L'ANGOLO DELLA NARRATIVA

Curiosando fra le pagine di storia… Favola o realtà?

LA PRINCIPESSA SISSI

Cristina Borgia, Sofia Gissi, Sacco Asia 3^B

La storia di Sissi, ossia Elisabetta imperatrice d'Austria, inizia come una favola. La bella principessa sposa il suo principe azzurro, ma il finale della sua storia è triste e tragico. Il suo cammino è tortuoso, pieno di tristi presagi, di dispiaceri e dolori tra cui l'ostilità della suocera, le incomprensioni e i litigi con il marito che l'amò profondamente, la perdita di due figli, Sofia e Rodolfo, la morte della sorella e del caro cugino Luigi di Baviera e la scomparsa del cognato Massimiliano, fratello dell'imperatore Francesco Giuseppe. Infine, il sipario si chiude, oscurando il palcoscenico: Sissi muore, per mano di un fanatico italiano, un certo Luigi Lucheni. E' una morte assurda, incomprensibile, se pensiamo che lei fu l'imperatrice più amata della storia e ancora oggi il suo ricordo resta indelebile, per niente scalfito dal tempo. Si dice fosse dotata di un fascino particolare, dovuto non solo alla sua bellezza, ma anche alla sua spontaneità, che incantava chiunque la incontrasse: chi la conosceva nel profondo, rimaneva suo schiavo per sempre. La sua figura sottile era sovrastata da una massa di lunghissimi capelli castani, di cui andava fiera; i suoi occhi erano espressivi e molto curiosi di conoscere il mondo. Molti la definiscono testarda ma tenera e si dice che amò intensamente la purezza d'animo del popolo ungherese, di cui era regina.

Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach nasce a Monaco di Baviera, figlia del duca bavarese Max e la duchessa Ludovica, il 24 dicembre 1837. E' conosciuta a livello mondiale col nome di principessa Sissi. La tragica storia della sua vita, la rese molto popolare tra le monarchie europee. Crebbe con sette fratelli nel palazzo di Herzog Max a Monaco. Durante un soggiorno a Vienna, la quindicenne Sissi conobbe suo cugino, il principe Francesco Giuseppe I e i due si innamorarono. Un anno dopo, nel 1854, Sissi sposò il futuro imperatore nella Chiesa degli Agostiniani. La primogenita Sofia venne al mondo il 5 marzo 1855, e morì due anni dopo a Budapest. Il 15 luglio 1856 venne al mondo la seconda figlia Gisella. Il matrimonio di Sissi non trascorse senza problemi e incomprensioni col marito e spesso vi erano delle controversie tra i due. Sissi non si sentiva bene, non era felice: era quindi spesso in viaggio. “Ma l’amore vuole la libertà / Poter andare, poter venire / Un castello sarebbe un’ alleanza/ Quando l’amore è soprattutto erranza”.

Nel 1863 Sissi cominciò lo studio della lingua ungarica, che presto conobbe molto bene; inoltre studiò francese, ceco e italiano. Più tardi imparò ancora il greco moderno e antico infatti, tra le sue curiosità, v’era anche la passione per la letteratura greca. Leggeva volentieri le opere di Heinrich Heine, William Shakespeare, Wolfgang von Goethe, Homer e Artur Schopenhauer. Era lei stessa era una scrittrice e ha scritto diversi poemi. Sissi si adoperò anche per l’autonomia dell’Ungheria e nell’anno 1867, lei e Francesco Giuseppe divennero re e regina dell’Ungheria, incoronati a Budapest. Nello stesso anno venne al mondo la loro terza figlia, Maria Valeria.

Suo figlio, principe Rudolf si sposò il 10 maggio 1881 con Stefania dal Belgio, il 30 gennaio 1889, suo figlio si suicidò nel castello di caccia Mayerling. Dopo la morte del figlio, l'imperatrice decise di vestirsi sempre di nero e di celare il viso con una veletta, in modo da non farsi riconoscere. Il 10 settembre 1898, durante una visita a Ginevra, la sessantunenne Elisabetta d'Austria venne uccisa dall’anarchico italiano Luigi Lucheni, il quale la pugnalò al cuore con uno stiletto. “Non c’è alcuna differenza tra monarchia e repubblica. Nobili, borghesi e Chiesa, sono un’unica cosa. Tutti vivono sfruttando il sudore e la miseria dei contadini e dei lavoratori diventando sempre più ricchi e più grassi”. (Luigi Lucheni)

“Circa all’1,35 io e l’imperatrice abbiamo attraversato la strada e ci siamo dirette lungo la riva del lago, verso l’imbarcadero. Il sole picchiava e Sua Maestà ha aperto l’ombrellino”.

“Nei pressi dell’Hotel de la Paix, davanti al quale, dall’altra parte della strada, stazionava un cocchiere con la sua carrozza, si avvicinò un uomo. Proprio davanti a noi ha fatto finta di inciampare; la sua mano si è mossa in modo strano, pensavo stesse cercando un appiglio per non cadere. Non mi sono accorta di altro in quel momento. L’imperatrice cadde a terra senza far rumore. Capii allora che quell’essere doveva averla colpita. Aveva un’aria così poco convincente. Non riuscii subito a realizzare che la situazione era ancora più grave, anche perché non appena mi chinai terrorizzata su di lei, Sua Maestà cominciò a rialzarsi. Due cocchieri ci hanno aiutato. In pochissimo tempo Sua Maestà era nuovamente in piedi davanti a noi. Rideva. Agitatissima, le domandai in ungherese “Come state Maestà? Le è successo qualcosa?”. “No”, rispose con calma. “Nel frattempo il portiere dell’Hotel Beau-Rivage ci ha raggiunte; aveva assistito all’orribile scena e ci pregò insistentemente di ritornare all’albergo”. “Perché?”, chiese l’imperatrice. “Dobbiamo sbrigarci se vogliamo prendere il vaporetto!”. “Si sistemò il cappello che aveva perduto, prese ventaglio e ombrellino, salutò i presenti e iniziò a camminare”. (La dama accompagnatrice della principessa)…

La dolce e triste principessa Sissi fu seppellita a Vienna, insieme al marito e all'amatissimo figlio Rodolfo.

Una presenza misteriosa

DI REBECCA VENAFRO 2^ L

Ero uscito a fare una passeggiata serale; non so il motivo di tutto ciò, anche perché faceva freddo ed io ero solo. Smisi di chiedermi il perché di questa stramba idea e mi incamminai verso il nuovo parco.

Faceva freddo, l’aria era umida e rinfrescata dall’odore di erba bagnata. Proseguii il mio cammino e mi accorsi di essere entrato nel cimitero. Quel posto metteva i brividi, e il sol pensiero che sotto i miei piedi ci fossero delle persone morte mi faceva accapponare la pelle.

Le lapidi erano consumate dal tempo e corrose dalla pioggia; le croci invece erano fatte da un legno fragile bucherellato da qualche animaletto.

In quel posto regnava il silenzio, tutto era immobile e calmo; ad un certo punto sentii un canto, un canto soave come quello di un angelo. Cercai la fonte di quel bellissimo suono, ma intorno a me non c’ era nulla.

Nei pressi del cimitero sorgeva una chiesa famosa per il suo campanile molto alto. Entrai nella chiesa e sentii suonare un organo ma, quando arrivai vicino all’organo, i tasti si muovevano da soli senza che nessuno li stesse schiacciando.

Nei pressi del cimitero sorgeva una chiesa famosa per il suo campanile molto alto. Entrai nella chiesa e sentii suonare un organo ma, quando arrivai vicino all’organo, i tasti si muovevano da soli senza che nessuno li stesse schiacciando.Spaventato, iniziai a correre; stavo dando tutto me stesso ma forse non era abbastanza. Sentivo una presenza dietro me, ma non trovavo il coraggio di voltarmi. Sembrava che il mondo ce l’avesse con me… e io che volevo fare solo una passeggiata!

Ero così preso dal correre che non vidi uno scalino e inciampai, restando sospeso in aria come se il tempo si fosse fermato solo per salvarmi. Qualcosa infine mi posò lentamente a terra e ai miei piedi vidi una ragazza, dall’aspetto semplice.

-“ Sta’ più attento la prossima volta” mi disse.

-“ Sei stata tu a salvarmi?”

-“ Sì” mi disse.

-“ Ma come hai fatto ?” le chiesi.

-“ Alcune cose è meglio lasciarle all’oscuro” disse lei e svanì come se fosse aria.

Chiusi gli occhi per dimenticare quella strana serata; quando gli riaprii mi ritrovai al caldo delle mie coperte.

Scesi come ogni mattina al tabacchi per comprare il quotidiano.

Sul titolo c’era scritto: “ Ragazza morta al nuovo parco”.

Chiusi il giornale e le dissi tra me e me:”Grazie”.