Busto Arsizio

LA CONSAPEVOLEZZA DELLA CONTINUITÀ

Attraverso la storia della nostra città

Busto Arsizio, Büsti Gràndi in dialetto bustocco, è un comune di circa 80 mila abitanti nel Varesotto. Da sempre importante polo economico e commerciale, può vantare una storia millenaria che, dalla lontana preistoria, ci accompagna fino ai giorni nostri. La città non manca di celare, sotto uno strato di urbanizzazione generale, dettagli che, apparentemente insignificanti, riconducono a realtà, tempi e storie passati, radici di tutta una comunità.

Busto viene fondata, secondo le ipotesi più accreditate, dai Liguri, attratti dalla fertilità del terreno nella Pianura Padana, già in epoca preistorica per poi essere conquistata dai Romani e convertita in un centro agricolo nel 200 a.C. Durante tutto l’alto Medioevo l’insediamento vive la sua età d’oro grazie alla concia delle pelli, il cui commercio la porta ad essere annessa alla longobarda vicina, Castelseprio, fino a quando Carlo Magno, nell’VIII secolo d.C., sconfigge i Longobardi e la città viene raggiunta dal fenomeno del feudalesimo.

Nel 1164 Federico I Barbarossa concede all'arcivescovo di Colonia e arcicancelliere del Sacro Romano Impero alcuni territori, tra cui la nostra Busto, che sarà, qualche anno dopo, terreno dei primi scontri della battaglia di Legnano. La città si sviluppa rapidamente: crea delle mura difensive e nasce un ceto borghese, forte della sempre maggiore produzione tessile di fustagno e bombasina. Il XVII secolo bustocco è tutt'altro che piacevole: tra gli anni 20 e 30 del secolo la zona è colpita da varie epidemie di peste che decimano la popolazione, mentre alla fine del secolo la città viene lasciata in evidente decadimento dagli spagnoli.

Nei secoli successivi, passa in mano prima agli austriaci, che incrementano ancora la produzione tessile, e ai francesi, i quali per volere di Napoleone Bonaparte impediscono la produzione di stoffe o qualunque altro prodotto per non ostacolare la madrepatria. Durante gli ultimi anni dell’Ottocento, grazie all’attività di Enrico dell’Acqua, pioniere italiano dell’esportazione cotoniera nel mondo, Busto acquista la duplice natura di città cotoniera e meccanica. Il Novecento è un periodo di enorme fermento e trasformazione per la città. Insieme a un progressivo sviluppo della già presente industria tessile, in stretto legame con quella meccanica, sorgono le prime costruzioni in stile Liberty, che caratterizzerà tutto il secolo.



Esempi più lampanti villa Ottolini-Tovaglieri (in alto) e villa Ottolini-Tosi (in basso), impreziosite dalle cancellate in ferro battuto di Alessandro Mazzucotelli, oggi ridestinate a utilizzi comunali di cui tutta la città beneficia. Nel primo dopoguerra, dopo un’iniziale diffusione del partito fascista in città, essa partecipa in prima linea durante la seconda guerra mondiale alle operazioni della Resistenza, coordinandosi con gli Alleati. Fino ai giorni nostri, la cittadina si è saputa adattare ai continui cambiamenti del globo, potenziandosi anche a livello di altri settori economici, senza però abbandonare la sua tradizione tessile. Mai lo storico cinquecentesco Pietro Antonio Crespi Castoldi si sarebbe immaginato che la sua descrizione della città con l’iperbole “Quasi in ogni casa batte un telaio”, sarebbe stata attuale ancora oggi, per la Busto di mille anni dopo.

La nostra scuola

Il liceo Daniele Crespi nasce nel 1923 come Liceo-Ginnasio privato, per poi venire statalizzato nel 1936. Capace di attrarre una popolazione scolastica articolata per interessi, estrazione sociale e attitudini, riesce a fornire costantemente un modello di studi seri e rigorosi. Da sempre attenta allo studio della storia dell’arte e delle lingue straniere, la scuola istituisce nel 1994, accanto al Liceo Classico, il Liceo Linguistico, volto a uno studio approfondito di tre lingue straniere (europee e dal 2020, con la classe sperimentale di giapponese, extraeuropee). Nel 2010 l’istituto fonda anche il Liceo delle Scienze Umane, nell'ottica di un cambiamento sempre costante e al passo coi tempi e, sempre con questo scopo, negli anni 2017 e 2019 il Liceo Crespi formalizza due curvature, biologica e giuridica, del percorso formativo classico.