L'invenzione dello 0
Come ha avuto origine lo zero? Qual è stato il percorso evolutivo che ha portato allo sviluppo dell'arte del contare?
Tutto ha inizio circa 25.000 anni fa...
L'essere umano comincia a contare usando le dita delle mani, riuscendo così a rappresentare i numeri fino a 10 singolarmente e probabilmente a multipli di esso in gruppo.
Compare l'uso delle incisioni sugli alberi, con il metodo di segnare multipli di cinque mediante tratti trasversali.
Le incisioni sugli alberi vengono sostituite dall'impiego di sassolini raccolti, aumentando il limite massimo di conteggio in base alla quantità di sassi disponibili.
I sassolini vengono sistemati ordinatamente in canalette scavate nel terreno per facilitare il calcolo.
Si passa a un metodo più strutturato: dieci conchiglie forate vengono infilate in un ramoscello, rappresentando ciascuna una decina, dando così origine alla prima forma di abaco.
Con la civiltà greca, ai numeri vengono attribuiti dei nomi per facilitarne la memorizzazione, associando quindi alle canalette una sequenza di lettere e numeri (alfabeto greco).
Successivamente, si assiste a una graduale trasformazione dalle lettere a simboli astratti, che porteranno agli attuali numeri arabi. Tuttavia, il concetto di zero non è ancora definito.
Viene introdotto un valore precedente all'1, rappresentante il nulla, il vuoto: lo 0. Questo nuovo numero assume un duplice significato: l'assenza e l'azzeramento.
Nasce così lo zero, portando con sé un'affascinante contrapposizione: il concetto di assenza (0) e di presenza (1), che diventerà la base del sistema binario.
Questa evoluzione ci permette di riflettere su un'interessante connessione tra le prime fasi del conteggio con le dita e il sistema binario moderno. Infatti, grazie a questo metodo, con una sola mano è possibile contare fino a 31, trattando ogni dito come un bit: sollevato vale 1, abbassato vale 0.