27 Gennaio
ll Giorno della memoria è una giornata internazionale indicata dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2005 per ricordare la Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebraico, e tutti i deportati nei campi nazisti.
Ricorre il 27 gennaio giorno in cui nel 1945 l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz.
Bisogna lavorare a partire dai più piccoli affinchè bambine, bambini e ragazze e ragazzi imparino l’importanza del fare memoria di uno dei periodi più bui della storia umana nel quale vennero assassinate milioni di persone: Ebrei innanzitutto, ma anche persone con disabilità, Rom e Sinti (il Porrajmos), omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova. È una ferita ancora aperta nella cultura occidentale.
A tale proposito i bambini e le bambine delle classi 5B e 5C del nostro Istituto Comprensivo, hanno voluto celebrare questa ricorrenza attraverso letture, disegni e cartelloni.
Servono momenti di riflessione anche con nuovi linguaggi per coinvolgere le nuove generazioni attorno ai temi dell’Olocausto, delle deportazioni, delle discriminazioni e della diversità che hanno segnato quel periodo e che ancora oggi devono essere ricordati, elaborati e discussi per affrontare con maggiore consapevolezza le insidie del presente.
Classi 5B e 5C
Primaria - via Anagni
LA STELLA DI ANDRA E TATI.
LE NOSTRE RIFLESSIONI
Per ricordare...
In occasione della giornata della memoria, il nostro professore di lettere ha proposto la visione de “La stella di Andra e Tati”, il primo film di animazione europeo sull’Olocausto, che racconta la storia vera delle sorelle Alessandra e Tatiana Bucci, ebree italiane di Fiume. Avevano solo 6 e 4 anni quando il 29 marzo 1944 vennero deportate ad Auschwitz insieme alla madre, alla nonna, alla zia e al cuginetto. Scambiate per gemelle dal dottor Mengele, Andra e Tati riuscirono a sopravvivere alle prime selezioni nel campo di concentramento e furono portate nel Kinderblock, la baracca dei bambini che venivano destinati agli esperimenti di eugenetica. “Appena arrivate al campo – ricorda oggi Tati – ci fecero indossare vestiti grandi e sporchi. Poi ci marchiarono con il numero che ancora oggi portiamo sul braccio. E che non abbiamo mai voluto cancellare”. A lei fu tatuato il numero 76484, alla sorella il 76483.
Furono l’incoscienza dell’età, il grande amore reciproco e il fare affidamento sulla loro unione le risorsa che permisero alle bambine di proteggersi dagli orrori del campo di sterminio. Grazie anche alla compassione di una guardiana del lager le bambine riuscirono così a sopravvivere e vennero liberate insieme il 27 gennaio 1945.
Dopo una permanenza prima a Praga e poi in Inghilterra, riuscirono anche a riunirsi con i loro genitori. Il film racconta, così, la loro storia intersecando il racconto con quello di una visita di liceali ad Aushwitz. La detenzione ad Auschwitz ha rappresentato uno spartiacque nella vita delle due sorelle che, una volta adulte, hanno affrontato il trauma dell’Olocausto diventando testimoni per le nuove generazioni.
Per concludere il percorso sulla giornata della memoria abbiamo scritto le nostre riflessioni e realizzato disegni, che sono stati poi raccolti in cartellone esposto nel corridoio d'ingresso della nostra scuola.
Per non dimenticare.
Classe 1A
Secondaria di Primo Grado
Giornata dell'Inclusione
Il primo venerdì del mese di febbraio si celebra la giornata dei calzini spaiati, che è un’iniziativa che ha lo scopo di sensibilizzare sulle diversità, lanciando un messaggio di solidarietà e inclusione. È nata dai bambini della scuola elementare di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, e della loro maestra Sabrina Flapp. L’idea dei bambini era dimostrare con un gesto che le piccole o grandi differenze non cambiano la sostanza delle cose: due calzini diversi per forma, misura e colore sono sempre e comunque calzini e perfettamente in grado di assolvere la loro funzione, aggiungendovi un tocco di fantasia.
E infatti se proprio in questa giornata dovesse capitarvi di indossare una calza diversa dall'altra, non preoccupatevi, non verrete affatto giudicati in malo modo. Il nostro Istituto comprensivo ha deciso di celebrare questa importante ricorrenza dalla Primaria alla Secondaria di Primo grado attraverso attività coinvolgenti.
Per celebrare a modo nostro questa giornata così importante e significativa, noi della 1A abbiamo indossato tutti coloratissimi calzini spaiati.
Noi della 3A abbiamo letto la bellissima filastrocca della differenza di Bruno Tognolini e la nostra maestra ci ha aiutati a capire che le differenze tra le persone sono in realtà un vero e proprio arricchimento per ognuno di noi.
La chiave di tutto è riuscire a capire che siamo tutti esseri umani e proprio per questo motivo siamo proprio simili tra noi. Non importa il paese da cui proveniamo, se siamo maschi o femmine, se siamo un pò speciali, siamo comunque simili tra noi.
Classe 3A
Primaria - via Anagni
KHUMBA E LA DIVERSITA'
E non è finita qui! Abbiamo visto il film d'animazione Khumba.
Di cosa parla?
La vita non e' tutta in bianco e nero per Khumba, giovane zebra nata con le strisce solo su meta' corpo. Quando il branco lo accusa, con estrema superstizione, di essere la causa della siccita' che sta piegando il deserto e minacciando la sopravvivenza degli animali, Khumba parte con un energico gnu e un esuberante struzzo alla ricerca della leggendaria fonte d'acqua magica dove le prime zebre apparse sulla Terra si immersero per ottenere la ben nota pelle a strisce.
si può immaginare che questo viaggio attraverso il deserto di Karoo porterà il protagonista a compiere una serie di avventure e di incontri che lo faranno crescere e diventare forte: su tutti, quello con un terribile leopardo, con cui dovrà combattere per conquistare finalmente le sue strisce. Qui di fianco ecco il trailer del film che abbiamo visto! Un film d'animazione istruttivo e che ci ha fornito tantissimi spunti di riflessione sul concetto di diversità.
La storia di Khumba mentre diverte e appassiona affronta questioni cruciali. Quella della diversità e del nostro rapporto con essa, un tema di grande attualità. Il branco non tollera la diversità e la identifica subito come l'origine del male. Ma anche Khumba fatica a capire la sua identità e ad accettarsi per quello è. Il viaggio con lo gnu e lo struzzo, insoliti compagni per una zebra, propongono i valori dell'amicizia, che non teme, ma si alimenta delle differenze.
C’è sempre qualcosa di noi che vorremmo cambiare quindi cresciamo con l’idea che se non fosse per quella cosa in particolare, la nostra vita sarebbe più facile, e tutto andrebbe molto meglio. Tuttavia, nel momento in cui capiamo che ci sono cose che possiamo cambiare e cose che dobbiamo semplicemente accettare.
Classe 1A
Secondaria di Primo Grado
I nostri calzini spaiati
W la diversità che rappresenta l'unicità di ciascuno di noi!
Classi 5B e 5C
Primaria - via Anagni
Siamo tutti diversi, unici e speciali
In occasione della Giornata dei calzini spaiati abbiamo deciso di fare qualcosa che potesse lanciare un segnale positivo a favore dell'inclusione. Il nostro messaggio è che SIAMO TUTTI DIVERSI MA UNICI E SPECIALI!
Classe 3A
Primaria - via Anagni
Durante le lezioni di alternativa, abbiamo visto il cortometraggio The Butterfly Circus, Il circo della farfalla, La nostra insegnante gioca ci ha guidati all'analisi delle emozioni suscitate dalle vicende del film, dei momenti e dei gesti che evidenziano i valori dell’amicizia e della solidarietà.
Risulta interessante far emergere, durante la condivisione con la classe, le interpretazioni e le prese di posizione di ciascuno rispetto ai diversi comportamenti nei confronti delle persone portatrici di disabilità. Grazie all’incontro con il signor Méndez, direttore del Circo della farfalla, il protagonista Will, abituato ad essere considerato un povero storpio, impara a riconoscere in sé le sue infinite potenzialità, scopre un modo di essere nel quale le risorse sono più importanti dei limiti, sperimenta un mondo dove ognuno, nella sua diversità, ha un posto che lo può far sentire straordinario. Questo percorso di apprendimento ha rappresentato un’occasione per riflettere sul progetto di vita che intendiamo realizzare, per comprendere quanto sia importante guardare oltre l’apparenza per cambiare la visione che abbiamo di noi stessi e di quelli che ci stanno vicino.
La sfida sta nell’abituarci a guardare chi ci circonda con occhi nuovi e convincerci che, qualunque sia la nostra condizione fisica, mentale o sociale, è sempre possibile cambiare, perché “ non è importante dove sei ora, ma è importante dove stai guardando”.
Will trova la sua strada: il bruco diventa la farfalla cui allude il nome del circo.
L’attività laboratoriale proposta nell’unità di apprendimento permette da un lato di individuare situazioni che nella vita dei ragazzi sono dei limiti, delle brutture che non permettono loro di realizzarsi al meglio, dall’altro di rendersi conto degli atteggiamenti e delle occasioni che nella loro quotidianità li fanno sentire persone compiute e libere.
Solo esprimendo i sogni e le aspettative che portiamo nel cuore possiamo liberare la bellezza nella nostra esistenza.
Abbiamo poi scritto le nostre riflessioni e qui di seguito ecco alcuni esempi.
Il cortometraggio il Circo della Farfalla, lancia il messaggio che soccorrere una persona ad ogni difficoltà significa anche bloccarla e a costringerla a essere sempre dipendente dagli altri.
Giulia Gelfusa
Giulia Vacca
Secondo me la diversità non è una cosa negativa, anzi è una particolarità. Le persone che disprezzano questi difetti, se si possono chiamare così non sono in grado di comprendere la fragilità dell’ altro. La diversità ci rende belli a modo nostro e la gente deve solo che apprezzare i difetti e noi dobbiamo trasformarli in pregi. Per fare ciò ci vuole coraggio ed è bellissimo questo nostro lato del carattere. Nel film visto in classe ho capito tante cose: quando il signore senza braccia e senza gambe inizialmente non viene apprezzato da nessun , viene preso in giro e viene disprezzato, alla fine avrà la sua rivincita perché finalmente troverà chi lo accetterà per quello che è e non per quello che non ha; anzi dei suoi difetti il proprietario del circo ne fa un vanto perché trasforma tutte le sue imperfezioni in quelle che sono cose speciali. Mentre prima tutte quelle persone venivano emarginate, ora si ritrovano ad esibirsi nel circo più bello del mondo. Il protagonista, in questo caso l’uomo senza braccia e senza gambe si confronterà con se stesso e capirà delle cose di lui che prima non sapeva… ad esempio essere capisce di imparare a “nuotare” o meglio a stare a galla. Dal film ho capito veramente l’importanza della diversità che può in qualche modo distinguerci dagli altri in modo positivo, ma invece noi tutti siamo uguali e belli a modo nostro e ognuno dovrebbe imparare ad accettarsi così come siamo. Non dobbiamo sopportare le differenze ma anzi accoglierle come un pregio, un bene nella nostra esistenza.
Valentina Eleuteri
Gioele Di Filippo
Scene da film dell'orrore
Vicenda assurda accaduta a Paola, in provincia di Cosenza, dove un ragazzo è stato scoperto in condizioni vergognose, rimasto per una vita legato al proprio letto per mani e piedi.
Il contesto è il comune calabrese di Paola, in provincia di Cosenza. È proprio lì che un ragazzo di 27 anni è stato scoperto in condizioni vergognose, legato nella propria abitazione. A trovarlo così sono stati i carabinieri, che entrati nella casa hanno preso atto di una scena degna di un film dell’orrore, la cui responsabile – secondo le prime ricostruzioni – dovrebbe essere stata incredibilmente la madre. Il medico, che ha visitato personalmente il ragazzo, ha descritto un quadro al limite dell’umanità: il giovane infatti sarebbe rimasto legato per mani e piedi al suo letto per anni, segregato sin dalla tenera età.
Per questo motivo il ventenne, oltre a essere privo del controllo sfinteri, ha anche problemi nell’esprimersi (utilizza suoni, non delle parole), nel mangiare, nel controllare le proprie emozioni (sfociando a volte in atteggiamenti violenti) e nel mantenere una postura eretta: “Sembra un cucciolo di animale in un mondo sconosciuto“. È stato definito come una sorta di uomo delle caverne, che adesso avrà di fronte a sé un lungo percorso per tentare di iniziare a vivere una vita normale, quella che gli è stata strappata appena nato.
La madre, ritenuta in un primo momento la principale responsabile, è stata intercettata dagli inviati di Pomeriggio 5, ai quali ha negato di aver legato il proprio figlio, definendo il tutto “malignità che circolano da anni“. Poi ha aggiunto che la sua volontà fosse quella di portarlo in una struttura specializzata, ma che “in molti lo hanno rifiutato“. Adesso toccherà alle forze dell’ordine scoprire quale sia la verità dietro a questa vicenda decisamente fuori dal normale.
Salvatore Bellavita
Classe 1A
Secondaria di Primo Grado
Il nostro San Valentino
Perchè gli innamorati festeggiano San Valentino? Da cosa nasce tutto questo scambio di baci, di cuori, di fiori, di biglietti di auguri e cioccolatini proprio il 14 febbraio in occasione della festa degli innamorati? Le leggende sono tante. La principale (a cui credono gli americani) riguarda la cosiddetta rosa della conciliazione. Secondo la leggenda, infatti, San Valentino, udendo litigare due fidanzati vicino al suo giardino, andò loro incontro sorridendo con una rosa in mano. La pace fu fatta!
La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese. Svelata così anche la tradizione di regalare rose a San Valentino.
Un'altra leggenda riguarda il matrimonio tra la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sabino che fu causa del martirio del santo. Lei era malata e il vescovo li unì in matrimonio in punto di morte, prima che entrambi cadessero in un sonno profondo: come in Romeo e Giulietta!
PERCHÈ SI SCAMBIANO REGALI A SAN VALENTINO?
Lo scambio di biglietti il 14 febbraio ha due diverse spiegazioni leggendarie. La prima, la più accreditata, narra che il vescovo compì il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere. A quest’ultima il vescovo scrisse un biglietto che recitava: "Dal tuo Valentino".
L'altra leggenda racconta che il sacerdote possedeva un grande giardino dove i bambini giocavano ogni giorno. La sera Valentino regalava loro un fiore da portare a casa. Un giorno, però, il Santo fu imprigionato. I bambini non sapevano più dove giocare!
Due piccioni viaggiatori scapparono dal giardino del Santo e riuscirono a trovare il loro padrone. Si posarono sulle sbarre della sua finestra e presero a tubare. Valentino li riconobbe e legò al collo di uno un sacchetto fatto a cuoricino con dentro un biglietto e, al collo dell'altro, una chiavetta. Quando i piccioni fecero ritorno furono accolti con grande gioia. Le persone si accorsero di quello che portavano e riconobbero subito la chiavetta: era quella del giardino di Valentino!
Classe 3A
Primaria - via Anagni
Classi 5B e 5C
Primaria - via Anagni