeria, Mali e Niger sfugge al controllo degli Stati di appartenenza, ed è divenuta territorio di conquista per i fondamentalisti islamici. Questi hanno stretto un’alleanza con i tradizionali abitanti di quell’area, i Tuareg. Infatti, sebbene esistano differenze, l’insicurezza economica delle popolazioni costituisce un tratto comune che favorisce il sostegno ai movimenti fondamentalisti. [...] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-rischiosa-inutilit-delle-guerre-annunciate 

23 novembre 2012 | Kabul, l'oppio del marcato | [...] Manca un anno al ritiro delle truppe Nato dal Paese Bilancio positivo nell’educazione: 7 milioni di ragazzi a scuola, e oggi studia una bambina su tre. L’agricoltura resta però fondata sulle Piantagioni illegali, Anche a causa della decisione di lasciare liberi i prezzi. [...] https://www.avvenire.it/mondo/pagine/kabuloppiodelmercato