Eventi speciali

La Giornata internazionale della donna: un grido per la difesa dei propri diritti

di Tobaldi Roberta e Antonacci Petra

Bisogna gridare BASTA! Non dobbiamo tenercelo dentro! 

Quest’argomento è toccante e se ne discute molto nella nostra società. Ma bisogna parlarne sempre di più per cercare di cambiare le cose! 

Però procediamo per gradi…

Sapete che si “festeggia” l’8 Marzo? Si celebra la Festa delle Donne. Non ci crederete mai, ma questa non è affatto una festa. Ma se non è una festa, cosa sarà? 

In questo articolo cercheremo di fare un po’ di chiarezza e di trattare un argomento non facile da discutere.

Per capire meglio questa giornata dobbiamo però fare un salto nel passato. A New York nei primi anni del 1900, vi era una fabbrica di camicie dove lavoravano molte donne; anche se “lavoravano” non è il termine adatto: queste ragazze infatti (la cui età era tra i 15 e i 25 anni) venivano sfruttate. Avevano orari di lavoro estenuanti, non potevano fare pause dalla propria postazione, venivano pagate poco e non venivano contati gli straordinari. Inoltre, venivano strettamente sorvegliate e imposti ritmi massacranti che spesso erano origine di incidenti.

Probabilmente per un errore umano, il 25 Marzo del 1911 scoppiò un incendio in tale fabbrica. Le donne cercarono di salvarsi salendo i piani più alti dell’edificio, ma le fiamme arrivarono anche lì. Uno scenario orripilante che è costato la vita a 140 operaie. 

Da ciò possiamo dedurre che la “Festa delle Donne” non è affatto una festa, bensì la ricorrenza di un tragico evento. 

Ma se l’incendio si è verificato il 25 Marzo, perché ad oggi si celebra l’8 Marzo? Il motivo non è ancora del tutto chiaro, ma sappiamo che l’8 Marzo del 1917 ci fu a San Pietroburgo una grande manifestazione di donne che hanno protestato chiedendo pane e pace. Questo evento segnò l’inizio della rivoluzione russa e fu un momento cruciale per i diritti delle donne.

Che sia il 25 o l’8 Marzo, poco importa, si tratta comunque di una data importante per ricordare le lotte delle donne per i propri diritti e per continuare a promuovere l’uguaglianza di genere. 

Non dimentichiamoci mai di quanto sia fondamentale continuare a gridare BASTA! e lottare per un mondo più giusto ed equo per tutte le persone, indipendentemente dal genere.

Esserci per testimoniare. La grande lezione di Modiano

di Beatrice Di Bitetto 

Oggi la mia classe e io abbiamo avuto il piacere di assistere, in diretta dall'Università la Sapienza di Roma, allo struggente racconto di Sami Modiano, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Modiano durante il suo commovente e straziante racconto ha ripercorso nuovamente la sua infanzia e pre-adolescenza. Ha narrato che abitava con il padre Giacobbe, la madre Diana e la sorella Lucia di 4 anni più grande, a Rodi. Trascorre la sua vita serenamente fino a quando, nel 1938, promulgarono le leggi razziali. Da lì a poco Sami verrà espulso dalla scuola elementare che frequentava per il semplice fatto di essere Ebreo. Purtroppo però poco dopo perderà la madre a soli undici anni nel 1941. Da lì vive solo con il padre e la sorella 

più grande fino al 18 luglio 1944 quando i capifamiglia ebrei vennero chiamati dagli agenti nazisti per un "semplice" controllo. Il giorno dopo chiesero a tutti i membri delle famiglie di prendere le loro cose (oggetti di valore, vestiti, spazzolini...) e di chiuderle in una valigia e lasciare le proprie case.

Navigano per 11 giorni , arrivano alla stazione di Atene dove vengono deportati su treni merci fino in Polonia. Da lì inizia il vero inferno per Sami Modiano. Il suo racconto mi ha suscitato sensazioni  forti. Mentre narrava la sua deportazione e  l'arrivo al campo di concentramento, ho provato a immaginarlo sulla mia pelle identificandomi nei suoi vissuti e ho pensato che non sarei riuscita a sopravvivere se fosse capitato a me. Perché è capitato? Come hanno resistito? A volte penso che non sia stato reale per quanto male abbiano vissuto e per così tanto tempo. Se fossi stata un militare non so come avrei potuto e voluto rimanere lì inerme di fronte a quelle atrocità senza far agire la mia coscienza. 

Ora come allora si sta trascurando l'empatia e la fratellanza, e di quest'ultima Modiano ne ha parlato nell'incontro. Stiamo perdendo di vista dei valori importanti anche oggi? Stiamo sulla cattiva strada?  Perché molto spesso ci si permette di offendere o avere il diritto di scegliere per gli altri e pensare che il proprio giudizio sia universale, che sia sulla scelta di un taglio di capelli, il modo di vestire, il telefono che possiedi e potrei stare qui ad elencare molte altre. Credo che se non ti piace qualcosa non sei obbligato a dirlo, semplicemente perché dall'altra parte c'è una persona che può essere sensibile al giudizio. L'empatia, non è solo mettersi nei panni degli altri quando soffrono, ma in qualsiasi momento. E  quello che hanno vissuto gli Ebrei si sta forse ripetendo anche a Gaza e in Ucraina? Potremmo mai fermare le incomprensioni tra Stati quando tra noi nel piccolo ci sono quotidianamente?

Molti dicono che non potremo fare nulla per questo mondo, perché non siamo potenti, ma noi abbiamo tanti strumenti invece che arrivano ovunque e possono spalancare porte. I social in questo ci aiutano e se solo volessimo potremmo cambiare la società in cui viviamo, anche essendo solo gentili o con una semplice azione di gentilezza.

Certe cose non si dimenticano mai: la Giornata della Memoria  

di Petra Alice Antonacci

La Giornata della Memoria non è una festa, da festeggiare infatti non c'è proprio nulla! Ma allo stesso tempo è una giornata che non può e non deve passare inosservata! 

Questa ricorrenza internazionale viene celebrata il 27 gennaio di ogni anno, data non casuale che ricorda il 27 gennaio del 1945, quando i soldati sovietici arrivarono ad Auschwitz scoprendo i tristi campi di concentramento e liberando alcuni ebrei. 

Purtroppo non tutte le cose da ricordare sono felici, possono essere anche tristi come in questo caso. 

Questa giornata ci spinge a ricordare una brutta pagina di storia della Seconda Guerra Mondiale, quando Hitler e i suoi soldati perseguitarono il popolo ebraico e lo costrinsero a terrificanti condizioni all’interno dei campi di concentramento semplicemente perché considerati “inferiori”. Tale orrore terminò con l’arrivo dei soldati sovietici che ebbero il coraggio di smascherare questo scempio e liberare gli ebrei. 

A distanza di anni questo avvenimento non viene dimenticato nel rispetto di tutte le vittime discriminate, torturate, uccise. Molti sono i film che ricordano questo momento storico, tra i più famosi ricordiamo: Schindler’s list, La vita è bella, Il bambino con il pigiama a righe, Il diario di Anna Frank. Ma tanti sono anche i libri, i documentari, le interviste ai sopravvissuti come, fra tutti, Liliana Segre. 

Testimoniare e raccontare questo tragico evento serve infatti a lasciarne memoria ai posteri, affinché ciò che è accaduto possa non accadere di nuovo. 

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” .

3 minuti alla scoperta di una festa coloratissima

di Giada Zanier, Roberta Tobaldi e Sofia Anatriello

Come è nato il Carnevale? 

Qualche pillola storica della festa più dolce e colorata dell’anno! 


Avete presente quella festa dai mille colori che da bambini attendevamo con tanta ansia? Esatto! Stiamo parlando proprio del Carnevale! Una festa colorata, “comica”, ma soprattutto… dolcissima! 

Ma vi siete mai domandati le origini di questa festa? Se la risposta è no, abbiamo la spiegazione pronta per voi! 

Prima di tutto dobbiamo sapere che il Carnevale è una festa di origine cristiana, nata nell’antica Grecia e nell’antica Roma, poi diventata cattolica per conversione della popolazione.

Questa festa ricorda la prima liturgia della popolazione cristiana e il giorno successivo si festeggia il mercoledì delle Ceneri che dà il via al periodo della Quaresima. Nell’antichità, in questo periodo, avveniva un temporaneo scioglimento dell’ordine della società (ad esempio i poveri si vestivano da ricchi e viceversa); oggi le persone hanno in parte mantenuto questa tradizione, modernizzandola ovviamente, come per esempio travestendosi da personaggi di serie televisive o cartoni animati. 

Nell’antichità, inoltre, in questo periodo di festa la confusione regnava sulla quotidianità piena di regole e venivano simulate battaglie con coriandoli e stelle filanti, tradizione evoluta sino ai giorni d’oggi.

Tra i dolci tipici di questa festa troviamo le chiacchiere, diffuse nella maggior parte d’Europa e le cui origini derivano da un dolce della cultura dell’Antica Roma chiamato ”Frictilia”; abbiamo, inoltre, gli struffoli, di cui però non si ha una origine certa, e i tortelli di Carnevale, originari di Treviso.

Il Carnevale di Latina è uno degli eventi più apprezzati nella regione Lazio: si svolgono sfilate di carri (che hanno come simbolo ufficiale un cigno) e vengono organizzati spettacoli dove si esibiscono giocolieri e clown.

E voi, cari lettori, cosa ne pensate del Carnevale? 

Ora che ne sapete le origini, lo vedrete con occhi diversi e ricordatevi… 

A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE!