“Abbiamo cose in comune come credenti e come uomini. Dobbiamo rispettarci e anche stimolarci gli uni e gli altri nelle opere di bene sul cammino di Dio” (Giovanni Paolo II, ai giovani musulmani nello stadio di Casablanca, 16 agosto 1985)
A scuola, nell’ora di religione, ciascuno impara a conoscere se stesso e gli altri, a riflettere sul senso della vita e sul valore della pace. Gli “altri”, credenti o non credenti, non sono nemici da temere o da combattere ma fratelli da rispettare e con i quali confrontarsi e dialogare.
Proprio in classe, nel confronto e nel dialogo, tutti sono sollecitati a farsi più consapevoli della propria identità religiosa e insieme attenti ai valori in cui gli altri si riconoscono.