<< Che tu venga dal cielo o dall'inferno, che importa,
Bellezza! Mostro enorme, spaventoso, ingenuo!
Se i tuoi occhi, il sorriso, il piede m'aprono la porta
di un Infinito che amo e che non ho mai conosciuto? >>
Charles Baudelaire
Sono una psicologa clinica, regolarmente iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana (n° 10514).
Vivo a Firenze, dove attualmente lavoro come libera professionista presso il mio studio privato. Svolgo attività clinica principalmente con adolescenti, giovani adulti e adulti.
Lo psicologo è un professionista della salute che opera per favorire il benessere dell'individuo, dei gruppi, degli organismi sociali e delle comunità. Il suo obiettivo primario è quello di favorire il cambiamento, potenziare le risorse e accompagnare gli individui, le coppie, le famiglie e le organizzazioni in particolari momenti di difficoltà.
Per questo motivo, è opportuno rivolgersi allo psicologo nei casi in cui il tuo benessere viene compromesso. Ogni storia è degna di essere ascoltata e compresa in uno spazio sicuro, sfruttando i benefici del colloquio clinico.
I momenti di crisi ci terrorizzano, ci mettono a dura prova e spesso ci bloccano. Nell’uso comune, la parola <<crisi>> ha assunto un’accezione fortemente negativa, poiché viene usata per indicare un peggioramento, lo ”sconvolgimento” di uno status quo che provoca ansia, angoscia, paura ed incertezza.
In una società basata sul consumo e sulla produttività, in cui il valore di un individuo è legato strettamente alla sua performance, le crisi sono considerate fenomeni da evitare, da nascondere o da cui proteggersi.
In realtà, il significato del termine ha origini tutt’altro che drammatiche. La parola <<crisi>>, di derivazione greca (κρίσις), originariamente indicava la separazione (dal verbo greco κρίνω: “separare”, appunto). Il verbo era utilizzato in riferimento alla cernita del grano durante la trebbiatura, l’attività conclusiva nella raccolta, consistente nella separazione della granella del frumento dalla paglia e dalla pula. La crisi, dunque, contiene in sé una scelta fatta dopo una separazione, un taglio. La separazione era finalizzata a mantenere la "parte buona" del raccolto, implicando la capacità di giudicare.
Nel corso dei secoli, tuttavia, ha acquisito una serie di significati secondari, come il "turbamento" che uno stato di scissione e di incertezza può generare. Per questo motivo oggi, quando si parla di crisi, si allude sempre a un evento negativo e infatti vengono utilizzate le espressioni come “crisi di pianto” e “crisi di nervi”.
Dall’atto del separare e del tagliare si è giunti rapidamente al concetto di improvviso mutamento o passaggio. Il termine “crisi” ha subìto una specifica traslazione che, nell’immagine mentale di ciascuno di noi, corrisponde all’idea di un disagio.
A partire dal suo significato originario, le crisi non vanno considerate solamente come dei momenti di difficoltà, ma anche opportunità per il cambiamento e la crescita. Spesso ci spingono al limite delle nostre capacità, ma contemporaneamente ci mettono alla prova e ci stimolano ad esplorare risorse nascoste che altrimenti non avremmo considerato.
Le crisi possono quindi essere delle occasioni per lo sviluppo e la trasformazione, necessarie per adattarsi e rinnovarsi.