IPERCORPI
Verso un'architettura e-motiva
Verso un'architettura e-motiva
Interconnessi, e-motivi, adattivi: IPERCORPI
Quello che Kas Oosterhuis scrive è un vademecum per gli architetti di questa epoca che fa dell’informazione il centro nevralgico del quotidiano. Per gli architetti delle informazioni “IPERCORPI Verso un’architettura e-motiva” si rivela una lettura imprescindibile e illuminante. In 36 tesi Oosterhuis sintetizza il suo operare come architetto, docente e ricercatore in un campo innovativo e innovatore dell’architettura, quello che vede la tecnologia come una fase processuale e non come un mero strumento. Attraverso numerosi esempi pratici, provenienti dagli autori più disparati, la ricerca, condotta con la moglie all’interno dello studio ONL e con i suoi studenti del Hyperbody Research Group dell’Università di Delft, si dipana agevolmente nelle pagine di questo libro-manifesto.
Pavillon of Salt Water (ONL 1997)
NSA MUSCLE presentato alla mostra Non Standard Architectures al Centro Pampidou (ONL 2004)
L’architettura dell’informazione nella società di oggi, come sostiene Oosterhuis, è collaborativa. L’architetto moderno ha un accesso costante alle informazioni più disparate: in questo mare magnum, egli necessita di poter elaborare sia intuitivamente che razionalmente in tempi rapidi. La più dirompente potenzialità di questo tipo di architettura sta nella sua natura “a sciame”. I progettisti, siano essi architetti, ingegneri o tecnici di varia natura, sono in costante contatto con committenti, utenti e promotori del processo al fine di dar vita ad un’opera collaborativa espressione di questo nuovo processo creativo. Tutti hanno accesso alle informazioni e tutti possono intervenire sul modello del progetto che gode, così, di un’autonomia e di un’esistenza proprie. L’architettura diventa “open source”, accessibile a tutti affinché essa possa crescere attraverso i contributi di molti. Come dei buoni genitori che dopo aver messo al mondo i propri figli e avergli fornito gli adeguati mezzi per la sopravvivenza li lasciano liberi di andare, così i progettisti dell’informazione si pongono nei confronti delle proprie creazioni. Le informazioni e la loro libera circolazione diventano la chiave di volta dell’architettura del nuovo millennio. “Le persone comunicano. Gli edifici comunicano. Le persone comunicano con gli edifici. Gli edifici comunicano con gli edifici. I componenti edilizi comunicano con altri componenti edilizi. Tutti sono parte dello sciame, membri dell’alveare.”
L’architettura dà vita ad ipercorpi: strutture guidate da dati che mutano in tempo reale in connessione con il progressivo avvicendarsi di informazioni. Le potenzialità delle nuove tecnologie che pongono gli edifici alla mercé della rivoluzione digitale rendono l’architettura e-motiva, interattiva, collaborativa e transattiva. L’architettura e-motiva esplora le emozioni e ad esse si adegua cambiando la nostra esperienza degli spazi che si disegnano in maniera ogni volta nuova. Gli spazi diventano transattivi, in grado di cambiare a seconda del flusso di dati del momento. Se per il filosofo greco Eraclito nessuno può bagnarsi due volte nella stessa acqua di un fiume che scorre, nell’architettura transattiva l’esperienza della percezione dello spazio può non ripetersi mai uguale a sé stessa.
Se nella sua adattività risiede la grande forza dell’architettura dell’informazione, in essa risiede anche a mio parere la sua potenziale crisi. Un’architettura costantemente mutevole può creare smarrimento negli individui che hanno sempre potuto vedere le solide quattro mura di un edificio come un punto fermo nelle loro instabili esistenze. Siamo pronti per un’architettura che si adatti ad i nostri bisogni e che facendo tesoro delle informazioni che le forniamo si evolva? O l’alfabetizzazione digitale è ancora troppo acerba e noi vivremmo l’architettura adattiva come invasiva?
COLLABORATIVE DESIGN PROCESS (HYPERBODY RESEARCH GROUP 2005):Sciame di Vertici