Strategie più efficaci per il Politically Correct: Un modello retorico/pragmatico della 'situazione di discorso totale'

Il linguaggio è al fondamento delle nostre comunità sociali e politiche. Una manifestazione relativamente recente dell’importanza che attribuiamo ad esso è il crescente interesse per la violenza verbale e l’ “hate speech” da un lato, e le politiche di “politically correct” dall’altro (nel seguito ci riferiremo all’intero dominio con l’etichetta “PC”). Queste politiche sono giustamente considerate critiche per la coesistenza pacifica nelle nostre società civili. Tuttavia, esse hanno anche controindicazioni che sono state ampiamente discusse dalla letteratura.

Le principali controindicazioni sono due: il loro concentrarsi su aspetti puramente verbali, distogliendo l’attenzione dalle condizioni materiali e altri fattori oggettivi dei conflitti; il suo approccio puramente normativo, che limita la libertà di parola, e inibisce la discussione razionale e la negoziazione interpersonale. In aggiunta, le politiche del PC non possono essere efficaci a meno di essere percepite come provenienti da un’autorità razionale imparziale: ma, di fatto, esse tendono ad apparire come una forma di posizionamento sociale, che come tale produce ampi effetti di contro-posizionamento.

Questi sono difetti seri ai quali la comunità accademica è chiamata a rispondere, sia elaborando un modello teorico più adeguato sia diffondendolo nella società. Nell’elaborare politiche più efficaci per il PC, la nostra ipotesi di lavoro è che l’attenzione dovrebbe spostarsi a) dalle azioni di istituzioni locali, nazionali e sovra-nazionali alla scala dei corpi sociali intermedi, b) dalla regolamentazione normativa alla libera discussione razionale, c) da un approccio puramente verbale ad uno più ampiamente simbolico – intendendo con ciò una piena considerazione del fatto che l’uso delle parole è inglobato nel contesto di regolarità sociali, emozioni individuali e posizionamenti ideologici.

La nostra convinzione è che l’elaborazione di politiche efficaci richieda lo sviluppo di un adeguato modello teorico. Come Austin (1962) ha scoperto, l’uso performativo del linguaggio ha il potere di creare realtà sociali, ma solo dentro i limiti di alcuni vincoli. Tuttavia, l’analisi di questi vincoli – che sono cruciali per l’efficacia tanto dei discorsi offensivi quanto delle politiche di PC – ha ricevuto modesta attenzione nelle ricerche. Noi intendiamo colmare questa lacuna elaborando un modello di quella che Austin chiamava la “situazione di discorso totale”. A questo scopo, dobbiamo innanzitutto mettere in discussione l’idea post-moderna che i discorsi abbiano un potere costruttivo incondizionato e difendere invece l’idea di un mondo in qualche misura indipendente dai discorsi.

Il modello che intendiamo costruire si colloca all’intersezione tra pragmatica e retorica. La retorica classica è specialmente attrezzata per analizzare l’intreccio tra componenti linguistiche ed extra-linguistiche dei discorsi. Innanzitutto, essa include in essi come parte costitutiva non solo il parlante ma anche l’ascoltatore e l’intero uditorio. In secondo luogo, la retorica ha condotto una riflessione su come il linguaggio/ragione (logos) sia intimamente correlato al carattere personale (ethos) e alle emozioni (pathos). Su questo sfondo, è possibile non solo analizzare proficuamente le nozioni di performativo e atto linguistico, ma anche elaborare un modello più efficace per la discussione razionale intorno a questioni socialmente sensibili – laddove la razionalità è concepita come reciproco confronto ed equilibrio riflessivo tra passioni, interessi e punti di vista.

Specificamente, l’analisi dell’ethos sarà basata sull’assunzione che l’identità personale sia allo stesso tempo un fattore e un risultato di dinamiche sociali. L’identità è essenzialmente formata attraverso il posizionamento sociale, di cui è uno stadio cruciale la formazione ideologica del sé a partire dall’adolescenza. La gestione razionale delle identità ideologiche richiede in modo cruciale la considerazione dei fattori emotivi (pathos), con speciale attenzione all’intimo rapporto tra di esse e la formazione di coalizioni ideologiche e stereotipi sociali. Infine, una concezione fruttuosa del logos esige che si elabori un modello di “cittadinanza retorica”, anche attraverso l’attenta analisi del dibattito tra concezioni agonistiche e deliberative della democrazia.

Il progetto ha anche una finalità pratica. Primo, esso mira ad esplorare esperienze esistenti nella gestione dei conflitti e formare una rete accademica su questi temi, anche al fine di promuovere il dibattito circa gli esiti delle politiche del PC in Europa. A questo scopo, abbiamo siglato un accordo con le Università di Bruxelles e Lisbona. Secondo, il progetto mira a elaborare attività e procedure più efficaci, e metterle alla prova in alcune scuole superiori.