Nel mare ci sono i coccodrilli

“Nel mare ci sono i coccodrilli” è un film di 30 minuti  che racconta di un bambino di nome Enaiatollah che è nato in Afghanistan e deve scappare dai talebani che lo vogliono come riscatto, per una cosa che ha fatto il padre. 

Dopo un po’ la madre decide di portarlo oltre le montagne dove dovrebbero essere al sicuro. Però una sera prima di dormire, la madre gli dice: “Promettimi tre cose: promettimi di non usare armi, promettimi di non assumere droghe e, cosa più importante, non tornare mai  indietro”.

Questa, secondo me, è la parte più triste perchè la mattina dopo il ragazzo si sveglia e sua madre non c'è più. La cerca continuamente ma non riesce a trovarla; dopo averla cercata incontra un signore con una faccia un po’ particolare e il bambino gli chiede dove fosse sua madre e il signore gli dice che è andata via (io in quel momento ero sconvolta e mi stavo chiedendo che fine avesse fatto). 

Dopo ciò, Enaiatollah gli chiede se può lavorare per lui. 

Dopo un po’ di tempo che lavora per quest'uomo, si imbatte in un venditore che aveva una faccia strana ma quando iniziano a parlare improvvisamente la sua faccia cambia. 

In quel momento ho compreso che era per far capire che il ragazzo non conosceva queste persone però parlandogli  iniziava a capirli. 

Secondo me questo è un concetto molto bello rappresentato in modo particolare perché usa anche il disegno per spiegare come si può comunicare tra persone anche con lingue diverse. oltre le diverse lingue si può  comunicare fra persone .  

Enaiatollah gli dice che gli servirebbe un lavoro, il venditore gli risponde che può lavorare per lui facendo il venditore per la città. Una sera un ragazzino gli ruba un paio di calze e Enaiatollah lo insegue, finendo in un vicolo a discutere con il ragazzino e i suoi compagni. A un certo punto arrivano altri tre ragazzini a proteggerlo.

Uno di questi si chiama Sufi, un personaggio secondo me molto importante nella storia, la scena si sposta alla sera e Enaiat dice a Sufi:  “Perché non mi hai protetto?” Gli risponde: “Perchè devi cavartela da solo”. 

Secondo me questa frase è molto bella perché fa capire che comunque non avrai sempre qualcuno che ti proteggerà e quindi è un modo anche per far capire a Enaiatollah che ci saranno dei momenti in cui si potrà trovare da solo.

Dopo ciò iniziano a lavorare insieme e Sufi inizia a dargli consigli su come lavorare meglio e sulla vita in generale e diventano molto amici.

Enaiatollah, essendo stanco del lavoro, dice a Sufi che vuole andarsene. Secondo Sufi era una buona idea e vanno da un uomo definito trasportatore di persone.

Lui li porta in un paese in cui vengono pagati di più anche se di notte gli rubano i soldi e questo per me è un po’ scioccante perché penso a questo bambino che passa le sue giornate a lavorare  e poi glieli rubano. 

Un giorno Sufi stanco di questo fatto decide di  andarsene e Enaiatollah non vuole, infatti come pensavo subito dopo lui si pente perché continuano a rubargli i soldi ed è una cosa ingiustissima ma decide comunque  di restare lì  . 

Dopo un po' di giorni delle guardie li riportano ai confini dell'Afghanistan e poi altri uomini li riportano in Iran, a quel punto lui si pente di non essere andato con Sufi. A quel punto dei bambini lo vedono piangere e lo invitano ad andare con loro in Turchia perché avevano sentito che si stava meglio e quindi decidono di partire tutti insieme e si mettono in viaggio. Un adulto aveva detto che ci avrebbero messo più o meno 3 giorni ma camminando e camminando sembrava fossero passati mesi .

Arrivarono in Turchia e lì Enaiatollah incontra altri tre ragazzi che gli chiedono di giocare insieme a calcio. Sono felice che anche dopo tutte queste avversità comunque riescono ad avere dei momenti di gioco. Dopo un po’ di tempo decidono di chiedergli se voleva venire in Italia con loro e lui accettò. 

Per la prima volta vide il mare, presero una barca e si avventurarono ma una tempesta risucchio uno di loro in acqua e purtroppo non fece più ritorno. Anche in quel momento ero abbastanza scioccata perché pensare che un bambino possa passare queste cose a 13 anni mi fa sentire molto triste. Sbarcano in Grecia e dopo essere rimasto solo Enaiatollah incontra una signora molto gentile che gli offre del cibo , dell’acqua e un viaggio in autobus. Secondo me in questa storia un personaggio così dolce ci voleva proprio. Dopo un lungo viaggio arriva a Venezia e incontra un signore che gli dà un indirizzo di un centro di accoglienza a Torino.

La scena si sposta 5 anni dopo e Enaiatollah trova un bambino e lo porta  nel centro di accoglienza, la ragazza del centro gli dice che c’è una sorpresa per lui. Avevano rintracciato Sufi! Il film finisce con lui che chiama Sufi in una cabina telefonica. 

Idee finali

Mi è piaciuta molto la storia e mi ha colpito l'avventura molto movimentata tra momenti tristi e altri felici.

Mi piace molto come sono riusciti a creare un libro e un film da una storia vera che ha molte lezioni di vita  e come vengono raffigurati in modi molto particolari i paesaggi e le persone.

Curiosità

Questa storia è tratta da fatti realmente accaduti.

Anna