In questa sezione potete trovare tutti gli articoli riguardanti eventi, curiosità e tematiche di attualità riprese dalla nostra redazione.
Buona lettura!
di Aurora Fantauzzi
Tutti i cittadini di Latina sono entusiasti e non vedono l’ ora di festeggiare i cento anni della loro splendida città; ma come sarà la città tra sette anni? Secondo me tra sette anni, la città di Latina potrebbe: - Continuare a crescere e svilupparsi economicamente, con un aumento delle attività commerciali e imprenditoriali. - Migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini, con investimenti nelle infrastrutture, nei servizi pubblici e nella sostenibilità ambientale. - Potenziare il suo patrimonio culturale e storico, con la valorizzazione dei luoghi di interesse e la promozione di eventi culturali. - Sviluppare ulteriormente le sue connessioni con le città vicine e con il resto del mondo, grazie a miglioramenti nelle infrastrutture di trasporto e nella connettività digitale. Io credo che da cittadini civili il regalo più grande che potremmo fare a Latina sarebbe: - Rispettare e preservare l'integrità degli spazi pubblici, evitando atti di vandalismo e degrado. -Responsabilizzare le generazioni future su tematiche come il riciclo e la salvaguardia dell’ ambiente. -Se potessi aggiungere una cosa completamente nuova e che manca a Latina per il suo centenario, io direi un grande parco urbano con spazi verdi, aree gioco per bambini e percorsi ciclabili, dove i cittadini possano incontrarsi, rilassarsi e godere della natura. Questo parco potrebbe essere un simbolo della città che guarda al futuro, valorizzando l'ambiente e la qualità della vita dei suoi abitanti. Tra i simboli di Latina che potrebbero essere celebrati per il suo centenario sono: -La bonifica dell'Agro Pontino, -L'architettura razionalista, Il patrimonio naturale, la cultura e la tradizione ma soprattutto la resilienza e la determinazione: la città ha saputo superare le difficoltà e crescere nel tempo, grazie alla determinazione e alla resilienza dei suoi abitanti. Questi simboli potrebbero essere celebrati attraverso iniziative che mettano in luce la storia, la cultura e l'identità di Latina. Auguriamo a Latina di continuare a crescere, mantenendo viva la sua storia e la sua identità, e di essere un esempio di comunità solida e unita per le generazioni future.
di Alice Moretto e Dario Chieruzzi
Come sarà Latina nel 2032? Ce lo siamo chiesti immaginando una città che cambia, cresce, ma che non dimentica mai le sue radici. In questo articolo vogliamo raccontarvi la nostra Latina del futuro: più moderna, più verde, più viva… e ancora più nostra. Pronti a viaggiare nel tempo insieme a noi?
Latina è una città davvero speciale: si trova tra paesaggi molto diversi tra loro, dalle campagne ai Monti Lepini, fino al mare con il Lido di Latina. Non mancano i laghi costieri come il Lago di Fogliano e le bellezze del Parco Nazionale del Circeo, che la rendono un luogo unico. Non è una città caotica, anzi: è abbastanza tranquilla ma piena di energia, soprattutto tra i giovani. Già oggi è un centro moderno, con tante scuole, eventi sportivi e culturali. Ma come ce la immaginiamo tra 7 anni?
Nel nostro futuro, Latina è diventata ancora più sostenibile: ci sono spazi pubblici riqualificati, piste ciclabili che collegano meglio il centro con le periferie, aree verdi curate dove le persone possono incontrarsi, rilassarsi o fare attività insieme. Immaginiamo murales e installazioni artistiche che raccontano la storia della città in modo creativo e coinvolgente. E poi: laboratori di scienza e tecnologia, atelier artistici e musicali, una biblioteca digitale super innovativa, spazi dedicati al dialogo interculturale, e incontri pubblici aperti a tutti.
Ma il futuro di Latina non dimentica il passato.
L’architettura razionalista, con palazzi storici come il Palazzo del Municipio e Piazza del Popolo, ci ricorda che Latina è una delle città di fondazione nata il 18 dicembre del 1932. Un’epoca storica complessa, certo, ma che va conosciuta e raccontata con consapevolezza. Un altro momento fondamentale nella storia della città è la bonifica dell’Agro Pontino. Un’impresa straordinaria fatta di sacrificio e lavoro. Onorare i coloni che hanno trasformato un territorio inabitabile in una città vivibile è un modo per dire grazie alla loro forza e resilienza.
E poi c’è un altro aspetto che ci piace tanto: la multiculturalità. Oggi Latina è abitata da persone provenienti da tante culture diverse. È diventata una città accogliente, aperta e viva. Per questo pensiamo che in futuro ci saranno eventi, mostre, incontri e racconti per celebrare tutte queste storie che si intrecciano e rendono Latina ancora più ricca. In conclusione, immaginiamo una Latina dove passato e futuro si incontrano, dove le persone si sentono parte di una comunità viva e rispettosa, dove i giovani possono crescere, imparare e sognare. Il 2032 non è poi così lontano: forse basta solo un po’ di immaginazione… e tanto impegno!
FantaProf, un modo rivoluzionario di divertirsi a scuola
di Arre Marco, Carbone Francesco, Santillo Pietro
Negli ultimi anni, tra le aule scolastiche è esploso un nuovo trend che ha catturato l'immaginazione degli studenti: il FantaProf. Nato come una versione scolastica del più famoso FantaCalcio, il FantaProf permette agli studenti di "scegliere" i propri insegnanti preferiti e creare delle vere e proprie squadre di docenti. In questo gioco, ogni professore accumula punti in base al suo comportamento e alle situazioni che si verificano durante l'anno scolastico. Ma come funziona esattamente?
Nel FantaProf, ogni partecipante costruisce una rosa di docenti tra i professori della propria scuola, assegnando loro un punteggio in base a criteri che spaziano dalla simpatia all'impegno, dalla disponibilità fino ai momenti più "epici" in classe. Il gioco prende vita quando, ad esempio, un insegnante è particolarmente severo durante un'interrogazione o si distingue per un comportamento che fa discutere tra gli studenti. I punteggi vengono accumulati in una classifica, proprio come nel FantaCalcio, con l’obiettivo di vedere quale squadra di insegnanti riesca a totalizzare più punti durante l’anno scolastico.
Ma il FantaProf non è solo un passatempo. In alcuni casi, diventa anche un vero e proprio strumento di socializzazione e di riflessione sul rapporto tra studenti e docenti. Se da un lato può sembrare un gioco leggero, dall’altro mette in luce le dinamiche relazionali tra professori e studenti, evidenziando quanto il comportamento e le attitudini degli insegnanti influenzino il clima scolastico.
Ogni giocatore, in base alle proprie preferenze e alla propria esperienza con gli insegnanti, sceglie chi far entrare nella sua squadra. Alcuni puntano su docenti che si sono guadagnati la fama di "professori amici", sempre disponibili a spiegare con pazienza, altri su quelli più severi ma giusti, capaci di motivare gli studenti a dare il massimo. C'è anche chi seleziona professori che, pur non essendo sempre molto disponibili, sono apprezzati per la loro competenza e capacità di far crescere gli studenti.
Il FantaProf può diventare anche un'opportunità per migliorare la comunicazione tra studenti e insegnanti. È interessante osservare come certi comportamenti in classe vengano interpretati dai ragazzi e come alcuni professori possano "guadagnare" punti in base alla loro interazione quotidiana con gli studenti.
In conclusione, il FantaProf è più di un semplice gioco: è un modo per rielaborare l'esperienza scolastica attraverso il divertimento e la competizione, ma anche con un pizzico di riflessione sul valore delle relazioni all'interno della scuola. Per quanto possa sembrare frivolo, questo trend ci ricorda che ogni giorno trascorso in aula è un’opportunità di crescita e di confronto, anche in modo inaspettato.
Sport di squadra o individuali?
Il nostro parere
di Moretto Alice e Natalizi Viola
Ciao a tutti! Oggi parleremo di sport, un'attività che piace a tutti, bambini e adulti.
Secondo voi sono meglio gli sport di squadra o gli sport individuali?
In questo articolo diremo le nostre opinioni e parleremo degli sport dicendo alcune differenze.
Iniziamo!
Gli Sport individuali sono: tennis,ping pong, golf , boxe, ciclismo, triathlon, atletica leggera, ginnastica, nuoto, equitazione, pattinaggio, latino americano e tanti altri.
Gli sport individuali aiutano ad essere più responsabili, infatti ogni successo o fallimento dipende da se stessi. Inoltre ci si può allenare quando si vuole. Gli sport individuali sono quegli sport nei quali l'atleta può contare solo sulle proprie forze per il raggiungimento dell'obiettivo agonistico. Racchiudono un insieme di discipline sportive in cui le abilità motorie trovano la loro massima espressione. L’atleta infatti è responsabile della vittoria o della sconfitta.
Gli sport di squadra sono: calcio, basket, pallavolo, pallacanestro, hockey, pallanuoto, rugby, pallamano, cricket…
Gli sport di squadra aiutano a socializzare, stare in gruppo e ad accettare le sconfitte, poiché non sempre si vince. Servono anche a motivarti, perché se sei triste i tuoi compagni possono consolarti e spronarti a migliorare sempre di più, infatti gli sport di gruppo possono anche renderti felice grazie agli amici, la loro compagnia e il legame con la squadra.
Secondo noi gli sport di squadra sono migliori perché ti diverti di più e passi del tempo in compagnia scherzando e giocando con i tuoi amici.
Ciao e al prossimo articolo!
Sport più estremi o…
Sport più strani?
Livia Zappone e Aurora Fantauzzi
Noi siamo dalla parte degli sport più strani.Che ne dite di scoprirli con noi?
Conosceremo 6 degli sport più strani del mondo:
CICLISMO SUBACQUEO
é uno sport nato per la beneficenza, dove un certo numero di ciclisti possono partecipare. I corridori devono indossare una tuta da sub e pedalare sott’ acqua
PILLOW FIGHT (LOTTA DI CUSCINI)
Una disciplina che si svolgeva in arene da combattimento esattamente come gli incontri di boxe o wrestling. A battagliare due o tre ragazze tenute a rispettare le regole: niente graffi, colpi proibiti o capelli tirati all’avversaria/o, ma solo un semplice cuscino per vincere.
SKY SURFING(SURF NEL CIELO)
Lo skysurf è una tecnica di paracadutismo acrobatico in cui il paracadutista si lancia con una tavola da surf attaccata ai piedi.La tavola è attaccata con un sistema che garantisce al paracadutista la possibilità di staccarla facilmente in caso di problemi con l'apertura del paracadute o altri problemi tecnici. La tavola, comunemente, è più piccola di una tavola da surf, è come una tavola da snowboard o una grande da skateboard. Quando uno paracadutista viene ripreso da un altro paracadutista, che si è lanciato accanto a lui, nel video sembra un surfista perché l'aria fa compiere gli stessi movimenti che si compiono cavalcando un'onda.
CHESS BOXING
è uno sport ibrido che unisce due discipline tradizionali: gli scacchi e il pugilato. Due combattenti giocano round alternati di scacchi lampo e pugilato finché uno non vince per scacco matto o KO. È anche possibile vincere per penalità di tempo come negli scacchi normali e per decisione di pugilato se c'è un pareggio nel round di scacchi.In genere, gli eventi si svolgono in un ring di pugilato standard, utilizzando le normali attrezzature e regole del pugilato amatoriale. Anche il round di scacchi si gioca sul ring, con il tavolo, la scacchiera e i posti a sedere su una piattaforma che vengono sollevati dentro e fuori dal ring dal soffitto per ogni round.Gli organi di governo del chessboxing sono la World Chess Boxing Association e la World Chess Boxing Organisation . Il chess boxing è stato inventato dal fumettista francese Enki Bilal e adattato dall'artista olandese Iepe Rubingh come performance artistica e successivamente è diventato uno sport competitivo. Il chess boxing è particolarmente popolare nel Regno Unito, in India, in Finlandia, in Francia, e in Russia.
DUELLO CON SPADA LASER
era inizialmente basato su antiche tecniche di combattimento con spada. Attraverso i secoli dopo la sua creazione, esso si sviluppò in sette forme "classiche" e numerosi altri stili. Era difficile da padroneggiare per svariati motivi, uno tra i quali è il fatto che tutto il peso della spada laser sta nell'impugnatura. E' stato detto che soltanto coloro che sono sensibili alla Forza hanno la possibilità di padroneggiarlo completamente. Tutte e sette le tradizionali forme di combattimento con spada laser includono di fatto le tecniche base degli stili di combattimento con spada antichi, come ad esempio le posture difensive, fendenti, parate e contrattacchi.
Che ne pensate, sono veramente strani, qual è il vostro preferito? Grazie della lettura rimanete aggiornati per nuove ed interessanti notizie.
I libri che stanno conquistando i giovani: tendenze e scoperte letterarie del momento
di Claudio Coluccio e Stefano Sindoni
Viviamo in un’epoca digitale in continuo sviluppo dove le tecnologie stanno prendendo il sopravvento sulla nostra vita di tutti i giorni. Quindi la domanda che ci sorge spontanea è: come possono i libri attrarre ancora oggi le nostre generazioni, in particolare, noi studenti delle medie? E quali sono i libri di tendenza al momento che ancora si fanno strada nelle passioni dei giovani d’oggi nonostante i social media?
I libri secondo noi non forniscono solo grandi opportunità di migliorare le proprie capacità di scrittura, public speaking, o anche solo un allargamento culturale, ma sono anche un punto di partenza per degli spunti di riflessione sulle condizioni del mondo che abitiamo e che cambieremo con le nostre decisioni. Ecco perché molti dei libri che leggiamo ci servono ad imparare a vedere le cose anche attraverso il loro strato denotativo e andare più in profondità per cercare il significato nascosto di quello che vediamo e leggiamo, vale a dire la parte connotativa.
Secondo le nostre ricerche e secondo ciò che abbiamo notato andare di moda fra i nostri coetanei abbiamo stilato un elenco di libri particolarmente amati da ragazze e ragazzi della nostra età.
Pare che ultimamente sia rientrato in tendenza, fra le ragazze maggiormente ma non solo, il genere romance, nella cui categoria rientrano autori come Colleen Hoover o Felicia Kingsley.
Si sa, i libri di genere fantasy o di fantascienza hanno da sempre affascinato i giovani. Chi non ha mai letto almeno un libro della saga di Harry Potter o del Signore degli anelli, o i libri di Ray Bradbury come Fahrenheit 451?
In pochi resistono al fascino della cultura illustrata: i fumetti - le cosiddette graphic novel - ma soprattutto frutti della tradizione giapponese come i manga spopolano tra i giovani. Basta ricordare saghe come One Piece, Attack on Titan, DragonBall Z.
E così, che si tratti di avventure fantasy, storie d’amore adolescenziali o fumetti manga, i libri occupano ancora un posto nella vita quotidiana di noi giovani. Insomma, tra una pagina e l’altra, capiamo che la lettura non è solo un passatempo, ma una vera e propria avventura dove ogni capitolo è un nuovo inizio.
La scuola del futuro: l'istruzione di domani
di Naomi Del Fabbro
La scuola del futuro è un tema che suscita grande interesse e porta a molte riflessioni. In un mondo sempre più digitale e interconnesso, l'educazione sta subendo profondi cambiamenti. Le tecnologie avanzano rapidamente e, con esse, anche i modelli didattici e gli spazi di apprendimento. Ma come immaginiamo la scuola del futuro?
Sarà un ambiente dinamico e tecnologicamente avanzato, in cui l'apprendimento si adatterà alle esigenze di ciascuno studente. Non si tratterà più di un luogo rigido, ma di uno spazio flessibile e interattivo, dove strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e la realtà virtuale renderanno l’educazione più immersiva e personalizzata. Gli insegnanti diventeranno guide e facilitatori, aiutando gli studenti a sviluppare abilità critiche, creative e collaborative.
La scuola non sarà più solo un edificio fisico, ma un punto di connessione globale, con opportunità di apprendimento e collaborazione con coetanei di tutto il mondo. Il focus si sposterà sulla formazione continua, andando oltre il programma tradizionale e preparando gli alunni ad affrontare le sfide di un mondo in costante evoluzione.
In un contesto ideale, la scuola del futuro sarà inclusiva: ogni studente, indipendentemente dalle proprie capacità e provenienza, potrà esprimere al meglio il proprio potenziale. Le lezioni non saranno più rigidamente strutturate, ma si adatteranno alle esigenze individuali grazie all’uso di intelligenze artificiali e piattaforme digitali. Ogni ragazzo avrà accesso a strumenti tecnologici avanzati, come tablet e computer, oltre a una vasta gamma di risorse online per arricchire la propria formazione.
L’apprendimento diventerà più dinamico, personalizzato e interattivo. Invece di seguire un unico programma standardizzato, gli studenti potranno approfondire le tematiche che li appassionano, scegliendo percorsi formativi su misura. La tecnologia non sostituirà gli insegnanti, ma li affiancherà, permettendo loro di seguire in modo più mirato ogni alunno. L’educazione emozionale e sociale assumerà un ruolo centrale, con l’obiettivo di formare cittadini consapevoli, capaci di affrontare le sfide di una società in continuo cambiamento.
Anche l’aspetto fisico della scuola sarà rivoluzionato: le aule non saranno più spazi chiusi e rigidi, ma ambienti flessibili e multifunzionali, con possibilità di apprendere anche all’aperto e in contesti non tradizionali. La scuola potrebbe persino estendersi oltre i confini dell’edificio, grazie a collaborazioni con il mondo del lavoro, le università e le istituzioni locali.
Volete la mia opinione?
Io immagino che la scuola del futuro sarà molto più dinamica e tecnologicamente avanzata. Credo che l'apprendimento diventerà sempre più personalizzato, grazie all’uso di intelligenze artificiali e piattaforme digitali in grado di adattarsi alle esigenze di ogni studente. Le classi saranno meno tradizionali, lasciando più spazio alla creatività e alla collaborazione tra gli studenti, anche a distanza.
La scuola non si limiterà più a trasmettere conoscenze e nozioni di base, ma aiuterà a sviluppare competenze fondamentali come il problem-solving, la collaborazione e la capacità di adattamento. Spero anche che ci sarà maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere degli studenti, con momenti dedicati al relax e alla consapevolezza. L’accesso alle risorse educative sarà globale e inclusivo, permettendo a chiunque, ovunque, di apprendere e crescere. Inoltre, la scuola del futuro dovrà essere un ambiente sicuro, senza alcuna tolleranza per il bullismo, promuovendo il rispetto per tutti, indipendentemente da sesso, religione, orientamento sessuale, etnia o altre differenze.
In conclusione, la scuola del futuro si prospetta come un ecosistema educativo in cui tecnologia e approccio umano si fondono per creare un ambiente stimolante e favorevole alla crescita di tutti. Ma affinché questa visione diventi realtà, è fondamentale l’impegno collettivo di istituzioni, insegnanti, famiglie e studenti stessi. Solo così la scuola potrà davvero rispondere alle sfide del futuro.
E con questo, vi lascio alla prossima lezione… sempre che il Wi-Fi regga!
Siamo piccoli ma pensiamo in grande
Di Claudio Coluccio e Stefano Sindoni
C’è chi vive nel passato, altri nel presente, noi invece in questo articolo ci proiettiamo nel futuro dei ragazzi di questa scuola. Sarà anche un futuro decisamente remoto, ma sicuramente, oggi come oggi, potrebbe raffigurare le nostre passioni espresse in grande: stiamo parlando della nostra carriera dei sogni, quel mestiere che abbiamo sempre desiderato di fare e che condizionerà indissolubilmente i nostri studi, a partire dal liceo per finire all’università.
E’ in questo periodo che si delineano le nostre passioni ed è per questo che è interessante cercare di capire le proprie attitudini per scegliere il percorso che andrà eventualmente a realizzare i propri sogni.
Abbiamo condotto un sondaggio fra i ragazzi e le ragazze della nostra redazione. Ecco cosa è uscito fuori:
Al primo posto troviamo i “non lo so”, la pura indecisione, anche se totalmente comprensibile a quest’età
Al secondo posto, ex aequo, l'insegnante d’inglese e il medico di base sarebbero particolarmente ambiti dagli studenti, spesso spinti a questa decisione, secondo loro, dalla professionalità dei docenti di tali materie di studio.
E, infine, troviamo i mestieri detti da una sola persona, come, parrucchiere, traduttrice, avvocato, programmatore, telecronista, giornalista, organizzatrice di eventi (es. wedding planner), imprenditore e attrice.
In conclusione, sebbene ci siano abbastanza "non lo so" tra di noi, è proprio questa incertezza che ci rende aperti a mille possibilità. Che si aspiri a insegnare inglese, a curare pazienti, o a diventare un wedding planner, bisogna ricordare che il futuro è come una tela bianca pronta a essere dipinta con qualsiasi cosa si voglia, che si ispiri alle proprie passioni o alle proprie attitudini. Ed è per questo che scriviamo questo articolo, per far prendere consapevolezza delle passioni che ciascuno conserva in sé. Sperando di capire qualcosa in più anche noi.
In ogni scuola, gli studenti si trovano di fronte a una varietà di insegnanti, ognuno con un proprio stile. Alcuni sono severi e rigorosi, mentre altri cercano di rendere l’ambiente di apprendimento più rilassato e amichevole. Ma cosa preferiscono davvero gli studenti? I professori severi, che mantengono la disciplina con fermezza, o i prof simpatici, che puntano a creare un'atmosfera distesa e amichevole? Scopriamo le caratteristiche di entrambi e cerchiamo di capire quale approccio sia più apprezzato.
Professori severi: caratteristiche e pro e contro
I professori severi sono generalmente quelli che non scendono a compromessi in termini di disciplina e serietà. Sono spesso quelli che insisteranno sul rispetto delle regole e che vogliono che gli studenti si concentrino al massimo durante le lezioni. Non temono di usare metodi di insegnamento rigorosi e, a volte, possono sembrare un po' distaccati.
Pro dei prof severi:
Mantenimento della disciplina: la loro rigidità aiuta a mantenere un ambiente ordinato e focalizzato, dove gli studenti sono meno distratti.
Alti standard di impegno: incoraggiano gli studenti a dare il massimo, a studiare con impegno e a rispettare le scadenze.
Autorità e rispetto: con il loro atteggiamento serio, guadagnano il rispetto degli studenti, che spesso li considerano fonte di stabilità.
Contro dei prof severi:
Tensione in classe: un’atmosfera troppo rigida può creare ansia tra gli studenti, che potrebbero sentirsi stressati o in difficoltà.
Difficoltà nel chiedere aiuto: la mancanza di un rapporto amichevole può far sentire gli studenti intimoriti nel chiedere chiarimenti o supporto.
Poca empatia: in alcuni casi, la severità può sembrare un ostacolo a una comunicazione più personale e comprensiva.
I professori simpatici, al contrario, cercano di creare un ambiente di apprendimento più rilassato e informale. Sono quelli che sorridono spesso, scherzano con gli studenti e cercano di farsi piacere dalla classe. Questi insegnanti cercano di rendere la lezione interessante e coinvolgente, mettendo in primo piano la comunicazione e il benessere emotivo degli studenti.
Pro dei prof simpatici:
Ambiente sereno: la loro attitudine amichevole fa sentire gli studenti più a loro agio, riducendo la pressione e l'ansia.
Maggiore partecipazione: gli studenti si sentono più motivati a partecipare attivamente, a fare domande e a interagire con il prof.
Sostegno emotivo: un prof simpatico è più incline a capire le difficoltà degli studenti e ad aiutarli in modo più personale.
Contro dei prof simpatici:
Rischio di mancanza di disciplina: la loro natura affabile può portare alla perdita di controllo sulla classe, con studenti meno concentrati e più disattenti.
Approfittamento da parte degli studenti: alcuni potrebbero approfittare della loro gentilezza, comportandosi in modo poco rispettoso.
Meno autorevolezza: in alcune situazioni, un insegnante troppo “amico” potrebbe non essere preso sul serio, riducendo la sua capacità di influire realmente sugli studenti.
Non c’è una risposta univoca su quale tipo di insegnante sia migliore. L’approccio ideale sembra essere quello di un equilibrio: un insegnante che sappia essere severo quando necessario, ma che allo stesso tempo non perda mai di vista l’importanza di un rapporto positivo con gli studenti. La capacità di combinare fermezza e simpatia potrebbe essere la chiave per creare un ambiente di apprendimento stimolante e produttivo, dove gli studenti si sentono rispettati, ma anche a proprio agio. Scegliere il tipo di professore preferito dipende molto dalle esperienze personali, dal carattere e dall'approccio che meglio si adatta al proprio stile di apprendimento. E tu, quale preferisci?
Paganini a trecentosessanta gradi! Fatti e curiosità che forse non sapevi
Petra Alice Antonacci
Diciamoci la verità: a tutti è capitato di faticare a rimanere svegli studiando i musicisti del Romanticismo! Ma oggi voglio raccontarvi alcune curiosità su Niccolò Paganini che potrebbero farvelo vedere sotto una luce diversa. E’ importante sapere che Paganini ebbe una brutta malattia, la sindrome di Marfan, ciò lo portava ad avere un corpo molto lungo con delle grandi mani che gli permettevano di suonare in modo eccellente il violino, ma perché vi dico questo? Perché proprio questo talento eccezionale ha dato origine alla prima leggenda su di lui...
Paganini aveva fatto un patto con il diavolo
Si diceva che Paganini avesse fatto un patto con il diavolo perché suonava troppo bene, era così bravo che nemmeno le corde reggevano infatti si ritrovò molto spesso a finire i concerti con una sola corda. Il suo aspetto contribuiva a rendere questa leggenda ancora più credibile: a causa delle cure a base di mercurio (che all’epoca si usava per curare alcune malattie), i suoi occhi apparivano infossati e aveva perso tutti i denti. Inoltre, si vestiva sempre di nero, rendendo il suo look ancora più inquietante. Ovviamente, non aveva fatto davvero un patto con il diavolo, ma questa voce lo rese ancora più famoso!I
“Paganini non ripete”
Forse avete sentito il detto "Paganini non ripete", ma sapete da dove viene? Si racconta che, alla fine di un concerto, un re gli chiese di eseguire di nuovo un brano. Paganini, però, suonava sempre improvvisando e, con i polpastrelli doloranti per lo sforzo, si rifiutò rispondendo proprio con la celebre frase. Il re si arrabbiò così tanto che gli proibì di esibirsi di nuovo a corte! Oggi usiamo questa espressione per dire che non si vuole o non si può ripetere qualcosa.
Oggi abbiamo parlato di due curiosità molto interessanti di Paganini ma lui è come il vaso di pandora se inizi a cercare scopri cose sempre più strane e interessanti come il fatto che non fu seppellito per molto tempo. Insomma, dietro a quei nomi che studiamo nei libri di musica si nascondono spesso vite incredibili... magari, da oggi, Paganini vi sembrerà un po’ meno noioso!
Il FantaSanremo è un gioco online gratuito in cui gli appassionati del Festival di Sanremo si sfidano creando squadre composte dai loro artisti preferiti in gara.
I punti vengono assegnati agli artisti man mano che si esibiscono sul palco dell’Ariston.
Spesso sono previsti bonus in base a determinate regole: ad esempio, se un cantante si veste in un certo modo, pronuncia una parola particolare o compie un'azione specifica, può guadagnare o perdere punti. Uno dei bonus più iconici riguarda il famoso "braccialetto fortunato"!
Ogni squadra deve essere equilibrata nei punteggi e composta da sette artisti, con uno di loro scelto come capitano. Per costruire la squadra, ogni giocatore ha a disposizione 100 Baudi, la "moneta" ufficiale del FantaSanremo. Anche se un artista dovesse ritirarsi all'ultimo momento o saltare la sua esibizione, i bonus legati a lui verranno comunque assegnati. Vince la squadra che, alla fine dell’ultima serata del Festival, ha accumulato più punti.
Come è nato il FantaSanremo?
Il FantaSanremo è nato nel 2020, ispirandosi al modello del fantacalcio, ma applicato al mondo della musica e del Festival di Sanremo.
L’ideatore, Andrea Bosio, ha avuto l'intuizione di unire la passione per il Festival a un gioco divertente e competitivo. Il gioco ha rapidamente guadagnato popolarità, coinvolgendo non solo i fan della musica ma anche chi solitamente non segue Sanremo. Già nel 2021 è diventato un fenomeno virale sui social media, con milioni di partecipanti e un’attenzione sempre maggiore da parte dei media.
Come ci si iscrive?
Le iscrizioni sono gratuite e si può accedere direttamente dal sito ufficiale del FantaSanremo o dalle app dedicate, come quelle utilizzate per il fantacalcio.
Questa era, in breve, la spiegazione di come funziona il FantaSanremo e di cosa si tratta... Secondo voi chi vincerà il 75º Festival della Canzone Italiana?
Avete già pensato alla vostra squadra? Bene, ora prendete i vostri telecomandi e schiacciate play! Pronti a cantare?
Lettera o Whatsapp?
di Livia Zappone e Aurora Fantauzzi
Cari lettori, siamo nel periodo di San Valentino, la festa degli innamorati! Non tutti, però, hanno una dolce metà con cui trascorrere questa giornata… o meglio, vorrebbero averla. Se state leggendo questo articolo, probabilmente desiderate dichiararvi, ma siete indecisi tra una classica lettera d’amore o un messaggio su WhatsApp.
Ecco tutti i pro e i contro che dovete conoscere!
Una lettera d’amore ha un fascino unico: è un gesto romantico che richiede tempo e cura. Vediamo insieme i suoi vantaggi e svantaggi.
❤️ Espressione autentica dei sentimenti – Una lettera permette di esprimere in modo chiaro e sincero ciò che provate, dando spazio a emozioni che potrebbero essere difficili da comunicare a voce.
❤️ Intimità – Ricevere una lettera scritta a mano crea un momento speciale e personale, facendo sentire l’altra persona amata e apprezzata.
❤️ Creatività – Potete personalizzarla con parole poetiche, metafore e dettagli unici, rendendo il vostro messaggio ancora più speciale.
❤️ Rischio di fraintendimenti – Le parole scritte possono essere interpretate in modi diversi, causando possibili malintesi.
❤️ Difficoltà emotive – Mettere nero su bianco i propri sentimenti può essere impegnativo e far sentire vulnerabili.
❤️ Tempismo e contesto – Se ci sono tensioni o problemi irrisolti, una lettera d’amore potrebbe non essere ben accolta.
👉 Conclusione: Scrivere una lettera d’amore può essere un’esperienza meravigliosa, ma è fondamentale valutare il contesto e la relazione prima di farlo.
Un messaggio su WhatsApp è più immediato e può comunque trasmettere emozioni sincere. Scopriamo vantaggi e svantaggi.
❤️ Comunicazione immediata – Potete esprimere i vostri sentimenti in tempo reale, senza dover aspettare un’occasione speciale.
❤️ Chiarezza emotiva – Scrivere permette di riflettere meglio su ciò che si prova e di scegliere con cura le parole.
❤️ Meno ansia – Per chi è timido, un messaggio può essere meno intimidatorio di una dichiarazione faccia a faccia.
❤️ Creatività digitale – Emoji, immagini e GIF possono aggiungere un tocco speciale al vostro messaggio.
❤️ Interpretazione soggettiva – Senza tono di voce e linguaggio del corpo, il messaggio potrebbe essere frainteso.
❤️ Mancanza di personalizzazione – Un messaggio può sembrare meno sentito rispetto a una lettera scritta a mano.
❤️ Difficoltà nella risposta – Non tutti si sentono a proprio agio nel rispondere subito a dichiarazioni d’amore via chat.
❤️ Rischio di attese snervanti – Il destinatario potrebbe non leggere o rispondere immediatamente, generando ansia e incertezza.
👉 Conclusione: Un messaggio d’amore su WhatsApp può essere efficace, ma è importante valutare la situazione e la sensibilità del destinatario prima di inviarlo!
Scegliete il metodo che meglio si adatta alla vostra relazione e alla personalità della persona a cui vi dichiarate. Che sia una lettera romantica o un messaggio digitale, ciò che conta è la sincerità!
Mi raccomando, fate tesoro di questi consigli e… questo San Valentino non sarete soli! 😉
Buon San Valentino a tutti! ❤️
Gossip e Drama:
come sopravvivere
a un amore
non corrisposto
di Rigon Francesca e Di Staso Michela
Ah, l’amore… Un'emozione profonda e magica che apre i cuori delle persone. A volte può andare bene, altre volte può causare dolore. Però non bisogna entrare nel panico! Esistono diversi modi per affrontare un amore non corrisposto e oggi li condivideremo con voi!
Iniziamo dalla prima parte, ovvero ricevere un “no” dalla persona per cui proviamo dei sentimenti. Per prima cosa, non scoraggiarti e ricorda che non è la fine del mondo. Ci sono tante altre persone là fuori che ti apprezzeranno per quello che sei. E poi, come fanno a rifiutare una bellezza come te? È lui/lei che ci ha perso! Fidati, troverai qualcun altro, e anche meglio.
Se l'amore non è corrisposto, non pensarci più. Continuare a insistere ti causerà solo più dolore, quindi dimenticalo/la e vai avanti. Fidati, ti sentirai subito meglio.
Se provi tanto dolore, non tenere tutto per te. Confidati con qualcuno che ti sta vicino, come un amico, un cugino, un fratello, ecc. Capiranno la tua sofferenza e ti staranno accanto. Almeno avrai la mente più libera e leggera.
Nel caso dovessi incontrarlo/a da qualche parte, non fare finta di niente e non essere timido/a. Cammina a testa alta senza vergognarti. Cerca di dare una buona impressione e fagli/farle capire quanto sei forte d’animo.
Dopo una delusione d'amore, ama prima di tutto te stesso/a. Questo ti aiuterà a sentirti più forte e ti darà la carica per rimetterti in gioco! Riuscirai a fargli/farle capire che occasione si è perso/a.
Cerca di accettare che prima o poi sarebbe potuto succedere. Non tutto va sempre come vogliamo e, sì, fa male, lo so. Però nulla è per sempre ed è importante capirlo, altrimenti il dolore sarà continuo e non riuscirai a cambiare e ad andare avanti.
Come abbiamo detto, con te ha già perso una grande occasione, però non è giusto né educato pensare o dire cattive cose su di lui/lei. Dopotutto, ti ha solo detto ciò che pensa, mica ti ha insultato.
Non è importante se ti ha rifiutato, mantieni comunque buoni rapporti con lui/lei. Potreste rimanere semplici amici. Ovviamente, però, non essere troppo appiccicoso/a, altrimenti potrebbe tornare tutto come prima.
Queste sono le cose fondamentali da tenere a mente in caso di delusione d’amore. Fanne tesoro, perché non sai mai quando potrebbero servirti! Come va la vostra relazione d'amore? Bene, qui è tutto... e preparatevi per un milione di gossip!
Cotta o crash? Dizionario semiserio degli amori giovanili
Di Petra Alice Antonacci
L’amore…un concetto astratto che riesce ad unire tutti, adulti e adolescenti, forse una tra le emozioni più belle. Tutti sono stati innamorati almeno una volta o hanno sentito le famose “farfalle nello stomaco” al sol pensiero di quella determinata persona indipendentemente dal genere, l’amore colpisce sempre. Una volta si usava corteggiare l'altra persona, fare delle serenate o, il più comune di tutti il biglietto, ma adesso l’amore tra i giovani è lo stesso o è cambiato? Scopriamolo insieme! Il modo di dimostrare amore cambia da persona a persona: ci sono le persone dirette, quelle più estroverse e fantasiose, che non hanno paura di dimostrare i propri sentimenti, altre invece che non riescono ad esprimersi e hanno paura di qualsiasi giudizio. L'amore adesso nasce per lo più a scuola tra compagni di banco o piccoli sguardi nei corridoi, nei corsi pomeridiani o di questi tempi sui social media.
Al giorno d'oggi, con la diffusione dei social media, conoscere nuove persone è diventato più facile che mai. E, di conseguenza, anche innamorarsi online sembra essere sempre più comune.
Tuttavia, tra i giovani, e soprattutto tra le ragazze, sembra essere emerso un nuovo "trend": quello del malessere romantico, spesso identificato con il termine inglese red flag. Sembra che abbiamo abbandonato l'idea del ragazzo o della ragazza che porta le rose, che tratta bene il partner, che lascia il giusto spazio e che incarna il perfetto prototipo del "principe azzurro". No, quel tipo di persona non sembra piacere più.
Oggi, i giovani sono spesso attratti da partner che manifestano comportamenti problematici: super gelosi, poco attenti, freddi, eccessivamente protettivi, o addirittura "cattivi". Purtroppo, questo tipo di dinamiche porta spesso a legarsi alla persona sbagliata e a ritrovarsi in relazioni tossiche.
È importante ricordare che nell'amore esistono limiti che non devono essere superati. Ad esempio:
Bisogna lasciare libertà al proprio partner.
Essere fedeli è fondamentale.
Non bisogna mai stare con persone già fidanzate o sposate.
Non si deve mai costringere qualcuno a stare con noi.
E, soprattutto, bisogna essere gentili e rispettosi con la persona che si ama.
Oggi abbiamo scherzato un po’ sull’amore, ma ricordiamoci una cosa importante: l’amore è bellissimo, finché non nuoce agli altri.
Jambo Africa, un mondo a parte
Di Roberta Tobaldi
Vi siete mai sentiti spaesati viaggiando in un nuovo Paese? O addirittura continente? Insomma quella sensazione così strana data da un brivido che percorre la schiena e ti fa sentire eccitato ma allo stesso tempo un po’ fuori dal mondo.
Se non vi è mai capitato, sicuramente succederà se mai visiterete l'Africa, un continente così strano, dalle tradizioni così particolari da sentirlo fuori dell'universo. Curiosi? Allora oggi faremo insieme un mini viaggio di esplorazione dell’Africa, in particolare attraverso il Kenya, Paese che ho avuto piacere di visitare. Pronti? Karibù in questo meraviglioso Continente!
In ogni itinerario che si rispetti bisogna per forza visitare i villaggi… ecco, in questo luogo, premetto, cari lettori, non è molto progredita la tecnologia o le costruzioni: le case sono fatte con mattoni di fango e tetti in lamiera che molte volte le tempeste abbattono. I mercati sono tutti bancarelle aperte e sono molto diffusi i taxi, o meglio, il mototaxi! Vedete, infatti, ai bordi delle strade, persone che aspettano solamente che qualche turista chieda un passaggio e sfrecciano verso la destinazione! Ma quando si visita un villaggio, come non si può entrare a contatto con la cultura locale?! In Kenya vige la tradizione della poligamia maschile, per la quale un uomo può arrivare ad avere un massimo di 6 mogli. Questa cosa, a noi occidentali, potrebbe sembrare assurda e se vi state chiedendo se tra loro le donne sono in competizione o gelose la risposta è… no! Qui si pensa che la poligamia sia un atto di unione familiare, e di conseguenza più mogli si hanno più amore è presente nella famiglia! Curioso, vero?
Un altro elemento caratterizzante del Kenya è sicuramente l'alimentazione: si mangiano capre e mucche, ma non maiali! Per non parlare di altri animali un tantino particolari come per esempio le iguane o, fortunatamente tempo fa, le scimmiette. Ad oggi per preservare questi animali vengono poste dure sanzioni a chi le caccia, tra cui l'arresto.
Un'altra meta obbligatoria sono le famose spiagge con le palme da cocco (tra l'altro frutto utilizzato in tutte le salse!) È possibile fare snorkeling e ammirare la flora e la fauna del territorio, comprendente molte varietà di pesci (come quelli striati o scalari, ma anche i pesci palla) e persino stelle marine o ricci! Fate però attenzione, non sono tutti uguali!
Per i più temerari ci sono i safari dove potete vedere tutti, ed intendo proprio tutti, gli animali della savana che si vedono solo nei documentari! Dal leone all’elefante, non manca nessuno all’appello! E se vi capitasse di restare una notte qui, verrete sorvegliati e protetti dai Maasai, una tribù nomade di pastori, che si riconoscono da un tatuaggio in viso fatto all'età di ben 5 anni! Un'azione curiosa che fanno è sicuramente quella per ottenere la dote della futura moglie! (Ehh qui funziona ancora così). Devono uccidere un leone e portarne la testa al suocero per assicurare la riuscita della difficile impresa.
Insomma ragazzi, questo viaggio virtuale è terminato e spero di avervi trasmesso un po’ del cosiddetto “mal d’Africa”, un sentimento di nostalgia che arriva a chiunque abbia visitato questo magnifico Continente e Paese e deve andar via. Dal Kenya un saluto!
Ops, scusate, volevo dire
Jambo jambo!
Dal volgare al virale: l’italiano da Dante ai Social Media
di Claudio Coluccio e Stefano Sindoni
Dalle scuole elementari fino alla tomba, è impossibile non sapere il suo nome: Dante Alighieri, poeta e autore della Divina Commedia. Ma la sua eredità non si limita a questo. Attraverso una serie di opere, Dante riuscì a diffondere la lingua fiorentina a tal punto da farla diventare una lingua nazionale in breve tempo. Come dice l’Accademia della Crusca, tre quarti delle parole italiane che usiamo oggi le dobbiamo al Sommo Poeta.
Ed è proprio così che comincia l’avventura con cui il latino, passando per il volgare, si è trasformato nell’italiano che parliamo oggi.
Attraverso i secoli, grazie alle liriche e alle prose di poeti come Manzoni, Leopardi e D’Annunzio, quella che era la lingua di Dante si è evoluta per arrivare al XXI secolo.
Se c’è qualcosa che supera Dante nel catturare l’attenzione dei giovani d’oggi, sono i social network. L’innovazione che tanto cercavamo è giunta con l’avvento dei colossi digitali, piattaforme che connettono il mondo intero. Con la loro comparsa, abbiamo assistito alla nascita di un linguaggio del tutto new e al passo con i tempi — consapevoli che Dante si stia probabilmente rivoltando nella tomba.
È ormai ufficiale: i social media sono in grado di innovare la lingua italiana molto più di quanto abbia fatto Dante, seppur in modo diverso. Come ben sapete, il poeta fiorentino inventava parole. I neologismi che emergono oggi nella nostra lingua derivano in gran parte da anglicismi, ovvero vocaboli di origine inglese.
Ecco qualche esempio. Conoscete il termine ghostare? Secondo Treccani, significa: "interrompere all’improvviso e senza dare alcuna spiegazione ogni tipo di relazione con una persona, facendo in modo di non essere più rintracciabile; fare ghosting".
Certamente, ecco il resto del testo corretto e completato:
In senso più generico, ghostare significa ignorare chiamate, messaggi e altre forme di contatto. Un altro esempio è triggerare, che significa provocare una reazione o accendere un litigio. E che dire di termini come crush o chill? Tutti provengono dall’inglese, una lingua internazionale che ha trovato ampia diffusione e influenza in ogni ambito, specialmente sui social media.
In conclusione, se Dante tornasse oggi, probabilmente rimarrebbe sorpreso nello scoprire che, anziché scrivere la Divina Commedia, i suoi discendenti comunicano il proprio stato d’animo con emoticon e abbreviazioni. La lingua italiana, un tempo regina dei poeti e dei filosofi, si è trasformata in una danza improvvisata di hashtag e acronimi.
Eppure, c’è qualcosa che non cambia: l’amore per il bel parlare, anche se oggi è spesso racchiuso in soli 280 caratteri. Forse Dante stesso avrebbe aggiunto un #BeatriceForever nei suoi canti o, chissà, magari persino un "LOL" nella selva oscura!
Fatti e curiosità dal mondo
di Aurora Fantauzzi
Cari lettori in questo articolo potrete scoprire fatti e curiosità che voi non immaginate. Qui troverete risposte a domande del tipo: “ Perché le tartarughe sono lente? “ oppure “ I pesci fanno i loro bisogni nell’ acqua? “. Scopriamolo insieme
Iniziamo subito con la categoria “ Strano ma vero “ :
L’ essere vivente più grande al mondo è un tipo di fungo dell'Oregon! Si chiama Armillaria ostoyaei e appartiene alla specie dei funghi chiodini . La rete di filamenti che costituisce il fungo vero e proprio vive sotto terra e si protende per 890 ettari ( la bellezza di circa 1.600 campi di calcio! ).
I gatti non possono sentire il sapore dolce! Gli scienziati del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia hanno scoperto che i mici hanno una mutazione genetica, ossia un cambiamento del loro dna, che rende loro impossibile percepire il gusto dolce.
Meno tempo si dorme, più si sogna! Tuttavia, la maggior parte dei nostri sogni scompare dalla nostra mente circa 5 minuti dopo che ci siamo svegliati.
Le persone mancine sono a maggiore rischio di incidenti domestici rispetto ai destrimani. La ragione è che la maggior parte dei prodotti di uso comune sono tuttora progettati per essere usati al meglio con la mano destra: sarebbe ora che l'industria cambiasse questa sciocca abitudine!
La tafofobia (parola che deriva dal greco taphos, sepolcro) è la paura di essere sepolti vivi. Questa rara forma di paura nasce dal timore di poter essere giudicati morti mentre si è ancora vivi, e dunque sepolti.
Il coccodrillo ha circa 106-110 denti. Quando un dente cade, al suo posto cresce un nuovo dente. Quando cade anche questo dente, viene sostituito da uno nuovo e così via, senza fine!
Le pillole per profumare… tutto!
Un inventore francese di nome Christian Poincheval ha creato delle pillole capaci di far profumare l’alito e persino i gas corporei di fiori, caramelle e cioccolato!
Gesù Cristo… con la patente!
Lo stato della California, negli Stati Uniti, ha rilasciato sei patenti di guida a persone che si chiamano Gesù Cristo.
Un presidente giocherellone
Calvin Coolidge, trentesimo presidente degli Stati Uniti, si divertiva a chiamare le sue guardie del corpo per poi nascondersi e osservare le loro reazioni mentre lo cercavano.
E ora tocca a voi, cari lettori! Quale di queste curiosità vi ha sorpreso di più? E quante altre stranezze del nostro mondo aspettano solo di essere scoperte? Rimanete curiosi e non smettete mai di farvi domande… perché la realtà, a volte, supera di gran lunga la fantasia!
I regali più belli e più strani di Natale
Di Francesca Rigon
Sta arrivando il periodo dell'anno più aspettato da tutti: il Natale. Il Natale è la festa che tutti amano, che porta amore e gioia, dove si può stare in famiglia e condividere dei momenti bellissimi e indimenticabili con chi ti sta accanto. La parte che però quasi tutti preferiscono del Natale, in particolare i bambini, sono i regali. Ma perché i regali di Natale sono così magici? Parte del fascino è sicuramente legato alla leggenda di Babbo Natale: quel simpatico signore con la barba bianca e il vestito rosso che vola su una slitta trainata da renne magiche.
Secondo la tradizione, Babbo Natale controlla il comportamento di tutti i bambini: se sei buono, finisci nella lista dei "buoni" e ricevi i regali che hai chiesto nella tua letterina; se invece ti comporti male... arriva il carbone! (Tranquilli, però: per fortuna è solo una leggenda).
Sei in crisi per scegliere il regalo giusto per un amico, un parente o i tuoi genitori? Ecco qualche consiglio che potrebbe salvarti!
PER I BAMBINI: un regalo che non sbaglia mai è un videogioco: magari proprio quello che aspettano da mesi! Se invece il destinatario del tuo regalo non è un appassionato di videogiochi, puoi puntare su giocattoli classici, come una Barbie, un set Lego o un bel gioco da tavolo da fare insieme agli amici. Attenzione, però: i regali che molti bambini non amano ricevere sono... calzini o libri! Anche se sono regali utili o interessanti, spesso i bambini più piccoli non ne capiscono subito il valore. Meglio scegliere qualcosa che li faccia felici sul momento!
PER LE AMICHE: per una tua amica, potresti optare per un buono regalo in un negozio che le piace, dei trucchi (se è interessata al make-up) o, ancora meglio, creare un "cesto regalo" personalizzato. Dentro ci puoi mettere di tutto: una coperta soffice, una candela profumata, un profumo o magari qualche dolcetto. Sforzati di scegliere cose che rispecchiano i suoi gusti! Un consiglio: evita di regalare intimo o pigiami, che potrebbero risultare un po’ imbarazzanti.
PER I NONNI E I GENITORI: e per i nonni o i genitori? Regali personalizzati come una foto di famiglia incorniciata sono sempre un'ottima idea. Un'altra idea carina potrebbe essere un ingresso per una spa o un trattamento rilassante, un’occasione per prendersi una pausa dalla solita routine. E tu cosa chiederai quest’anno? Alla fine, non c'è un regalo perfetto per tutti, ma il consiglio più importante è pensare a cosa può davvero far felice la persona a cui stai facendo il regalo. Ricordati che non conta il prezzo, ma il pensiero e l'affetto che ci metti nel scegliere qualcosa di speciale. E tu, hai già scritto la tua letterina? Quali sono i regali che speri di trovare sotto l’albero?
Pausa didattica a scuola: interrogazioni e compiti, sì o no?
di Livia Zappone e Aurora Fantauzzi
La pausa didattica è un momento dell’anno scolastico molto particolare, che si svolge generalmente alla fine del primo e del secondo quadrimestre. Questa fase, pensata per permettere agli studenti di rifiatare dopo settimane di studio intenso, solleva spesso una domanda: è giusto utilizzare questo periodo per effettuare compiti in classe e interrogazioni?
Da una parte, le interrogazioni e i compiti in classe sono strumenti utili per verificare il livello di apprendimento degli studenti. Offrono agli insegnanti l’opportunità di valutare quanto sia stato assimilato, aiutano gli alunni a ripassare le nozioni apprese e, in molti casi, rappresentano un’occasione per consolidare la preparazione in vista della chiusura del quadrimestre. Inoltre, sapere di essere valutati può stimolare gli studenti a mantenere un atteggiamento disciplinato e a non abbassare la guardia, evitando che la pausa si trasformi in un periodo di completo rilassamento.
Dall’altra parte, c’è chi sostiene che la pausa didattica dovrebbe essere esattamente questo: una pausa. Inserire interrogazioni o compiti in classe potrebbe generare ulteriore stress in un momento che dovrebbe invece servire per ricaricare le energie. Non tutti gli studenti reagiscono bene alla pressione di dover affrontare prove in un contesto che, almeno in teoria, dovrebbe essere meno impegnativo. Inoltre, ci sono alunni che, per via dell’ansia da prestazione o della timidezza, non riescono a dare il meglio di sé durante le verifiche, rischiando così di ottenere risultati che non riflettono realmente le loro capacità.
Un altro punto di discussione riguarda l’equità. Alcuni ritengono che svolgere verifiche in pausa didattica possa avvantaggiare gli studenti più costanti e penalizzare chi ha bisogno di un momento di riposo per recuperare energia e motivazione. In questo senso, la pausa dovrebbe servire a riequilibrare le dinamiche di apprendimento, permettendo a tutti di affrontare il resto dell’anno scolastico con maggiore serenità.
D’altra parte, non va sottovalutato il fatto che, se gestite in modo equilibrato, le interrogazioni e i compiti possono essere organizzati in modo meno pressante durante la pausa didattica. Ad esempio, invece di proporre verifiche cumulative o particolarmente difficili, gli insegnanti potrebbero optare per modalità di valutazione più leggere e formative, come lavori di gruppo, progetti creativi o discussioni guidate. In questo modo, la pausa diventerebbe un’occasione per apprendere in modo diverso e meno stressante, senza perdere completamente il contatto con lo studio.
In definitiva, non esiste una risposta univoca alla domanda se sia giusto o meno inserire compiti in classe e interrogazioni durante la pausa didattica. Molto dipende dal contesto, dall’approccio degli insegnanti e dalle esigenze degli studenti. Una cosa, però, è certa: la scuola dovrebbe sempre tenere a mente l’obiettivo principale della pausa didattica, che è quello di offrire un momento di equilibrio tra apprendimento e benessere.
24 Ore Offline:
Sfida Accettata!
di Dario Chieruzzi, Viola Natalizi
Spegni il telefono, chiudi il laptop e preparati a riscoprire il mondo che ti circonda. Durante la Giornata Nazionale Senza Connessione, che si celebra dal tramonto di venerdì 4 marzo al tramonto di sabato 5 marzo, avrai l’opportunità di riconnetterti con la vita reale. Ti proponiamo una sfida entusiasmante: trascorrere 24 ore lontano dalla tecnologia e dedicarti a momenti di relax, creatività e divertimento. Pronto a provare? Ecco 12 idee per rendere questa giornata indimenticabile!
1. Andare a fare una passeggiata Ottima per l’umore e per la mente, una passeggiata nella natura è in grado di alleviare i sintomi della depressione, come dimostrano diversi studi.
2. Giocare con gli animali (se li avete) Passare del tempo con gli animali domestici rafforza il legame affettivo e, secondo gli studi, questi considerano gli esseri umani come parte integrante della loro famiglia. 3. Pranzare o cenare con le persone care Dedicate tempo alla socialità reale: organizzate un pranzo con gli amici più cari o portate i vostri genitori a cena fuori, lasciando ogni tipo di distrazione tecnologica a casa.
4. Provare nuovi sport Se non amate la routine, sperimentate uno sport che non avete mai praticato. Il corpo e la mente trarranno grandi benefici da uno stile di vita attivo.
5. Cimentarsi con i colori Colorare non è più solo un’attività per bambini. È stato dimostrato che colorare aiuta a ridurre lo stress e rilassa la mente, favorendo la concentrazione.
6. Cucinare Preparare da soli i pasti non solo consente di consumare meno calorie e mangiare più sano, ma rappresenta anche un momento di creatività e soddisfazione. Provate una delle nostre deliziose ricette!
7. Progettare una vacanza È arrivato il momento di pianificare quel viaggio che avete sempre sognato: alle Hawaii o in una meta più vicina. Oppure, mantenete la promessa di andare a trovare un amico lontano. 8. Leggere un libro Perdetevi in una storia che vi trasporterà lontano dalla realtà. La lettura non solo rilassa, ma mantiene la mente in forma. Alla fine, vi chiederete perché non lo facciate più spesso!
9. Fare un gioco Dimenticate i videogiochi e riunitevi con gli amici per divertirvi con un gioco da tavolo o di società. Scegliete un gioco ad alto tasso di intrattenimento come "Il gioco dei mimi" o altri classici.
10. Suonare uno strumento Suonare uno strumento migliora la concentrazione, stimola la precisione e potenzia la capacità del cervello di filtrare le informazioni irrilevanti, concentrandosi su quelle più importanti.
11. Dipingere Dipingere è un’attività che stimola diverse aree del cervello, favorendo creatività, concentrazione e persino il pensiero logico e analitico.
12. Dormire Senza smartphone o dispositivi simili Il vostro sonno non sarà disturbato. Riposare adeguatamente apporta benefici considerevoli a ogni aspetto della vita. Approfittate di questa pausa dalla tecnologia per concedervi un po’ di riposo extra.
Ecco fatto: 12 attività per trasformare una semplice giornata offline in un’esperienza ricca e stimolante. Mettere da parte la tecnologia, anche solo per 24 ore, può aiutarti a riscoprire il piacere delle piccole cose e a vivere il momento presente con maggiore intensità. Allora, accetti la sfida? Ricorda, il mondo reale ti aspetta: approfitta di questa occasione per viverlo appieno.
Diventa una star su YouTube senza stress: i segreti del successo senza affanno
di Pietro Santillo, Marco Arrè e Francesco Carbone
Sogni di diventare una star su YouTube, ma temi che lo stress possa rovinare l’esperienza? Non preoccuparti! Con alcune strategie ben pianificate, puoi raggiungere il successo senza sacrificare il tuo equilibrio mentale. La chiave è trovare un punto di incontro tra passione, organizzazione e cura di sé. Ecco alcuni consigli pratici per iniziare il tuo viaggio verso il successo:
La passione è fondamentale. Se scegli un argomento che ti entusiasma, creare contenuti sarà un piacere, non un peso. Che si tratti di cucina, viaggi, videogiochi o tutorial di bellezza, l’importante è divertirsi. Quando ami ciò che fai, il tuo entusiasmo traspare e coinvolge il pubblico.
L’organizzazione è il segreto per evitare lo stress. Crea un calendario editoriale e stabilisci in anticipo le date di pubblicazione. Pianificare ti aiuterà a mantenere il controllo e a ridurre la pressione dell’ultimo minuto. Prepara materiali, script e idee in anticipo per ottimizzare il tuo flusso di lavoro.
Non è necessario investire subito in attrezzature costose. All’inizio, una buona luce naturale, un microfono economico e uno smartphone possono bastare per creare contenuti di qualità. Con il tempo, man mano che il tuo canale cresce, potrai investire in strumenti più avanzati.
Pubblicare troppo frequentemente può essere controproducente. Trovare un ritmo di pubblicazione sostenibile ti permette di bilanciare la vita privata e professionale. Ricorda: meglio pubblicare un video di qualità a settimana che contenuti mediocri ogni giorno.
Interagire con i tuoi spettatori è essenziale per creare una community affiatata. Rispondi ai commenti, organizza sondaggi e ascolta i feedback. Un pubblico coinvolto non solo rende l’esperienza più gratificante, ma aumenta anche la fidelizzazione.
Non lasciarti abbattere dai commenti negativi. Impara a distinguere tra critiche costruttive, che possono aiutarti a migliorare, e commenti tossici, che dovresti ignorare. Con il tempo, svilupperai una pelle più dura e saprai come affrontare le situazioni difficili.
La salute mentale è fondamentale. Se ti senti sopraffatto, non esitare a prenderti una pausa. Un momento di distacco ti aiuterà a ritrovare nuove energie e a generare idee fresche. Ricorda che il successo su YouTube è una maratona, non uno sprint.
Le collaborazioni sono un ottimo modo per crescere e alleggerire il carico di lavoro. Lavorare con altri YouTuber ti permette di raggiungere nuovi pubblici e di creare contenuti originali e interessanti.
Non dimenticare mai che YouTube deve essere un’esperienza piacevole. Se ti diverti mentre crei contenuti, anche il tuo pubblico lo percepirà. Mantenere un atteggiamento positivo e appassionato è il vero segreto per avere successo.
Raggiungi il successo senza stress
Diventare una star su YouTube può essere un viaggio lungo e impegnativo, ma con la giusta attitudine e le strategie corrette, è possibile farlo senza sacrificare la tua serenità. Segui la tua passione, divertiti lungo il percorso e ricorda di goderti ogni passo di questa incredibile avventura.
Includere non è solo una questione da supereroi
di Claudio Coluccio e Stefano Sindoni
Inclusione è la parola chiave del nostro articolo: a scuola se ne sente parlare molto, ma siete sicuri di metterla in atto sempre nel modo migliore?
L'inclusione prevede che ogni individuo si senta accolto, valorizzato e rispettato, indipendentemente dalle proprie caratteristiche personali, come etnia, genere, orientamento sessuale, abilità fisiche o cognitive, età o religione. L'obiettivo dell’inclusione è quello di garantire che tutti abbiano le stesse opportunità di partecipazione e successo, senza discriminazioni o esclusioni.
La strada verso una completa inclusione è ancora lunga ma attraverso semplici gesti quotidiani possiamo fare la differenza nel nostro piccolo. Basterebbe solo mettersi nei panni delle persone diverse da noi stessi, aiutarli e includerli in tutti gli ambiti scolastici.
Secondo noi, includendo tutti nel nostro gruppo di amici o almeno soltanto non essendo sgradevoli nei loro confronti, riusciremmo a creare una società migliore dove tutti si possano fidare dello più perfetto sconosciuto, stringendo nuove amicizie o solo facendo conoscenze in più. Non c’è neanche un motivo positivo per cui si dovrebbe escludere una persona o non farla sentire a sua agio con noi. Se fossimo tutti persone responsabili proveremmo a entrare nei panni della persona e quantomeno chiederci quali potrebbero essere le conseguenze delle nostre azioni, ciò che si dovrebbe fare anche in situazioni di bullismo: la persona potrebbe pensare di essere inadeguata nella sua piccola comunità ed escludersi ulteriormente, diventare cupa e scontrosa o potrebbe arrivare a fare delle azioni autolesionistiche folli e disperate, tutti argomenti trattati nel film Il ragazzo dai pantaloni rosa che abbiamo visto con la classe e consigliamo
vivamente.
Lo scorso 13 novembre abbiamo celebrato insieme la giornata mondiale della gentilezza, enfatizzando su come oggi la cordialità sia considerata ormai una trasgressione.
Non per forza una persona ci deve piacere per il suo carattere o per i suoi modi di fare, ma è proprio per questo che dobbiamo essere gentili e rispettarla e non essere scontrosi o aggressivi nei suoi confronti.
Insomma, non bisogna essere supereroi della Marvel per considerare questi consigli ed includere tutti, sempre e comunque!
Cosa sta succedendo con l’IA?
Marco Arrè, Francesco Carbone, Pietro Santillo
Cos’è l’IA?
L’IA, due lettere che sentiamo tutti i giorni, ma cosa significano veramente? L'intelligenza artificiale è un insieme di tecnologie che consentono ai dispositivi elettronici di eseguire una serie di funzioni avanzate, tra cui la capacità di comprendere e tradurre il linguaggio o anche semplicemente correggere i nostri errori di scrittura.
Come è nata?
Questa storia è più antica di quel che sembra, infatti la prima forma di IA è nata nel 1960 da Frank Rosenblatt, uno psicologo che inventò il primo hardware di Perception, che viene considerato l’antenato di Chat Gpt. Appena lanciato, questo hardware era considerato una grande invenzione, infatti sapeva tradurre lingue, creare immagini ed eseguire dei compiti in autonomia. Anche se tutto questo fu solo quello che Frank Rosenblatt aveva promesso, perché l'hardware si rivelò fallimentare, infatti non riusciva a fare nessuno di questi compiti e sbagliò 50 test. Nel ‘80 i primi usi dell'intelligenza artificiale si sviluppano come R1, ovvero un applicazione del 1982 che al tempo superò la concorrenza. R1 faceva parte dell'azienda milionaria “digital equipment”.
Come si evolverà?
Ora che abbiamo osservato il passato dell’IA, guardiamo il suo possibile futuro. Elon Musk, con il suo progetto Optimus, prevede lo sviluppo di robot umanoidi avanzati capaci di svolgere compiti quotidiani complessi. Questi robot, grazie a sensori avanzati e algoritmi sofisticati, potrebbero assistere nelle faccende domestiche, migliorare l’assistenza sanitaria e ottimizzare la produzione industriale. La visione di Musk è creare un’integrazione armoniosa tra umani e robot, dove gli ultimi diventano parte integrante della vita quotidiana.
Opinioni sull’IA
Le opinioni sull’IA sono molto positive. Molti esperti vedono nell’IA un’opportunità per risolvere i problemi globali, dalla crisi climatica alla cura delle malattie. L’IA può migliorare l'efficienza dei trasporti, ottimizzare l’uso delle risorse energetiche e rivoluzionare l’istruzione personalizzata.
Conclusioni
In conclusione, l'intelligenza artificiale ha fatto molta strada dalla sua nascita. Con l’avanzamento tecnologico, l’IA continuerà a trasformare la società. Progetti come Optimus di Elon Musk ci mostreranno un futuro dove l’IA non solo assiste, ma arricchisce la nostra vita quotidiana. La chiave sarà trovare un equilibrio etico e responsabile nello sviluppo e nell’adozione di queste tecnologie, garantendo che i benefici siano accessibili a tutti
Basta, non ne possiamo più!
Di Claudio Coluccio e Stefano Sindoni
Molti di voi potrebbero pensare che le discriminazioni di genere siano un modo sbagliato e ormai sorpassato per analizzare la posizione della donna all’interno della società, quando invece possiamo usare l’argomento per comprendere meglio il fenomeno e frenarlo con semplici azioni quotidiane. Ma come? Ad esempio, come le discriminazioni raggiungono livelli estremi nei paesi africani o islamici, in Italia il problema si presenta nella stessa mentalità della società, nelle idee primitive che sono state inculcate in ognuno di noi. Uno dei tanti esempi è quello della discriminazione nel lavoro: talvolta le donne, pur eseguendo il proprio mestiere come e quanto gli uomini, vengono ascoltate o addirittura pagate di meno. Arriviamo a trovare discriminazioni di genere persino nella lingua italiana, dove in un gruppo di persone, animali o cose sia maschili che femminili il plurale sarà di genere maschile.
Lo scorso 11 ottobre si è commemorata la Giornata Internazione per i diritti della Bambine e delle Ragazze, che ci ricorda quanto anche tra noi ragazzi e ragazze ci siano piccole prove e tracce del nostro passato diviso tra uomini e donne: solo la classica battuta dell’accusa di essere una femminuccia fatta ad un ragazzo parla da sé: “Davvero ti vuoi abbassare ai livelli delle ragazze senza coraggio che non si vogliono sporcare le mani?” A spiegarvelo meglio sarà la nostra compagna di classe Marta Masella che ha scritto un elaborato sui diritti delle donne, ragazze e bambine.
Marta scrive: “Questo argomento è sempre stato un importante modo per trasmettere la mia idea e il mio pensiero agli altri.
Ormai dei diritti sul genere femminile se ne parla ogni giorno, ma solo in momenti come questi si prende la situazione veramente sul serio o almeno si spera sia così.
Mi spiego meglio: solamente quando c’è una dimostrazione o un momento in cui ricordarlo si presta attenzione.
Spero che tutti gli uomini e ragazzi che si comportano in modo discriminatorio un giorno possano capire quanto in realtà la società, composta da standard e pensieri come la sottovalutazione e la noncuranza delle donne, sia in realtà spregevole.
Fortunatamente, la comunità di molti Paesi è cambiata, anche se spesso solamente all’apparenza.
A me non basta. A noi donne non basta.
Ogni volta che c’è da fare una faccenda in casa si pensa alla donna, ogni volta che il pranzo deve essere preparato si pensa alla donna, ogni volta che il figlio ha bisogno di essere accudito si pensa alla donna, ogni volta che non si è perfetti si pensa: “Ma è una scansafatiche quella donna!”
Questi sono solo degli esempi oltre alle violenze fisiche che la donna è costretta a subire, ma anche con queste parole pesanti come rocce si può soffrire. Se pensi di essere contro la violenza sulle donne ma ti permetti di pronunciare frasi del genere sei solo un incoerente.
Adesso basta, ci siamo stufate e meritiamo di essere ben trattate”.
Nel suo elaborato Marta sottolinea come a volte il tema sia preso troppo alla leggera e ne derivi una conseguente svalutazione dell’argomento con ripercussioni sulle azioni che commettiamo ogni giorno.
I fatti stanno nell’evitare di dire quella parola, farsi false idee su comportamenti considerati da maschi o viceversa.
In questo stanno le azioni. Tocca a noi prendere parte alla rivoluzione ed elevare la donna allo stesso piano dell’uomo.
Conflitto in Medio Oriente: cosa sta succedendo?
Di Claudio Coluccio e Stefano Sindoni
E’ ormai impossibile non sentirne parlare: la guerra in Medio Oriente sta destabilizzando i normali equilibri mondiali e potrebbe coinvolgerci direttamente.
Molti di voi ne stanno sentendo parlare senza sapere effettivamente da dove è scaturito questo conflitto tra Israele e la maggior parte del mondo arabo, in particolare la Palestina. Ma quali sono le radici storiche di questo antagonismo?
Inizialmente territorio controllato dai britannici, la Palestina islamica si è ritrovata fianco a fianco con il neonato Stato ebraico d’Israele dopo la decisione presa nel 1948 dall’ONU di ripartire il territorio palestinese.
Dopo che gli Stati Uniti si sono dichiarati apertamente a favore d’Israele sostenendolo in campo di armi e denaro, la maggioranza dei Paesi mediorientali si sono schierati al fianco della Palestina.
Da quegli anni si è susseguita una serie conflitti che hanno portato alla guerra di oggi, iniziata con l’attacco sferrato il 7 ottobre 2023 da Hamas, un’organizzazione terroristica islamica palestinese nata nel 1987 con lo scopo di distruggere Israele. Dalla Striscia di Gaza, un fazzoletto di terra controllato da Hamas situato nel sud di Israele, i terroristi hanno scagliato oltre 2500 razzi, ucciso intorno ai 1200 israeliani e preso in ostaggio 247 persone.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha subito dichiarato lo stato di guerra e la sua reazione è stata immediatamente giudicata come sproporzionata, poiché i raid, i bombardamenti e gli attacchi aerei di risposta hanno portato a 40.000 vittime palestinesi.
Ultimamente, il fronte di guerra si è spostato dal sud al nord d’Israele.
Tra i già citati paesi limitrofi allo Stato ebraico ostili ad esso vi è il Libano, confinante con la parte settentrionale di Israele.
Era già dall’inizio della guerra, nel 2023, che un’organizzazione terroristica libanese, Hezbollah, aveva iniziato a bombardare con razzi lo Stato ebraico, che ha risposto lo scorso ottobre con un’invasione di terra del Libano.
E’ per questo che nell’ultimo periodo il governo, definito dittatoriale di Netanyahu, si sta trovando in serie difficoltà, diviso su più fronti di guerra, tra cui ormai anche quello con la Repubblica Islamica dell’Iran, suo storico e principale rivale.
L’attacco dell’Iran si è dimostrato devastante, concretizzato attraverso oltre milleottocento razzi lanciati.
Il governo iraniano si è giustificato dicendo di dover vendicare alcuni leader di Hamas.
In sintesi, il militarismo di Israele non sta solo creando problemi in Medio Oriente, ma sta influenzando anche il resto del mondo. Ad esempio, i prezzi di molti prodotti, come il petrolio, stanno aumentando, e questo si riflette sul costo della vita in Paesi come l’Italia. Inoltre, le tensioni tra Israele, Palestina e Paesi vicini stanno facendo crescere le preoccupazioni in tutto il mondo, perché nessuno vuole che la guerra si estenda e diventi ancora più grande. Riuscirà Netanyahu a trovare un compromesso con le fazioni in guerra portando la pace in un Medio Oriente frastagliato dall’odio?
di Antonacci Petra Alice e Roberta Tobaldi
Un caso davvero strabiliante! In America è scoppiato uno scandalo che ha fatto parlare tutto il Mondo! Molti dei nostri idoli americani stanno forse rivelando una realtà che non avremmo mai immaginato! Infatti, molte celebrità di “ieri e di oggi" stanno per essere travolte da questo caso impensabile e scandaloso! Ma cos'è veramente successo? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Sean Combs (più comunemente conosciuto come Puff Daddy o P. Diddy) è un noto rapper e discografico americano che, a causa di uno scandalo, è stato arrestato con le accuse di vari abusi durante delle feste organizzate da lui. Le vittime hanno testimoniato anche di essere state drogate. Tra queste i più noti sono Justin Bieber e il figlio di Will Smith. A partecipare a queste feste però ci sono state delle star americane che saranno coinvolte nel processo che si terrà a Maggio del 2025: Beyoncé e suo marito Jay-Z, Jennifer Lopez, Will Smith e la moglie, Lebron James, Leonardo di Caprio, Usher e molti altri. In particolare Beyoncé e suo marito sono stati accusati di essere “complici” di P. Diddy e manipolatori per ottenere premi importanti ed avere contratti discografici.
Questa vicenda è davvero inquietante e ci ha sconvolto molto. Crediamo che tutti dovrebbero poter partecipare a delle feste senza poi ritrovarsi vittime di reati gravi.. Eventi simili accadono da anni in qualsiasi contesto, anche tra noi giovani! Questo caso, però, rappresenta la “goccia che ha fatto traboccare il vaso” e speriamo che da ora in avanti si prendano provvedimenti per garantire un mondo più sicuro, dove tutti possano partecipare ad attività ludiche senza paura. Stiamo attenti, quindi, a ciò che ci accade intorno!
Violenza sulle donne: risponde Chiara Sanseverino del Centro Donna Lilith
di Petra Alice Antonacci, Claudio Coluccio, David Roitman Falascina
Come nel passato, ancora oggi continuiamo a vivere il vile fenomeno della violenza di genere, purtroppo in costante aumento all'interno della nostra società.
Alle domande della nostra redazione riguardo a questo argomento risponde Chiara Sanseverino, responsabile della formazione del Centro Donna Lilith di Latina.
Innanzitutto, di cosa si occupa il Centro Donna Lilith?
“Il Centro Donna Lilith si occupa del contrasto alla violenza di genere e domestica. Con tre centri antiviolenza, una casa rifugio, due case di semiautonomia e tre sportelli, da trentotto anni accoglie donne in temporanea difficoltà a causa della violenza. Insieme alle operatrici la donna ha la possibilità di ricostruire ed elaborare il suo vissuto, dare un nome alle emozioni provate, alle violenze subite e autodeterminarsi, avendo sempre come obiettivo ultimo la sua autonomia e indipendenza”.
Durante l’anno scorso, quante donne si sono rivolte a voi?
“Circa 300 donne nel 2023 e circa 100 dall’inizio dell’anno”.
Qual è la prima cosa che fate quando ricevete una richiesta d’aiuto?
“Quando una donna chiama per chiedere aiuto, l’operatrice telefonica raccoglie le prime sommarie informazioni e procede a una rapida valutazione del rischio, per poi fissare un primo incontro conoscitivo nel più breve tempo possibile”.
Cosa dovrebbero fare le donne quando si sentono vittime succubi di una relazione?
“La prima cosa da fare è chiedere aiuto. Se ci si trova in una situazione di forte pericolo, consigliamo sempre di chiamare le Forze dell’Ordine (112) per richiedere il loro intervento e procedere con un immediato allontanamento e messa in sicurezza. Saranno poi le Forze dell’Ordine, previo consenso da parte della donna, a contattare le operatrici reperibili per un colloquio presso la Stazione dei Carabinieri o la Questura. Le operatrici accorse ascoltano la donna e procedono poi alla valutazione del rischio. Se questa chiede di essere messa in protezione, in accordo con il servizio sociale responsabile per la stessa, si colloca la donna in una struttura alberghiera del territorio in attesa dell’ingresso in casa rifugio. Anche i minori e le minori presenti vengono allontanate/i dal maltrattante congiuntamente alla madre”.
Come possiamo, noi ragazzi, aiutare concretamente un’amica o conoscente vittima di violenza?
“Per essere cittadini e cittadine attive sul territorio, si può informare la donna della presenza di centri antiviolenza che possono dare supporto in situazioni di temporanea difficoltà a causa della violenza. Se non si conosce il numero di telefono o l’indirizzo del Cav più vicino, si può chiamare il 1522, numero nazionale per il contrasto alla violenza di genere. Saranno poi le operatrici del 1522 a mettere la donna in contatto telefonico con il centro antiviolenza”.
Perché questa violenza avviene più sulle donne che sugli uomini?
“Perché la violenza di genere è un fenomeno culturale che trova terreno fertile in una società patriarcale e maschilista che assegna agli uomini privilegi non concessi alle donne, costringendole così a partire da una condizione di svantaggio”.
Secondo la vostra esperienza, la violenza da parte degli uomini sulle donne è più di tipo psicologico o più di tipo fisico?
“Quella fisica è sicuramente più evidente, più visibile, un occhio nero non si fa fatica a riconoscerlo, ma quella psicologica è la più subdola, invisibilizzata ed è sicuramente quella che arreca maggiori danni”.
Come gli insegnanti dovrebbero responsabilizzare gli studenti nelle scuole sul tema della violenza di genere?
“Sicuramente parlarne aiuta! È importante creare un clima di ascolto, di fiducia e rispetto reciproco all’interno del quale tutte e tutti possono sentirsi libere e liberi di confrontarsi senza subire il giudizio, senza essere etichettati/e”.
Non sempre la nostra società è attenta a tali argomenti, ma noi riteniamo che la conoscenza sia utile davvero a tutti affinché ognuno possa fare la propria parte. L’attenzione, l’ascolto, la vicinanza sono piccole grandi accortezze verso tutte quelle donne vittime di violenza che trovano la forza di aprirsi e chiedere aiuto. Non restiamo indifferenti! Siamo tutti coinvolti.
Violenza contro le donne: bisogna agire
Noemi Caputi
“L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non picchia, non urla, non uccide.”
Probabilmente tutti rammenterete queste parole, pronunciate da Gino Cecchettin in ricordo di sua figlia Giulia, una delle numerose vittime di femminicidio nel nostro paese.
Per sensibilizzare sull’argomento, il 25 novembre scorso l’Istituto Comprensivo Frezzotti-Corradini ha organizzato un convegno con l’ausilio di numerosi esperti nel corso del quale si è discusso a lungo in merito a questa assai delicata tematica.
Ma la domanda che probabilmente tutti si pongono è: che impatto ha la violenza di genere sulla donna? (termine che si ricorda venne coniato nel ‘33 durante la Conferenza Mondiale dell’ONU a Vienna).
Purtroppo, la ferocia con cui vengono aggredite le donne ha un impatto a breve e a lungo termine sul piano fisico e psicologico della persona. Le conseguenze di queste terribili esperienze possono portare la donna all’isolamento e all’incapacità di prendersi cura della propria famiglia. I bambini che assistono ad episodi di violenza possono successivamente soffrire di disturbi del comportamento.
Malgrado si svolgono numerose campagne di sensibilizzazione riguardante questo argomento, secondo i dati Istat in Italia il 31,5% delle donne ha subito almeno una volta nella vita una forma di violenza di qualsiasi genere.
Davanti a tutto ciò non si riesce a rimanere indifferenti, anzi non si può! Bisogna pertanto usare ogni mezzo possibile per parlarne e per aprire le menti di tutti. Bisogna combattere per rendere il mondo un posto più sicuro, un mondo in cui una donna non deve aver paura di camminare per strada da sola, un mondo in cui le donne vengono apprezzate, rispettate, considerate, amate.
di Roberta Tobaldi
“ Latina come capitale della cultura? Che assurdità…” Questo è il messaggio che molti meme sui social network hanno voluto trasmettere.
Come molti di noi già sapranno, la scorsa estate la nostra amata Città di Latina ha presentato la propria candidatura per diventare Capitale della Cultura 2026. Purtroppo non ha vinto, ma ha comunque raggiunto un ottimo risultato, qualificandosi tra le prime 10 finaliste!
Dobbiamo meditare, tuttavia, sul fatto che la decisione della candidatura è stata presa dagli adulti, senza considerare l’opinione di noi ragazzi, la generazione futura che vivrà questa meravigliosa Città. Proviamo ad analizzare la questione insieme.
La nostra zona è ricca di cultura: ci sono molte scuole, tre teatri, una biblioteca nel centro nevralgico della città e vari musei! Non basta, però, solo la presenza: alcune di queste strutture non sono funzionanti oppure hanno riaperto da poco tempo o solo parzialmente. Ad esempio, il Teatro D’Annunzio ha riaperto circa due anni fa, dopo un lungo periodo di inagibilità per motivi tecnici, mentre la biblioteca di Latina è nuovamente aperta al pubblico da pochi mesi e solo parzialmente! Il Museo “Piane delle Orme” non consente l’accesso gratuito, scoraggiando spesso i visitatori più giovani.
Per noi adolescenti le offerte non sono poche: c’è l’Oratorio Don Bosco, il più grande tra quelli parrocchiali in città, diversi parchi giochi per i più piccoli e uno skatepark… Però c'è sempre un margine di miglioramento! Magari aumentando le attrattive per i giovani, offrire esposizioni gratuite nei musei, così da permettere a tutti di vivere con maggiore passione la cultura, allestire zone verdi per fare picnic, attivare un'altra biblioteca e invogliare i giovani ad andare al teatro offrendo rappresentazioni che seguano i loro interessi.
Latina non è una città nota per i monumenti, data la sua giovane età, ma di certo non le manca cultura e diverse strutture che la rappresentano da questo punto di vista; con alcuni accorgimenti da parte dell'Amministrazione Comunale, potrebbe diventare di sicuro maggiormente accattivante.
Ci auguriamo, quindi, che in un futuro non troppo lontano, la nostra meravigliosa Città possa raggiungere il grande traguardo di essere la Capitale della Cultura!
di Marta Ranieri e Gaia Neroni
Latina, la nostra città acclamata e adorata, ma talvolta anche criticata sia da chi la vive che da chi la solo frequenta per lavoro o turismo.
Eppure questa nostra città, amata o criticata che sia, è stata oggetto di candidatura a Capitale della Cultura del 2026. Ma facciamo il punto della situazione.
Come sappiamo, lo scorso 14 marzo 2024 nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura, si sono tenute le audizioni dei 10 progetti finalisti per la designazione della Capitale italiana della Cultura 2026. 16 le città che si contendevano il titolo e tra queste c’era, appunto, la nostra Latina.
La città vincitrice , alla fine, è stata L’Aquila grazie al suo ambizioso programma di sperimentazione artistica per la creazione di un modello di rilancio socioeconomico territoriale a base culturale.
Ma nel frattempo Latina ha comunque ottenuto un ottimo punteggio posizionandosi tra le prime 10 città in graduatoria utile.
Certamente posizionarsi nei primi dieci posti non è cosa da poco, ma non è neanche il massimo. Cosa manca, infatti, a Latina per poter vincere un titolo simile? L’obiettivo di questo articolo è dare, forse per la prima volta, voce ai noi giovani ragazzi abitanti di questo territorio.
Ci poniamo quindi la domanda sul cosa andrebbe migliorato per rendere Latina una città “allo stesso livello” delle altre candidate a Capitale della Cultura.
A nostro parere la città di Latina dovrebbe maggiormente puntare allo sviluppo culturale, storico ed artistico di un territorio che potrebbe regalare molto a residenti e turisti ed invece risulta poco sfruttato.
Per noi giovani, infatti, a Latina non ci sono grandi possibilità di imparare maggiormente la cultura del territorio e le radici storiche di questa città.
In generale oltre al centro storico della città dove ci si ritrova anche per uscire e passeggiare con gli amici, Latina non offre ai ragazzi nuove opportunità d’imparare: musei e mostre culturali si trovano principalmente a Roma, difficilmente si organizzano tali eventi a Latina.
Noi siamo anche convinte che, almeno per noi giovani, ci sia bisogno di luoghi di incontro e di interesse comune, per conoscersi meglio e per vivere esperienze con nuove persone, centri ricreativi che ricalchino le passioni dei ragazzi.
Per luoghi di incontro possiamo intendere la biblioteca, lo skatepark oppure mostre d’arte e musei che qui a Latina non sono praticamente presenti.
Pensiamo inoltre che alcuni quartieri della città andrebbero rivalutati e ristrutturati a dovere, alcuni di essi presentano infatti architetture bellissime ma non sono valorizzati come dovrebbero.
Latina presenta inoltre un territorio circostante ricco di tante potenzialità, territori agricoli frutto della bonifica, una marina che tante città ci invidiano ma che, forse, andrebbe maggiormente organizzata per alzare il livello di servizi e di conseguenza anche di turismo.
Latina è una città giovane ma comunque con una bella storia da raccontare e far conoscere.
Ma soprattutto Latina è la nostra città e ci piacerebbe viverla al meglio, per questo ci è piaciuto proporre idee per un miglioramento sociale e culturale collettivo, con una attenzione in più per noi giovanissimi.
Siamo certi che avremo in futuro nuove occasioni per ricandidarci a Capitale della Cultura, magari con uno slancio maggiore di cui, in fondo, possiamo essere capaci!
di Noemi Caputi
Oramai il secondo quadrimestre è incominciato da un bel po’, e sappiamo tutti che è il periodo dell’anno scolastico più stressante: verifiche, interrogazioni, lavori di gruppo, progetti extra-scolastici. Questi quattro mesi che vanno a coronare la fine di un anno, sembrano non finire mai. E la situazione non migliora quando poi tutta quella fatica, impiegata per svolgere un lavoro al massimo delle nostre possibilità, viene ripagata con una valutazione negativa. E se vi dicessi che non è colpa del vostro professore, ma è colpa del vostro non efficace “metodo di studio”? Eccovi alcuni consigli per migliorare la vostra metodica di apprendimento ed essere sempre al top!
1)PRESTARE ATTENZIONE ALLE LEZIONI
Specialmente quando non andiamo particolarmente bene in quella materia, l’ascolto attento della spiegazione del professore e degli interventi dei compagni, ti aiuteranno a comprendere meglio e in maniera più approfondita, alcuni aspetti di quella materia. Per di più non fare “assenze strategiche”, poiché perdere delle spiegazioni, non gioverà sicuramente alla tua media!
2) TROVARE IL PROPRIO METODO DI STUDIO
Dato che non può esserci un metodo di studio che sia idoneo per tutti, ti consiglio di provare differenti metodologie di studio per trovare quella perfetta per te.
3) ORGANIZZARE E SUDDIVIDERE OMOGENEAMENTE LO STUDIO
Anticiparsi i compiti e iniziare a studiare diversi giorni prima di una verifica o un'interrogazione, ti aiuterannno ed essere più preparato e sicuro il giorno della prova. Se ti viene annunciata dal tuo insegnante la data specifica della prova, orale o scritta che sia, ti consiglio di dividerti omogeneamente le pagine o gli appunti (dipende come ti trovi più comodo), segnandole sul tuo diario, in modo tale da non stressarti il giorno prima.
4) REALIZZA APPUNTI COLORATI E CREATIVI
Utilizzare penne colorate ed evidenziatori, ti invoglieranno a studiare, poiché secondo alcuni studi di psicologia, specialmente il colore verde, stimola la creatività e la voglia di conoscere. Ma se sei una persona che tende ad essere più minimalista nello scrivere i propri appunti, avere una scrittura ordinata e comprensibile agevoleranno lo studio.
5) PORRE DUBBI E DOMANDE AL DOCENTE
Se avete qualche dubbio, oppure volete chiedere di realizzare un lavoro facoltativo per migliorare la vostra media, non siate timidi! Alzate la mano e fatevi consigliare la scelta migliore dal vostro prof!
Questi erano alcuni consigli per rendervi lo studio più agevole, forse ce ne saranno ancora altri, se ne avete scrivete alla nostra redazione, siamo felici di ascoltarvi.
di De Bonis Giulia e Di Pastena Vittoria
Come tutti sappiamo, il 3 Marzo di quest’anno si svolgerà il Mak P 100, una delle feste più attese da ragazze e ragazzi che stanno terminando il terzo anno di scuola media e si apprestano a svolgere gli esami.
L’ espressione “Mak P 100” deriva da “mac pi sent”, un’espressione piemontese scherzosa e sarcastica che vuol dire “cento giorni agli esami di stato” e che esprime l’ansiosa attesa della fine dell’ anno.
La tradizione probabilmente ha origini antiche e militari, col tempo si è associata all’idea americana del ballo delle debuttanti, cerimonia per festeggiare l’intera classe in procinto del diploma. Successivamente questa ricorrenza ha modificato alcune caratteristiche, degli ambienti liceali è giunta anche a quelli della Scuola Secondaria di I grado, gli studenti festeggiano con cena, balli e tanto divertimento i 100 giorni che li separano dai tanto attesi quanto odiati esami.
Anche quest’anno, seguendo la scia di una tradizione ormai collaudata, i ragazzi di terza media della nostra scuola festeggeranno il Mak P 100, ma con un cambio di location, ovvero la festa si svolgerà in discoteca.
E voi ci andrete? Avete già scelto l’outfit perfetto per quel giorno?
Ricordate: mancano 100 giorni agli esami, è vero, saranno giorni di studio intenso ma anche di emozioni condivise con compagni e professori che resteranno nella nostra memoria per sempre.
S.O.S. San Valentino da single: non siete soli!
di Luca Acampora, Matteo Chieruzzi e Riccardo Garofano
Chi di voi trascorrerà un San Valentino da single alzi la mano!
Ma soprattutto, state tranquilli, non morirete per un giorno e ci siamo qui noi a farvi compagnia con un bell’articolo di consapevolezza e di resistenza per i single nel giorno dell’amore.
Ma partiamo dal principio: come è nata questa festa che spinge a comprare cioccolatini e a scrivere lettere romantiche?
La storia inizia quasi 2000 anni fa quando un certo Valentino, divenuto vescovo di Terni, morì e fu santificato e, come tutti i Santi, lo ricordiamo nel giorno della sua morte (ossia il 14 febbraio). Ma come mai proprio il giorno della sua ascesa al cielo viene chiamato “festa dell'amore"? Ebbene, perché il nostro caro Valentino nelle sue celebrazioni parlava continuamente di amore, amore, amore e così hanno voluto dedicargli questa “amata/odiata” festività.
Ma diciamoci la verità: tutti noi abbiamo trascorso un San Valentino da single almeno una volta nella vita, probabilmente anche i sottoscritti, oltre a tante persone nel mondo che lo trascorreranno in solitaria anche quest’anno.
Forse questi saranno tristi vedendo tutti i loro amici fidanzati, e ciò potrebbe addirittura condurli ad avere paranoie, chiedendosi che cosa hanno di sbagliato o cose simili.
A queste persone però vogliamo ricordare un’altra interessante prospettiva.
Pensateci bene, l’amore non è infatti solo quello zuccheroso delle coppiette, bisogna infatti coltivare anche l’amore per noi stessi o l’amore verso un’amicizia che abbiamo da molto tempo.
In conclusione, noi single non scoraggiamoci se quest’anno trascorreremo San Valentino da soli, arriverà anche per noi l'anno in cui potremo dire: “Quest’anno sono follemente innamorato/a di lui/lei”!
Insomma nessuno rimarrà solo, seguite il nostro consiglio da veri “esperti in materia”: trascorrete questo giorno come tutti gli altri, amando prima di tutto voi stessi, i vostri interessi, le vostre passioni, le persone quotidiane che arricchiscono le vostre giornate, perché un famoso detto (lo hanno creato apposta per i single, pensateci!) afferma: “Meglio soli che male accompagnati!”
di Nicolas Morosan e David Falascina
Le canzoni più ascoltate:
E’ finito da poco il festival di Sanremo 2024, andiamo a scoprire tutti i risultati dei cantanti scesi in gara. Come tutti gli anni, i cantanti di Sanremo hanno portato le proprie canzoni in gara, ottenendo tutte un gran risultato a livello di ascolti. A tal proposito troviamo Mahmood al primo posto con la sua “Tuta Gold” che sta brillando su tutti i social, facendo ballare e divertire gli ascoltatori. Al secondo posto Geolier con “I p’me TU p’te” che ha fatto impazzire tutta Napoli e il resto d’Italia. Successivamente troviamo al terzo posto, Annalisa che ha portato in gara “Sinceramente” e, solamente al quarto posto, la vincitrice Angelina Mango con la sua “Noia”. Da non dimenticare anche altri pezzi che stanno spopolando in tutte le radio come “Casa Mia” di Ghali,”Tu No” di Irama,”Un Ragazzo Una Ragazza” dei The Kolors…
Le curiosità:
Una delle più grandi novità di quest’anno è stata la vittoria di una donna. Non succedeva dal 2014, quando allora vinse Arisa con la sua “Controvento”, e dopo 10 anni di astinenza finalmente è una giovane donna a trionfare , Angelina Mango con la “Noia”. Un altro grande dato è stato la presenza di 15 debuttanti su 30 in gara, anche se, nonostante i nuovi artisti, molti di questi erano già veterani del Festival, come Ghali, che era già stato ospite, Alessandra Amoroso, che ha già fatto parte della serata dei duetti e molti altri come Rose Villain e Big Mama. Inoltre quest’anno per votare non si è più fatto uso della giuria demoscopica bensì della radio. Gli artisti non si sono esibiti soltanto in gara. A Piazza Colombo, sul Suzuki Stage, sono stati ospiti cantanti che hanno partecipato al Festival come Lazza, Rose Chemical, Paola e Chiara, Arisa e Tananai. Un altro teatro d’eccezione è stato la nave di Crosta Crociere, al largo della Riviera, che ha visto protagonisti Tedua nella prima e nell’ultima serata, Bob Sinclair, Bresh e Gigi D’Agostino. Le ultime 5 edizioni del Festival di Sanremo, condotte da Amadeus hanno generato tanto scalpore da parte dei giovani sui social. Le interazioni generate nelle prime 5 giornate del Festival del 2023 hanno generato 50,4 milioni di interazioni. Sempre rimanendo in termini di social, c’è il Fantasanremo: un gioco che prevede di schierare 5 tra gli artisti in gara. Il regolamento prevede una serie di bonus e malus e al termine della kermesse, il vincitore sarà colui che ha totalizzato il maggior numero di punti.
I premi:
La classifica finale della settantaquattresima edizione del festival: Angelina Mango vince la kermesse, seguita da Geolier e Annalisa. Angelina Mango, Loredana Bertè e Fiorella Mannoia hanno ottenuto anche altri premi.
Di seguito le premiazioni:
- A Loredana Bertè è andato il Premio della Critica Mia Martini, dalla Stampa Roof dell’Ariston.
- La Stampa Lucio Dalla ha invece assegnato il Premio della Critica ad Angelina Mango.
- Il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo è andato invece a Fiorella Mannoia.
- L’Orchestra del Festival ha invece assegnato il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale.
di Stefano Sindoni, Giada Zarier, Roberta Tobaldi
L’Italia ne è uscita vincitrice! State quasi sicuramente pensando al calcio, vero? Se questo è stato il vostro primo pensiero, avete sbagliato del tutto! In realtà, stiamo parlando del tennis! L’Italia, rappresentata dal grandioso Jannik Sinner, ha vinto uno dei quattro tornei che compongono il Grande Slam e per un tennista vincerli tutti è un’ impresa non da poco! Ma chi è Sinner? Come è nata la passione per questo sport e qual è il traguardo più grande che ha raggiunto? Se non sapete rispondere, questo articolo lo farà per voi!
Jannik Sinner è nato a San Candido il 16 Agosto del 2001 in provincia di Bolzano e ciò lo possiamo notare dal suo tipico dialetto durante le interviste. L’anno più significativo per il campione è il 2019, dove vince il primo torneo del Grande Slam. Ma non ci sono state solo vittorie! Nel 2022 si è infortunato diverse volte e per un periodo non ha potuto più giocare. Ad oggi, invece, con l’Italia, ha regalato agli appassionati momenti entusiasmanti vincendo la Coppa Davis contro l’Australia. E, inoltre, come poter dimenticare una delle più fantastiche vittorie di Jannik, l’Australian Open? Il nostro tennista quest’anno ha vinto uno dei tornei del Grande Slam con una partita mozzafiato, in rimonta, battendo Daniil Medvedev. Ma il nostro grande giocatore non ha sempre praticato il tennis! Eh già, un’informazione forse stravolgente considerando il prodigio che è! Infatti, fino all’età di 13 anni, trovandosi al nord, praticava lo sci alpino, ma arrivano le prime delusioni in questo sport e decide di voltare pagina, praticando per un breve periodo calcio ma alla fine dirotta sul tennis, che lo porterà a ben 14 anni ad andare via di casa. I suoi primi allenatori furono Heribert Mayr e Andrea Spizzica che lo segnalarono a un coach della squadra bolzanina che gli fece fareun provino che poi supererà brillantemente anche grazie al suo rovescio fuori dal comune.
Ma sapete quanto guadagna Jannik Sinner? Durante ogni torneo, i tennisti incassano una cifra sempre maggiore ad ogni turno superato e come sappiamo, l'Australian Open è il più ricco rispetto agli altri tornei del grande Slam, con i suoi 54 milioni di euro, tra cui più di 2,8 milioni che spettano al solo vincitore.
Ed invece sapete chi è Mark Sinner? Scommettiamo che starete pensando al fratello del tennista e per certi aspetti avete anche ragione. Mark è il fratello adottivo di Jannik e ha un “normale” comportamento da fratello: i litigi ovviamente non mancano e con questi nemmeno i chiarimenti.
Attualmente Jannik è al 4° posto nella classifica Atp e pensiamo che ognuno di voi si auguri che possa avanzare nel ranking, magari diventando primo!
Ora che sappiamo le origini di questo grande giocatore, vi siete appassionati un po’ di più a questo sport? Se volete, fatecelo sapere scrivendo alla redazione del Gabbiano!
di Giulia De Bonis e Vittoria Di Pastena
Chiara Ferragni è nome comune ai più.
Come non conoscerla?
Imprenditrice, blogger, designer e modella italiana. Nel 2009 ha dato vita al fenomeno delle fashion blogger guadagnando fama a livello globale.
Negli ultimi giorni invece è stata al centro dell’acceso e discusso caso dei Panettoni Balocco con il ricavato devoluto (teoricamente) alla ricerca scientifica. Eppure qualcosa non quadra…
Ma cosa è successo veramente? Scopriamolo insieme.
Una maxi multa milionaria per pratica commerciale scorretta. L’Antitrust ha sanzionato Chiara Ferragni e l’azienda Balocco per la campagna promozionale di Natale 2022 con l’iniziativa “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino”. Secondo l’autorità, le società avrebbero pubblicizzato il pandoro “Pink Christmas” lasciando intendere ai consumatori che una parte dell’acquisto sarebbe stata devoluta all’ospedale per sostenere le ricerche.
In realtà, la donazione al Regina Margherita era già stata fatta da Balocco precedentemente, a maggio 2022: ben prima del periodo natalizio. Le società di Ferragni dunque, sebbene abbiano incassato grazie all’iniziativa oltre 1 milione di euro, non avrebbero contribuito.
La Ferragni, dopo giorni di silenzio, è tornata sui social pubblicando un video di scuse e spiegando cos’è veramente accaduto. L’imprenditrice sostiene di aver commesso un errore di comunicazione di cui però farà tesoro, separando completamente qualsiasi attività commerciale da quelle di beneficenza. Inoltre per comprovare le sue reali scuse e dargli concretezza donerà 1 milione di euro all’ospedale “Regina Margherita” per sostenere le cure dei bambini.
Fatto sta che la brutta figura c’è stata eccome e questa vicenda ha fatto perdere credito all’immagine della blogger più famosa d’Italia. Dal 14 dicembre la Ferragni ha perso circa 72 mila followers, non solo lei, anche il marito Fedez ha visto calare il numero dei suoi seguaci.
Tale vicenda ha certamente lasciato amarezza alla famiglia Ferragnez, tanto è vero che sono cambiati anche i piani per le loro vacanze di Natale. Per la prima volta infatti i Ferragnez sono rimasti nella loro City Life per le festività, anziché andare in qualche località sciistica come avevano precedentemente dichiarato.
Stavolta certo non si può dire “tutto bene ciò che finisce bene…”
di Noemi Caputi
“Barbie: lei può essere tutto ciò che vuole. Lui è solo Ken”.
Questa è la didascalia che accompagna il roseo film di ”Barbie” interpretata da Margot Robbie, e diretto da Greta Gerwig.
Questa citazione non è stata inserita casualmente sulla copertina del film, infatti grazie a queste poche parole si riesce a riassumere l’intera storia, non del tutto allegra e superficiale.
In questa produzione cinematografica viene infatti trattata una tematica particolare che tocca uomini e donne: il funzionamento della nostra società.
La protagonista Barbie ha una vita perfetta, vive in una città perfetta (Barbieland) dove tutte le donne, altre Barbie, rivestono le cariche più importanti della società come essere presidente, avvocato, medico o anche lavori prettamente “maschili” come l’operaio. Gli uomini, i Ken, si occupano invece di attività “meno rilevanti” come conquistare lo sguardo delle donne, le quali però non gli danno molta importanza.
Tutto sembra andare per il meglio finché un giorno Barbie viene colpita da pensieri opprimenti, come quello della morte. Da quel momento niente sarà più come prima. Da bambola perfetta, Barbie inizia a sviluppare imperfezioni che finiscono per farla sentire un'emarginata. Decide così di rivolgersi alla saggia Weird Barbie, anche lei emarginata dalla società per i suoi difetti fisici, che le consiglia di andare alla scoperta del mondo reale, dove troverà la soluzione ai suoi problemi. Barbie parte per un'emozionante avventura nel mondo reale, dove affronta varie sfide e vive esperienze sconosciute prima di allora. E’ qui che entra in gioco la didascalia iniziale: una donna può essere tutto ciò che vuole e non ha per forza bisogno di un uomo per andare avanti.
Tale messaggio di forza e autodeterminazione femminile è stato esaltato anche dall’attrice ed esordiente regista Paola Cortellesi nel suo capolavoro “C’è ancora domani”.
Film ambientato nel secondo dopoguerra, racconta la storia di Delia, donna, moglie, madre, casalinga che subisce violenza dal marito e non ha più energia per se’ stessa. Delia dedica la sua vita alla primogenita Marcella, promessa sposa ad un uomo ricco ma possessivo e violento come il padre che, in fondo, vuole farle vivere la stessa vita della madre.
Ma Delia non vuole ciò per la figlia, la donna è determinata a rovesciare i ruoli prestabiliti e riesce a creare finalmente un futuro migliore per la figlia e per se’ stessa.
Due film di generi molto distanti, eppure accomunati da un simile messaggio: sfidano lo spettatore a riconsiderare la propria concezione delle norme e delle aspettative della società e del ruolo delle donne.
Poi il fatto che entrambi i film siano stati diretti da due donne non è un caso perché le donne sono e saranno sempre una forza della natura.
di Claudio Coluccio, Francesco Zurma e Lorenzo Verrengia
Di anno in anno la storia non cambia: Natale fa rima con regali! Regali belli e meno belli, desiderati, sognati ma pur sempre regali. Così è stato anche quest’anno!
Dal 22 Dicembre al 7 Gennaio tutti noi abbiamo trascorso le vacanze natalizie e ognuno ha sicuramente ricevuto dei regali per Natale.
Abbiamo così condotto un sondaggio con alcuni ragazzi e ragazze della scuola per capire i trend dei regali di quest’anno e se questi sono stati più o meno apprezzati.
In questo articolo abbiamo tirato un po’ le somme e vi proponiamo la “top 10 dei regali più belli e più brutti” in base alle risposte ricevute.
Iniziamo con la top 10 dei regali più belli:
1) Giochi da Tavolo, che non devono mai mancare in casa;
2) Console da giochi tecnologici, siamo o non siamo la generazione zeta?
3) Fumetti e Libri, che ti aprono un mondo di idee;
4) Biglietto per viaggio all’estero, magari non in Burkina Faso;
5) Strumenti elettronici, vedi punto numero 2;
6) Abbigliamento sportivo, perché essere fit fa tanto fighi;
7) Vestiti di marca, basta che non sia la giacca di “The North Fake”;
8) LEGO per ragazzi e adulti, che siamo tutti architetti insite;
9) Orologio, così non dovrai perennemente chiedere l’ora al tuo povero compagno di banco;
10) Biliardino, per battere il tuo temibile zio.
E adesso è la volta dei più brutti, più strani ma anche divertenti regali:
1) Intimo femminile e maschile, così potrai finalmente cambiare i tuoi slip bucati;
2) Telecomando senza televisione, genialata vera;
3) Calzini, che tutti hanno sempre amaramente odiato;
4) Maglioni delle nonne, magari con le renne natalizie;
5) Pacco di adesivi, da attaccare sulla cover del tuo cellulare così tutti ti prenderanno in giro;
6) Cover del telefono, con gli adesivi attaccati sopra;
7) Candele, da usare quando non vuoi pagare le bollette della luce;
8) Album di fotografie, per farti ricordare i tuoi momenti più brutti o nostalgici;
9) Colori a pastello, che non userai mai, neanche per arte;
10) Kit di oli da massaggio super golosi, che ti fanno rilassare.
E tu che regalo hai ricevuto? E come lo potresti catalogare: tra i più belli o i più brutti?
Faccelo sapere nei commenti o scrivi direttamente alla redazione del Gabbiano.
Prima di salutarvi, però, ci teniamo a darvi un ultimo consiglio: occhio al regalo da “riciclo”, non riproponetelo a chi ve lo ha regalato già lo scorso anno!
di Gaia Neroni, Marta Melis e Eleonora Di Felice
Sei in grande confusione per la scelta delle superiori? Questo è l’articolo adatto a te!
In questo periodo, una delle decisioni più difficili per i ragazzi che frequentano la 3 media, è la scelta delle scuole superiori. Molti hanno un’idea chiara già da tempo, mentre per chi ha più dubbi è maggiormente complicato arrivare ad una conclusione date le tantissime opzioni. Magari tutte le incertezze derivano dal fatto che questa decisione è importantissima perché segna una buona parte del proprio percorso di vita in base all'indirizzo che farai.
Attraverso questo articolo ti daremo delle dritte per avere un’idea della scuola adatta a te.
Assecondare i propri interessi e abilità
Spesso la materia che ci appassiona di più è anche quella che ci risulta più semplice, perciò evita gli indirizzi che hanno discipline nelle quali non sei portato; rischi di passare cinque anni orribili e con scarsi risultati.
Non aver paura di trovare nuovi amici
Non pensare solo a quello che fanno i tuoi amici. Certo, all’inizio conoscere qualcuno aiuta molto ma non deve influenzare una scelta così importante. Inoltre una nuova scuola è anche un’opportunità per fare nuove conoscenze e inoltre le amicizie si possono mantenere anche frequentando scuole diverse, quindi non preoccuparti!
Uno sguardo al mondo del lavoro
Nel valutare il tipo di indirizzo che vorrai fare tieni sempre conto del tuo lavoro dei sogni. Grazie agli istituti tecnici comincia un percorso di specializzazione verso precisi ambiti professionali, mentre i licei (come il classico o lo scientifico) insegnano un buon metodo di studio che ti permette di accedere all’università.
Dialogare con i propri genitori
Se sei pienamente convinto della tua decisione i tuoi genitori non dovranno influire su essa. Non dimenticare, però, che hanno più esperienza e una maturità maggiore che a 13 anni non potrai avere! Quindi ascolta i loro punti di vista ma non accettarli ciecamente, al contrario chiedi spiegazione di cosa pensano.
Ascolta anche le opinioni altrui
Oltre a cosa pensano i tuoi genitori ti consigliamo di fare attenzione a cosa ritengono sia meglio per te gli insegnanti, inoltre partecipa agli open day per conoscere l’edificio della scuola e anche l’organizzazione interna di essa.
Speriamo che questo articolo vi sia stato utile e che siate riusciti ad avere una concezione più chiara della scuola che sceglierete. Tuttavia non dimenticate di non farvi influenzare dagli altri e soprattutto seguite i vostri sogni!
di Stefano Sindoni e Claudio Coluccio
Sicuramente anche tu hai una materia preferita! Ti sei mai chiesto quali sono quelle preferite dai tuoi compagni e perché?
Come tutti, anche noi vogliamo scoprirlo e per questo abbiamo condotto un piccolo sondaggio tra i ragazzi e le ragazze della nostra redazione.
Al primo posto, udite udite, troviamo una materia alquanto creativa: italiano!
Quando abbiamo avviato il nostro sondaggio, abbiamo pensato che italiano sarebbe stata una delle materie con meno voti, ma ci sbagliavamo di grosso!
Con ben 5 voti l’italiano raggiunge la vetta! La maggior parte ha giustificato la propria scelta dicendo che ama scrivere. Altri ci hanno riferito che hanno scelto l’italiano influenzati dai loro autori preferiti e dalle loro attitudini letterarie.
Al secondo posto, a pari merito, troviamo storia ed educazione fisica, entrambi con 3 voti. Anche noi abbiamo votato storia perché pensiamo, che per capire il presente, bisogna prima capire il passato! Riguardo ad educazione fisica, invece, gli alunni intervistati hanno dichiarato il loro interesse verso la corsa e l’agonismo.
Il terzo posto, ex aequo, è occupato da scienze e inglese, entrambe stimolanti materie. Coloro che hanno votato queste discipline, con 2 voti ciascuna, ci hanno confessato il loro desiderio di intraprendere una carriera scientifica o linguistica.
Tuttavia ricordatevi che il sondaggio è stato condotto nella nostra redazione giornalistica, perciò avevamo immaginato che avrebbe vinto italiano.
Proprio per questo motivo ti invitiamo ad esporci le tue preferenze riguardo alle materie scolastiche tramite un messaggio alla redazione.
Abbiamo ulteriormente respinto le innumerevoli votazioni per la ricreazione, "materia brillante quanto affascinante".
di Roberta Tobaldi e Sofia Anatriello
“Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”.
Così era solito dire lo scrittore Daniel Pennac in merito a quell’attività intramontabile che è la lettura.
Ma a noi teenagers piace leggere? Che generi amiamo? Ma soprattutto: in che modo leggiamo e dove compriamo i nostri libri?
Queste sono le domande che ci siamo poste e a cui cercheremo di dare delle risposte quanto più veritiere a seguito di un sondaggio effettuato all’interno delle classi 2D e 2F della Scuola Secondaria di I Grado della Frezzotti Corradini.
Questi i risultati del sondaggio:
Ragazzi totali intervistati: 37
Lettori: circa 18 ragazzi su 37
Tra i vari generi letterari, i più quotati per i ragazzi della nostra fascia d’età sono i romanzi d’avventura, i fantasy, i libri gialli, quelli di carattere romantico, infine i manga e i fumetti.
Riguardo le modalità di lettura non ci sono dubbi: la versione cartacea dei libri batte di gran lunga quella digitale, quasi la totalità dei lettori infatti ancora preferisce toccare con mano le pagine di un libro anziché quelle di un ebook. Discorso diverso, invece, per i luoghi d’acquisto: in questo caso le librerie online hanno la meglio su quelle fisiche, sicuramente per una questione di comodità nello scegliere tranquillamente un libro, leggerne la trama e compararne le recensioni.
Insomma noi che siamo nativi digitali non possiamo certamente negare che gli strumenti tecnologici sono nostri alleati soprattutto nell’acquisto di un libro, ma il fascino della lettura di un libro cartaceo… quello è assolutamente intramontabile!
E voi, invece, cosa leggete? E soprattutto, in che modalità? Se vi va fatecelo sapere nei commenti o scrivendo alla redazione del Gabbiano!
di Marta Ranieri e Gaia Neroni
Almeno una volta nella vita siamo passati nella famosa “Via dei Pub”, dove alzando la testa possiamo leggere questo ritornello:
“Se in mezzo alle strade
o nella confusione
piovesse il tuo nome
io una lettera per volta vorrei bere
in mezzo a mille persone
stazione dopo stazione
e se non scendo a quella giusta è colpa tua”,
che appartiene alla canzone “Se piovesse il tuo nome”.
Ma vi siete mai chiesti chi l’avesse scritta? La risposta è proprio un cantante latinense, Calcutta, cantautore anche della famosissima canzone “Paracetamolo”.
Il suo vero nome è Edoardo D’Erme, è nato e cresciuto nella nostra città ed ha frequentato il Liceo Classico Dante Alighieri. Il genere delle sue canzoni è principalmente indie pop italiano e di recente ha pubblicato un nuovo album musicale nominato “RELAX”, che nonostante sia uscito da poco è già apprezzatissimo dal pubblico e dai suoi fan, soprattutto le due canzoni che ora stanno spopolando, ovvero “2minuti” e “Tutti”.
Attualmente Calcutta sta svolgendo il tour delle sue vecchie canzoni appartenenti agli album precedenti, soprattutto all’album “Evergreen”, dopo la sua scomparsa improvvisa negli ultimi cinque anni.
Un altro tour che sta organizzando è proprio quello di “RELAX” per questa prossima estate; alcune date, però, non sono disponibili e quando usciranno i biglietti andranno a ruba!
Un tratto di Calcutta che non dovrebbe passare inosservato è il suo amore per Latina. Pensate che in un’intervista di Valerio Mattioli e pubblicata sul sito vice.com Calcutta afferma che quando abitava a New York il posto gli ricordava la sua città natale. “Forse perché anche a Latina il punto di ritrovo è la gas station”.
Insomma, quando qualcuno vi chiederà: “Per cosa è famosa Latina?”, voi potrete brillantemente rispondere: “È la città di Calcutta!”
di Gaia Neroni, Marta Melis, Eleonora Di Felice
Scommettiamo che conoscete o che avete sentito parlare della cosiddetta “Regina della televisione italiana”, ovvero Raffaella Carrà, una cantante, ballerina, attrice e conduttrice televisiva. In breve, una donna completa!
E’ nata nel 1943 a Bologna, e la sua carriera è iniziata nel 1965 con la partecipazione, fin da giovanissima, a moltissimi film e spettacoli televisivi, mentre è terminata nel 2021 a causa della sua morte.
Tra gli anni ‘70 e ‘80 è diventata un’anticipatrice del femminismo e della libertà delle donne nella televisione e nell’ industria musicale italiana e spagnola, oltre che una sostenitrice della comunità LGBTQ+.
Ancora oggi molte sue canzoni sono popolari e ascoltatissime nella nuova generazione, soprattutto “A far l’amore comincia tu” e “Tanti auguri”, anche se in molti non conoscono il suo personaggio.
Il 6 luglio 2023 è uscito un film documentario intitolato “Raffa” che parla della vita privata e della carriera professionale di Raffaella Carrà, famosa non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
Nell’ultimo mese è stato reso disponibile il documentario sulla piattaforma Disney+.
«Spesso i ragazzi che incontro mi chiedono: come faccio a fare una carriera come la sua? La mia risposta è sempre la stessa: studiate, studiate, studiate. E non arrendetevi mai». Queste sono le parole che Raffaella Carrà ha lasciato ai giovani registi poco prima di morire.
E’ stata una donna che ha lottato per affermarsi in un mondo di uomini, ma anche una donna che ha amato e sofferto.