Un gesto contro l’indifferenza e la discriminazione: “Liber* di Essere” all’Unical.
Un gesto silenzioso ma potente quello di Maria Bruno e Caterina Golovata, tirocinanti del Centro Women’s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria. In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, hanno disseminato, lungo l’ateneo, centinaia di stickers con la scritta: “Liber* di essere”. Un’ espressione semplice ma profondamente politica, che afferma con forza il diritto alla libertà, all’identità e cerca di stimolare la comunità universitaria a riflettere sulle discriminazioni che, ancora oggi, colpiscono le persone LGBTQI+. Profondamente d’impatto appare l’asterisco inserito nella frase, il quale non funge meramente da simbolo grafico, bensì rappresenta un segno di inclusività, un modo per accogliere e nominare identità che troppo spesso restano ai margini, invisibili. In quella scritta si ritrova il senso più profondo del messaggio lanciato dalle tirocinanti: non solo il diritto ad esistere, ma a farlo pienamente, visibilmente e liberamente. Affiggere uno sticker può sembrare un’azione banale, tuttavia, non lo è quando avviene all’interno dell’università: un’istituzione che dovrebbe più che mai, formare al pensiero critico, al rispetto delle differenze e alla cittadinanza attiva. Con questo gesto, Maria e Caterina, hanno voluto lanciare un invito alla responsabilità collettiva: è necessario combattere l’indifferenza imparando ad ascoltare, decostruire e agire con consapevolezza per costruire una società paritaria in cui gli individui possano esprimersi liberamente senza dover sentire sulle proprie spalle il peso dei pregiudizi e della discriminazione. Ognun* di noi può fare la differenza e prendere parte al cambiamento, adottando dei piccoli ma stravolgenti gesti quotidiani: ponendo l’attenzione sull’utilizzo del linguaggio inclusivo fino ad arrivare a riflettere sull’impatto che hanno i pregiudizi, provando a immedesimarsi nei panni dell’altr*. In un presente in cui troppe persone continuano a subire aggressioni e violazioni dei diritti umani, il 17 maggio non è una ricorrenza simbolica, ma un momento di presa di posizione. È dire: non siete soli, fate sentire la vostra Voce, perché la vostra Voice conta.